venerdì 19 aprile 2024

Medvedev, il pensatore. Altra sparata

 

Medvedev, 'l'Occidente ha deciso di eliminare Zelensky'

"Un attentato alla vita del principale membro dei Bandera in Polonia? Ma questo è davvero grave. Il clown della droga (il presidente Ucraino Volodymyr Zelensky, ndr) ha motivo di essere seriamente allarmato. È probabile che questa sia la prima prova che l'Occidente ha deciso di eliminarlo. Abbi paura, pagliaccio!": lo scrive su Telegram il vicepresidente del consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, riferendosi all'arresto di ieri di un uomo sospettato di contatti con i servizi di spionaggio russi e di averli aiutati a preparare un attacco contro Zelensky in Polonia.

Medvedev accompagna il suo messaggio con un fotomontaggio che ritrae Zelensky mentre sniffa cocaina al centro di un mirino di un'arma da fuoco. (ANSA).

La Rai in pellegrinaggio a Cascia, per domandare il miracolo 'Mina' alla santa degli impossibili, santa Rita. Miracolo impossibile, già richiesto e non ottenuto, ma soprattutto inutile, perchè la celebre cantante vive segregata dal mondo musicale profondamente mutato ( da Leggo)

 


Mina a Sanremo al posto di Amadeus, l'asso nella manica della Rai: «Lei vuole carta bianca, ci stanno pensando»© Redazione

La Rai si lecca le ferite dopo l'addio inaspettato di Amadeus, passato ufficialmente a Discovery. Ma come le belve ferite, ai vertici di viale Mazzini si preparano a reagire. E la reazione potrebbe essere di quelle da ricordare. Secondo La Verità, infatti, Mina è tra le candidate a ereditare la direzione artistica di Sanremo dal conduttore dei record. L'ipotesi era già stata discussa con la diva nel 2019 e nonostante il suo assenso (a patto di avere carta bianca) non se ne era fatto più niente. Adesso, l'idea avrebbe ripreso piede. 

Amadeus al Nove, l'accordo è ufficiale: contratto di quattro anni con Discovery, il debutto in autunno

La Rai prova il colpo Mina

Il nome di Mina fa parte di un ventaglio di possibilità che comprende anche Carlo Conti e Paolo Bonolis (con il primo favorito). La cantante, che da anni non appare più sulla scena pubblica, lavorerebbe in maniera sicuramente diversa rispetto ad Amadeus, restando dietro le quinte, ma organizzando l'intero evento. Difficile, forse impossibile. Ma proprio per questo in Rai ci stanno provando. Sarebbe un colpo a effetto che farebbe dimenticare Amadeus come per un colpo di spugna.

Rai. La tv di 'Casa Italia' e dei 'nottambuli'

 Un incubo. vedere ancora in video  il principe delle tenebre, consacrato dalla tv, e per molti anni imbullonato al suo trono, Gigi Marzullo. Ancora ieri notte,  con  'Sottovoce'. Ma non va mai in pensione? e la tv, comunque, non ha nulla di meglio da mandare in onda, quando qualunque altra cosa sarebbe meglio di lui?

Nelle stesse ore, a 'Casa Italia',  veniva intervistata la direttrice d'orchestra - ' bella'  ma 'scarsa' nelle prestazioni dal podio - alla quale la Rai meloniana ha affidato un ciclo di trasmissioni per dimostrare al mondo che anche le donne contano. Certo che contano; quelle che contano per propri meriti  hanno sempre contato, magari con qualche sforzo in più - ma non è il suo caso: Lei la 'bella & scarsa' DIRETTRICE D'ORCHESTRA conta fino a quando c'è Meloni.

 Comunque nella lunga intervista, a cura della Ferracini ( figlia di Venier),  la direttrice d'orchestra ha insistito sul fatto che molti notissimi ed anche bravissimi musicisti italiani, quale Lei non è, hanno accettato di partecipare a quelle sue trasmissioni. Che per Lei voleva dire che la stimavano. Falso, perchè se hanno accettato è solo per la voglia matta di apparire in tv, altrimenti  alcuni di essi avrebbero potuto invitare la 'bella&scarsa' direttrice in festival o manifestazioni da loro dirette. 

 La concomitanza di Marzullo e Venezi  ci ha fatto venire in mente che, per anni, il 'principe della notte' ci ha invitati a partecipare alle sue trasmissioni dedicate alla musica ( il principe parlava di tutto  senza sapere di nulla).

 La trasmissione di musica nella quale ci voleva ospite, si intitolava 'Applausi'. Noi abbiamo sempre rifiutato e spiegato anche il perchè. Innanzitutto perchè non andavamo a parlare di musica con uno che di musica non capiva nulla, ed anche perchè, avendo noi diretto una rivista di musica che si intitolava Applausi, a metà anni Novanta,  depositando il marchio, indirettamente avremmo consentito quel furto.

 Perchè non gli abbiamo fatto causa, ci direte, ne avevamo diritto. Non lo abbiamo fatto perchè in quegli anni e per molto tempo, abbiamo lavorato per la Rai, da All'Opera! - dal 1999 al 2004 - e per una decina di anni dopo per il Concerto di Capodanno dalla Fenice; ma anche perchè non avevamo nessuna voglia di imbarcarci in una causa che sarebbe andata per le lunghe. 

 Questo per dire che anche i noti giovani musicisti italiani che partecipano alle trasmissioni della Venezi, avrebbero potuto,  meglio: dovuto rifiutare l'invito, perchè ora autorizzeranno i sostenitori della 'scarsa' direttrice a pensare che Lei è osteggiata da mezzo mondo musicale solo perchè "meloniana di ferro".  

Continua la narrazione 'pro familia' della Rai meloniana

 Abbiamo scritto nei giorni scorsi della  esagerata insistenza della  narrazione 'pro familia', della Rai meloniana -  la tv di Stato oggi è tutta in mano ai meloniani, e, peggio ancora, dei salviniani in circolazione. E il credo  FINTO 'diopatriafamiglia' viene ogni giorno  e sempre con crescente insistenza professato.

 Finto perchè è solo televisivo, perchè è in tv che si insiste nel mostrare le nostre meglio famiglie, unite, senza problemi, o con tutti i problemi del mondo di fronte ai quali la fede meloniana, fuori dagli schermi tv , si gira a guardare da un'altra parte, perchè non gliene frega nulla.

Ieri, se non abbiamo visto male, nella trasmissione della antonellina, quella che ci delizia con le sue 'che meraviglia!' ogni mezzogiorno, si è materializzata l'altra sua metà, quella attuale, e cioè il compagno petroliere Garrone, nelle  tenere vesti del 'gobbista'.  Che bella famiglia!

 Abbiamo sottolineato 'attuale', perchè quello precedente, padre della sua Maelle, non crediamo di averlo mai visto, ai tempi, in video - ma non era la tv di Meloni -  perchè Antonellina aveva strappato in Rai per lui, un contratto da 'autore'. Chi può promuove chi vuole.

Per restare nel clima famigliare della tv, ieri, in ore antelucane ci è parso di vedere la figlia di zia Mara nelle vesti di intervistatrice della più grande direttrice d'orchestra vivente, secondo le credenze meloniane. E l'altro figlio di zia Mara, ci è venuto spontaneo chiederci, visto che proprio Lei aveva dichiarato in una recente intervista di aver comprato casa a tutti e due? L'altro lavora proprio nella redazione di Domenica In. E così anche il quadretto di  una  delle  precedenti famiglie di zia Mara, la Rai meloniana è riuscita a ricomporre e mostrarci, per nostra tranquillità  

giovedì 18 aprile 2024

Bohème di Puccini. Romatreorchestra per l'anniversario '80' dell'eccidio nazifascista delle Fosse Ardeatine

 

Image description

Sabato 20 Aprile ore 15.30 selezione da Bohème al Teatro Garbatella per commemorare l'eccidio delle Fosse Ardeatine

Image description

Causa possibile maltempo, la manifestazione originariamente prevista in piazza Damiano Sauli è stata spostata al Teatro Garbatella e l'esibizione per pianoforte e violoncello con Francesco Micozzi e Alessandro Guaitolini è stato annullata.

INGRESSO GRATUITO



Un'iniziativa del Municipio Roma VIII, 

in occasione degli 80 anni dall'eccidio delle Fosse Ardeatine



Sabato 20 aprile ore 15.30 Teatro Garbatella, Piazza Giovanni da Triora, 15 

La Bohème, selezione dall'opera



Jennifer Ciurez, Mimì
Sara Ghiglia, Musetta
Charles - Isaac Denis, Rodolfo
Zheyu Li, Marcello
Karol Filich, Colline



Roma Tre Orchestra

Biagio Micciulla, direttore

Vent'anni fa alla Sapienza. Gli studenti, in sciopero contro il Rettore della Sapienza, ritardarono il concerto celebrativo dei 700 anni dell'Università, diretto da Muti. L'altro ieri gli studenti hanno impedito il concerto della IUC.

  Concerto di Riccardo Muti con  l'Orchestra della Scala, a Roma nell'Aula Magna dell'Università. 7 aprile 2003. Per i 700 anni della Sapienza. Per l'occasione il celebre direttore riceverà la laurea 'honoris causa' in scienze musicologiche.

Il  concerto - si annunciò - sarà trasmesso in prima serata su La7 alle 20,25, lunedì 7 aprile dall'Aula Magna dell'Università La Sapienza, alla presenza del Rettore Giuseppe D'Ascenzo, che farà una breve prolusione al concerto, evidenziandone il significato. 

La serata televisiva sarà presentata da Corrado Augias. L'emittente per dare spazio al concerto di Muti ha cancellato il suo prime time che comprendeva il programma di approfondimento «Otto e mezzo» ed «Il processo di Biscardi». Muti eseguirà alcune delle opere di Mozart.

                                                           *****

Il Concerto era annunciato con la dovuta enfasi, per la presenza dell'Orchestra della Scala con il suo direttore Muti. Noi c'eravamo, e quella serata turbolenta la raccontammo su Il Giornale.

 In quei giorni l'Università romana era in agitazione, gli studenti protestavano contro il Rettore. L'aula Magna era piena ma l'aria non era certamente tranquilla, tanto è vero che dopo che l'0rchetsra era entrata, Corrado Augias, già allora scritturato come 'bravo presentatore' di concerti, appena prese la parola fu interrotto e contestato.  Nonostante tentasse in tutti i modi di far ragionare la rumorosa platea, il concerto sembrò sul punto di essere cancellato. Cosa che avrebbe dovuto fare l'Università. Augias tentò più volte di parlare agli studenti, ma questi non se lo filarono ed anzi non lo fecero neanche parlare.

 L'orchestra uscì dal palco e si disperse nel Rettorato, mentre Muti, solo, sedeva nel retropalco. Andammo a salutarlo, era molto contrariato; parlammo della insolita situazione, dicendoci anche che forse l'Università avrebbe potuto rimandare il concerto, per la situazione di agitazione.

 Insomma furono fatti molti tentativi, alla fine  soltanto dopo un'oretta di attesa, Muti uscì sul palcoscenico e parlò lui agli studenti, i quali lo ascoltarono ed alla fine, seppure con molto ritardo,  consentirono che il concerto avesse luogo. La laurea Muti naturalmente non  gli fu data in quella occasione, bensì anni dopo, quando il direttore assunse un incarico all'Opera di Roma. Nel corso di una cerimonia alla quale pure assistemmo che, per la pochezza, faceva il, paio con la serata del ritardato concerto. 


 Come allora, quando comunque il concerto ebbe luogo, anche l'altro ieri, in quella stessa Aula Magna gli studenti che protestavano contro Israele, a favore dei Palestinesi e di Gaza massacrata dal Governo israeliano, non hanno consentito che si svolgesse il concerto che prevedeva l'esecuzione a Roma di un brano sinfonico-corale di Silvia Colasanti, scritto per Spoleto e lì ascoltato, su commissione dell'allora direttore artistico Ferrara.

 La direzione della IUC  aveva fatto ogni sforzo per la riuscita del concerto ma non se ne è fatto nulla. C'era da meravigliarsi poi tanto, come abbiamo letto?

 Crediamo e pensiamo di no. La questione palestinese, l'assedio di Gaza e il, comportamento del governo israeliano sono da sanzionare e meritano di essere condannati. e se non l'hanno fatt0o con la dovuta forza i governi dobbiamo essere grati agli studenti che hanno manifestato per una causa sacrosanta: contro il genocidio che Israele sta compiendo nella striscia di Gaza, contro Hamas che aveva compiuto un vero e proprio eccidio in quel tragico  7 ottobre,  soprattutto di giovani che partecipavano ad un raduno musicale.

 Per un concerto c'è sempre tempo; e rimandarlo per causa maggiore, come nel nostro caso, non crea il  medesimo danno che un giorno in più di guerra procura ai palestinesi e a tutti gli abitanti di Gaza. 

Venezia. Biennale d'Arte. Resta chiuso il padiglione di Israele (ANSA)

 


Buttafuoco, padiglione chiuso di Israele è un fatto d'arte

 "Il padiglione di Israele che decide di non aprire, doppiamente, totalmente, nell'assoluto della verità capovolge l'atto estremo scelto dall'artista nel mettersi in opera a servizio della verità: il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi. E questo, per dirla con Magritte, non è un padiglione, è un fatto d'arte, è il genio dell'arte che sa trovare risposta". Lo ha detto il presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco, alla conferenza stampa di presentazione della 60/a Biennale d'Arte.

"In tempo di guerra - ha proseguito Buttafuoco - è necessario e urgente che i saggi, gli artisti, l'aristocrazia del pensiero facciano argine alla catastrofe incontrandosi, parlandosi, misurandosi nella dialettica. Io me ne assumo la responsabilità e dico che questa è uno strumento di pace, è l'agone dove misurare la vicinanza tra le culture, i popoli, le religioni e le più irriducibili differenze. La Biennale diventi il punto alto di intersezione dove concorrano i raggi di una stessa luce", ha concluso.