venerdì 2 novembre 2018

Noi possiamo anche vivere bene senza conoscere il nuovo lavoro di John Adams; ma chi compie certi soprusi non può passarla liscia

Titolo sibillino, incomprensibile ai più? No. Comunque  titolo che necessita di una spiegazione.

Abbiamo chiesto all'ufficio stampa del Festival Romaeuropa, nella persona di Massimo Pasquini, un biglietto per ascoltare, a SCOPO DI RECENSIONE, visto che il nostro principale lavoro da quarant'anni è quello del critico musicale, l'opera-oratorio  di  John Adams che da stasera viene presentato all'Auditorium, frutto di una coproduzione fra Romaeuropa e l'Accademia di Santa Cecilia.
Massimo Pasquini ha presentato l'elenco dei giornalisti che chiedevano l'accredito per questa sera, e l'Accademia di Santa Cecilia - immaginiamo nella persona dell'ufficio stampa, una signora francese, già attiva prima dell'Accademia a Romaeuropa - ha CASSATO il nostro nome, motivando tale cancellazione - ossia la negazione dell'accredito - così: c'è un CONTENZIOSO fra il giornalista e l'Accademia.

 Ora, non esiste nessun contenzioso.  Ci spieghiamo. In passato scrivemmo su Music@ un articolo contro dall'Ongaro, intitolato 'Compagnia della buona radio', il cui succo era che dall'Ongaro dal suo incarico in Rai aveva tratto - meglio, si era  procurato con cura, uno dopo l'altro - vantaggi per la sua carriera ( convinzione non solo nostra, ma di quanti lo conoscono od hanno avuto a che fare professionalmente con lui  Lo  misero nero su bianco, dopo di noi,  anche molti illustri accademici in lettere aperte al consesso accademico ceciliano, fra questi anche il card. Bartolucci).

Dall'Ongaro si ritenne calunniato e ci fece causa, chiedendoci una bella somma come risarcimento (la solita tecnica di chi vuole mettere il bavaglio e  che, quando è al potere, non tollera la critica).

Detto fra parentesi, quel nostro scritto venne pubblicato sul bimestrale edito dal Conservatorio dell'Aquila NELLA PRIMAVERA DEL 2008, UN ANNO PRIMA del terremoto. A seguito del quale, sia noi che il direttore del Conservatorio, M. Bruno Carioti, formalmente editore del bimestrale, chiedemmo  a dall'Ongaro di ritirare la querela,  in considerazione del disastro che aveva colpito anche il Conservatorio, rimasto senza sede.  La sua risposta fu NO.  Nessuna pietà neanche  per il Conservatorio, al quale oltre che a noi, era stato chiesto un secondo risarcimento in denaro. Anche da questo è facile  capire che bella persona sia  il maestro dall'Ongaro.

 La sentenza, emessa a novembre del 2013, dopo sei anni CIRCA,  fu totalmente a nostro favore: non avevamo calunniato nessuno, ma esercitato correttamente il nostro diritto di critica. Inutile aggiungere che negli anni  che durò la causa,  dall'Ongaro tentò in tutti i modi di danneggiarci, senza riuscirci. Finita la causa a nostro favore, dall'Ongaro, scornato, da allora le tenta tutte per farcela pagare, compreso  la cancellazione  del nostro nome dalla lista dei giornalisti regolarmente informati dall'Accademia - la qual cosa l'addetto stampa non dovrebbe tollerare, ma si sa che  un sottoposto non mette mai in discussione, anche se dovrebbe, le decisioni, quand'anche autentiche mascalzonate come in questo caso, del suo padrone, e il negarci qualunque accredito. per i concerti.
 Come se l'Accademia fosse cosa sua, di dall'Ongaro intendiamo.

A favore di chi  legge per la prima volta questo nostro blog, e si trova sotto gli occhi questo post, pubblichiamo di seguito alcuni dei tanti post che su dall'Ongaro abbiamo scritto negli anni, perchè si renda conto dei soprusi  del sunnominato e della sua  repentina carriera, compresa le irregolarità della sua nomina a 'accademico' di Santa Cecilia, senza la quale mai sarebbe potuto diventare
sovrintendente. Con l'appoggio di  Bruno Cagli , pure egli criticatissimo per questo.

 Buona lettura!

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