venerdì 30 novembre 2018

A proposito di Bruno Cagli. Questo scrivemmo il 27 ottobre 2014, alla vigilia delle elezioni per la sua uccessione

Solo Santa Cecilia, l'Accademia intendiamo,  sembra avanzare gloriosa, mietendo un successo dietro l'altro, compresa l'autonomia di recente ottenuta dal Ministero assieme alla Scala, le uniche due fondazioni che se la siano assicurata e che, si spera, non restino le uniche, secondo il disegno dello 'smantellamento dell'inutile musica' che il Ministero sembra voler  perseguire.
 Archiviata già l'inaugurazione, con Pappano a condurre le danze, e l'Orchestra in partenza per la lunga tournée in Estremo Oriente, sembra che in Accademia ci sia aria di 'elezioni'. Per il nuovo Consiglio di amministrazione che si chiamerà Consiglio di indirizzo, da attivare entro la fine dell'anno, dal cui seno dovrebbe spuntare il nome del nuovo sovrintendete. Nuovo?
 Così sembrava solo qualche mese fa quando Cagli annunciava per l'ennesima volta la sua volontà di lasciare in altre mani il timone dell'Accademia, nell'esultanza generale della ciurma che finalmente vedeva  chiudersi l'era Cagli, non tutta da cancellare ma durata anche troppo.
Nel caso  si fosse dimesso definitivamente, come  purtroppo oggi tutti dubitano, le due mani  alle quali passare il timone, lui le aveva  già individuate da tempo, e nel frattempo 'incremate' ogni giorno per  mostrale a tutti senza macchie ed imperfezioni, al momento in cui  avrebbero preso il timone della nave accademica.
Le due mani, come tutti sanno, sarebbero quelle di Michele dall'Ongaro che, nel caso fosse eletto presidente, sempre che Cagli decida di abdicare, dovrebbe lasciare tutti i suoi numerosi incarichi, dai quali - e massimamente da essi - ha acquistato in questi anni notorietà e soprattutto potere (Orchestra RAI, RAI5, Radio 3, per citarne solo quelli  di più evidente potere!).
Ma forse Cagli non ha intenzione di dimettersi; fa finta, per essere a gran voce chiamato a restare per la salvezza di Santa Cecilia- poveretta! - accordandosi con dall'Ongaro, con i rispettivi elettori, e restare sul trono, tenendo sempre al suo fianco il principe ereditario, alla cui educazione  provvede di persona.
 A meno che Battistelli, sconfitto nella passata tornata elettorale da Cagli, con un divario di voti enorme da colmare, non si decida a tornare nuovamente in campo, per sfidare Cagli, mettendosi d'accordo con dall'Ongaro, un tempo suo nemico ora non più, e spartirsi il potere: dall'Ongaro presidente e Battistelli vice, per poi scambiarsi i ruoli, se possibile, alla successiva elezione. Ma anche Battistelli, che, a differenza di dall'Ongaro, ha come prevalente occupazione quella del compositore, dovrebbe lasciare i suoi già numerosi incarichi: direttore dell'Orchestra della Toscana, presidenza della Barattelli-L'Aquila, consiglio di amministrazione dell'Opera di Roma ecc... con i quali esercita anch'egli il potere.
Tutto questo potrebbe accadere qualora riuscissero i dioscuri ad allearsi ai danni di Cagli. Potrebbe dall'Ongaro pugnalare alle spalle il suo padre-protettore? S'è visto di peggio, e perciò non ci sarebbe da meravigliarsi. Comunque meglio non fare, fino allo scrutinio delle elezioni,  i conti senza l'oste: Cagli.


                                                     E nella stesa data un secondo post:

Le ultime elezioni per la presidenza sovrintendenza dell'Accademia di Santa Cecilia si sono svolte il 13 ottobre, senza vincitore. In particolare hanno ricevuto voti: dall'Ongaro - che ovviamente  è stato alla finestra a contare tutti i suoi affezionati elettori, che sono ancroa pochi, ha preso 18 voti. Cagli che non si era presentato come candidato, ma non si è neanche dimesso, come aveva minacciato , dalla presidenza, ha preso comunque 10 voti, e Battistelli che non ha rinunciato definitivamente a candidarsi alla presidenza dell'Accademia, nonostante la precedente sonora sconfitta, ha preso una decina di voti, come Cagli.
Ora, è evidente alla luce dei fatti, che  se mettessero insieme i voti, Cagli e dall'Ongaro, Battistelli verrebbe  nuovamente sconfitto.
I voti di Cagli e dall'Ongaro messi insieme, ma a favore di chi?  Di Cagli, che  finge di non volersi candidare ma che sicuramente vuole restare, o di dall'Ongaro che si è preparato in quest'anno alla scuola serale di Cagli?
  Comunque una terza possibilità non è da scartare e che cioè  anche Battistelli metta a disposizione di dall'Ongaro i propri voti, o almeno quelli di cui ha necessità per l'elezione, e poi una volta eletto dall'Ongaro, Battistelli si faccia nominare vice presidente dell'Accademia. Ammesso che lo voglia. perché egli deve considerare che l'amministrazione del potere in Accademia, abbastanza impegnativo gli imporrà qualche rinuncia. Battistelli è disposto a farla?
 Ciò che ci consola, a seguito  dei possibili  disastrosi esiti delle elezioni, è che dall'Ongaro, se eletto, liberi i  numerosi posti che occupa da tempo, molti dei quali già oggi incompatibili fra loro, e forse per questo, specie  nei posti lasciati liberi alla RAI, cominci finalmente a circolare aria e gente nuova.

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