Questo è il mio testamento. In nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Nella
certezza di dover abbandonare questa vita mortale, io mi sono
determinato a fare le ultime mie disposizioni.
Alla
mia morte sarà impiegata la somma di due mila lire al più per i
miei funerali; il mio corpo sarà seppellito dove stimerà
conveniente mia moglie.
A
titolo di legato, e per una volta tanto, lascio a mio zio materno
Francesco Maria Guidarini, dimorante a Pesaro, sei mila franchi; a
Maria Mazzotti mia zia materna dimorante a Bologna, cinque mila
franchi; ed a' miei due cugini dimoranti a Pesaro, Antonio e Giuseppe
Gorini, due mila franchi a ciascuno. Questi legati sono la mia sola
ed unica volontà e saranno pagati subito dopo la mia morte, se vi
sarà il denaro disponibile; nel caso contrario i miei esecutori
testamentari prenderanno il tempo necessario corrispondendo
l'interesse del 5 per cento. Se i predetti legatarii mi fossero
premorti, le somme legate passeranno ai loro figli maschi e femmine
in parti uguali.
Alla
mia amatissima moglie Olimpia Descuilliers che fu un'affettuosa e
fedele compagna e della quale ogni elogio sarebbe inferiore al
merito, lego in tutta proprietà tutti i mobili di casa, biancherie,
tappezzerie, drappi, porcellane, vasi; tutti i miei autografi di
musica, carrozze, cavalli, tutti gli oggetti di scuderia, di
selleria, di cantina; rami, bronzi, quadri e quant'altro finalmente
si trovasse in mia casa, sia di città, sia di campagna; eccettuando
solamente gli oggetti che sto per dire qui sotto. Dichiaro inoltre
essere l'esclusiva proprietà della mia moglie tutte le argenterie,
come voglio che si riconosca per sua proprietà qualunque oggetto che
dichiarasse appartenerle, quantunque esso si trovasse nella mia
camera o ne' miei effetti.
Le
scatole, gli anelli, le catene, le spille, le armi, le mazze, le
pipe, le medaglie, gli orologi, escluso però un piccolo orologio
della fabbrica Breguet, che è di mia moglie; una piccola battaglia
in argento di Benvenuto Cellini, inquadrata in oro ed avorio, un
altro oggetto in argento,basso rilievo, i miei violini, ottavino,
oboè, siringa in avorio, necessaires di toilette, disegni ed albums
saranno venduti privatamente o per mezzo d'asta pubblica come meglio
giudicheranno i miei esecutori testamentari, ed il denaro che si
ricaverà da questa vendita sarà messo a profitto in aumento della
eredità.
Lascio
piena ed intera facoltà a mia moglie di scegliere ed optare fra le
mie proprietà fondiarie o miei valori mobili quella o quelli che
saranno maggiormente a lei convenienti in restituzione della dote che
mi fu costituita al momento del matrimonio. Di tutti gli altri beni,
effetti e sostanze nomino ed istituisco come erede usufruttuaria la
mia carissima ed amatissima moglie, vita natural durante.
Quale
erede della proprietà nomino il comune di Pesaro, mia patria, per
fondare e dotare un Liceo Musicale in quella città dopo la morte di
mia moglie. Proibisco
alla magistratura od ai rappresentanti comunali della detta città
ogni specie di controllo o d'intervenzione nella mia eredità,
volendo che mia moglie ne goda in tutta ed assoluta libertà, e non
volendo nemmeno ch'essa dia una cauzione o sia obbligata a fare un
impiego speciale dei beni che lascerò dopo di me e dei quali le lego
l' usufrutto.
Nomino
per miei esecutori testamentari, in Italia, il Marchese Carlo
Bevilacqua ed il Cav. Marco Minghetti di Bologna, dove abitano, dando
loro la più grande facoltà e pregandoli di accettare i pesi che la
mia scelta impone, dandomi questa prova ulteriore di benevolenza e
amicizia. Nomino di più per i miei esecutori testamentari, in
Francia, il Sig. Vincenzo Buttarini dimorante Rue Basse du Rempart,
30, ed il Sig. Aubry, Boul. des Italiens, 27, pregandoli di volere
aggradire a titolo di memoria oncie 100 di argento per ciascuno da
consegnarsi nello spazio di un anno a datare dal giorno della mia
morte.
Voglio
che dopo la mia morte e quella di mia moglie sia fondato a perpetuità
a Parigi, ed esclusivamente per i Francesi, due premi di tremila
franchi ciascuno per essere distribuiti annualmente, uno all'autore
d'una composizione di musica religiosa o lirica che dovrà
distinguersi principalmente per la melodia, tanto adesso negletta;
l'altro all'autore delle parole (prosa o verso) sulle quali devono
applicarsi la musica ed esservi perfettamente appropriata, osservando
le leggi della morale, della quale gli scrittori non tengono sempre
abbastanza conto. Queste produzioni saranno sottoposte all'esame
d'una commissione speciale presa nell'Accademia delle belle arti
dell'Istituto, la quale giudicherà chi avrà meritato il premio
detto ROSSINI, che sarà accordato in pubblica seduta dopo
l'esecuzione della composizione, sia nel locale dell'Istituto, sia
nel Conservatorio.
I
miei esecutori testamentari dovranno ottenere dal ministero
l'autorizzazione d'immobilizzare al 3 per cento un capitale
necessario per costruire una rendita annuale di sei mila franchi. Ho
desiderato di lasciare alla Francia, dalla quale ebbi una cosi
benevola accoglienza, questa testimonianza della mia gratitudine e
del desiderio di veder perfezionata un' arte alla quale ho consacrata
la mia vita.
Lascio
in elemosina allo Stabilimento di ricovero e dei derelitti a Bologna
venti scudi una volta tanto, ed altrettanto al Monte di Pietà
Lascio
al mio cameriere Antonio Scanavini che mi servì con esattezza e
fedeltà la somma mensile di lire cinquanta, sua vita durante, e
tutto il mio vecchio vestiario. Mi riservo il diritto di fare
aggiunte e modificazioni al presente testamento ed intendo che siano
eseguite letteralmente, e siano eseguite letteralmente, e siano
osservate come se fossero scritte nel presente atto. Annullo ogni
altro testamento.
Fatto,
scritto e sottoscritto di mia mano quest'oggi.
Parigi,
5 luglio 1858.
Codicillo
al suddetto
Questo
è il mio codicillo. Aggiungo ciò che segue alle disposizioni che ho
già fatte in favore della mia cara moglie, col mio testamento. Io le
trasmetto e lego tutti i miei diritti ed azioni sulla proprietà di
Passy, risultanti dal nostro contratto con la Città di Parigi: in
conseguenza tutto ciò che può e potrà venire sì a me che a quelli
che succederanno ne' miei diritti a qualunque titolo in seguito degli
acquisti di usufrutto, costruzioni, lavori, e qualsivoglia causa, e
qualsivoglia titolo che possa essere, apparterrà a mia moglie in
tutta proprietà; e se anche durante la nostra vita avessimo fatto
alla Città dio Parigi retrocessione del nostro usufrutto in virtù
delle disposizioni del contratto, mia moglie preleverà sulla mia
successione il prezzo che ne avrò ricevuto. Annullo le disposizioni
che ho fatto a favore di Antonio Scanavini, mio Cameriere, le quali
saranno senza effetto.
Parigi,
4 febbraio 1860.
Gioacchino
Antonio Rossini
Altri
codicilli al suddetto
Nel
mio Bureau
Montmorency a Parigi esiste un gran portafoglio in pelle nera
contenente tutti gli impegni e le scadenze semestrali con la Cassa
dei lavori di Parigi; ivi si trovano pure tutti i titoli dei miei
crediti e degli immobili in Italia, ed infine il mio testamento.
Nell'armadio
a specchi della mia camera a letto di Parigi esiste un gran libro in
cui sono registrati tutti i miei crediti formati a Parigi, e le
scadenze dei frutti relativi; esistono pure nello stesso armadio
lettere e ricevute importanti.
Nel
citato portafoglio di pelle nera si trova lo stato, in carta bleu,
di
mano del mio agente Gaetano Fabi (Bologna), nel quale si vede quali
sono i crediti rimborsati gli esistenti: dalle lettere del mio
mandatario Angelo Mignani ( Bologna) si scorge quindi quali sono i
ritardatari ed il perché! I conti delle somme ritirate e delle spese
trimestrali di Gaetano Fabi compiono l'opera
Il Sig. Possoz è a
giorno di tutto ciò che si riferisce alla Cassa dei lavori di
Parigi.
Il Sig. Bigottini è
pure al corrente delle mie obbligazioni sulle strade di ferro Orleans
e Lione (fusione).
Il Sig. Pillet-Will
è pure giorno di tutto ciò che concerne il debito pubblico del 3 e
del 4 ½ poiché egli possiede i titoli che mi appartengono.
Amo pure richiamare
che nel gran libro sopraricordato, e che si trova nell'armadio a
specchio della mia camera da letto in Parigi, è fatta creazione
della dote di mia moglie Olimpia, ricevuta a Bologna e che, inoltre,
ho scritto di mia mano quanto segue.
Io dichiaro con
queste linee (come se fosse per atto notarile) di donare tutte le mie
composizioni musicali inedite, tanto vocali che istrumentali,
congiuntamente a tutti i miei autografi, all'amatissima mia moglie
Olimpia in segno di affezione e di gratitudine. Dopo la mia morte
essa potrà farne l'uso che meglio le converrà.
Che questo sia in
codicillo.
Parigi,15 giugno
1865
Gioacchino
Rossini
Che si ritenga ciò
che segue come un codicillo del mio testamento
Io voglio che dopo
la mia morte il Comune di Pesaro (intendendosi con mia moglie
Olimpia) prenda possesso de' miei immobili e capitali impiegati in
Italia, alienandoli, se lo creda utile, e rinvestendoli nella sua
Provincia, pagandone, ben inteso, alla predetta mia moglie Olimpia,
vita sua natural durante, il frutto in ragione del cinque per cento:
mia moglie non avrà così alcun imbarazzo di amministrazione, ed il
Comune di Pesaro entrerà nel possesso di una parte del patrimonio
che gli ho conferito con mio testamento.
Io spero trovare in
tutto ciò piena adesione.
Parigi,1.° Gennaio
1866
Gioacchino
Rossini
Se le cose
sopradette avranno effetto, desidero che la mia buona Olimpia faccia
un regalo a' miei Impiegati ( che saranno esonerati dalla gestione
de' miei affari), G. Fabi ed A. Mignani.
G.
Rossini
Raccomandazione
importantissima che io faccio a mia moglie Olimpia
Riunendo
i pochi autografi rimastimi delle mie opere, è stato a me
impossibile ritrovare quello dell'opera Otello
da me composto in Napoli. - Questo autografo è stato semplicemente
smarrito? Ovvero è stato rubato in mia casa? Se si arriva a
scoprirne il detentore intendo che gli si faccia un processo, mentre
giuro e dichiaro non averlo mai dato ad alcuno, né di averlo
venduto. - Che se ne scuopra il ladro e lo si punisca.
Parigi 31 Decembre
1867
G.
Rossini
Il
testamento fu aperto il 18 novembre 1868
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