venerdì 2 novembre 2018

DALL'ONGARO STORY - APPENDICE N.1. Il Conservatorio dell'Aquila, portato in tribunale, si scusa, riabilita e festeggia Michele dall'Ongaro

Ci ha colpiti la notizia che nel recente, appena conclusosi, festival  musicale 'contemporaneo' , aquilano, organizzato dalle istituzioni musicali cittadine (Istituzione sinfonica abruzzese, Solisti aquilani, Barattelli e Conservatorio Casella, con gran peso di quest'ultimo) ci sia stata una serata monografica interamente dedicata alla musica di Michele dall'Ongaro, con la presenza, in un pubblico dibattito, del compositore medesimo. Presenza doppia che doveva suonare agli occhi del mondo musicale aquilano, e del Conservatorio, ma anche e soprattutto a quelli del noto compositore, da oltre un anno al vertice dell'Accademia di Santa Cecilia, come una specie di riabilitazione e riparazione  della grave offesa recata al suo illustre nome dalla rivista ufficiale del Conservatorio che, dalla sua fondazione, si chiamava Music@,  ed era da noi diretta, e che ora si chiama Musica+, e non sappiamo da chi è diretta.
 
Avendo assunto un potere, soltanto per certi versi forse superiore a quello che aveva in RAI, Michele Dall'Ongaro gode anche oggi  di stuoli ( non numerosissimi, per la verità, neppure nella stessa Accademia) di adulatori e questuanti, pronti a mettersi ai suoi piedi ed a scusarsi anche per colpe inesistenti.
 
La grave colpa del Conservatorio e della rivista Music@, sarebbe stata l'aver denunciato come Dall'Ongaro, attraverso la RAI, amministrasse il suo potere nel mondo musicale. Come, direte? Non ci va di tornare su un argomento che tante volte abbiamo affrontato. Lo scrivemmo in un breve articolo nel 2007, che ferì mortalmente il compositore al punto da indurlo a denunciare noi (direttore della rivista ed autore del pezzo 'incriminato') e il Conservatorio ( editore della stessa) per  calunnia, con richiesta di danni sia a noi, i più salati, che al Conservatorio, in misura inferiore ma non irrilevante, per complessivi 150.000 Euro. Una cifra che può mettere paura e dissuadere, per il futuro, chiunque voglia mettere il naso nei traffici altrui. Le cause 'civili', con richiesta di danni, pur temerarie, fungono sempre da convincenti deterrenti.
 
Poco più di un anno dopo ci fu il tremendo terremoto e sia noi che il direttore del Conservatorio, in considerazione della tragedia che ci aveva colpito (noi attraverso  mail che senz'altro dall'Ongaro conserva - le conserva tutte -  il direttore del Conservatorio  con telefonata)  chiedemmo a Dall'Ongaro di ritirare la denuncia. La sua risposta fu NO. Lui voleva il sangue sia da noi che dal Conservatorio, anzi voleva i soldi di danni. La tragedia del terremoto era poca cosa di fronte all'offesa recatagli, svelando i tanti legami fra autori e interpreti trasmessi alla Radio ( Radio Tre) e le sue 'prime' e 'successive' esecuzioni e commissioni presso istituzioni musicali legate a quegli stessi compositori, interpreti ed organizzatori.
 
E che la nostra accusa corrispondesse al vero lo dimostrano due fatti. Primo: il calo verticale delle commissioni e prime esecuzioni di dall'Ongaro ( salvo quelle aquilane, che vanno a colmare il vuoto recente), dopo che ha lasciato la RAI. 
Secondo: la sentenza del giudice del tribunale dell'Aquila, giunta in ritardo a causa del terremoto, nel novembre 2013, che ritenne l'accusa tentata dal dall'Ongaro nei nostri confronti NON AMMISSIBILE. Aggiungendo che avevamo semplicemente esercitato il diritto di critica ( ci avevamo azzeccato, eccome!)  e che lo avevamo fatto in modi civili ed educati. 
Per dall'Ongaro la sentenza a nostro favore, suonò come una seconda offesa. E perciò il Conservatorio e tutto il mondo musicale aquilano gli hanno chiesto doppiamente scusa e l'hanno riabilitato due volte, sebbene solo dopo quasi nove anni.
 
Non eravamo presenti all'incontro con Dall'Ongaro, nè ai suoi trionfi musicali affidati all'Istituzione Sinfonica Abruzzese, guidata da Luisa Prayer ( che non appartiene alla cerchia degli interpreti ed organizzatori 'grati' a Dall'Ongaro: troppo volgare!), però chissà come avrebbe risposto se qualcuno gli avesse ricordato quella giusta  richiesta - ritiro della denuncia, dopo il terremoto - respinta con decisione, senza alcun ripensamento anche successivo.

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