mercoledì 28 novembre 2018

In Italia, dove la natalità è pari a zero, la madre dei cretini figlia quasi ogni giorno

Due episodi delle ultime ore ci convincono della superfertilità della madre  che figlia cretini, e della condizione in cui questi figli sono costretti. Perchè, qualora se ne rendano conto,  e tentino di nascondere con ogni mezzo questa loro  discendenza, cosa certo ardua, mai e poi mai riuscirebbero nell'intento. Le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti e alcuni recenti episodi  non fanno che confermarle.

Se il sovrintendente di un teatro importante, come quello di Firenze, invocato addirittura come salvatore della patria a trasferirsi dalla lagunare Venezia, assecondato da un regista  nato nella famiglia accanto alla sua, osa cambiare il finale della Carmen, bollandola come omicida, invece che vittima, come il povero Bizet ha raccontato, allora tutti gli altri pargoli, anche se cresciuti, della nostra madre che figlia come una coniglia, si sentono autorizzati ad alzare la voce dal pulpito che la nostra povera società offre anche a loro, e farsi riconoscere. Senza pudore e senza vergogna.

E, infatti, alcuni insegnanti - sui quali ci assale il dubbio che possano riuscire ad insegnare alcunchè ai loro studenti - in quel di Ascoli Piceno, hanno interdetto alle proprie scolaresche la visione, e l'ascolto, di  un capolavoro operistico, celebre come Carmen, il Cosi fan tutte di Mozart, su libretto di Da Ponte, perché rappresenta la 'scuola degli amanti'- come recita il sottotitolo. I ragazzi - hanno accusato - non è sano che vedano in teatro la storia di due giovani fanciulle innamorate, le quali quando i loro fidanzati partono, fintamente, per la guerra, subiscono il fascino di nuovi arrivati, e tradiscono i fidanzati, ai quali però alla fine della storia, chiedono perdono e sposano. Alle loro scolaresche non può esser fatta vedere - hanno protestato - una storia che racconta quanto volubile sia l'animo umano, anche di coloro - mschi o femmine non conta - che si ritengono di essere  protetti  contro la tentazione da una  'torre d'avorio' nella quale si sono rinchiusi per evitare di soccombere alla tentazione.
Non serve a questo punto neanche spiegare a quei poveri insegnanti la profondità del concetto espresso in quell'opera da Mozart, non potrebbero capire.


Ma la nostra madre che figlia ogni giorno, abita a diverse latitudini, come quelle nordiche del nostro paese, dove un sindaco  ha preteso denunciare la Scala, per oscenità ed anche sacrilegio, in ragione della prossima apertura, a Sant'Ambrogio, con l'Attila di Giuseppe Verdi.
Accade, infatti, nell'opera, che il regista scritturato David Livermore - italianissimo, amministratore a Valencia, licenziato dopo troppo poco tempo - mostri un bordello, con tutto quello che ne consegue: era proprio necessario, o il regista non prevedeva che  avrebbe puntato il dito accusatore contro la sua regia un sindaco lombardo della più alta genia di cui sopra. Agitando una seconda volta quel suo dito minaccioso, quando ha saputo - perchè ancora ufficialmente lo spettacolo non l'ha visto nessuno e perciò neanche lui, che forse mai e poi mai lo vedrà, perchè della Scala non gli fotte assolutamente - che rotola a terra una statua della Vergine Maria. Sacrilegio!

Ora non serve entrare nel merito, fatica sprecata, diciamo solo che se ai giovani od ai cittadini, insegnanti e sindaci evitassero gli spettacoli indecenti che tutti sono costretti a vedere, assolutamente diseducativi,  potrebbero  forse tentare di riscattare quelle loro origini non certo gloriose.

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