lunedì 31 gennaio 2022

Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Siamo già a tre inaugurazioni, e non sarà l'ultima

 Il nuovo Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, come tutti sanno, è stato inaugurato  da tempo. Ricordiamo ancora le immagini dell'ex sovrintendente, lo 'struscio' di politici ed autorità, il pubblico  vestito a festa. Questo accadeva quattro o cinque di anni fa, anzi di più.

In questi giorni i fiorentini, passando davanti al vecchio Teatro Comunale, vedono una massa enorme di ferraglie che preludono alla costruzione di un centro abitativo che non si sa quando sarà terminato.

 Ma  nell'area del nuovo teatro, un altro edificio è sorto,  una grande sala da1500 posti, Sala Zubin Mehta, che è stata appena inaugurata e che, a differenza di quanto  Renzo Piano ha fatto all'Auditorium di Roma, ha anche una buca per l'orchestra. E che, di conseguenza,  oltre che sala da concerto può fungere anche da teatro, per spettacoli  non molto complessi. Alla vigilia di Natale ci è stata l'inaugurazione, alla presenza anche del presidente Mattarella.

 E siamo alla seconda inaugurazione nell'ambito del medesimo complesso. La ragione di questa seconda è venuta a galla negli stessi giorni , accompagnata dall'annuncio che ora la Sala grande, quella da quasi 2000 posti che Pereira lamentava di non riuscire a riempire, verrà chiusa per dar modo di effettuare i lavori  nel sottopalco e non solo lì. 

Perciò quando l'hanno inaugurata non era completa, adesso che è stata inaugurata la sala 'Zubin Mehta' possono riprendere i lavori di completamento della sala grande che, a lavori finiti, sarà nuovamente inaugurata.

 Queste inaugurazioni, una dopo l'altra, ci hanno fatto venire in mente un analogo caso, occorso a Roma, sul cosiddetto  Ponte della Musica, voluto da Veltroni, inutile,  che è stato inaugurato infinite volte, fino ad assumere, sotto la consiliatura di Alemanno, l'attuale denominazione di Ponte della Musica ' Armando Trovajoli'.

 Tante, troppe inaugurazione per un manufatto che ogni giorno si rivela sempre più inutile, bisognoso di manutenzione continua, e più utile come rifugio per sbandati, nelle arcate sottostanti, che per il transito di pedoni. Soldi - PUBBLICI - buttati  nel fiume per assecondare la mania di grandezza di Veltroni.

                    

                  Nuovo Teatro del Maggio Musicale Fiorentino


L'inaugurazione del teatro, in assetto concertistico, avvenne il 21 dicembre 2011 con la Nona sinfonia di Beethoven diretta dal maestro Zubin Mehta, in occasione del termine dei lavori di realizzazione di tutte le volumetrie architettoniche. In seguito l'edificio fu chiuso per consentire, grazie a finanziamenti aggiuntivi, la realizzazione della macchina scenica, necessaria per consentire l'allestimento delle opere liriche. La consulenza scenotecnica e multimediale fu affidata a Enrico Moretti[2] e Maria Cairoli (Biobyte[3]) e realizzata dall'Impresa SAC in 23 mesi di cantierizzazione. In corso d'opera i costi di realizzazione sono notevolmente lievitati, fino ad oltre 260 milioni di euro.

Sala

Il 10 maggio 2014, con un gala di apertura, la struttura fu definitivamente aperta al pubblico insieme alla piazza antistante, intitolata a Vittorio Gui, fondatore della Stabile Orchestrale Fiorentina. Nello stesso anno, il complesso ha vinto il premio nazionale Inarch/ANCE come migliore opera realizzata in Italia[4]. La prima stagione operistica completa fu quella 2014-2015, che iniziò il 25 settembre con Il campiello di Wolf-Ferrari con Luca Canonici[5]. Con la piena attivazione della nuova struttura, il precedente e poco distante Teatro comunale fu dismesso nel 2014, e demolito nel 2021 per la creazione di appartamenti di lusso.

Il 21 dicembre 2021, a dieci anni esatti dall’inaugurazione della Sala Grande, è stato inaugurato un auditorium da circa 1200 posti e intitolato a Zubin Mehta, che costituisce la terza sezione del Parco della Musica di Firenze[6]. Questo spazio, concepito per i concerti sinfonici, è modulabile, può essere ridotto a 500 posti per i concerti di musica da camera e può ospitare anche conferenze e convegni. All'interno dell'auditorium sono stati riposizionati gran parte degli arredi di pregio che decoravano il demolito Teatro Comunale, come i lampadari e le plafoniere in poliedri di vetro di Venini disegnate da Carlo Scarpa, i sette bassorilievi monumentali di Bruno Innocenti, l’affresco di Gianni Vagnetti, i mascheroni di Mario Moschi.

Dal gennaio a ottobre 2022 la Sala Grande del teatro resterà chiusa per consentire alcuni lavori volti al miglioramento della macchina scenica, con il completamento dei ponti mobili del palcoscenico, e della visibilità dei posti in galleria[7]. In quel periodo rimarrà attiva la Sala Zubin Mehta, che, grazie al boccascena mobile e alla buca d'orchestra ottenuta abbassando parte del palcoscenico, ospiterà anche opere liriche.( Wikipedia)


                                                    ******

Ora anche Pereira ha avuto la 'sua' inaugurazione e forse può sperare anche in una seconda, quando i lavori della sala grande saranno definitivamente completati.

I suoi predecessori, ad eccezione di Cristiano Chiarot,  hanno avuto una  inaugurazione ciascuno, sia Francesca Colombo,  che Francesco Bianchi.


Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto. Concorso per cantanti lirici ' Comunità Europea'. Domande di partecipazione entro il 16 febbraio

 

LA 76ma EDIZIONE DEL CONCORSO “COMUNITA’ EUROPEA”
per Giovani Cantanti Lirici 2022 

 

OGNI CANTANTE VINCITORE RICEVERÀ

 UN TOTALE DI
10.000 EURO In Due Anni, 

CORSO DI AVVIAMENTO AL DEBUTTO,
 DEBUTTO NELLA STAGIONE LIRICA SPERIMENTALE 2022

Premio Speciale del Teatro Lirico Sperimentale,
riservato ai primi tre classificati, 

per un totale di 10.000 euro

PRESIDENTE DI GIURIA

RENATO BRUSON

TRA I MEMBRI DELLA GIURIA

LUCIANA SERRA e GIUSEPPE FILIANOTI

Dal 2 al 5 marzo 2022 presso il Teatro Caio Melisso di Spoleto

TERMINE DI PRESENTAZONE DELLE DOMANDE: 16 FEBBRAIO 2022

Sotto l’egida del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo, Regione Umbria, Comune di Spoleto, Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, Fondazione Francesca, Valentina e Luigi Antonini e con il patrocinio della Commissione delle Comunità Europee, il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” bandisce la 76ma edizione del

CONCORSO “COMUNITA’ EUROPEA”

PER GIOVANI CANTANTI LIRICI 2022

Sono ammessi a partecipare giovani che alla data del 1° gennaio 2022 non abbiano compiuto i 32 anni di età se soprani e tenori e i 34 anni di età se mezzosoprani, contralti, baritoni e bassi, e che siano cittadini dei Paesi dell’Unione Europea, dei Paesi membri dell’EFTA (Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera), cittadini dei Paesi candidati all’accesso all’Unione Europea o potenziali candidati all’accesso all’Unione Europea e Paesi aderenti ai programmi culturali europei “Europa Creativa” alla data 03.02.2021 (Albania, Repubblica di Macedonia del Nord, Montenegro, Regno Unito, Repubblica di Serbia, Armenia, Tunisia, Bosnia Erzegovina, Moldavia, Georgia, Ucraina e Kosovo in base alla risoluzione n.1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite).

Il Presidente di Giuria sarà il celebre baritono Renato Bruson. La Giuria sarà inoltre composta da esperti del settore: Luciana Serra, Giuseppe FilianotiGiancarlo Landini e da rappresentanti della Direzione Artistica dell’Istituzione, come da Art. 5 del Bando di Concorso,  Michelangelo Zurletti, musicologo e critico musicale e Enrico Girardi, critico musicale del Corriere della Sera e Professore presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

I vincitori del concorso (tutti coloro che hanno ottenuto una votazione minima di 8/10) parteciperanno a un CORSO DI STUDIO biennale di cinque mesi che li preparerà al debutto in teatro. Tra i docenti del Corso di Avviamento al Debutto 2022 ricordiamo tra i principali, per l’interpretazione vocale Renato Bruson e Marina Comparato, per la recitazione Giorgio Bongiovanni Andrea Stanisci, per lo studio degli spartiti Raffaele Cortesi e Enza Ferrari. Sono in programma, inoltre, lezioni di legislazione della musica e dello spettacolo e un modulo di foniatria. Sono previste BORSE DI STUDIO individuali di € 700,00 lordi mensili per tre mesi annui e un contratto di scrittura artistica per due mesi l’anno per un totale lordo mensile di € 1.450. Al termine del corso i vincitori debutteranno nella STAGIONE LIRICA 2022 dello “Sperimentale” che si svolgerà come di consueto nel mese di settembre.

Lo svolgimento e l’articolazione del Concorso, delle libere audizioni, delle stesse prove d’esame, delle esercitazioni didattiche, dei concerti, del Corso di Avviamento al Debutto e della Stagione Lirica Sperimentale di Spoleto e dell’Umbria, sono subordinati alle disposizioni che saranno in vigore al momento del Concorso stesso, del Corso, della Stagione Lirica e delle altre attività sopra citate, ed emanate dalle competenti autorità della Repubblica Italiana.

Per il 2022 è istituito il premio speciale del Teatro Lirico Sperimentale per i vincitori primi tre classificati, in base al punteggio assegnato dalla giuria. Il contributo verrà erogato secondo le modalità indicate all’art. 10 del Bando di Concorso.

Le domande di partecipazione devono essere inviate via e-mail a segreteria.artistica@tls-belli.it o via posta a: Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli”, P.zza G. Bovio 1, 06049 Spoleto (PG) entro il 16 febbraio 2022. Il concorso, che avrà luogo presso il Teatro Caio Melisso di Spoleto, si terrà dal 2 al 5 marzo 2022. Per i cantanti che hanno superato i limiti di età previsti dal concorso e per i cittadini dei paesi non inclusi all’art.1 del bando, sono istituite nei giorni 6 e 7 marzo 2022 delle libere audizioni collegate al Concorso di Canto. Maggiori informazioni: https://www.tls-belli.it/libere-audizioni/. Per l’accesso alle singole prove di concorso è necessario essere in possesso di certificazione verde COVID-19 (green pass) di avvenuta vaccinazione o di avvenuta guarigione, come disposto dal decreto legge della Repubblica Italiana del 26 novembre 2021, n. 172 ed eventuali successive modificazioni o comunque di quelle che saranno le disposizioni indicate dalle Autorità competenti italiane.

Informazioni dettagliate e bandi del Concorso possono essere richiesti a:

Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli”
Piazza G. Bovio, 1 – 06049 SPOLETO (PG)
Tel – 0743 221645
Fax 0743 222930
segreteria.artistica@tls-belli.it
segreteria@tls-belli.it

 Il Bando è disponibile online
https://www.tls-belli.it/concorso-di-canto

Giuliano Polo, sovrintendente a Trieste, per un anno e senza stipendio, perchè pensionato. Questa legge vale anche nel resto del paese o solo a Trieste?

 Il Ministro della cultura 

Nomina del Sovrintendente della Fondazione “Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste”

 VISTA la legge 14 agosto 1967, n. 800, recante “Nuovo ordinamento degli enti lirici e delle attività musicali”; VISTO il decreto legislativo 29 giugno 1996, n. 367, e successive modificazioni, recante “Disposizioni per la trasformazione degli enti che operano nel settore musicale in fondazioni di diritto privato”, e, in particolare, l’articolo 13; VISTO il decreto legislativo 20 ottobre 1998, n. 368, e successive modificazioni, concernente l’istituzione del Ministero per i beni e le attività culturali, a norma dell’articolo 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59; VISTO il decreto-legge 8 agosto 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 ottobre 2013, n. 112, e successive modificazioni; VISTO l’articolo 17, comma 3, della legge. n. 124 del 2015; VISTO il decreto-legge 1° marzo 2021, n. 22, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 aprile 2021, n. 55, recante “Disposizioni urgenti in materia di riordino delle attribuzioni dei Ministeri”; VISTO il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 2 dicembre 2019, n. 169, e successive modificazioni, recante “Regolamento di organizzazione del Ministero della cultura, degli uffici della diretta collaborazione del Ministro e dell’Organismo indipendente di valutazione della performance”; VISTO lo Statuto della Fondazione “Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste”; VISTO il decreto ministeriale 20 maggio 2020, recante la nomina dell’arch. Stefano Pace quale Sovrintendente della Fondazione “Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste”; VISTA la nota del 20 luglio 2021, con la quale il dott. Stefano Pace ha rassegnato le dimissioni dall’incarico di Sovrintendente della citata Fondazione; VISTO il verbale della 64^ riunione del Consiglio di Indirizzo della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste del 29 novembre 2021 nel quale, stante la delibera n. 57/2021 con la quale il Consiglio ha accettato le dimissioni del sovrintendente dott. Stefano Pace, viene individuato il nominativo del Prof. Giuliano Polo per la carica di Sovrintendente della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste, con un incarico annuale ed a titolo gratuito;  ecc...ecc...ecc... ecc...

                                         DECRETA 

Articolo 1 1. Il prof. Giuliano Polo è nominato Sovrintendente della Fondazione “Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste”.

 2. L’incarico di cui al comma 1 decorre dalla data del presente decreto, ha la durata di un anno ed è svolto a titolo gratuito.

                                                                                                         Roma, 16 dicembre 2021

Legge MADIA DEL 2015 SUL PUBBLICO IMPIEGO. LE LEGGI SON, MA CHI PON MANO AD ESSE?

 La legge Madia sul pubblico impiego (2015) è chiara: vieta a chi percepisce una pensione di occupare incarichi dirigenziali nelle strutture che rientrino all'interno del bilancio consolidato dello Stato, come i Teatri Stabili e le Fondazioni lirico sinfoniche.

 NEGLI OZI QUOTIDIANI DI ULTRASETTANTENNE, ci siamo presi la briga di fare un giro per le nostre Fondazioni liriche, per verificare se almeno in quelle, la cosiddetta 'Legge MADIA' SUL PUBBICO IMPIEGO, e' RISPETTATA.

Ci era parso ancora prima del giro esplorativo che anche quella Legge non venisse rispettata. Ci eravamo detti, ricordando la circostanza, a proposito di Chiarot - in questi giorni gli staranno certamente 'fischiando le orecchie', come dice la sapienza popolare, di uno che  è oggetto di molte attenzioni, senza averle richieste -  che negli ultimi mesi di sua permanenza al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, ed alla vigilia del terremoto provocato da Nardella che chiamando come commissario il suo amico Nastasi, fece dimettere sia Chiarot che Luisi, che, comunque,  Chiarot stava lì lì per andarsene perché prossimo ai 67 anni, età della pensione.

 Chiarot si dimette perché sessantasettenne, ed al suo posto arriva Pereira settantaduenne, come del resto a Napoli accade con Lissner, sopra i settanta, che viene via dalla Francia dove in età da pensione non si può lavorare in enti finanziati dallo Stato, dunque rientranti nel bilancio pubblico, e arriva a Napoli dove invece si può.

Medesimo discorso vale per  Rosanna Purchia che, ultrasettantenne, lascia il Teatro Regio di Torino, ancora senza sovrintendente, da troppi mesi, dopo il suo passaggio all'Assessorato alla cultura del Comune.

E che la Legge Madia, quando si vuole la si fa applicare, risulta invece, dal clamoroso caso di Freccero, pietoso predicatore  'no vax' dell'ultima ora, un tempo  guru 'vanesio' della tv,  che fece il suo ultimo anno di lavoro a Rai Due, scaduto il quale dovette lasciare senza possibilità  né di proroghe né di deroghe. 

Tutto questo per dire che noi, all'età di sessantotto anni, dopo una deroga di 1 anno - previsto dalla legge per ragioni anagrafiche che non è necessario spiegare - abbiamo dovuto, per legge, abbandonare l'insegnamento in Conservatorio, non perché inabile per qualsivoglia ragione, ma semplicemente perché, per l'anagrafe, avevamo  raggiunto l'età della pensione, quell'età cioè in cui una persona- ma non tutte a questo punto - anche in perfette condizioni fisiche e mentali, come noi eravamo e crediamo di essere tuttora, nonostante che siano passati quasi dieci anni, deve andare a casa. Mentre proprio a quell'età potevamo essere ancor utili anche in Conservatorio, dalla cattedra, perchè la scienza, acquisita negli anni, era ora sposata alla sapienza che si raggiunge  solo con l'età.

 Per fare che? Per GODERSI la pensione. Maledetto chi ha legato quel verbo all'età della pensione.  

Vertici teatri italiani in carica dopo la pensione. Possono restare in carica solo per un anno, e devono lavorare gratis. Che fine ha fatto la Legge Madia? ( da Il Giornale.it, di Luigi Mascheroni)

 Il mondo dei teatri pagherà cara la pandemia. La sale, difficili da adattare alle norme del distanziamento sanitario e frequentate in maggioranza da over 65, resteranno chiuse o semivuote a lungo. Molto si è già scritto sulla crisi del settore, l'urgenza di ripartire e le modalità della ripresa. Ma esiste un altro problema, anzi un nodo ingarbugliato da tempo: e speriamo che l'eccezionalità del momento sia l'occasione per tagliarlo di netto. Parliamo dei vertici, direttori e presidenti: posti chiave, prestigiosi, occupati spesso da persone in pensione, tutte dello stesso entourage, molte straniere, che escludono la generazione dei 40-50enni e gli italiani. E attenzione: non parliamo di ruoli creativi, per i quali «anzianità» significa esperienza e valore aggiunto, ma di ruoli dirigenziali e istituzionali.

Premessa. La legge Madia sul pubblico impiego (2015) è chiara: vieta a chi percepisce una pensione di occupare incarichi dirigenziali nelle strutture che rientrino all'interno del bilancio consolidato dello Stato, come i Teatri Stabili e le Fondazioni lirico sinfoniche. La situazione si trascina da tempo. Molti casi, in bilico tra legalità e opportunità, sono già stati denunciati. Ma negli ultimi mesi sono accaduti molti altri fatti. Eccoli.

L'estate scorsa il sindaco di Firenze, Dario Nardella, del Pd, presidente di diritto del Maggio Musicale Fiorentino, nomina presidente al proprio posto (la legge lo permette) Salvatore Nastasi, già vicesegretario di Palazzo Chigi al tempo di Renzi premier, figura molto potente nel mondo della cultura. Cristiano Chiarot, il sovrintendente del Maggio che non gradisce le manovre di partito, si dimette per protesta. Nastasi fa nominare nuovo sovrintendente Alexander Pereira, contestato sovrintendente della Scala, 72 anni, già in pensione (e che avrebbe preferito stare a Milano: per lui il Maggio è un declassamento). In nessun Paese europeo potrebbe avere un incarico pubblico. Da noi sì. E da lì a poco dalla prestigiosa fondazione lirico-sinfonica fiorentina se ne va anche il direttore musicale Fabio Luisi: ciò che è accaduto è «una svolta di natura politica», dichiara. Nastasi invece viene chiamato da Franceschini al ministero per i Beni culturali come Segretario generale.

Stessa operazione, incrociando le pedine senza cambiare il gioco, e umiliando i sovrintendenti italiani, dopo un paio di mesi accade a Napoli. Stephan Lissner, per dieci anni alla Scala di Milano con stipendi che sfioravano il milione l'anno, a 66 anni va in pensione per raggiunti limiti di età. In Francia non può più lavorare. Da noi sì, in barba alla legge Madia, che viene umiliata dalla stessa Sinistra che l'ha voluta. E così è nominato nuovo sovrintendente del Teatro San Carlo di Napoli (si è insediato il 1° aprile) al posto di Rosanna Purchia, classe 1953, che ha maturato la pensione, e dopo dieci anni non può più essere riconfermata. Lissner fortemente voluto dal sindaco De Magistris è il secondo straniero nominato. Terzo se si considera Dominique Meyer alla Scala, che si sta muovendo bene, ma ha comunque 65 anni, mentre Maria Di Freda, il direttore generale, ne ha 70 ed è alla Scala dal 1973.

Comunque, ancora un pensionato, ancora uno straniero. Tenendo fuori i sovrintendenti italiani della generazione di mezzo.

Sandro Cappelletto, sulla Stampa del 10 ottobre scorso, riferiva la battuta che gira nei corridoi ministeriali: «I pensionati italiani vanno in Portogallo per evitare di pagare le tasse sulla pensione. I sovrintendenti europei vengono in Italia per ricevere uno stipendio anche quando sono in pensione». E Piera Anna Franini proprio sul Giornale il 24 giugno scorso raccontando la guerra di successione scaligera, ricordava che quella del sovrintendente del teatro d'opera è professione da over 65 e si chiedeva come sia possibile che non si registri un cambio generazionale alla dirigenza dei teatri d'opera. Anche al Teatro Regio di Torino, dopo una difficile parentesi, è arrivato un sovrintendente straniero, il tedesco Sebastian Schwarz. Almeno è quarantenne.

Se, per via di una malintesa esterofilia che diventa il peggior provincialismo, si continuano a cercare all'estero e persino fra i pensionati i nomi per gli incarichi dirigenziali pubblici, significa che in Italia non ci sono direttori e manager culturali all'altezza?

Ancora. Lo scorso febbraio alla presidenza della Biennale di Venezia, come successore di Paolo Baratta, 80 anni, per quindici anni plenipotenziario della maggiore fondazione culturale italiana, viene nominato Roberto Cicutto, 72 anni, produttore cinematografico, già presidente dell'Istituto Luce. Figura capace, ma che la sua storia l'ha già fatta: perché non dare spazio ai cinquantenni?

A febbraio scorso, dopo 12 anni di direzione di Giorgio Ferrara, 73 anni, come nuova direttrice del Festival di Spoleto arriva Monique Veaute, madre tedesca e padre francese, moglie di Marco Causi (economista del Pd, parlamentare e vicesindaco con la giunta di Ignazio Marino): ha 69 anni e un contratto da 150mila euro l'anno di stipendio per un festival di tre settimane. Non solo: è nel Cda del Maxxi di Roma, presieduto da Giovanna Melandri, ex ministro per i Beni culturali e esponente storico del Pd. A proposito: perché il Maxxi e la Biennale debbono avere presidenti operativi stipendiati, a differenza di tutte le altre fondazioni culturali, seppure abbiano già fior di direttori ben pagati? Comunque, Monique Veaute è anche presidente del Romaeuropa Festival (finanziato con molti soldi pubblici). Si dimetterà dalla carica, in palese conflitto con la direzione di un altro festival come quello di Spoleto? E non citeremo il caso del sovrintendente del Rossini Opera Festival di Pesaro, Gianfranco Mariotti, per il quale, due anni fa, è dovuta intervenire la Corte dei Conti a sottolineare l'incompatibilità tra lo stato di pensionato e l'incarico, retribuito, che copriva. È stato sostituito da Ernesto Palacio, 74 anni, peruviano.

Avanti. Al Teatro di Roma un anno fa fu nominato direttore generale il regista Giorgio Barbero Corsetti, sempre dell'entourage di Veltroni e Zingaretti. Da qualche settimana è stato declassato a consulente artistico (con lauto compenso), non si sa per quale ragione, in un teatro con il cda in scadenza e senza un direttore generale. Anche alla Fondazione Musica per Roma, che gestisce l'Auditorium, il cda è scaduto ad autunno. È vero che la sindaca Raggi ha altri problemi, ma si tratta di due istituzioni culturali di prim'ordine che reclamano attenzione e trasparenza.

E poi, la ciliegina sulla torta. Al Piccolo Teatro di Milano tra poco, a settembre, scade Sergio Escobar, 70 anni, direttore dal 1998, dunque per 22 anni. Dal 2016 svolge il ruolo di Direttore generale (senza stipendio perché è in pensione). La legge Madia prescrive che i dirigenti di istituzioni pubbliche possano restare al loro posto dopo che sono andati in pensione soltanto per un anno ancora. Nel caso di Escobar, nel 2016, era ministro Franceschini, si fece una deroga. Su quali basi? Perché la dinamica Milano, dove il ricambio generazionale dovrebbe essere una regola praticata a tutti i livelli, accetta una simile situazione? Vedremo a settembre cosa accadrà. Magari per ragioni di emergenza sanitaria sarà ulteriormente riconfermato. Si sa: il peggiore dei virus è il potere.

domenica 30 gennaio 2022

Marte, pianeta, era bagnato da fiumi e laghi fino a due miliardi circa di anni fa

 Fiumi e laghi hanno bagnato la superficie di Marte fino a 2-2,5 miliardi di anni fa, e non fino a 3 miliardi di anni fa come ipotizzato finora: lo indicano i depositi di sali minerali rimasti sul terreno dopo l'evaporazione dell'acqua, studiati da due ricercatrici del California Institute of Technology (Caltech) sulla base dei dati raccolti negli ultimi 15 anni dal satellite Mro (Mars Reconnaissance Orbiter) della Nasa. 

I risultati, cruciali per la ricerca di eventuali forme di vita passata, sono pubblicati sulla rivista Agu Advances. Le ricercatrici Ellen Leask e Bethany Ehlmann hanno utilizzato i dati raccolti dallo spettrometro Crism di Mro per mappare i depositi di sali di cloruro sugli altipiani argillosi dell'emisfero meridionale del Pianeta Rosso, datati in base al numero di crateri da impatto presenti nelle vicinanze (più sono numerosi, più il terreno è antico). Grazie alla Context Camera di Mro hanno poi mappato l'estensione dei depositi salini, mentre con la camera ad alta definizione dell'esperimento HiRise li hanno esaminati in dettaglio. In questo modo hanno scoperto che i depositi di sali sono spessi meno di 3 metri e si trovano per lo più all'interno di depressioni che un tempo ospitavano piccoli laghetti su terreni di origine vulcanica risalenti a circa 2,3 miliardi di anni fa. Nelle vicinanze sono stati trovati anche dei tortuosi canali ormai asciutti, probabilmente letti di antichi fiumi che portavano negli stagni l'acqua derivata dallo scioglimento dei ghiacci. 

Questi risultati "ci forniscono nuovi obiettivi per le future missioni su Marte", commenta Leask. "Alcuni di questi depositi si trovano su terreni che sono più giovani di un miliardo di anni rispetto al terreno su cui si trova ora il rover Perseverance, ampliando la nostra idea del tempo in cui l'acqua è scorsa sulla superficie di Marte". (ANSA).


John Williams. Concerto di Berlino in disco

 John Williams, l'autore di colonne sonore indimenticabili per generazioni di appassionati di cinema, per la prima volta con i Berliner Philharmoniker nello storico concerto dell'autunno scorso nella capitale tedesca. Deutsche Grammophon festeggia i 90 anni dell'autore di capolavori come Guerre Stellari, E.T., Incontri Ravvicinati del terzo tipo e Indiana Jones pubblicando pochi giorni prima del suo compleanno, l'8 febbraio, la registrazione live di quell'evento unico.

 "John Williams - The Berlin Concert", disponibile dal 4 febbraio in due cd e in formato digitale, è stato realizzato durante una serie di concerti sold out e punta a replicare il successo ottenuto dalla celebre etichetta discografica gialla con "John Williams in Vienna", la registrazione sinfonica più venduta del 2020 in vetta alle classifiche in molti paesi.

L'album è un viaggio affascinante tra opere famosissime ed altre, come la Suite from Far and Away e la commovente Elegy per violoncello e orchestra, forse meno familiari ma ugualmente importanti. 

John Williams ha espresso la gioia di lavorare con i Berliner. "Per qualsiasi musicista trovarsi di fronte a questa orchestra, essere qui con voi per questi pochi momenti, è davvero un grande onore e un privilegio," ha confidato ai professori d'orchestra. Il disco si apre con con la Olympic Fanfare and Theme, scritta per le Olimpiadi di Los Angeles del 1984 e rappresenta quello che Williams ha descritto come "lo spirito di cooperazione, di risultati eroici e tutti gli sforzi e la preparazione dei nostri grandi atleti". E poi "Superman March", il tema di Jurassic Park, e un'ampia selezione di estratti da Incontri ravvicinati del terzo tipo, Guerre Stellari, Harry Potter e Indiana Jones. "John Williams non ha bisogno dei film, i film hanno bisogno di lui", ha scritto la rivista Rolling Stone. (ANSA).


Lucio Dalla. Concerti nella sua Casa Museo in collaborazione con il Conservatorio di Bologna ( da Il Resto del Carlino, di Pierfrancesco Pacoda)

 È una eredità culturale che continua a sfuggire alla classificazioni, quella di Lucio Dalla , con una identità che le permette di essere interpretata al di là dei linguaggi della musica. Lo dimostra il ciclo di appuntamenti che aprirà ufficialmente le celebrazioni per ricordare i 10 anni dalla sua scomparsa, avvenuta l’1 marzo 2012. Iniziative che graviteranno intorno alla grande mostra fotografica voluta dalla Fondazione Dalla e che proseguiranno nel 2023, quando avrebbe compiuto 80 anni, ma che cominciano con quattro concerti in diretta dal 3 febbraio sui canali social dalla splendida casa museo di via D’Azeglio, con la direzione artistica del Maestro  Teo Ciavarella , il pianista che del cantautore è stato stretto collaboratore,

 Maestro Ciavarella, chi sono gli organizzatori di questo cartellone?

 "Si tratta di un ciclo di spettacoli curati dal Conservatorio che, con la nuova direzione di Aurelio Zarrelli , vuole essere più protagonista della vita culturale cittadina. Abbiamo pensato che la maniera migliore di tributare un omaggio alla genialità di Dalla fosse quella di affidare il suo repertorio alla sensibilità dei giovani allievi della nostra istituzione. A loro abbiamo chiesto di esprimere, coordinati dai propri docenti di riferimento, il proprio punto di vista sulla musica del cantautore, oggi".

 Quali classi del Conservatorio parteciperenno? 

 "Sono quattro, la cattedra di jazz, con il mio coordinamento, che si esibirà il 3 febbraio, seguirà quella di musica elettronica, il 10, con il maestro  Francesco Giomi , quella di classica il 17 con il maestro Walter Zanetti  e quella di musica applicata il 24 con il maestro Zarrelli. Suoneremo dal vivo dalla casa di via D’Azeglio, in diretta streaming sui canali social del Conservatorio e della Fondazione Dalla. Ogni sera alle 20, salvo il 3, quando inizieremo alle 20.30, per permettere poi a tutti di guardare il Festival di Sanremo"

 Che repertorio eseguirete? 

 "La nostra idea è di mescolare le canzoni più celebri di Lucio Dalla con brani legati al suono cui è dedicato il concerto. Ad esempio per il 3, appuntamento jazz, abbiamo preparato con gli allievi un arrangiamento originale di Over the Rainbow ed di Pennies from Heaven , due brani del repertorio jazz molto cari a Lucio, che li inseriva spesso nei suoi live. Il concerto elettronico sarà naturalmente quello più sperimentale, mentre nella data finale ci saranno le riletture più filologiche".

 Lei era molto legato a Dalla, sia umanamente che artisticamente.

 "L’ho conosciuto nella ‘leggendaria’ cantina della Doctor Dixie Jazz Band che io, da giovane studente del Dams, frequentavo. Nacque subito un’intesa dovuta alla comune passione per il jazz e al suo amore per il Gargano, che è la mia terra. Mi inserì nella band che si incontrava in via Cesare Battisti e poi nel suo gruppo. Abbiamo suonato in giro per il mondo, poi con una Orchestra Sinfonica e in numerosi dischi insieme a Paolo Conte e Hengel Gualdi. Adesso la cantina finalmente riaprirà, spero con una dedica a Dalla e a quel mondo di straordinari ‘amatori’ del jazz che lì si incontrava".

Coronavirus. Bollettino dal fronte dei contagi aggiornato a domenica 30 gennaio 2022

 Sono 137.147 i nuovi casi di Coronavirus in Italia (143.898 il 28 gennaio) a fronte di 999.490 tamponi effettuati su un totale di 169.335.244 da inizio emergenza. E’ quanto si legge nel bollettino del Ministero della Salute-Istituto Superiore di Sanità. Nelle ultime 24 ore sono stati 377 i decessi (ieri 378), che portano il totale di vittime da inizio pandemia a 145.914. Con quelli del 29 gennaio diventano 10.821.375 i casi totali di Covid in Italia. Attualmente i positivi sono 2.664.648 (-4.180), 2.643.424 le persone in isolamento domiciliare. I ricoverati in ospedale con sintomi sono 19.636 di cui 1.588 in Terapia intensiva. I dimessi/guariti sono 8.010.813 con un incremento di 141.230 unità nelle ultime 24 ore.

La regione con il maggior numero di nuovi casi nelle ultime 24 ore è la Lombardia (18.555), poi il Veneto (15.631), l’Emilia-Romagna (15.023) e il Lazio (12.201). (ITALPRESS).

Sergio Mattarella. Presidenza bis per senso di responsabilità

È il senso di responsabilità che lo ha spinto ad accettare nonostante molte volte avesse spiegato il suo no alla rielezione. E così, dopo aver ricevuto i presidenti di Camera e Senato che in serata gli hanno consegnato i risultati della votazione, Mattarella ha deciso di parlare direttamente ai cittadini. «Desidero ringraziare i parlamentari e delegati regionali per la fiducia», dice innanzitutto ma poi spiega le ragioni del suo ripensamento che sono state dettate dalla gravità dell’emergenza sanitaria e dal senso del dovere. «I giorni difficili trascorsi per l’elezione nel corso della grave emergenza che stiamo attraversando sul fronte sanitario, economico e sociale richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento. Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri e devono prevalere su altre considerazioni e prospettive personali differenti. Con l’impegno di interpretare attese e speranze dei cittadini»

 

Dunque, «il Parlamento è sovrano» così come lo è l’imperativo del senso del dovere in tempi difficili. Tempi complicati dal caos dei giorni in cui si tentava l’elezione presidenziale che ha rischiato di logorare del tutto la maggioranza di Governo. Tant'è che lo stesso Draghi, in mattinata, ha chiesto al capo dello Stato di restare. A pesare, però, nella decisione di Mattarella è stata soprattutto la scelta dei 1009 grandi elettori che ha modificato i suoi nuovi programmi di vita. Una spinta che è cresciuta con i giorni e che ieri è arrivata a 759 schede, secondo per preferenze solo a Pertini mentre il bis di Napolitano ne ebbe 738.

Ma la giornata di ieri vale la pena raccontarla con qualche dettaglio. La mattinata era cominciata al Quirinale con il giuramento del giudice costituzionale Patroni Griffi, ed erano presenti anche Draghi, Giuliano Amato e Franco Frattini. Insomma, tutti i protagonisti principali del “film-Quirinale” che era, ormai, vicino al finale. Raccontano di un colloquio tra Mattarella e il premier, un faccia a faccia fitto da cui si desume il ruolo che Draghi ha avuto nella sua rielezione. In realtà, sembra che uno dei primi a telefonare al presidente per informarlo che la scelta del centro-destra stava andando su di lui, sia stato Silvio Berlusconi. Poi sono arrivate le dichiarazioni di Salvini e si è capito che i leader di maggioranza erano approdati sull'opzione del bis. È da lì che Mattarella, insieme con i suoi consiglieri, ha iniziato a costruire il percorso che lo avrebbe portato ad accettare e quindi a ripensare al suo “no”. E in primo luogo, seguendo sempre la bussola della centralità del Parlamento, ha deciso di ricevere nel pomeriggio, prima della ottava e decisiva votazione, i capigruppo di tutti i partiti (non i segretari di partito), per farsi spiegare le ragioni per le quali si era arrivati al suo nome con un nuovo strappo costituzionale. Non erano presenti gli esponenti di Fratelli d'Italia, come si sa Giorgia Meloni è contraria alla rielezione del capo dello Stato, però c’erano i Governatori di destra Marsilio e Acquaroli insieme a tutti gli altri presidenti di Regione. Dunque su quel fronte, più istituzionale, non ci sono state assenze. E non è un caso che ci fossero anche loro, prima linea di un’emergenza che come ha spiegato Mattarella ha influito sulla sua scelta.

 

Anche alla luce di queste considerazioni, il suo sarà un mandato pieno. Nel senso che non si possono ipotizzare termini o scadenze che sono inaccettabili tanto sono fuori dal dettato costituzionale. Ora si aspetta giovedì, giorno del giuramento e del discorso alle Camere riunite. Saranno presenti tutti i 1009 grandi elettori, che verranno tamponati in mattinata, prima di ascoltare l'intervento del presidente bis. E chi lo conosce scommette che non sarà sferzante come fu Napolitano. Ma piuttosto rimetterà al centro un’istituzione per lui cruciale nella vita democratica di un Paese.

Grazie Presidente ( TGCOM 24)

 Sergio Mattarella è stato rieletto presidente della Repubblica, ricevendo 759 voti su 1.009 con quorum fissato a 505. Prima del decisivo ottavo scrutinio a Montecitorio, la maggioranza aveva raggiunto l'intesa sul secondo mandato e l'attuale Capo dello Stato aveva dato la sua disponibilità. Il giuramento è previsto per il 3 febbraio. L'Aula ha salutato la rielezione con un applauso di oltre quattro minuti. Mattarella è il secondo Capo dello Stato più votato della storia italiana dopo Sandro Pertini (832 voti su 995). Le sue prime parole dopo l'elezione: "Le emergenze richiamano al senso responsabilità".

Il discorso di Mattarella - Subito dopo la proclamazione ufficiale letta al Quirinale dal presidente della Camera, Roberto Fico, Mattarella ha tenuto un breve discorso. "Queste condizioni impongono di non sottrarsi ai doveri cui si è chiamati e naturalmente devono prevalere su altre considerazioni e prospettive personali differenti. Ringrazio i presidenti di Camera e Senato per la loro comunicazione e desidero ringraziare i parlamentari e i delegati delle Regioni per la fiducia espressa nei miei confronti. I giorni difficili trascorsi nel corso della grave emergenza sanitaria, economica e sociale richiamano al senso di responsabilità e al rispetto delle decisioni del Parlamento. Con l'impegno di interpretare le attese e le speranze dei nostri concittadini". 

I risultati della votazione decisiva - Nell'ottava e decisiva votazione che ha portato alla rielezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica, il Capo dello Stato ha ottenuto 759 voti, seguito da Carlo Nordio con 90 e Nino Di Matteo con 37. Al quarto posto Silvio Berlusconi (9 preferenze), al quinto Elisabetta Belloni (6), al sesto a pari merito Pier Ferdinando Casini e Mario Draghi (5), al settimo Maria Elisabetta Alberti Casellati (4). Le schede bianche sono state 25, mentre quelle nulle 13. 

Fico: "Mattarella continuerà a essere garante della Costituzione" - A Sergio Mattarella vanno i miei auguri più sinceri e il mio ringraziamento", ha dichiarato Roberto Fico. "Continuerà a essere garante assoluto dei valori della nostra Costituzione e un punto di riferimento per la nostra comunità nazionale". 

Quirinale, Mattarella rieletto con 759 voti: è il più votato dopo Pertini | Le sue prime parole: "Emergenze richiamano al senso responsabilità"

Letta: "E' la vittoria di tutti" - La rielezione di Sergio Mattarella "è una vittoria di tutti", ha invece commentato il segretario del Pd, Enrico Letta. "Credo che il Parlamento abbia dimostrato saggezza perché Mattarella era il presidente che volevano gli italiani". 

Draghi e la politica internazionale "ringraziano" Mattarella per il ritorno al Quirinale

Conte: "Non siamo né vincitori né vinti, ha vinto il Paese" - Per l'elezione del Capo dello Stato, il M5s ha "raggiunto i principali obiettivi" tranne uno, quello di eleggere una presidente donna. Lo ha detto Giuseppe Conte, sottolineando però che "ha vinto il Paese. Noi non siamo né vincitori né vinti". E ancora, sul nodo donne: "La richiesta di convergere su una donna per noi era una battaglia, tanto che sul tavolo alla fine sono rimaste due candidature di donne di assoluta eccellenza, profilo e competenza". 

Mattarella bis, l'ira della Meloni sul Centrodestra: "Siamo gli unici leali, coalizione non esiste più"

sabato 29 gennaio 2022

TROVAROMA, settimanale di Repubblica, rientrato dalla DAD, ripassa le preposizioni

 E' da qualche anno che ci divertiamo ad annotare certi vezzi (vizi!) del giornalismo musicale in Italia, incarnati già nell'uso di certi verbi o sostantivi oltre che nel florilegio di preposizioni che ogni giorno vediamo sparati su copertine e pagine di giornali.

 Innanzitutto il verbo 'guidare', peggio ancora 'condurre', che viene usato un giorno sì e l'altro pure al posto del più chiaro 'dirigere', al semplice scopo di dimostrare che il corso intensivo all'estero di lingua inglese ha dato i suoi frutti.

Vero  è che talvolta, con il combinato disposto di certe preposizioni, il verbo guidare sembra degno sostituto di dirigere, come nel caso di ieri,  quando sulla copertina del Trovaroma, si è letto che ' Il maestro guida l'orchestra...tra le pagine; mentre forse non ha lo stesso effetto nell'altra dizione letta all'interno del medesimo Trovaroma: ' Il maestro guida l'orchestra sui capolavori...". Sotto no? Forse   una terza dizione, assai in uso anche  quella in fatto di preposizioni, e cioè:' il maestro guida  o conduce l'orchestra in pagine di... 

 Eseguito  il ripasso delle preposizioni ed ottenuto un buon voto nella ripetizione delle medesime, forse è il caso che si torni ad una bella semplicità: 'il maestro, con l'orchestra di Santa Cecilia, dirige musiche di...'. 

Dizione che ha due vantaggi sulle altre. Innanzitutto fa capire che Pappano, o chi per lui, non è nè un conducente, conduttore secondo la vulgata giornalistica, di autobus; nè una guida turistica, ma un  direttore d'orchestra,  che esegue, o fa eseguire musiche di questo o quel musicista. Per quanto bravo sia è impossibile anche per Pappano guidare una mastodontica orchestra  infra o nelle o sulle pagine musicali, lillipuziane al confronto, senza sfasciare tutto. 

venerdì 28 gennaio 2022

Coronavirus. Calano ricoveri e terapie intensive. Speriamo bene, ma non molliamo

 Ancora in diminuzione i contagi: 143.898 nuovi casi e 378 decessi. Sono 1.051.288 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati nelle ultime 24 ore in Italia, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 1.039.756. Il tasso di positività è al 13,7%, in calo rispetto al 15% di ieri. Sono invece 1.630 le terapie intensive,15 in meno di ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 126. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 19.796, ovvero 57 in meno rispetto a ieri

Dall'inizio della pandemia sono10.683.948 gli italiani contagiati dal Covid, secondo i dati del ministero della Salute. Gli attualmente positivi sono 2.668.828,in diminuzione di 37.625 nelle ultime 24 ore mentre i morti sono145.537. I dimessi e i guariti sono invece 7.869.583 con un incremento di 181.594 rispetto a ieri.

In Lombardia si sono registrati 21.329 casi, in Emilia Romagna 16.941 e in Veneto 16.518.

Sono 126.297.831 le dosi di vaccino somministrate in totale.

I colori delle regioni

"Oggi non firmo ordinanze di cambi di colore. Non succedeva da molte settimane. Vi ho dato una buona notizia". Così il ministro della Salute, Roberto Speranza.

Il report dell'Istituto Superiore di Sanità

"Dopo una lunga fase di ascesa il tasso di incidenza di casi di Covid 19, nel nostro Paese tende ora leggermente a diminuire. L'incidenza si fissa intorno a 1.823 casi per 100mila abitanti". Così Giovanni Rezza, direttore generale della prevenzione sanitaria al ministero della Salute, nel corso della cabina di regia sulla pandemia da Covid. "L'Rt mostra una tendenza alla diminuzione, siamo intorno allo 0,97, quindi di poco al di sotto dell'unità. I ricoveri sono 30,4% e le terapie intensive al 16,7%".

Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità, nel consueto appuntamento per il monitoraggio settimanale, spiega: "L'incidenza in quest'ultima settimana per 100mila abitanti è scesa a 1823 casi. Assistiamo a una lieve decrescita. Anche l'indice di trasmissibilità si sta attestando sotto la soglia epidemica e questa è un'altra indicazione positiva. C'è una stabilizzazione di ricoveri under 19 ma bisogna vaccinare. Il quadro europeo mostra curve ingenerale di crescita epidemica mentre il nostro Paese, insieme a qualche altro, comincia a mostrare un'inversione di tendenza e questo è anche un altro segnale coerente con i dati che osserviamo. Resta comunque una elevata circolazione del virus in quasi tutte le regioni".

"Sta crescendo significativamente il numero di persone in tutte le fasce d'età che sta effettuando il booster vaccinale, così come sta crescendo il numero di bambini che stanno facendo la prima dose, in particolare la fascia di età tra 5 e 11 anni ha raggiunto quasi il 30% di prime dosi. La fascia di età 12-19 ha invece raggiunto l'85% di prime dosi". Ha affermato il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, nel video di comento ai dati del monitoraggio settimanale.

Spaccone Salvini. Disastro n.2. Non gli è bastato affossare una Elisabetta , ne ha affossata anche una seconda, in poche ore

Uno che ragiona anche un pò, pensa: lo Spaccone leghista che non ne azzecca una. Dopo aver mandato allo sbaraglio la Elisabetta Casellati, affondandola, ora si metterà l'anima in pace e starà fermo, perchè ha dimostrato in tutti i modi che non ne azzecca una.

 E, invece, no. Come rimediare all'affossamento di una Elisabetta (per noi, beninteso, sacrosanto; non abbiamo cambiato idea sulla presidente del Senato)? Tirando in ballo una seconda Elisabetta, perchè faccia immediatamente dimenticare la figuraccia appena fatta. "Stiamo lavorando per portare per la prima volta in Italia una donna al Quirinale", dice, tirato in volto, davanti ad un drappello di giornalisti e cineoperatori che invita a muoversi con circospezione, per non 'farsi male'. La sensibilità dello Spaccone non ha limiti.

 Saluta tutti e si prende la scena il suo socio di un tempo, Giuseppi: "Stiamo lavorando, porteremo una donna la Quirinale", e subito dopo dal suo nido dorato, twitta  Beppe, il comico: "Benvenuta signora Italia", rivolto ad Elisabetta Belloni, di cui fa il nome, per non lasciare dubbi sulla scelta dello Spaccone e di Giuseppi.

 E  la coalizione di governo, anche quella,  in un sol colpo è andata a farsi fottere. Perchè le dichiarazioni di poco anteriori a quelle dei due teatranti, di Enrico Letta, di invito alla condivisione, perdono ogni consistenza.

 Al solo nome di Elisabetta, un nome che certamente ieri non portava bene, si scatena il putiferio: il capo dei servizi non può passare, senza una sosta di decantazione, al Quirinale. Adesso quasi tutti contro lo Spaccone ed il ritrovato socio Giuseppi. I quali, guarda caso, per la prima volta dopo che si sono fatti apprezzare come contendenti  della leadership del centrodestra, hanno cooptato  anche la Meloni: " Appena abbiamo proposto il nome di una donna al Quirinale, il volto misogino degli italiani al potere  si è mostrato".

 Ora che succede? Fra poco più di un'ora, dopo una notte passata fra incontri e telefonate, si torna a votare, Anche la seconda Elisabetta è messa fuori gioco - lo attesta anche un intervento durissimo di Di Maio - e si attendono le candidature pesanti che nel giro di un paio di votazioni devono dare il presidente all'Italia.

 La valanga di voti, non programmata, che ieri i grandi elettori hanno riversato su Mattarella,  fa tornare in campo la vecchia, ma sempre viva, ipotesi di chiedere e supplicare Matterella a restare. Come seconda ipotesi quella di mandare Draghi al Colle, ma messa materialmente in gioco ma sempre attuale ( avere Supermario per sette anni al Quirinale è per l'Italia un fattore di credito inimmaginabile contro qualunque tempesta politica e finanziaria!),oppure optare per Amato e Casini, nel caso si reputi che la permanenza per intanto di Draghi a Palazzo Chigi serva per ora più del suo trasferimento al Quirinale: E poi resta sempre in campo l'ipotesi di mandare per la prima in Italia una donna al Quirinale. e si continuano a fare i nomi della Severino o della Cartabia, non più quello della Belloni, che Spaccone Salvini ha gettato 'nella polvere' dopo aver creduto di  averla issata 'sull'altare', avendone  sacrificata già una di Elisabetta.

Spaccone Salvini sarebbe meglio che passasse qualche ora con la sua fidanzata,  frequentando nel contempo la scuola politica navigatissima di suo suocero, Verdini, ai domiciliali, da dove  elargisce consigli, che speriamo non siano quelli messi in pratica da Salvini. 

 

Spaccone Salvini. Disastro n.1: affossamento della Casellati, spaccatura del centrodestra ( TGCOM 24)

 Fumata nera. Elisabetta Casellati, candidato del centrodestra alla quinta votazione per eleggere il presidente della Repubblica non supera il quorum (pari a 505 voti) e si ferma a 382 preferenze: Ben al di sotto dei numeri previsti (453) e meno di 400, la soglia fissata dalla coalizione per riproporla nella seconda votazione. Un risultato che lascia strascichi nella coalizione, dove si scatena la caccia al franco tiratore, tra accuse e tensione crescente. "Fratelli d'Italia, anche alla quinta votazione, si conferma come partito granitico e leale. Anche la Lega tiene. Non così per altri"., afferma in una nota la presidente di FdI, Giorgia Meloni.

 A nulla è servito l 'appello di Silvio Berlusconi, che in mattinata si era chiaramente espresso a tutti i grandi elettori di qualsiasi schieramento, e ovviamente al centrodestra: "Sostenere la Casellati. Dobbiamo assolutamente porre fine all'attuale spettacolo indecoroso che la politica sta dando di sé agli italiani e che l'opinione pubblica non riesce più a capire e a tollerare". 

Partono i distinguo tra i partiti, con Lega e FdI che assicurano di aver votato compatti il presidente del Senato e sotto accusa finisce Forza Italia, da più parti indicata come chi ha, almeno in parte, "tradito". All'appello, infatti, mancano 71 voti della coalizione. anche Ignazio La Russa di Fratelli d'Italia è esplicito: mancano i voti degli azzurri e non fa nulla per nascondere il proprio disappunto, rendendosi protagonista di un battibecco con Giovanni Toti. 

 "Forza Italia ha votato in modo compatto  Elisabetta Casellati, ma adesso non si può continuare ad andare avanti con un muro contro muro. Mi auguro che il mio partito prenda un'iniziativa politica forte, per proporre un nome condiviso e di alto profilo che possa essere votato dal centrodestra e dalla maggioranza di governo", dice Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria e dirigente di Forza Italia. Eppure la precisazione non smorza i toni della polemica. 

 Il centrodestra, tra le altre cose, si è contato nel voto su Elisabetta Casellati segnando le schede scrivendo in modo diverso il nome della presidente del Senato, anche se nello spoglio il presidente della Camera Roberto Fico ha letto solo il cognome. Secondo quanto hanno confermato varie fonti di centrodestra, la Lega ha scritto Casellati, Fdi e Nci Elisabetta Alberti Casellati, Fi e Udc Elisabetta Casellati, Coraggio Italia Alberti Casellati. 

Maggio Musicale Fiorentino. Lavori nel teatro. Spettacoli tutti in Sala 'Mehta' che ha anche la buca d'orchestra ( da La Nazione, di Giovanni ballerini)


"Nei prossimi nove mesi tutti gli spettacoli del Maggio si terranno nella Sala Mehta, in cui verrà inaugurata la buca dell’orchestra". Il sovrintendente Alexander Pereira spiega che questo non è quindi periodo da produzioni kolossal, ma bei progetti mirati, come l’opera di Cherubini, in scena dal 22 gennaio alle 20.

Si chiama Lo sposo di tre, e marito di nessuna, l’unica opera buffa (in italiano) di Luigi Cherubini, che vede debuttare sul podio del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino il maestro Diego Fasolis: "Per me è un grande onore dirigere un’opera di quello che Beethoven definiva il compositore drammatico più importante della sua epoca – spiega lo stesso Fasolis –. Per questa opera buffa poi, Cherubini ha compiuto un piccolo capolavoro, un lavoro maturo, con sette personaggi e più di tre ore di musica, che scorre a meraviglia, grazie anche a un cast strepitoso. E’ un’opera difficile per l’orchestra con questa musica con molti agganci al barocco e al primo classicismo. Il tutto non con una varietà di colori limitata e non con un’orchestra sinfonica, ma da camera". Al riguardo si sottolinea la straordinaria disponibilità e flessibilità dell’Orchestra del Maggio, nel lavorare sui dettagli e sulle articolazioni, sia sulla sincronizzazione con attori e cantanti. "Non sempre capita di avere una relazione fra la direzione musicale e quella di scena come quella che si è creata con Cesare Lievi - conclude il direttore –: lui capisce perfettamente le mie intenzioni musicali, e io le sue intenzioni sceniche. Qui al Maggio si realizza dunque quello che dovrebbe sempre essere: unità d’intenti tra regia e musica, tra apparato scenico e apparato musicale". La regia è di Cesare Lievi, che torna al Maggio dopo Linda di Chamounix di Donizetti dello scorso settembre. Le scene e i costumi sono firmati da Luigi Perego e le luci curate da Luigi Saccomandi. "Abbiamo avuto fortuna perché lo spettacolo che era stato costruito per il grande auditorium si è scoperto funzionale per la Sala Mehta, che esalta i colori di una scenografia aperta, ma soprattutto è funzionale al cantato e al recitato che questo cast esalta – dice Cesare Lievi -. Il plot di questa opera buffa gira intorno a uno sciocco vessato, anche se poi il beffato si trasforma in vittima e si fa spazio l’elemento meta teatrale, con i cantanti che commentano in diretta quello che hanno appena recitato, e altri momenti in cui è come se Cherubini facesse dell’ironia sul genere opera seria, inserendola all’interno di un’opera buffa". Nel cast Sara Blanch nel ruolo di Donna Lisetta, Ruzil Gatin in quello di Don Martino, Fabio Capitanucci che è Don Pistacchio, Arianna Vendittelli come Donna Rosa, Alessio Arduini in Don Simone, Benedetta Torre come Bettina e Giulio Mastrototaro nel Folletto. Dopo la prima di sabato, in cartellone quattro recite: 24 gennaio, 4, 6 e 8 febbraio. 

Giorgio Battistelli. Ascoltando 'Toccata' mi convinco ancora di più che 'EXPO', sempre di Battistelli, non sarebbe stato adatto ad aprire il Concerto di Capodanno 2015 della Fenice

 Qualche giorno fa, alla viglia della inaugurazione della stagione della Filarmonica della Scala, ho avanzato l'ipotesi che la Toccata, commissionata dalla Scala, non potesse essere che  Expo, che gli avrebbe commissionato nel 2015 il teatro La Fenice, per aprire il 'Concerto di Capodanno'  in occasione del grande evento milanese. O qualcosa di molto somigliante.

 Ho ascoltato solo qualche passaggio del brano commissionato a Battistelli dalla Filarmonica scaligera, della durata complessiva di sette-otto minuti circa. E in base a tale ascolto torno sull'argomento.

 Intanto la sua durata - qualora  quella mia ipotesi  corrisponda o sia abbastanza vicina al vero - sarebbe risultata assolutamente 'fuori misura' per un concerto nel quale la musica dura non più di 45 minuti circa in tutto.

 Aggiungo che la fattura di Toccata mi fa immaginare quale sarebbe stata la reazione del pubblico del concerto televisivo di Capodanno: 'si saranno sbagliati', 'stanno accordando gli strumenti' - nella migliore delle ipotesi. 

 Allora, contestando  a Chiarot la posizione di quel brano nuovo, appositamente commissionato, in apertura del concerto in diretta televisiva, avevo proposto al riottoso sovrintendente di metterlo semmai in aperura del concerto, per la parte che precedeva la diretta televisiva. Il rifiuto di Chiarot mi fa ancora oggi pensare che vi erano altre ragioni a me sconosciute per tale sua insistenza. una sorta di 'patto segreto' fra lui e Battistelli.  E, del resto, la presenza massiccia di opere di Battistelli negli anni immediatamente successivi, anche dopo il passaggio di Chiarot a Firenze ( finito malissimo per lui!)  non fa che confermare la mia ipotesi, il mio sospetto.

 E, infine, che Chiarot, volle stupidamente ed inutilmente affermare la sua superiorità nei confronti di un consulente con il quale per una decina d'anni era andato d'amore e d'accordo e che aveva sempre difeso, nelle discussioni che puntualmente ogni anno aveva dovuto sopportare per la definizione del programma di quel concerto, del quale La Fenice voleva avere solo i benefici, di botteghino ( notevoli!), ignorando che la notorietà di quel concerto, ed i benefici anche economici che ne erano derivati, erano venuti dal lavoro - 'dietro le quinte', per modo di dire - di chi ne aveva  delineato e preservato identità e struttura.

giovedì 27 gennaio 2022

Coronavirus. Bollettino dal fronte dei contagi aggiornato a giovedì 27 gennaio 2022

 Sono 155.697 i nuovi contagi da Covid nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 167.206. Le vittime sono invece 389, mentre ieri erano state 426. Sono 1.039.756 i tamponi effettuati, ieri erano stati 1.097.287. Il tasso di positività è al 14,97%, stabile rispetto al 15,2% di ieri. Continuano a calare intensive e ricoveri ordinari. Sono 1.645 le terapie intensive, 20 in meno di ieri nel saldo tra entrate e uscite. Gli ingressi giornalieri sono 125. I ricoverati con sintomi nei reparti ordinari sono 19.853, ovvero 148 in meno rispetto a ieri. (ANSA).

Baricco sottoposto a trapianto di cellule staminali per sconfiggere la leucemia. Intervento tecnicamente riuscito

 Lo scrittore Alessandro Baricco è stato sottoposto al trapianto di cellule staminali. L'intervento è stato eseguito all'Istituto per la ricerca e la cura del cancro di Candiolo, dove è ricoverato da qualche giorno. Baricco, che martedì ha compiuto 64 anni, ha ricevuto la donazione di cellule staminali dalla sorella Enrica. L'intervento è tecnicamente riuscito, anche se saranno decisive le prossime tre settimane per verificare che tutto sia andato nel migliore dei modi.

La compagna: "Siamo in attesa" "Preferisco non parlare. Siamo in attesa", si limita a dire la compagna Gloria Campaner. Era stato lo scrittore stesso ad annunciare sui canali social, il 22 gennaio, che gli era stata diagnosticata la leucemia mielomonocitica cronica. "Ehm, c'è una notizia da dare e questa volta la devo proprio dare io, personalmente. Non è un granché, vi avverto", aveva scritto Baricco. 

L'annuncio sui social: "Ho la leucemia" "Quel che è successo è che cinque mesi fa mi hanno diagnosticato una leucemia mielomonocitica cronica. Ci sono rimasto male, ma nemmeno poi tanto, dai. Quando hai una malattia del genere la cosa migliore che puoi fare è sottoporti a un trapianto di cellule staminali del sangue, cosa che farò tra un paio di giorni". L'autore di Novecento e di Oceano mare aveva spiegato che a donargli le cellule staminali sarebbe stata la sorella Enrica, "donna che ai miei occhi era già piuttosto speciale prima di questa avventura, figuriamoci adesso". 


mercoledì 26 gennaio 2022

Charles Michel: minaccia contro Ucraina è minaccia contro Europa

Charles Michel, il presidente del Consiglio europeo, ha espresso solidarietà all'Ucraina dicendo che una minaccia da parte della Russia di invadere il Paese rappresenta una minaccia per l'Europa intera.

 "Una minaccia contro l'Ucraina è una minaccia contro l'Europa", ha detto Michel durante una conferenza stampa congiunta con il primo ministro slovacco, Eduard Heger. 

Neil Young: 'no vax' via da Spotify

 La musica di Neil Young sarà rimossa da Spotify su richiesta del grande cantautore e rocker canadese in seguito alla sua protesta perché il servizio di streaming trasmette un popolare podcast criticato per aver diffuso disinformazione sul Covid. 

Young aveva chiesto pubblicamente al suo management e alla casa discografica di rimuovere la sua musica da Spotify, dove ha più di sei milioni di ascoltatori mensili. La piattaforma trasmette il popolare podcast The Joe Rogan Experience, in cui il mese scorso il comico aveva intervistato il dottor Robert Malone, uno specialista in malattie infettive diventato un eroe nella comunità no vax. Malone è stato bandito da Twitter per aver diffuso disinformazione sul Covid e ha falsamente suggerito che milioni di persone sono state ipnotizzate nel credere che i vaccini funzionino per prevenire malattie gravi.

Spotify ha garantito che la richiesta di Neil Young sarà accolta, pur dicendosi dispiaciuta della decisione di Young e augurandosi di "ridargli il benvenuto presto". Spotify ha anche sottolineato di aver rimosso dalla piattaforma di streaming 20 mila podcast concernenti il coronavirus dall'inizio della pandemia. Nei Young Young ha affermato che molti utenti di Spotify stanno ascoltando informazioni fuorvianti sul Covid. Sono giovani, "impressionabili e facili da far pendere dalla parte sbagliata della verità" le parole della rockstar, "questi giovani credono che Spotify non presenterebbe mai informazioni grossolanamente infondate. Purtroppo si sbagliano. Sapevo di dover provare a farlo notare". Young ha ringraziato la sua casa discografica, la Warner Brothers, dal momento che Spotify è responsabile dello streaming del 60% della sua musica in tutto il mondo e la scelta di abbandonare la piattaforma è stata "un'enorme perdita per la mia casa discografica".


Per Roberto De Simone si mobilita tutto il mondo della cutlura

 ”Mi aspetto che lo Stato corrisponda al grido di dolore lanciato da uno dei più grandi artisti italiani, Roberto De Simone, che ha dato tanto prestigio al nostro paese con i suoi capolavori.” Anche il direttore del Teatro Nazionale di Napoli Roberto Andò esprime solidarietà al maestro Roberto De Simone che, intervistato nei giorni scorsi dal quotidiano la Repubblica edizione di Napoli, ha lamentato la mancata assegnazione, fino ad ora, della legge Bacchelli.

De Simone, nato il 25 agosto del 1933, è ammalato, costretto ad acquistare costosi farmaci e vive in una casa in affitto nel centro storico di Napoli con una pensione di mille euro.

E mentre il mondo dell’arte esprime la sua solidarietà a De Simone, si mobilita la rete: una petizione promossa dall’architetto Sergio Attanasio su Change.org sta crescendo giungendo ad oltre 1700 firme. La petizione, che rilancia la lunga intervista a De Simone di Stella Cervasio, è indirizzata al ministro della Cultura Franceschini e chiede alle autorità di far ottenere al più presto il contributo della Bacchelli (un fondo a favore di cittadini illustri che versino in stato di particolare necessità) allo studioso, compositore e musicologo autore di capolavori teatrali come ‘La Gatta Cenerentola’. Anche il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, nei giorni scorsi ha promesso il massimo impegno da parte dell’amministrazione perché l’iter per la Bacchelli vada avanti. (ANSA)