Harvey Sachs, e non da oggi, è certamente il biografo toscaniniano più accreditato, avendone indagato la figura, la personalità e l'azione musicale fin dagli anni Settanta, quando vide la luce la sua prima documentata biografia del grande direttore. La quale oggi il noto studioso ha rivisto ed ampliato alla luce di tanti documenti emersi in questi anni e messi a disposizione degli studiosi, ed ha nuovamente pubblicato.
Noi stessi, consci del suo grande valore di studioso, lo coinvolgemmo a collaborare al nostro Piano Time, negli anni Ottanta, proprio su Toscanini.
Non è questo il luogo nel quale recensire la nuova biografia; ma ci sia consentito mettere il dito in una piaga che tante volte abbiamo indicato al mondo degli studiosi, invocando una medicina per risanarla, senza riuscirci. Almeno una protesta sarebbe stata opportuna.
Ci riferiamo ad un ben noto ( ne abbiamo scritto tante volte)- ma non si sa per quale ragione - comitato internazionale 'Viva Toscanini', messo in piedi dalla sig.ra Paola Severini, nel 2006, per festeggiare i cinquant'anni dalla morte che ricorrevano il 2007, allo scopo prevalente di intercettare ed amministrare fondi pubblici messi a disposizione per l'occasione. Nel 2017, all'appuntamento di altre celebrazioni, il Comitato promise mari e monti, ma per tutto l'anno tacque, come continua a fare e farà per sempre.
Quel Comitato internazionale 'Viva Toscanini' tuttora in piedi ma da anni inattivo, aveva una lista di partecipanti lunga una quaresima, addirittura interminabile, e addirittura doppia, nella quale brillava l'assenza di direttori d'orchestra tout court o quantomeno di direttori che all'insegnamento di Toscanini, ritenuto a ragione il 'più grande direttore del Novecento', si ispirassero. (C'è Cristina Muti, ma non Riccardo; che ci fa la moglie del direttore, in assenza di questi?) C'era, invece, dentro, tutto il bel mondo della politica, delle istituzioni pubbliche, della diplomazia e dei salotti, che la signora, prima sposata con l'ex ministro Guidi e poi con lo storico Melograni, ben conosceva e frequentava.
E su tutti mancava proprio Harvey Sachs. L'unico il cui nome sarebbe dovuto figurare in cima all'elenco, dove invece c'era Emanuela Castelbarco che tale ruolo rivestiva a causa della consanguineità con il grande direttore, lecito ma inadeguato.
Ora, dopo l'uscita della nuova biografia, non sappiamo se la signora inviterà Sachs a far parte del Comitato, pur inattivo e ormai defunto. Nè sappiamo se a suo tempo, in base alle sue approfondite conoscenze musicali, gli avesse rivolto l'invito a parteciparvi, nè la risposta di Sachs.
Adesso certo è troppo tardi per tutto. E comunque Sachs, qualora invitato, farebbe bene a negare la sua partecipazione a quell'inutile Comitato.
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