sabato 30 settembre 2023

Dalla Galleria dell'Accademia di Firenze alla Pinacoteca Nazionale di Siena: un 'deposito di lunga durata'

 La Madonna col Bambino in trono, un dipinto su tavola databile intorno al 1265-1270, attribuito a Guido da Siena e conservato alla Galleria dell'Accademia di Firenze, ha lasciato il museo fiorentino per andare alla Pinacoteca nazionale di Siena per ricomporre il trittico smembrato di Santa Chiara. La tavola conservata a Firenze, si spiega, costituiva in origine la parte centrale del trittico e va a ricongiungersi con i due laterali esterni raffiguranti le Stimmate di San Francesco, Santa Chiara respinge con la pisside i saraceni, Martirio di San Bartolomeo e Martirio di Santa Caterina d'Alessandria che la Pinacoteca di Siena possiede ed espone con l'attribuzione a Dietisalvi di Speme. L'operazione, definita "esemplare", nasce dalla collaborazione tra la Galleria e la Pinacoteca all'interno del progetto del Sistema museale nazionale del Mic.

"La Galleria dell'Accademia di Firenze - racconta il direttore Cecilie Hollberg - ha offerto alla Pinacoteca di Siena di accogliere in deposito di lunga durata la Madonna col Bambino in trono attribuito a Guido da Siena. Questa iniziativa consentirà di ricomporre le varie parti separate e darà l'avvio a uno studio più approfondito del trittico stesso. Sarà anche l'occasione di mostrare un'opera che, trovandosi negli uffici della Galleria, non era visibile al pubblico. Era proprio collocata nel mio di uffici e confesso che mi mancherà molto ma questa azione congiunta è molto importante per la ricostruzione di questo insieme pittorico nell'ottica di valorizzare il nostro patrimonio culturale".

La tavola era arrivata alle ex Gallerie fiorentine nel 1889 dalla Collezione Charles Murray, in seguito alle soppressioni ottocentesche; si presume che possa essere stata realizzata per il monastero di Santa Petronilla a Siena. L'ottimo stato di conservazione - è stata restaurata recentemente nel 2018 - ha consentito di movimentarla e trasportarla in sicurezza. Gli artisti Guido da Siena e Dietisalvi di Speme sono ritenuti tra i protagonisti della scuola pittorica senese della seconda metà del XIII secolo. Guido da Siena è stato considerato per lungo tempo il fondatore della scuola pittorica senese, precursore di Cimabue. (ANSA).

Dedica struggente a Silvio Berlusconi di Marta Fascina che però ancora non si decide di tornare a lavorare in Parlamento, nonostante che da anni percepisca un lauto - IMMERRITATOI - compenso statale


Dedica a Silvio Berlusconi

"Auguri a Te, leader indiscusso della politica italiana e mondiale, illuminato statista, lungimirante e straordinario imprenditore, campione nello sport, re della comunicazione, ma soprattutto uomo buono, generoso e giusto. Auguri a Te che sei entrato nei libri di storia. A Te che sei baluardo di democrazia e di libertà. A Te che sei un esempio di concretezza, pragmatismo, dinamismo, visione per le future generazioni. A Te che hai cambiato il modo di vedere ed interpretare il mondo. Auguri a Te che hai solo fatto del bene all’Italia ed agli Italiani. A Te che hai donato incondizionatamente amore, speranza, armonia e fiducia, Auguri a Te che ogni giorno scaldi ed illumini il mio cuore. Sono certa che, nel regno dei cieli, tu stia continuando a guardare il mondo con quel “sole in tasca” che ti ha sempre accompagnato, legato a quella vita che tanto amavi e che mai avresti voluto lasciare».

                                                                                                                                                                                             Marta Fascina

Rai 5. Questa settimana opere, recenti e non, dal Teatro Regio di Parma ( da La Repubblica)

 

Su Rai 5 il viaggio nei teatri italiani va “in scena” al Regio di Parma
Su Rai 5 il viaggio nei teatri italiani va “in scena” al Regio di Parma

È il teatro Regio di Parma il protagonista dello spazio che Rai Cultura dedica ai teatri italiani, in onda da lunedì 2 a venerdì 6 ottobre alle 10 su Rai 5.

Lunedì 2 ottobre va in onda uno dei maggiori capolavori di Vincenzo Bellini: Norma, nell'allestimento firmato da Roberto Andò.

Martedì 3 ottobre, si continua con Il barbiere di Siviglia di Rossini diretto da Maurizio Barbacini. Protagonisti sul palco Alfonso Antoniozzi, Leo Nucci, Anna Bonitatibus, Raul Gimenez, Gabriella Corsaro, Riccardo Zanellato, Paolo Barbacini.

Mercoledì 4 ottobre è la volta di Macbeth di Giuseppe Verdi nell'allestimento firmato da Daniele Abbado. Sul podio il direttore d'orchestra Philippe Auguin. Protagonisti sul palco specialisti del repertorio verdiano come Luca Salsi (Macbeth) Michele Pertusi (Banco) Anna Pirozzi (Lady Macbeth) e Antonio Poli (Macduff).

Giovedì 5 ottobre si prosegue con Rigoletto di Verdi nello storico allestimento del 1965 firmato da Filippo Crivelli con la direzione musicale di Luciano Rosada.

A seguire la puntata di Prima della Prima ci porta a Parma per raccontarci l'edizione 2018 del Festival Verdi, che invade la città e la vicina Busseto. Tra le produzioni, le Trouveur con la regia di Bob Wilson al magnifico Teatro Farnese e Macbeth, nell' allestimento di Daniele Abbado e con Philippe Auguin direttore.

Conclude la settimana, venerdì 6 ottobre, Simon Boccanegra di Verdi nello storico allestimento del 1965 firmato da Filippo Crivelli con la direzione musicale di Alberto Erede. A seguire la puntata di Prima della Prima dietro le quinte del Teatro Regio di Parma per Un Ballo in maschera di Giuseppe Verdi.

'Raffa in the Sky' praticamente non l'ha visto nessuno in tv

 Il responso dell'Auditel è impietoso:  53.000 telespettatori, share dello 0,3%. Tolti i parenti, ma nemmeno tutti, degli artefici della grande novità commissionata dal Teatro Donizetti di Bergamo, in occasione dell'anno di Bergamo e Brescia 'capitali italiane della cultura' su Rai 5 nessuno ha visto l'opera dedicata a Raffaella Carrà e che si è rivelata una specie di 'sola' o minestra insapore.

Tanto che noi che detestiamo le canzonette, tutte  (anche se  come recita una di esse  'non solo solo canzonette') abbiamo dovuto ammettere che quelle di Raffa, alle quali il furbo compositore non ha giustamente rinunciato, erano la cosa migliore della cosiddetta opera 'contemporanea' che avrebbe dovuto indicare la strada per far rinascere il melodramma che è avvitato su se stesso, con il grande repertorio - come hanno spesso farneticato in tempi recenti registi e critici, autopromossi librettisti.

 La figura di Raffa avrebbe dovuto calamitare il pubblico. Ma così' non è stato, in tv, anche se  Silvia Calandrelli, eterna direttrice di Rai Cultura, avrebbe comunque buon gioco nel rispondere ad eventuali ma giuste  accuse. 'Si trattava di una 'icona'- come darle torto? 

 Al prossimo giro faccia più attenzione. Non basta l'argomento per sancire la bontà di un'operazione. Troppo spesso si è caduti in questo equivoco. Nel melodramma occorre, oltre la storia, un libretto - mediocre il nostro e la musica, che non può essere solo frutto di furbizia, come quella di Raffa. 

 E il pubblico televisivo bocciò. 

'Raffa in the Sky' che cosa è?

 Dobbiamo premettere e confessare che ieri sera  ci siamo dimenticati, involontariamente perchè avremmo desiderato vederla ed ascoltarla dall'inizio alla fine, della 'prima' anche televisiva della nuova 'opera lirica'- così l'hanno definita  gli autori -  che ha come protagonista Raffaella Carrà, icona (termine e relativi aggettivi che almeno una volta si ascoltano in qualunque trasmissione televisiva, anche se fuori luogo) dell'Italia degli ultimi decenni del secolo scorso. La ripresa televisiva non poteva mancare per Raffaella; con qualunque altro personaggio pur famoso, quest'opera contemporanea non avrebbe goduto di tanta risonanza.

 A sostenere la tesi non c'era Umberto Eco- come accaduto per Mike Buongiorno - ma un professore di 'cultura contemporanea' all'Università di Bergamo - 'capitale' (della cultura) dove è atterrata Raffaella Carrà, scendendo dal pianeta 'Arkadia' per portare l'arte e la leggerezza agli uomini - intervistato durante l'intervallo dell'opera, fra il primo e secondo atto.

 'Atto', 'parte', o 'puntata', nello stile e linguaggio tv? Opera o fiction?

 Non siamo ansiosi di vedere,  su RaiPlay, anche la prima parte. Ne facciamo volentieri a meno, perchè l'idea che ci siamo fatti, dalla sola  seconda parte, del progetto nato dalla vulcanica testa di Francesco Micheli, divenuta libretto e poi musica, può essere estesa anche alla parte non vista.

 Molta tv, poca opera in Raffa in the Sky, costruita su un canovaccio che inventa di sana pianta situazioni per materializzare le varie trasmissione della Raffaella nazionale. Libretto scialbo (forse anche sciatto); musica  che attinge dovunque - come ha sottolineato anche il direttore Carlo Boccadoro - senza nessun criterio  di selezione. E alla fine, vogliamo dirlo, noi che non amiamo le canzonette - non le amiamo in nessun modo e non capiamo perchè in tv vanno tanto - abbiamo apprezzato quelle di Raffa, parole e musica,  di gran lunga migliori di tutto il resto.

 Infine un appunto drammaturgico, senza che venga considerato come un giudizio definitivo.

La cosiddetta 'opera' contemporanea poteva, anzi doveva terminare con la celeberrima 'come è bello far l'amore ...'. Invece si è deciso di apporre anche una morale finale, dopo la travolgente (?) canzonetta, corale con tutti gli attori, anche quelli che abitavano Arkadia.  Raffa vestita d'oro inneggia alla leggerezza, con un inutile parlato, su un 'tappeto' musicale - come  vengono chiamati in tv i sottofondi,  quasi sempre molesti.

 Per spiegarci meglio, ricorriamo al vecchio e sempre modernissimo e contemporaneo  Don Giovanni mozartiano. Nessun paragone, sarebbe una bestemmia!

 L'opera drammaturgicamente finisce con il seduttore sprofondato all' inferno. Solo, in ossequio alle convenzioni dell'epoca,  Mozart vi compose anche il finale, facendo la morale; musica sublime e basta.   

Empoli. IL Rotary finanzia il restauro dei celebri arazzi delle 'Quattro stagioni' di Villa Medicea a Cerreto Guidi

 Sono vere e proprie opere d’arte composte da sottilissimi fili di lana, seta e argento. Intrecci organizzati su trama e realizzati da due abili arazzieri della corte medicea: Pietro Févère e Pietro Van Asselt. Gli arazzi delle quattro stagioni, che già oggi impreziosiscono il museo della Villa Medicea di Cerreto Guidi, dichiarata Patrimonio Unesco dell’Umanità nel 2013, torneranno a nuova vita. Il progetto di restauro sarà finanziato dal Rotary Club Empoli su proposta del socio e architetto Paolo Tinghi, che ha illustrato il service nel dettaglio in occasione della Conviviale del Club nei locali della Cucina Sant’Andrea a Empoli. La manutenzione straordinaria, sollecitata e condivisa dal direttore della Villa Medicea Marco Mozzo, dal presidente dell’Associazione Amici della Villa Medicea Andrea Vanni Desideri e dal funzionario storico dell’arte e curatrice della Villa Giulia Coco è stato accolto con grande entusiasmo dal presidente del Rotary Club Empoli Andrea Cantini e dai membri del suo consiglio direttivo.

Il lavoro verrà eseguito in loco da una ditta fiorentina specializzata in restauri tessili. Una volta terminato l’intervento di recupero, tra pochi mesi, i quattro arazzi saranno nuovamente godibili in tutto il loro splendore. "Si tratta di manufatti artistici di grande valore risalenti agli anni Trenta del XVII secolo – ha spiegato Tinghi – Fanno parte di un unico ciclo narrativo, hanno uno stile proprio e omogeneo. Appartengono ad un’unica commissione di sei panni: le quattro stagioni, appunto, insieme ad altri due arazzi oggi conservati a Palazzo Pitti". Il cartonista è un pittore misconosciuto, Michelangelo Cinganelli, Giovanni Stradano invece è autore dei disegni e del progetto.

Salvini oggetto di minacce di morte. DA CONDANNARE. ( da Il Giornale, di Francesca Galici) - Ma il ministro usi toni meno aggressivi, insultanti, talvolta quasi minacciosi

 Il ministro Matteo Salvini è da anni bersaglio di attacchi ma, soprattutto, minacce figlie del clima d'odio alimentato da una certa parte politica arruffapopoli, che fomenta gli animi della popolazione. "Vergognose e inaccettabili le ennesime minacce di morte rivolte a Matteo Salvini, da troppo tempo bersaglio di insulti e diffamazioni. Ci aspettiamo una ferma condanna di questa nuova violenza verbale da parte di tutte le forze politiche e un atto di responsabilità da parte di chi, anche tra i commentatori o gli oppositori, si sente libero di poter passare il segno con vergognosi attacchi personali alzando il tiro dello scontro", si legge in una nota dei capigruppo di Camera e Senato della Lega Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo.

Non stupisce che, tra i tanti messaggi di solidarietà giunti al vicepremier, non ce ne sia nemmeno uno delle opposizioni. Da sinistra, evidentemente, non ritengono così gravi le minacce di morte subite da anni da Salvini, che oltre a essere un leader politico e, quindi, un avversario nello scacchiere parlamentare, è prima di tutto un padre. Giorgia Meloni ha dichiarato: "Sicura che non si lascerà intimidire da tutto ciò e che continuerà, come suo solito, a dare il massimo per l'Italia con determinazione e coraggio".

Al segretario della Lega sono arrivati i messaggi del presidente del Senato, Ignazio La Russa, e da quello della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana, dagli esponenti dell'esecutivo ma anche dai parlamentari dell'arco di maggioranza. "A nome mio e dei senatori di Forza Italia esprimo vicinanza e totale solidarietà al vicepremier Matteo Salvini, bersaglio di minacce ignobili. Conoscendolo, sono certa non solo che non si farà intimidire, ma che proseguirà il suo impegno con maggiore forza e determinazione", ha dichiarato in una nota il presidente dei senatori di Forza Italia, Licia Ronzulli.

"Condanno fermamente le gravi minacce di morte indirizzate al senatore e vicepremier Matteo Salvini. A lui giunga la mia sincera vicinanza", fa sapere Ignazio La Russa. "Esprimo solidarietà al vicepremier Matteo Salvini per le gravi minacce ricevute. Atti del genere vanno condannati senza ambiguità. Sono certo che il ministro Salvini non si lascerà condizionare da simili intimidazioni e continuerà a lavorare nell'interesse della Nazione", afferma in una nota il ministro dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. "Esprimo tutta la mia solidarietà e vicinanza al ministro e vicepremier Matteo Salvini per le gravi minacce ricevute. Condanniamo con fermezza questi episodi, certa che non influenzeranno minimamente l'operato del ministro Salvini", è il messaggio di Daniela Santanchè.

venerdì 29 settembre 2023

Medicina. Borse di studio per specializzazione 'da fame'. perciò lasciano

 Federica Bennardo è la laureata in Medicina, che ha deciso di rinunciare alla specializzazione per tornare a lavorare, perché «i 1600 euro della borsa di studio sono troppo pochi ed è impossibile mantenersi a Milano». Il caso della giovane, scesa in piazza a Roma con i colleghi per chiedere più diritti, ha fatto molto discutere. In molti le hanno dato ragione, ma c'è anche chi non ha capito la sua protesta. Tra questi anche la ginecologa Monica Calcagni, celebre sui social, che ha bacchettato la giovane aspirante dottoressa: «La specializzazione si fa per imparare la professione, non per i soldi».

Federica lascia la specializzazione in Medicina e torna a lavorare: «La borsa di studio da 1.600 euro non mi basta»

Cosa ha detto la ginecologa

La ginecologa Monica Calcagni, che su Instagram ha oltre 300mila follower, ha commentato con un lungo post la vicenda di Federica Bennardo. «Ho studiato da fuori sede a Roma (altra città molto cara) anche io e in specializzazione prendevo una borsa di studio di 900 euro mensili - le parole della ginecologa - Per arrotondare facevo le sostituzioni di medicina generale, mi alzavo presto e andavo a fare i prelievi, facevo il medico alle manifestazioni sportive e ho lavorato in ambulanza, le mie vacanze erano come medico in villaggi turistici o centri estivi. Tutto per 5 anni pur di studiare!», incalza la dottoressa.

«In media dormivo 4 ore a notte (quando non avevo il turno di notte). Per giorni interi non tornavo a casa tra turni in ospedale e lavoretti extra - continua - E non sono l'unica ad averlo fatto! Se la collega rinuncia alla specializzazione forse non è così convinta. Con la libera professione si guadagna di più ma io volevo fare la ginecologa e mi sono sacrificata per questo! Oggi i colleghi in specializzazione hanno un trattamento economico che noi sognavamo... lavoravamo in ospedale come specializzandi anche 60 ore settimanali ma lo facevamo per imparare la professione e non per i soldi!», ha concluso.

La risposta

Federica Bennardo ha risposto alle tante critiche arrivate per la sua protesta, spiegando che il suo obiettivo è che vengano adeguate le borse di studio dei medici specializzandi a quelle dei colleghi europei. L'Italia, secondo alcune recenti ricerche, fornisce in Europa borse di studio poco competitive rispetto a Paesi come Svizzera, Olanda, Regno Unito, Germania e Francia. In Svizzera gli specializzandi posso guadagnare anche 102mila euro l'anno. In Italia, invece, non si superano i 22.700 euro.

Orchestra sinfonica di Milano. Concerto inaugurale di stagione con il violinista Gibboni. Gli unici FESSI che l'hanno invitato in Italia . Tutti gli altri hanno da badare ai C...loro

 Čajkovskij scrisse il suo unico Concerto per violino e orchestra nei mesi di marzo e aprile del 1878; e si trattò dell'ultima composizione di rilievo prima di una lunga e sofferta crisi creativa. Il compositore, trentottenne, era reduce dal grande sforzo produttivo di due capolavori, la Quarta sinfonia ed  Evgenij Onegin, che avevano visto la luce l'anno precedente. Ma il 1877 era stato anche l'anno nel quale si erano verificati due eventi destinati a modificare il corso della sua vita: il breve e disastroso matrimonio, e la concessione disinteressata di una rendita annuale da parte della mecenate Nadezda von Meck.

 

Fino a domenica 1 ottobre, in occasione del primo concerto della nuova Stagione, un intenso programma ti aspetta in Auditorium, dove l’emozionante Concerto per violino e orchestra in Re maggiore op. 35 di Čajkovskij è affiancato alla Sinfonia n. 5 in Re minore op. 47 di Šostakovič.

 

Sul palco due giovani talenti della musica: il violino di Giuseppe Gibboni e il direttore Joel Sandelson!

Giorgia Meloni, quando il calmiere per gli affitti agli studenti fuorisede? Manifestazioni in tutta Italia

Il caro affitti – spiega Giovanni Viglione, studente di biologia a Unimore e consigliere nazionale per l’Unione degli universitari Udu – non è certo l’unico problema che nelle città sedi dell’università noi studenti riscontriamo. Modena e Reggio non sono esenti: qui si è fortunati se si trova una stanza a 350-400 euro, poi occorre aggiungere i costi della vita, le bollette, le tasse universitarie. Ma come fa una famiglia normale?". Giovanni ieri era con numerosi altri studenti in via Vivarelli, nel prato antistante il dipartimento di Ingegneria e Tecnopolo: qui i ragazzi montavano un paio di tende ed esibivano cartelli di protesta contro le cifre ormai impazzite per un posto letto. Ma non solo, gli studenti chiedono si arrivi a una vera e propria città universitaria, con servizi disponibili e all’altezza degli annunci: "Vorrei un futuro qui", "senza casa vuol dire senza futuro", "Vorrei un futuro trasporto notturno" recitavano gli striscioni che elencavano i problemi da loro riscontrati. "I problemi persistono anzi si allargano – termina Viglione – perché l’inflazione è sempre lì e quindi, certo non solo a Modena, cresce il disagio".

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Ieri a Ingegneria gli studenti si sono così ritrovati con le tende – simbolo della mancanza di alloggi a prezzi adeguati a tanti fuorisede – per un sit-in di protesta che si è svolto in contemporanea in tutta Italia, da Torino e Milano, a Roma, Palermo e numerose altre realtà della penisola. "Per quanto riguarda Modena – spiega Alessandro Bruscella, coordinatore di Udu a Unimore – c’è un percorso in atto con università e Comune per i cantieri degli studentati a Sant’Eufemia, in via Bonacorsa, alle ex fonderie Corni. Queste sono però soluzioni a medio-lungo termine mentre il disagio per noi è forte oggi, così la protesta non la facciamo più solo per il caro affitti. Con lo slogan ‘Vorrei un futuro qui’ vogliamo fare presente che i costi di un fuorisede sono circa 12mila euro l’anno, la stessa cifra necessaria per studiare da privati. In questo modo non si segue la Costituzione che parla di diritto allo studio a ogni grado di istruzione anche per chi non ha mezzi".


Roma. Piazza Colonna liberata dalle transenne e riaperta al pubblico. Giorgia Meloni l'ha fatta liberare anche dallae autoblu?

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Rendere di nuovo Piazza Colonna aperta a cittadini romani e turisti di tutto il mondo era - a quanto si apprende - l'intendimento che animava Giorgia Meloni dall'insediamento a Palazzo Chigi. L'eliminazione delle transenne, viene spiegato, concretizza il desiderio della premier di restituire a visitatori e passanti uno degli scenari più amati e fotografati di Roma, con la Colonna di Marco Aurelio e i palazzi storici che vi si affacciano, tra cui la sede del governo. La riapertura, viene sottolineato, "assume un valore simbolico e reale di avvicinamento dei 'palazzi' della politica alle persone comuni". (ANSA).

Lampedusa. Dopo 8 giorni di stop, nuovo sbarco

 Diciassette tunisini sono sbarcati al molo Favarolo di Lampedusa dopo che il barchino sul quale viaggiavano è stato agganciato dalla motovedetta della guardia di finanza. E' il primo sbarco sull'isola dopo 8 giorni di stop alle traversate a causa del mare agitato.

Il gruppetto, dopo il triage sanitario direttamente al molo, verrà portato all'hotspot di contrada Imbriacola che è vuoto da circa 3 giorni. (ANSA).

Dirigenti ANCI strapagati. Ma non sono i soli privilegiati in Italia Perchè uno che può decidere il proprio stipendio deve darselo basso? Mica scemo (TGCOM 24)

 L'inviato di "Fuori dal Coro" fa luce sull'inchiesta degli stipendi d'oro che coinvolge i dirigenti Anci, l'Associazione Nazionale Comuni Italiani, il cui guadagno annuo ammonta a circa 282mila euro contro i 179 mila euro del Presidente della Repubblica. "Sono questi gli stipendi, le assicuro che si tratta di un lavoro molto complicato" ha commentato Veronica Nicotra, segretario generale dell'Anci.

   

"Non potete paragonare il mio lavoro con quello di un sindaco, facciamo un lavoro completamente diverso. Non faccio un'ora di ferie in 365 giorni mi creda" ha proseguito Veronica Nicotra il cui stipendio base è di circa 208.600 euro alle quali vengono aggiunti 25mila euro di premio produzione e 24mila euro di indennità annua, più 25mila euro dati una tantum per un totale di 282mila euro annui.

 

Al secondo posto degli strapagati Anci c'è Patrizia Minnelli, fedelissima segreteria dell'ex presidente dell'associazione ed ex sindaco di Catania, Enzo Bianco. Minnelli oggi è capo dell'area marketing e cura le relazioni esterne dell'associazione. "Questa è violazione della privacy, se volete parlare con me prendete appuntamento con l'ufficio stampa" ha commentato la Minnelli il cui stipendio base è di 168.500 euro che, grazie al premio produzione di 71.500 euro e i 25mila euro dati una tantum, schizza a ben 265mila euro l'anno.

 

Altro dirigente Anci finito sotto inchiesta è Angelo Righetti, ex deputato del PD ed ex sottosegretario alla presidenza del consiglio sotto il Governo Renzi - Gentiloni. "Vi assicuro che il mio stipendio è giusto, sono un dirigente autonomo e tecnicamente valido" ha commentato Righetti il cui stipendio è di 228.600 euro l'anno.