1868,
13 novembre. Verso
le dieci ( di sera, ndr) Rossini pronunciò un nome, quello di sua
moglie; fu l'ultima parola che uscì dalle sue labbra. Giunto
l'istante supremo, si andò ad avvertire la signor Olimpia, che,
affranta dalle lunghe angoscie, si era assopita un momento nella
stanza vicina. Ella accorse per raccogliere l'ultimo respiro del
marito, i cui occhi erano rimasti fissi, spalancati. Un movimento
spasmodico della mano fece credere ancora per un istante alla
presenza della vita, ma non era che l'ultimo barlume. (Edmond
Michotte a Radiciotti,
in Giuseppe
Radiciotti, Gioacchino Rossini, Tivoli 1927)
***
Il
dott. D'Ancona, assicuratosi che tutto era veramente finito,
rivolgendosi alla vedova: Signora - le disse - Rossini ha cessato di
soffrire. Ella si gettò sul corpo dello sposo e l'abbracciò per
l'ultima volta, esclamando: Rossini,
je serai toujours digne de toi!
A gran pena e dopo molte preghiere si riuscì a strapparla dal
cadavere. Erano le 11 e 5 minuti del pomeriggio ( alle 23,05 ndr.)
del 13 novembre 1868. Il grande Maestro aveva compiuti 76 anni, 8
mesi e 15 giorni. (Giuseppe
Radiciotti, Gioacchino Rossini, Tivoli 1927)
***
1868,
14 novembre. Rossini
è morto ieri. Questo fu il grande e doloroso avvenimento della sera.
Egli non apparteneva al nostro paese, ma, se la Francia non era la
sua patria di nascita, era però la sua patria d'elezione...Rossini,
il grande compositore, è l'eguale di Lamartine e di
Chateaubriand...La storia dirà qual posto egli occupi come genio
musicale e come genio veramente umano, capace di tutto abbracciare
nella meravigliosa pieghevolezza della sua vasta intelligenza. Essa
dirà Rossini, come noi diciamo Dante, Shakespeare, Molière, Goethe.
( France,
14 novembre 1868)
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