martedì 27 novembre 2018

Il Rigoletto dei due 'Daniele', agli ordini del gran maestro Carlo ( Fuortes)

"Se non si cercano titoli nuovi, regie nuove, teniamo in vita a fatica un museo e il melodramma muore". E', o quantomeno era, l'opinione del sovrintendente dell'Opera di Roma, Fuortes, il quale per l'inaugurazione di stagione 2018-19, ripiega - sì, ripiega, su un capolavoro assoluto, piaccia o non piaccia al sovrintendente, e cioè Rigoletto di Giuseppe Verdi.
 Ma anche qui si tratta di una assoluta novità, come anche Fuortes ha sottolineato. E' assai raro che un grande teatro - come è l'Opera di Roma - inauguri con un titolo del grande repertorio, preferendo in genere andare al museo dei capolavori mancati a cercare qualche pezzo raro o  domandare una nuova prodezza musicale ai compositori di oggi. L'antico,  seppure capolavoro riconosciuto, mai.

 E allora che fa il sovrintendente? sconfessa se stesso e la sua linea di amministratore del melodramma in un teatri d'opera? Affatto. Perchè Gatti e Abbado, i due 'Daniele', hanno lavorato l'uno e l'altro per rivoltare come un pedalino - secondo la vulgata romanesca - il capolavoro verdiano, addirittura ambientandolo al tempo della Repubblica di Salò, col Duca di Mantova che se non Mussolini, dovrà sembrare almeno  un suo gerarca. E Gatti si impegnerà a togliere dal capolavoro verdiano tutte le incrostazioni dovute a cattive abitudini e a tradizioni fasulle. In parole povere gli acuti e qualche altro vezzo di cantanti o direttori. Chi lo vedrà, dirà.

 Fuortes ha approfittato della presentazione ufficiale della serata inaugurale per rammentare ancora un volta, come se ce ne fosse ancora bisogno, i risultati clamorosi della sua sovrintendenza: quest'anno gli introiti propri sono cresciuti in rapporto alla crescita esponenziale del pubblico, come mai prima d'ora, attestandosi al 23% dell'incasso totale. Il 23% di aumento, così riportavano i giornali attenti esecutori, dipendenti dal verbo fuortesiano: 6-7 milioni di Euro in più. Dal che si vede che per Fuortes le cifre somigliano a bruscolini, quasi che  6 o 7 milioni di incasso siano la stessa cosa: Sei o Sette per lui pari sono!

Insomma sono 6 o 7 i milioni in più? Se sono 6 e rappresentano circa il 25 % del totale degli incassi, nelle casse dell'Opera sono confluiti complessivamente 24 milioni di Euro, se invece sono 7 i milioni di Euro, nelle casse del teatro  ne sarebbero piovuti 28. C'è una bella differenza. Ma Fuortes, come abbiamo tante volte dimostrato, non si fa scrupolo di osannare le sue stesse imprese, e non è certo persona che bada a spese, a cifre.

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