1868, 21 novembre. Terminata
la cerimonia religiosa, il 21 novembre, il carro funebre si mosse
verso il cimitero per la sepoltura. Su tutta la lunga via dalla
Trinità al cimitero del Père Lachaise, la popolazione faceva ala;
le finestre ad onta del rovaio (vento di tramontana, ndr), erano
affollatissime e innumerevole calca seguiva le spoglie del rimpianto
compositore. Al cimitero furono pronunciati molti discorsi prima
della sepoltura. Poi la calca, snodandosi a gradi, si è dispersa
lentamente, mestamente. Rossini è, solo, rimasto nel funereo
recinto; egli riposa là, non lungi da Cherubini, Hérold, Boieldieu,
Chopin e soprattutto dal suo amato Bellini, che fu a Rossini quel che
Raffaello fu a Michelangelo. (Gazzetta
Musicale di Milano, 1868)
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Il
feretro fu provvisoriamente deposto nella tomba della famiglia dei
conti Pepoli ed ivi rimase per un anno; il 10 novembre 1869, in
presenza di alcuni amici del defunto, fu trasportato in una sepoltura
a parte. Nel gran viale del Père Lachaise, che fa riscontro con
l'entrata principale, si vedeva una cappella in marmo bianco, sul cui
frontone era scritta in lettere dorate questa sola parola: ROSSINI. (
Revue et Gazette musicale di Parigi, n.46 1869)
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Tutta
la giornata del 21 novembre fu dai Parigini dedicata ad onorare la
memoria del grande Maestro. La sera si eseguì al Teatro Italiano lo
Stabat.
Al
levarsi del sipario apparve sulla scena il busto di Rossini coronato;
attorno ad esso si schierava il coro e ai lati stavano i quattro
principali interpreti della composizione. Alla fine della prima parte
gli artisti andarono a deporre corone abbrunate a piè del busto.
Una cerimonia consimile ebbe luogo la stessa sera al Teatro Lirico,
dove, oltre al Barbiere,
furono
eseguite altre composizioni rossiniane e, alla fine dello spettacolo,
il sig. Manjauze declamò alcune Stances
à Rossini. Anche
il Teatro dell'Opéra aveva annunziata per quella sera una
rappresentazione del
Guglielmo Tell, ma,
per indisposizione di alcuni artisti, dovette rimandarla al 28 dello
stesso mese di novembre. (Giornali,
Parigi)
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A
Pesaro, il sindaco Alessandro Gallucci, con un manifesto fatto
affiggere il giorno prima, proclamava, per il giorno dei funerali,
il lutto cittadino. Successivamente, su proposta del Ministro della
Pubblica Istruzione, comm. Broglio, il Governo italiano deliberò che
la mattina del 14 dicembre si celebrassero a spese dello Stato
solenni funerali nel tempio di Santa Croce in Firenze e che si
promovesse una sottoscrizione nazionale allo scopo di erigere nello
stesso tempio un monumento funebre al sommo compositore. Venne
eseguita la Messa
da requiem di
Mozart. Contemporaneamente, dal più insigne dei compositori italiani
viventi partì la proposta di onorare la memoria dell'illustre
estinto con un monumento musicale costruito in collaborazione da
cultori dell'arte medesima, che rese celebre il nome di lui. Giuseppe
Verdi espose la sua idea in una lettera, datata 17 novembre 1868,
inviata all'editore Ricordi. (Testimonianze
varie)
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