L'ultimo colpo di scena da parte di Matteo Salvini arriva durante il voto finale in Parlamento per il decreto sicurezza. Il vicepremier annuncia che il governo italiano non firmerà il Global compact for Migration, documento intergovernativo per la gestione dei flussi migratori che tra due settimane dovrebbe essere firmato a Marrakech dagli Stati ONU.
L'italia dunque diserterà la conferenza in Marocco: una scelta che porta i giallo-verdi su un terreno scivoloso, dal momento che - oltre a non trattarsi di un'iniziativa legalmente vincolante per gli Stati membri - il testo dell'intesa sembrerebbe in larga misura affine al programma formalmente adottato dal Governo Conte.
Tra i 23 punti del Global Compat infatti, oltre ad alcune linee guida per ridurre i rischi individuali legati ai percorsi di migrazione, ampio spazio è dedicato al miglioramento delle condizioni di vita negli stati d'origine, in modo da disincentivare le partenze: si tratta, in altre parole, della messa in opera di quell'"aiutiamoli a casa loro" che per Salvini è divenuto un cavallo di battaglia.
È lo stesso Premier - che lo scorso settembre aveva promesso il sostegno al patto all'Assemblea generale ONU - a ribadire poco dopo in un comunicato come l'iniziativa sia "compatibile all'azione di governo", ma "ponendo temi e questioni diffusamente sentiti anche dai cittadini, riteniamo opportuno parlamentarizzare il dibattito e rimettere le scelte definitive all'esito di tale discussione".
La palla dunque torna al Parlamento, dove la polemica è istantanea: Pd e Leu accusano Salvini di essere ormai il vero capo dell'esecutivo gialloverde, ma il vicepremier restituisce al mittente, tacciando il centro-sinistra di incoerenza. "State lamentando da ore il fatto che il governo tolga spazio d'espressione, di giudizio, di discussione, di dialogo e di partecipazione al parlamento" sottolinea il vicepremier. "Ora, il governo cosa fa? Su una scelta così importante, stiamo facendo esattamente come la Svizzera, che il Global Compact lo ha promosso fino a ieri, dopodiché ha fatto una scelta di democrazia totale, assoluta e trasparente, dicendo 'non andremo a Marrakech'".
"Bene - ha chiosato Salvini - anche il governo italiano non ci andrà, e non firmerà nulla perché il dibattito è così importante che non può essere una scelta esclusiva del Governo, ma deve essere discussa in Parlamento".
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