martedì 20 novembre 2018
O passa il Dl 'sicurezza' o tutti a casa'. Ogni giorno una minaccia di sfascio.. Ma un giorno o l'altro lo sfascio non sarà soltanto minacciato, semplicemente ci sarà.
Un voto che sarebbe inutile, considerati i margini di sicurezza in termini di maggioranza parlamentare gialloverde, ma considerato indispensabile per evitare defezioni che indebolirebbero l'immagine di compattezza che i vertici dei due partiti vogliono trasmettere: "Il dl sicurezza serve al Paese e passerà entro il 3 dicembre o salta tutto e mi rifiuto di pensare che qualcuno voglia tornare indietro", ha fatto sapere questa mattina Salvini. Ipotesi, quella di un ripensamento, negata dal capo politico del M5S e vicepremier, oltreché ministro del Lavoro e dello sviluppo, Luigi Di Maio: "Come capo politico del Movimento devo assicurarne la lealtà a questo Governo. Il decreto si deve approvare. E' una questione di correttezza. Non ci si può rimangiare la parola". Il testo arriverà in aula alla Camera il 23 novembre e il governo potrebbe decidere di mettere la fiducia, come già al senato. Una fronda dei pentastellati contrari al provvedimento si è però fatta sentire anche a Montecitorio con una lettera inviata al capogruppo Francesco D'Uva per lamentare scarsa collegialità nell'esame del provvedimento che "non trova, in molte sue parti, presenza nel contratto di governo ed è, in parte, in contraddizione col programma elettorale del M5s". Obiettivo della lettera di protesta, che riporta 19 firme pure se due di queste sarebbero state aggiunte per errore, è testimoniare la contrarietà ad alcune parti del provvedimento anche se, precisano i firmatari, "non è nostra intenzione complicare i già delicati equilibri di governo".
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