martedì 20 novembre 2018

Morte e sepoltura di Rossini. ( da 'Vita di Rossini' di Pietro Acquafredda. Manoscritto)


 1868, 21 novembre. Terminata la cerimonia religiosa, il 21 novembre, il carro funebre si mosse verso il cimitero per la sepoltura. Su tutta la lunga via dalla Trinità al cimitero del Père Lachaise, la popolazione faceva ala; le finestre ad onta del rovaio (vento di tramontana, ndr), erano affollatissime e innumerevole calca seguiva le spoglie del rimpianto compositore. Al cimitero furono pronunciati molti discorsi prima della sepoltura. Poi la calca, snodandosi a gradi, si è dispersa lentamente, mestamente. Rossini è, solo, rimasto nel funereo recinto; egli riposa là, non lungi da Cherubini, Hérold, Boieldieu, Chopin e soprattutto dal suo amato Bellini, che fu a Rossini quel che Raffaello fu a Michelangelo. (Gazzetta Musicale di Milano, 1868)

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 Il feretro fu provvisoriamente deposto nella tomba della famiglia dei conti Pepoli ed ivi rimase per un anno; il 10 novembre 1869, in presenza di alcuni amici del defunto, fu trasportato in una sepoltura a parte. Nel gran viale del Père Lachaise, che fa riscontro con l'entrata principale, si vedeva una cappella in marmo bianco, sul cui frontone era scritta in lettere dorate questa sola parola: ROSSINI. ( Revue et Gazette musicale di Parigi, n.46 1869)

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Tutta la giornata del 21 novembre fu dai Parigini dedicata ad onorare la memoria del grande Maestro. La sera si eseguì al Teatro Italiano lo Stabat. Al levarsi del sipario apparve sulla scena il busto di Rossini coronato; attorno ad esso si schierava il coro e ai lati stavano i quattro principali interpreti della composizione. Alla fine della prima parte gli artisti andarono a deporre corone abbrunate a piè del busto. Una cerimonia consimile ebbe luogo la stessa sera al Teatro Lirico, dove, oltre al Barbiere, furono eseguite altre composizioni rossiniane e, alla fine dello spettacolo, il sig. Manjauze declamò alcune Stances à Rossini. Anche il Teatro dell'Opéra aveva annunziata per quella sera una rappresentazione del Guglielmo Tell, ma, per indisposizione di alcuni artisti, dovette rimandarla al 28 dello stesso mese di novembre. (Giornali, Parigi)

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A Pesaro, il sindaco Alessandro Gallucci, con un manifesto fatto affiggere il giorno prima, proclamava, per il giorno dei funerali, il lutto cittadino. Successivamente, su proposta del Ministro della Pubblica Istruzione, comm. Broglio, il Governo italiano deliberò che la mattina del 14 dicembre si celebrassero a spese dello Stato solenni funerali nel tempio di Santa Croce in Firenze e che si promovesse una sottoscrizione nazionale allo scopo di erigere nello stesso tempio un monumento funebre al sommo compositore. Venne eseguita la Messa da requiem di Mozart. Contemporaneamente, dal più insigne dei compositori italiani viventi partì la proposta di onorare la memoria dell'illustre estinto con un monumento musicale costruito in collaborazione da cultori dell'arte medesima, che rese celebre il nome di lui. Giuseppe Verdi espose la sua idea in una lettera, datata 17 novembre 1868, inviata all'editore Ricordi. (Testimonianze varie)



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