giovedì 8 novembre 2018

La capinera di Mogol-Bella fece il volo di prova nel 2011, ma poi cadde a terra, e ora volteggerà su Catania ( da La Gazzetta di Parma 2011)


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"La Capinera", gustoso assaggio dell'opera di Gianni Bella e Mogol

"La Capinera", gustoso assaggio dell'opera di Gianni Bella e Mogol



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Lucia Brighenti
Una prima degustazione tra amici de «La Capinera», il melodramma moderno composto da Gianni Bella su liriche di Mogol e libretto di Giuseppe Fulcheri, è stata offerta in anteprima martedì sera ai soci di Parma Lirica. Il celebre paroliere e l'altrettanto celebre cantautore catanese, accompagnato dalla figlia Chiara, hanno portato di persona il cd con l'incisione del primo atto dell’opera ai soci. Un atto di gratitudine nei confronti del sodalizio di via Gorizia che lo scorso anno (come già riportato dalla «Gazzetta di Parma») aveva ospitato le audizioni per la scelta di alcuni cantanti e le sedute di registrazione del cd. Si è trattato anche di un primo test per saggiare la reazione di un pubblico di melofili davanti a quest’opera dal sapore siciliano, ispirata al celebre romanzo «Storia di una capinera» di Giovanni Verga, che potrebbe fare il suo debutto sulle scene nel 2012.
 Il risultato è stato un’accoglienza calda ed emozionata del pubblico, che ha potuto così incontrare Gianni Bella, apparso in buone condizioni di salute dopo l’ictus che lo aveva colpito nel 2010 (dal quale l'artista, da anni residente a Montechiarugolo, si sta riprendendo con grande tenacia), e ascoltare le spiegazioni con cui Mogol ha introdotto ogni scena. «Gianni è l’erba che cresce sul selciato - ha detto Mogol - un musicista che si è fatto da solo, per cui nutro una grandissima stima e che da sempre considero uno dei più grandi cantautori italiani. Tuttavia in un primo tempo non credevo fosse in grado di affrontare un linguaggio come quello operistico: sono felice di essermi sbagliato. Ci sono brani in cui si possono riconoscere gli autori classici ai quali fa riferimento, ma ci sono altre arie in cui Gianni è solo se stesso». La musica, orchestrata dal grande Geoff Westley (già collaboratore di Lucio Battisti), è stata incisa con alcuni interpreti ben noti al pubblico di Parma, primo fra tutti il basso parmigiano Michele Pertusi, che canta nell’inconsueto ruolo del batterio del colera, il soprano Daria Masiero (Maria) che era presente in sala,  il tenore Stefano Secco (Nino), il mezzosoprano Katarina Nicolic (matrigna) e il Coro dell’Opera di Parma. «Rispetto al romanzo di Verga l’unica variazione del libretto riguarda la protagonista Maria - ha aggiunto Mogol - che per Verga è una peccatrice, qui è invece un’anima che rimane pura e non ha bisogno di perdono. Forse sono partigiano, ma credo che così la storia sia più bella».
 «È un lavoro di grande respiro che recupera e porta avanti i valori della migliore tradizione musicale italiana - ha detto il presidente di Parma Lirica, Paolo Ampollini - Per questo con grande piacere abbiamo messo il nostro circolo a disposizione». Al termine dell'ascolto sono stati lunghissimi, convinti e affettuosi gli applausi. Il circolo ha anche consegnato in segno di gratitudine una targa a Mogol e a Gianni Bella, visibilmente commosso dal calore dell’accoglienza, e al librettista Fulcheri. Ora si attende un nuovo appuntamento in cui verrà completata l’audizione del melodramma.

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