martedì 13 novembre 2018

Gioacchino Rossini. Testamento ( da 'Vita di Rossini' di Pietro Acquafredda. Manoscritto)


                                               



Questo è il mio testamento. In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Nella certezza di dover abbandonare questa vita mortale, io mi sono determinato a fare le ultime mie disposizioni.
Alla mia morte sarà impiegata la somma di due mila lire al più per i miei funerali; il mio corpo sarà seppellito dove stimerà conveniente mia moglie.
A titolo di legato, e per una volta tanto, lascio a mio zio materno Francesco Maria Guidarini, dimorante a Pesaro, sei mila franchi; a Maria Mazzotti mia zia materna dimorante a Bologna, cinque mila franchi; ed a' miei due cugini dimoranti a Pesaro, Antonio e Giuseppe Gorini, due mila franchi a ciascuno. Questi legati sono la mia sola ed unica volontà e saranno pagati subito dopo la mia morte, se vi sarà il denaro disponibile; nel caso contrario i miei esecutori testamentari prenderanno il tempo necessario corrispondendo l'interesse del 5 per cento. Se i predetti legatarii mi fossero premorti, le somme legate passeranno ai loro figli maschi e femmine in parti uguali.
Alla mia amatissima moglie Olimpia Descuilliers che fu un'affettuosa e fedele compagna e della quale ogni elogio sarebbe inferiore al merito, lego in tutta proprietà tutti i mobili di casa, biancherie, tappezzerie, drappi, porcellane, vasi; tutti i miei autografi di musica, carrozze, cavalli, tutti gli oggetti di scuderia, di selleria, di cantina; rami, bronzi, quadri e quant'altro finalmente si trovasse in mia casa, sia di città, sia di campagna; eccettuando solamente gli oggetti che sto per dire qui sotto. Dichiaro inoltre essere l'esclusiva proprietà della mia moglie tutte le argenterie, come voglio che si riconosca per sua proprietà qualunque oggetto che dichiarasse appartenerle, quantunque esso si trovasse nella mia camera o ne' miei effetti.
Le scatole, gli anelli, le catene, le spille, le armi, le mazze, le pipe, le medaglie, gli orologi, escluso però un piccolo orologio della fabbrica Breguet, che è di mia moglie; una piccola battaglia in argento di Benvenuto Cellini, inquadrata in oro ed avorio, un altro oggetto in argento,basso rilievo, i miei violini, ottavino, oboè, siringa in avorio, necessaires di toilette, disegni ed albums saranno venduti privatamente o per mezzo d'asta pubblica come meglio giudicheranno i miei esecutori testamentari, ed il denaro che si ricaverà da questa vendita sarà messo a profitto in aumento della eredità.
Lascio piena ed intera facoltà a mia moglie di scegliere ed optare fra le mie proprietà fondiarie o miei valori mobili quella o quelli che saranno maggiormente a lei convenienti in restituzione della dote che mi fu costituita al momento del matrimonio. Di tutti gli altri beni, effetti e sostanze nomino ed istituisco come erede usufruttuaria la mia carissima ed amatissima moglie, vita natural durante.
Quale erede della proprietà nomino il comune di Pesaro, mia patria, per fondare e dotare un Liceo Musicale in quella città dopo la morte di mia moglie. Proibisco alla magistratura od ai rappresentanti comunali della detta città ogni specie di controllo o d'intervenzione nella mia eredità, volendo che mia moglie ne goda in tutta ed assoluta libertà, e non volendo nemmeno ch'essa dia una cauzione o sia obbligata a fare un impiego speciale dei beni che lascerò dopo di me e dei quali le lego l' usufrutto.
Nomino per miei esecutori testamentari, in Italia, il Marchese Carlo Bevilacqua ed il Cav. Marco Minghetti di Bologna, dove abitano, dando loro la più grande facoltà e pregandoli di accettare i pesi che la mia scelta impone, dandomi questa prova ulteriore di benevolenza e amicizia. Nomino di più per i miei esecutori testamentari, in Francia, il Sig. Vincenzo Buttarini dimorante Rue Basse du Rempart, 30, ed il Sig. Aubry, Boul. des Italiens, 27, pregandoli di volere aggradire a titolo di memoria oncie 100 di argento per ciascuno da consegnarsi nello spazio di un anno a datare dal giorno della mia morte.
Voglio che dopo la mia morte e quella di mia moglie sia fondato a perpetuità a Parigi, ed esclusivamente per i Francesi, due premi di tremila franchi ciascuno per essere distribuiti annualmente, uno all'autore d'una composizione di musica religiosa o lirica che dovrà distinguersi principalmente per la melodia, tanto adesso negletta; l'altro all'autore delle parole (prosa o verso) sulle quali devono applicarsi la musica ed esservi perfettamente appropriata, osservando le leggi della morale, della quale gli scrittori non tengono sempre abbastanza conto. Queste produzioni saranno sottoposte all'esame d'una commissione speciale presa nell'Accademia delle belle arti dell'Istituto, la quale giudicherà chi avrà meritato il premio detto ROSSINI, che sarà accordato in pubblica seduta dopo l'esecuzione della composizione, sia nel locale dell'Istituto, sia nel Conservatorio.
I miei esecutori testamentari dovranno ottenere dal ministero l'autorizzazione d'immobilizzare al 3 per cento un capitale necessario per costruire una rendita annuale di sei mila franchi. Ho desiderato di lasciare alla Francia, dalla quale ebbi una cosi benevola accoglienza, questa testimonianza della mia gratitudine e del desiderio di veder perfezionata un' arte alla quale ho consacrata la mia vita.
Lascio in elemosina allo Stabilimento di ricovero e dei derelitti a Bologna venti scudi una volta tanto, ed altrettanto al Monte di Pietà
Lascio al mio cameriere Antonio Scanavini che mi servì con esattezza e fedeltà la somma mensile di lire cinquanta, sua vita durante, e tutto il mio vecchio vestiario. Mi riservo il diritto di fare aggiunte e modificazioni al presente testamento ed intendo che siano eseguite letteralmente, e siano eseguite letteralmente, e siano osservate come se fossero scritte nel presente atto. Annullo ogni altro testamento.
Fatto, scritto e sottoscritto di mia mano quest'oggi.

                                                                                                 Parigi, 5 luglio 1858.
                                                           Codicillo al suddetto

Questo è il mio codicillo. Aggiungo ciò che segue alle disposizioni che ho già fatte in favore della mia cara moglie, col mio testamento. Io le trasmetto e lego tutti i miei diritti ed azioni sulla proprietà di Passy, risultanti dal nostro contratto con la Città di Parigi: in conseguenza tutto ciò che può e potrà venire sì a me che a quelli che succederanno ne' miei diritti a qualunque titolo in seguito degli acquisti di usufrutto, costruzioni, lavori, e qualsivoglia causa, e qualsivoglia titolo che possa essere, apparterrà a mia moglie in tutta proprietà; e se anche durante la nostra vita avessimo fatto alla Città dio Parigi retrocessione del nostro usufrutto in virtù delle disposizioni del contratto, mia moglie preleverà sulla mia successione il prezzo che ne avrò ricevuto. Annullo le disposizioni che ho fatto a favore di Antonio Scanavini, mio Cameriere, le quali saranno senza effetto.

                                                                                               Parigi, 4 febbraio 1860.
                                                                                         Gioacchino Antonio Rossini


                                                      Altri codicilli al suddetto

Nel mio Bureau Montmorency a Parigi esiste un gran portafoglio in pelle nera contenente tutti gli impegni e le scadenze semestrali con la Cassa dei lavori di Parigi; ivi si trovano pure tutti i titoli dei miei crediti e degli immobili in Italia, ed infine il mio testamento.
Nell'armadio a specchi della mia camera a letto di Parigi esiste un gran libro in cui sono registrati tutti i miei crediti formati a Parigi, e le scadenze dei frutti relativi; esistono pure nello stesso armadio lettere e ricevute importanti.
Nel citato portafoglio di pelle nera si trova lo stato, in carta bleu, di mano del mio agente Gaetano Fabi (Bologna), nel quale si vede quali sono i crediti rimborsati gli esistenti: dalle lettere del mio mandatario Angelo Mignani ( Bologna) si scorge quindi quali sono i ritardatari ed il perché! I conti delle somme ritirate e delle spese trimestrali di Gaetano Fabi compiono l'opera
Il Sig. Possoz è a giorno di tutto ciò che si riferisce alla Cassa dei lavori di Parigi.
Il Sig. Bigottini è pure al corrente delle mie obbligazioni sulle strade di ferro Orleans e Lione (fusione).
Il Sig. Pillet-Will è pure giorno di tutto ciò che concerne il debito pubblico del 3 e del 4 ½ poiché egli possiede i titoli che mi appartengono.
Amo pure richiamare che nel gran libro sopraricordato, e che si trova nell'armadio a specchio della mia camera da letto in Parigi, è fatta creazione della dote di mia moglie Olimpia, ricevuta a Bologna e che, inoltre, ho scritto di mia mano quanto segue.
Io dichiaro con queste linee (come se fosse per atto notarile) di donare tutte le mie composizioni musicali inedite, tanto vocali che istrumentali, congiuntamente a tutti i miei autografi, all'amatissima mia moglie Olimpia in segno di affezione e di gratitudine. Dopo la mia morte essa potrà farne l'uso che meglio le converrà.
Che questo sia in codicillo.
                                                                                                      Parigi,15 giugno 1865
                                                                                                          Gioacchino Rossini


                 Che si ritenga ciò che segue come un codicillo del mio testamento
Io voglio che dopo la mia morte il Comune di Pesaro (intendendosi con mia moglie Olimpia) prenda possesso de' miei immobili e capitali impiegati in Italia, alienandoli, se lo creda utile, e rinvestendoli nella sua Provincia, pagandone, ben inteso, alla predetta mia moglie Olimpia, vita sua natural durante, il frutto in ragione del cinque per cento: mia moglie non avrà così alcun imbarazzo di amministrazione, ed il Comune di Pesaro entrerà nel possesso di una parte del patrimonio che gli ho conferito con mio testamento.
Io spero trovare in tutto ciò piena adesione.

                                                                                               Parigi,1.° Gennaio 1866
                                                                                                    Gioacchino Rossini


Se le cose sopradette avranno effetto, desidero che la mia buona Olimpia faccia un regalo a' miei Impiegati ( che saranno esonerati dalla gestione de' miei affari), G. Fabi ed A. Mignani.
                                                                                                            G. Rossini

             Raccomandazione importantissima che io faccio a mia moglie Olimpia
Riunendo i pochi autografi rimastimi delle mie opere, è stato a me impossibile ritrovare quello dell'opera Otello da me composto in Napoli. - Questo autografo è stato semplicemente smarrito? Ovvero è stato rubato in mia casa? Se si arriva a scoprirne il detentore intendo che gli si faccia un processo, mentre giuro e dichiaro non averlo mai dato ad alcuno, né di averlo venduto. - Che se ne scuopra il ladro e lo si punisca.

                                                                                            Parigi 31 Decembre 1867
                                                                                                        G. Rossini

                                Il testamento fu aperto il 18 novembre 1868

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