Editoria, Casellati: «No a misure restrittive sui contributi»
Per la presidente del Senato, l'abrogazione dei finanziamenti agli organi di informazione porterebbe a «gravi conseguenze non solo sull'occupazione, ma soprattutto su quel pluralismo della stampa e dell'editoria che è principio cardine della nostra democrazia».
La presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati (Foto: @Pres_Casellati)
A distanza di poche ore dall'ultimo, ennesimo intervento del capo dello Stato, Sergio Mattarella, in difesa della libertà di stampa, anche la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati torna sul tema e, in un messaggio inviato all'Uspi (Unione Stampa Periodica Italiana) in occasione della conferenza stampa svolta a Palazzo Madama sulla paventata abrogazione del contributo pubblico all'editoria, parla dei rischi legati a misure restrittive sull'editoria.
«La necessaria attività di razionalizzazione della spesa pubblica – scrive la seconda carica dello Stato – non può, a mio parere, prevedere misure restrittive dei contributi all'editoria che finirebbero per pregiudicare l'esercizio della professione giornalistica».
Secondo la presidente Casellati, «gravi sarebbero le conseguenze non solo sull'occupazione, e in particolare nel segmento delle testate dell'informazione locale e di nicchia, ma soprattutto su quel pluralismo della stampa e dell'editoria che è principio cardine della nostra democrazia».
«La necessaria attività di razionalizzazione della spesa pubblica – scrive la seconda carica dello Stato – non può, a mio parere, prevedere misure restrittive dei contributi all'editoria che finirebbero per pregiudicare l'esercizio della professione giornalistica».
Secondo la presidente Casellati, «gravi sarebbero le conseguenze non solo sull'occupazione, e in particolare nel segmento delle testate dell'informazione locale e di nicchia, ma soprattutto su quel pluralismo della stampa e dell'editoria che è principio cardine della nostra democrazia».
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