domenica 31 maggio 2020

Il Coronavirus non esiste più. Prof. Zangrillo ci sta raccontando una favola?

"Il virus dal punto di vista clinico non esiste più". Lo dice il professore Alberto Zangrillo, direttore di Terapia Intensiva al San Raffaele di Milano, in relazione all'evoluzione del coronavirus. 

"Tale tesi è stata espressa da più esperti, come il professor Clementi e il professor Silvestri: i tamponi eseguiti negli ultimi dieci giorni hanno risultati con una carica virale infinitesimale rispetto ai tamponi eseguiti sui pazienti un mese fa", spiega.

Al Bano, ci sono problemi più gravi e per molti altri ( da Cover Media)

Lockdown deleterio per tutti, anche per Al Bano Carrisi. Senza concerti in giro per il mondo, senza serate e con il suo ristorante e il suo albergo chiusi l’artista sta attraversando un momento complicato sul lavoro.

Ho solo uscite, nessuna entrata: limando qua e là, con le dovute accortezze, resisto al massimo un anno», ha ammesso.

Nonostante la Fase 2 l’ex di Romina Power ha deciso di non aprire i locali nella sua tenuta di Cellino San Marco.


«Chiuso l’albergo, chiuso il ristorante. Le hai lette tutte le norme per riaprire? La spesa non vale l’impresa e poi finirebbe per assomigliare tutto a un ospedale. E un ristorante non può sembrare un ospedale», ha spiegato.

Intanto in questi mesi il 77enne è dimagrito: ha perso ben quattro chili.

Al Bano ha approfittato della vita casalinga per seguire un regime alimentare decisamente più sano. 

Nel menu settimanale dell’interprete tanta verdura del suo orto, pesce e frutta. Solo una volta ogni sette giorni la pasta e ogni tanto un buon bicchiere di vino. Va decisamente meglio sul fronte privato: Al Bano è tornato nell'ultimo periodo tra le braccia di Loredana Lecciso.

La valigetta di accordatore di Angelo Fabbrini è vuota di attrezzi e piena zeppa di ricordi

Quando abbiamo letto dell'uscita, all'inizio di febbraio, di un libretto di memorie, e autobiografico, di Angelo Fabbrini  'raccontate' a  Pietro Marincola, suo collaboratore, e con un intervista allo stesso da parte di una pianista fiorentina, Valentina Pagni, che aveva prima letto le bozze del libro, a mò di introduzione, il nostro pensiero è andato immediatamente - e come poteva non andare? - a otto anni fa, quando a Pesaro, intervistammo a lungo Fabbrini e pubblicammo ciò che ci disse in quattro puntate, nel 2012, sul bimestrale Music@,  da noi diretto ed edito dal Conservatorio dell'Aquila.  In quella nostra intervista c'era già buona parte del presente libretto, soprattutto riguardo a Benedetti Michelangeli.

Essere riusciti a strappare a Fabbrini qualche segreto del suo lavoro di 'mago del pianoforte' e alcuni ricordi fra i tanti di grandi pianisti al cui  fianco ha lavorato per anni - il caso più emblematico era quello di Arturo Benedetti Michelangeli, impenetrabile ad altri ma non ad 'Angelo' - lo considerammo una nostra sudata vittoria, dopo che  da sempre gli avevamo chiesto di farlo, fin dagli anni di Piano Time, senza riuscirci.

Invece quella volta accettò di rispondere alle nostre domande, dettate nella gran parte dai nostri interessi di cronista musicale e dalla destinazione della rivista: soprattutto i conservatori di musica, dove le cattedre di pianoforte  costituivano le classi prevalenti.

Qualcosa ci disse sul suo lavoro, anche se in verità non molto di esso è possibile  e facile spiegare; ma poi a lungo ci raccontò chi era Benedetti Michelangeli , 'visto da vicino';ma, nonostante le nostre insistenza, non ci fece vedere i tanti bigliettini che era solito lasciargli per indicare ciò che voleva dal pianoforte, cioè da Fabbrini, alla vigilia di un concerto. Si trattava di una  curiosità, non così rilevante, ma comunque indicativa della personalità del pianista.

Appena abbiamo avuto notizia del libretto di memorie,  lo abbiamo letto,  ma poi siamo andati a rileggerci anche quella lunga nostra intervista  uscita su Music@. E con grande sorpresa  abbiamo dovuto constatare che  in parecchi passaggi il libro e la nostra intervista combaciavano alla lettera. Il che ci ha convinti che il fidato collaboratore di Fabbrini, e cioè Pietro Marincola a quella nostra intervista avesse attinto, per la stesura del libro. Altrimenti  vorrebbe dire che Fabbrini conosceva a memoria la sua parte e l'ha ripetuta pari pari prima a noi e poi al suo recente  raccontatore. 

Ora il grande limite di questo libretto è l'assenza di un filtro fra l'estensore e il parlatore. Marincola, cioè, non ha mai fatto a capire a Fabbrini quali delle sue confessioni e ricordi sarebbero risultate interessanti  per il lettore e quali assolutamente no. Lui ha avuto la stessa funzione di un registratore senza filtri.

Alla fine del racconto - tolta l'intervista messa all'inizio, e il capitoletto finale: 'alla ricerca di un pianoforte smarrito '  - uno strumento la cui 'voce' lo aveva colpito e che non gli rea riuscito di ritrovare e ricomprare - grandi novità nelle attuali confessioni di Fabbrini non ne abbiamo rilevate.  Questo vale per noi, mentre non siamo sicuri  che possa valere per molti  pianisti e studenti di pianoforte. 
Per loro sarà come sedersi davanti al camino con Fabbrini e domandargli: ci racconti di quel pianista... e di quella volta che... di quale strumento preferiva  il tale o il talaltro... e delle manie di questo o quello.

Angelo Fabbrini. La valigetta dell'accordatore. La ricerca del suono perduto. Passigli editore. Pagg. 159. 18,00 Euro

N.B.
 Chi avesse voglia di leggere quella lunga intervista diluita in quattro uscite sul bimestrale Music@ edito dal Conservatorio 'Casella' dell'Aquila, dal n. 28 - maggio giugno 2012, al n.31-gennaio-febbraio 2013, può andare sul sito del Conservatorio, cliccare sull'icona della rivista Musica+ (sorellastra brutta di Music@) e poi cliccare sull'archivio di Music@, che troverà indicato in basso a sinistra alla fine della collezione della 'sorellastra' e sfogliare i numeri in oggetto.

Oggi ti dico quello che sarà DOMANI ( quotidiano)

'Domani', il nuovo quotidiano di Carlo De Benedetti in edicola da settembre



Il direttore Stefano Feltri: «Non tiferà, ma non sarà neutrale» sarà «fondato su inchieste, analisi e idee. Avrà una redazione giovane e competente, un azionista forte che ha preso l'impegno a trasferirne il controllo a una Fondazione». Il presidente del Cda editoriale di Domani spa, Luigi Zanda: «In democrazia quando nasce un nuovo giornale si fa sempre festa».
Il tweet con cui il direttore @StefanoFeltri annuncia l'arrivo del nuovo giornale
Un progetto «indipendente, nel senso più profondo e non negoziabile del termine, che vuole dar voce a chi non si sente rappresentato, dalla parte di chi, nel contesto sociale, ha meno e con l'occhio critico nei confronti di tutti i poteri». Si presenta così Domani, nuovo quotidiano nazionale voluto da Carlo De Benedetti, direttore Stefano Feltri, che  sottolinea: «Domani non tiferà per nessuno, ma non ha alcuna pretesa di essere neutrale».

Un giornale, mette in evidenza una nota della proprietà, «che nasce come volontà di espressione del libero pensiero, non soggetto ad alcun possibile condizionamento di parte, sia essa politica o economica». Dopo una fase di start-up, si legge nella nota, Domani sarà ceduto alla Fondazione DOMANI che garantirà così sostenibilità e totale indipendenza anche nel lungo periodo.

Il nome, viene fatto notare, indica l'idea di un «giornale proiettato verso il futuro, fin dal nome: un direttore giovane, che ha già dimostrato di essere giornalista di grande qualità, Stefano Feltri, insieme ad una squadra di giornalisti non convenzionali, giovani e preparati, che non provengono dal tradizionale giornalismo, determinati a parlare ad un pubblico interessato all'attualità e con una spiccata sensibilità civica. Un pubblico Interessato alla politica, ma non alla rissa politica».

L'ambizione «è di essere la risposta a una crisi di sistema del giornalismo italiano che sembra incapace di tenere insieme informazione di qualità e sostenibilità economica. Sarà il primo giornale "tradizionale" a nascere in una versione pienamente integrata tra carta e web». Un giornale «che saprà interpretare, aggregare e sostenere le spinte per una Italia diversa e migliore, sia per chi sta in Italia sia per chi vive lontano. Evocherà speranza, futuro ma anche determinazione e serietà. Un giornale che saprà creare una comunità di persone che si riconoscono in valori precisi e condivisi».

Il direttore Feltri sottolinea che Domani sarà «un giornale fondato su inchieste, analisi e idee. Avrà una redazione giovane e competente, un azionista forte che ha preso l'impegno ad avviare il giornale e a trasferirne il controllo a una Fondazione così da renderlo indipendente e sostenibile, al riparo da pressioni e condizionamenti». DOMANI, prosegue Feltri, «non tiferà per nessuno, ma non ha alcuna pretesa di essere neutrale. In questa fase difficile, tutti vogliamo rendere il Paese un po' migliore di com'era prima. Il contributo che noi giornalisti possiamo dare è offrire una informazione affidabile, onesta e rigorosa. Mai come nella pandemia è stato evidente quanto danno può fare un giornalismo che riduce perfino la scienza a baruffa politica. Vogliamo costruire questo giornale con i nostri lettori, che potranno seguire la nascita di DOMANI con una newsletter che racconterà tutto minuto per minuto, farci proposte, raccontare le loro storie. A breve, con i nostri primi abbonati e i primi collaboratori, discuteremo le inchieste da pubblicare in autunno».

Presidente del Cda editoriale di Domani spa è Luigi Zanda, che sottolinea: «In democrazia quando nasce un nuovo giornale si fa sempre festa. La festa è ancora maggiore quando il nuovo giornale nasce per riflettere su quel che accadrà Domani, per alimentare il dibattito sul futuro del Paese e dell'Europa, con  l'ambizione di occuparsi non solo del presente ma anche dell'avvenire. DOMANI è un nuovo giornale che nasce per informare, ma ancor di più per interpretare le notizie, per approfondirle, per valutarne le conseguenze, per metterle in relazione tra loro, per fare quelle analisi e quelle valutazioni indispensabili per dare senso e prospettiva a quel che accade. DOMANI è un nuovo giornale, ma è anche un giornale nuovo». (ANSA)

 @fnsisocial

sabato 30 maggio 2020

L'Arena Sferisterio di Macerata conferma il programma estivo, ed offre il suo spazio anche ad altre manifestazioni programmate in regione ma prive di spazi compatibili con l'emergenza pandemia

Macerata Opera Festival, una delle poche manifestazioni dal vivo confermate, sia pure in forma riadattata, si apre al territorio e 'accoglie', dal 18 luglio al 9 agosto allo Sferisterio, accanto alla rituale stagione lirica e di balletto (Don Giovanni in forma scenica, Trovatore in forma di concerto e la compagnia di nouveau cirque Meraviglia), alcune collaborazioni con eventi musicali, rassegne e festival bloccati dalla pandemia. Tra questi il Montelago Celtic Festival, punto di riferimento per migliaia di cultori sulla piana di Colfiorito, l'appuntamento musicale di Enrico Melozzi 'Ma C'era Tanta Voglia di Musica', una serata con Gino Paoli e Danilo Rea e Musicultura con un concerto di Simone Cristicchi. Lo ha annunciato il sovrintendente Luciano Messi, "nel segno della sicurezza di pubblico, tecnici e artisti, della sostenibilità economica e della qualità". Torna Palco Reverse: artisti e pubblico insieme sul palcoscenico per tre appuntamenti con Massimiliano Finazzer Flory, Laura Morante, Michela Murgia. (ANSA).

L'utlimo giorno di scuola è consentito che gli studenti si incontrino 'in sicurezza'. I problemi seri verranno alla ripresa, a settembre, che il Governo vede ancora troppo lontana per occuparsene fin d'ora. Errore gravissimo!

Una bella notizia per l’ultimo giorno di scuola, ma anche una più allarmante in previsione dell’ipotetico rientro in classe degli studenti a settembre. La prima l’ha data la viceministra all’Istruzione Anna Ascani, che ha annunciato il via libera del Comitato Tecnico Scientifico agli incontri tra studenti e docenti per salutarsi per un ultimo giorno di ‘scuola’, “purché siano all’aperto e nel pieno rispetto dei divieti di assembramento e delle regole di distanziamento e di protezione individuale”. (ma questo CTS che fa ogni giorno cambia parere, basta che un ministro o un viceministrio insista? ndr). Più preoccupante invece le proiezioni fatte dal presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, secondo il quale sarà “impossibile riaprire in sicurezza”, almeno se non ci saranno “risorse certe, libertà di gestione e responsabilità sostenibili”.


Tornando all’incontro studenti-prof per l’ultimo giorno di scuola, Ascani si è augurata che queste iniziative “vengano organizzate, in piena sicurezza, anche oltre la data prevista per la fine delle lezioni, come si sta facendo in diversi comuni. È una piccola cosa - ha sottolineato - ma può servire agli studenti a chiudere più serenamente un anno che dal punto di vista delle relazioni è rimasto sospeso. Questo vale soprattutto per i bambini e i ragazzi che cambieranno scuola, compagni e insegnanti, passando dalla scuola dell’infanzia alla primaria, dalla quinta elementare alla prima media o dalla terza media al primo superiore. E per quelli che concluderanno il percorso scolastico con l’Esame di Stato”. “Naturalmente - ha aggiunto l’esponente di Viale Trastevere - l’impegno più importante, quello su cui non si può sbagliare, è la riapertura della scuola a settembre. E ogni nostro sforzo resta concentrato su questo fondamentale obiettivo, affinché tutti possano tornare a scuola in presenza e in sicurezza”.

Proprio la riapertura della scuola viene vista con molta preoccupazione dai Presidi, come conferma Giannelli che punta l’indice sul Ministero affinché vengano risolti “con urgenza alcuni annosi problemi, resi più evidenti dallo stress-test causato dalla pandemia”. Problemi che sono riconducibili soprattutto all’edilizia scolastica, con edifici troppo spesso inadeguati e sottodimensionati rispetti alla reale popolazione scolastica con classi di circa 30 alunni, alla rimodulazione degli orari della didattica e alla autonomia dei singoli istituti con una necessaria sburocratizzazione. Giannelli sottolinea inoltre le “pressoché inapplicabili disposizioni sul distanziamento nei momenti ricreativi e la forte interferenza con la didattica del pasto consumato in aula”, deciso in quei casi dove il servizio di refezione non può essere più garantito per le disposizioni anti Covid. A preoccupare i presidi sono le norme di sicurezza, la possibilità delle mini lezioni di 40 minuti (necessarie per permettere la piena ripresa didattica a scaglioni) che richiederebbero una rivoluzione degli orari e l’attuale responsabilità penale in materia infortunistica, che li vedrebbe facile bersaglio nell’eventualità di casi di positività negli istituti. 
“Deve essere tempestivamente formulato un protocollo di sicurezza che delinei con precisione le misure da adottare, in modo da limitare il margine valutativo delle singole realtà scolastiche e garantire al massimo l’incolumità di tutti -spiega Giannelli- va sostenuta l’autonomia delle singole scuole attraverso un cospicuo adeguamento delle risorse economiche e soprattutto di quelle umane, con una tempestiva attuazione di quanto disposto in materia di edilizia scolastica nonché una profonda rimodulazione dei quadri orari”.(ANSA).
                                             *****
E non dimentichi chi deve provvedere, che occorre anche trovare il modo, per conciliare gli ingressi e le uscite scaglionate degli studenti, con gli orari di ingresso ed uscite dei genitori al lavoro (ndr.)


venerdì 29 maggio 2020

TIME in JAZZ si farà, in Sardegna, assicura Paolo Fresu ( da La Repubblica, di Carlo Moretti)

Non sappiamo ancora se sarà l’unico festival musicale dell’estate 2020, l’estate del coronavirus, ma di sicuro è il primo festival che viene annunciato. Torna Time in jazz, il festival diretto dal trombettista Paolo Fresu giunto alla sua 33esima edizione. Si intitolerà “Anima”, e in sardo “Anemos”, in omaggio all’idea di un elemento impalpabile come la cultura eppure fondamentale, soprattutto in momenti di crisi. Sarà dedicato a Ezio Bosso, che venne ospite qualche anno fa per quattro indimenticabili concerti, e a Gianni Rodari, di cui si festeggia quest’anno il centenario della nascita. Sarà un’edizione inevitabilmente contraddistinta dalle rigide misure di sicurezza previste dai protocolli contro la diffusione del contagio del Covid 19.

Nei doppi concerti nella piazza di Berchidda, due per serata, un raddoppio pensato per sostenere i costi accogliendo in totale maggior pubblico, si esibiranno Rita Marcotulli, Cristina Zavalloni, Fabio Concato, Antonello Salis e Daniele Silvestri al quale spetta anche il compito di aprire il Festival con un concerto sulle musiche di De André all’Agnata, non distante da Tempio Pausania, l’agriturismo realizzato negli anni Ottanta dal cantautore con Dori Ghezzi, l’attuale padrona di casa. Altri concerti sono previsti in altri centri disseminati in centri paesi e cittadine nel nord dell’isola, in Gallura ma non solo...

Domani, 31 maggio, dalle 19 alle 21, COLOSSEUM MUSIC DAY, con il dj Emanuele Inglese a favore della CRI ( da Repubblica. di E.Assante)

Domenica 31 maggio il Colosseo si vestirà di musica. E non sarà musica antica, o musica classica, piuttosto il ritmo e i suoni della dance, per un “aperitivo musicale” ideato e curato dal dj e producer Emanuele Inglese che ha voluto organizzare una performance dal vivo e in streaming legata ad una raccolta fondi in favore della Croce Rossa Italiana (www.cri.it), in prima linea come sempre anche durante l’emergenza Covid-19. 

Colosseum Music Day, questo il titolo del live-dj-stream accompagnato dall’hashtag #torneremoasplendere, ha come scopo quello di aiutare la Croce Rossa ma anche e soprattutto sensibilizzare le istituzioni sul mondo delle discoteche, si appresta a vivere un’estate drammatica, complicata, forse addirittura silenziosa, dato che ancora non si sa come e quando potranno riaprire dopo il lockdown. Inglese, da solo, su una terrazza davanti al Colosseo, allestita con bracieri ardenti e statue della Roma imperiale, si esibirà in un lungo dj set, dalle 19 alle 21, accompagnando il tramonto con una selezione di brani di musica elettronica e house, di successi ben noti al pubblico dei dancefloor e novità dell’ultima ora, che sarà trasmessa in diretta streaming sui suoi canali social e sulle più importanti piattaforme social dei club che supportano l’iniziativa.
E’ un’esperienza che hanno già fatto altri grandi dj nel mondo, Bob Sinclar a Parigi, David Guetta a Miami, non poteva di certo mancare l’Italia, rappresentata in questo caso da un luogo meraviglioso come il Colosseo, ripreso durante il set dai droni che voleranno anche sul Foro Romano, e dalla musica di uno dei dj italiani più apprezzati nel mondo. “La forza lavoro, la creatività, l’arte dello svago, la musica, la moda ed il divertimento che da sempre genera il mondo del clubbing non deve essere dimenticato ma deve considerarsi una necessità primaria per la nostra cultura e per i giovani”, sottolinea Emanuele Inglese, “c’è bisogno di lanciare un messaggio di solidarietà verso il nostro amato settore clubbing, ora fermo totalmente, ma che merita di tornare a splendere il prima possibile con tutta la sua essenza creativa e di cultura per i giovani”.
Le discoteche sono state le prime a chiudere e rischiano di diventare le ultime a riaprire. Con cinquantamila addetti, un fatturato di 4 miliardi annui, e soprattutto un pubblico d circa cinque milioni di persone che ogni fine settimana affollano i locali, le discoteche occupano un ruolo importante non solo nel mondo giovanile ma nel grande mercato dell’intrattenimento. E sono pronte a ripartire in sicurezza: “D'estate ci sono quasi esclusivamente discoteche all'aperto”, ha dichiarato Maurizio Pasca, presidente del Silb, l’associazione di categoria delle imprese coinvolte nel mercato dei locali da ballo, “Siamo pronti a riaprire al pubblico, rispettando tutte le regole. La situazione delle discoteche è drammatica, se dovessimo essere autorizzati a riaprire soltanto in autunno, il 20% dei locali non riaprirà mai più. Ma se, come ho letto, la riapertura dovesse slittare a marzo 2021, il 70% del settore chiuderà i battenti per sempre”.
La performance di Inglese al Colosseo vuole lanciare quindi un segnale, per accendere i riflettori anche su questo settore, con l’aiuto della musica: “Saranno due ore piene e dense di emozioni”, conclude Inglese, “rimarranno scolpite nel mio cuore anche grazie alle immagini incredibili di Roma avvolta dai suoni della mia musica”. 

Mentre Roma affonda di nuovo nella immondizia, Virginia Raggi e i Cinquestelle tramano, complice il PD, per mettere le mani anche su Musica per Roma

E' bastato che finisse il confinamento per tornare a vedere a Roma, i cassonetti (molti dei quali sembrano bombardati!)  nelle strade, pieni di immondizia  che l'AMA non ha  raccolto. E mentre questo indecente spettacolo torna a far infuriare romani e turisti, i Cinquestelle pensano di ricandidare la Raggi. A suo favore si sono espressi già Di Maio e Di Battista ( Crimi, che si considera 'capo politico' ha fatto cenno con la testa, dichiarandosi...non si è capito come, lui non parla, perchè non sa cosa dire. Mai). Perchè, sempre secondo i suoi protettori politici,  avrebbe bisogno di un altro mandato per portare a termine il suo programma di risanamento della città. Ancora un mandato? La  affosserà del tutto Roma.

 E come se non avesse nulla da fare per far dimenticare tutte le sue manchevolezze amministrative e politiche, Lei pensa, a pochi mesi dalla fine del suo mandato, ad occupare militarmente  Musica per Roma, la società che gestisce l'Auditorium di Renzo Piano. Ha  già in tasca il nome  dell'AD,  che sostituirà lo spagnolo  José Ramon Dosal:  è Daniele Pitteri, che, occorre dirlo, ha le carte in regola per l'incarico cui la Raggi intende destinarlo.

 Ma sono le altre caselle che la Raggi vuole occupare, a far pensare. Alla presidenza, la Raggi  vuole metterci una ex giornalista del Tg1, oggi capo ufficio stampa Rai, Claudia Mazzola, nel cui curriculum brilla l'aver seguito da tempo i Cinquestelle - si immagina con tutta la benevolenza e comprensione possibile, e senza nessuna esperienza a capo di un complesso culturale e di spettacolo quale è diventato l'Auditorium di Roma. In verità i Cinquestelle l'avrebbero voluta già nel CdA Rai.

Ma ci sono anche i membri del Consiglio di amministrazione da sostituire o integrare,  e per questi si fa il nome di Nicola Sani, andato via da Roma ( Teatro dell'Opera) a seguito di un cambio di governance in Campidoglio; approdato poi al Teatro Comunale di Bologna, da dove 'si è licenziato' per bilanci non proprio in ordine, anzi in rosso, e riparato nell'eremo dell'Accademia Chigiana di Siena, chiamato a dirigerla, lui che è l'unico musicista del mondo a non essere passato, negli anni di formazione, da quelle storiche aule. Sarà il contentino che il PD, che lo sostiene, riceverà dai compagni di merende pentastellati?
 E poi circola anche il nome di Pieremilio Sammarco, avvocato, nel cui studio, la sindaca prima del volo in Campidoglio era praticante.
 Non è sconvolgente tutto questo?

 Lo volete capire che finchè andremo avanti di questo passo,  questo nostro paese, anche quando sarà passata la Pandemia,  in nulla sarà cambiato?

La Musica ricomincia dal Quirinale, nella Festa della Repubblica, co un solo ascoltatore: il Presidente Mattarella

Il Concerto che Rai Cultura trasmetterà fra due giorni, a pomeriggio inoltrato ( ore 18,45), su Rai Uno dai Giardini del Quirinale, alla presenza del solo Presidente della Repubblica,  a molti farà venire in mente  un precedente rito ma 'religioso' - mentre questo sarà rito 'laico' - che vide il Papa, solitario, in preghiera in una Piazza san Pietro  vuota e battuta dalla pioggia, in piena pandemia. 

Papa Francesco, voleva invocare sul mondo la protezione divina contro il flagello che ancora miete vittime  e crea panico e sospetto fra le persone. 

Il concerto, invece, segnerà la ripresa delle attività musicali, anche se in condizioni non del tutto normali, dopo un lunghissimo silenzio. E sicome non potrà non farci andare con il pensiero alle troppo numerose vittime del flagello della pandemia,  anche in memoria di esse è stato pensato parte del programma. E, d'altro canto,  con le misure strettamente osservate dal direttore, Daniele Gatti, e strumentisti  dell'Orchestra dell'Opera ( il primo con la mascherina - ma perché non la mettono anche la quindicina di archi, che suoneranno comunque distanziati?) che serviranno a non farci dimenticare l'attuale permanenza del virus nelle nostre città, anche se in maniera meno invasiva, e  ad osservare le giuste precauzioni. 

Gatti, nell'incontro che ha avuto con i giornalisti (ne riferiscono oggi sia Repubblica che Corriere - ma allora che ragione c'era per il Corriere di farla figurare con una intervista esclusiva, se il virgolettato di Repubblica era identico a quanto riportato dal Corriere? ) ha parlato anche d'altro, come della piattaforma  Netflix annunciata da Franceschini per la musica e contro la quale si sono levate numerose proteste ( anche la nostra, modestamente!) e dei suoi prossimi impegni, soprattutto romani. Cioè del Rigoletto di Roma, a luglio, prima previsto a Villa Borghese,  e che, invece, sembra spostato al Circo Massimo, con la regia di Michieletto, dove la vastità dello spazio dovrebbe risolvere il problema del distanziamento del pubblico ed anche le giuste esigenze del botteghino. 

Nel caso poi del Concerto di dopodomani,  Gatti ha detto chiaramente che nella confezione del programma ed anche sulla durata dei singoli prezzi, si è tenuto conto della rete generalista sulla quale viene trasmesso, e del genere di pubblico - che non è quello di specialisti - al quale si rivolge.

Gatti,  infine, si è augurato che, facendosi meno invasiva la pandemia - si tratta ovviamente di speranza ed augurio! - possa essere riconsiderata la capienza per ora prescritta dal Governo, e  limitata a 200 posti 'al chiuso', senza tener conto della capienza ante pandemia dei singoli teatri. 

giovedì 28 maggio 2020

Indagine su uno Spettatore al di sopra di ogni Contagio, dall Studio Bottoni

Il CIDIM insieme ad AGIS e AIAM aderisce alla "Indagine su uno spettatore al di sopra di ogni contagio" che Studio Bottoni svolge in collaborazione con CNR-Irpps (Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali. E’ stato predisposto questionario a risposta multipla compilabile in pochi minuti sul sito www.studiobottoni.com/ritornoallacultura

La ricerca ha l'obiettivo di indagare il comportamento del pubblico dello spettacolo dal vivo e delle attività culturali, in seguito all'emergenza COVID-19 e in vista della ripartenza che vedrà l'introduzione di nuovi importanti modelli di relazione fra le persone. 


In particolare, l'indagine si propone di raccogliere le opinioni e il sentimento degli spettatori nel ritornare a frequentare i luoghi di spettacolo, analizzare la percezione delle nuove condizioni di fruizione, i fattori di orientamento più significativi, le aspettative verso il futuro prossimo e immediato, al di là dei nuovi possibili contesti creati dall'utilizzo delle nuove tecnologie.

La ricerca è supportata dal punto di vista metodologico da CNR-Irpps che curerà l'analisi dei dati, nell'ambito delle attività dell'Osservatorio MSA-COVID19 (Mutamenti Sociali in Atto-COVID19) avviato dall'Istituto in seguito all'introduzione delle misure di distanziamento sociale adottate per far fronte all’emergenza sanitaria. 


Lo studio punta a raggiungere categorie di pubblico ampie ed eterogenee grazie al sostegno e alla partecipazione attiva dell’AGIS, che rappresenta l’intero comparto dello spettacolo italiano, dell’AIAM e del CIDIM Comitato Nazionale italiano Musica, che riuniscono alcune fra le istituzioni più rappresentative del settore e della rivista musicale Suonare News. 


Inoltre, un'ampia rete di partner promuove la diffusione dell'indagine attraverso i propri canali di comunicazione e verso il proprio pubblico di riferimento. I risultati della ricerca saranno il punto di partenza per lo studio di nuove strategie di coinvolgimento del pubblico, in un'ottica di rilancio e rafforzamento del settore dello spettacolo e della cultura.

Per maggiori informazioni: g.bottoni@studiobottoni.com - 3207651789

RAI. L'AD Salini. Mie dimissioni? ESCLUSE

Con una nota Fabrizio Salini ha risposto ai rumors che circolano da diversi giorni sulle sue dimissioni da amministratore delegato Rai. 
“Alcuni organi di informazione insistono nel rilanciare ipotesi di mie dimissioni. Vorrei nuovamente ribadire che questa eventualità è del tutto esclusa: il mio unico obiettivo, a cui lavoro tutti i giorni, è portare a termine il percorso iniziato in questi due anni in Rai, tanto più in questo momento così difficile in cui il Servizio Pubblico svolge una funzione davvero cruciale per il Paese”, si legge nella nota.
“Dopo aver approvato il bilancio, aggiunge Salini, siamo concentrati sui nuovi palinsesti tv, radio e Rai Play sulla nuova proposta culturale e scolastica e su tutti gli obiettivi ambiziosi che ci siamo dati per il prossimo anno”.

La repubblica. Dopo la cacciata di Verdelli e l'uscita di Lerner e Deaglio, Michele Serra RESTA ( da PRIMA online)

...La prima cosa da dire è che ho totale rispetto per la scelta di Lerner e Deaglio. Sono entrambi grandi giornalisti e il primo è, per me, tra gli amici più stretti. La seconda cosa da dire è che pretendo identico rispetto – non un grammo di meno – per chi ha scelto di rimanere in un giornale che considera casa propria, punto di riferimento per un numero di lettori ancora importante nonostante la crisi dell’informazione a pagamento ne assottigli i ranghi mese dopo mese. Quelli che rimangono, dunque. Sto parlando non solo del Fondatore e di Ezio Mauro, direttori dei primi quarant’anni di Repubblica. Ma di tutte le firme storiche (Augias, Aspesi, Valli per citare solo alcuni dei “senatori”) e di quelle raccolte strada facendo, Altan, Baricco, Rumiz, Merlo, Recalcati, Saviano, io stesso e molti altri. Non faccio vita di redazione e dunque non ho il polso del “corpo vivo” del giornale, delle assemblee, dei malumori, delle voci di corridoio. Ma ci siamo parlati molto, in queste settimane, specialmente dopo il licenziamento, traumatico nei tempi e nei modi, di Verdelli, e dopo l’addio di Lerner. Ha prevalso l’opzione “Repubblica siamo noi”, che prevede di continuare a fare il nostro lavoro come l’abbiamo sempre fatto, e dunque di confrontarci con Maurizio Molinari nello stesso identico modo con il quale ci siamo confrontati con i precedenti direttori. Non considerandolo pregiudizialmente un “invasore”, o un corpo estraneo, ma il nostro primo interlocutore, come legittimamente è ogni direttore. Le discussioni quotidiane sulla fattura del giornale, sulla sua linea politica, sulle ambizioni (e sulle vanità) delle “grandi firme” sono il suo mestiere, la sua croce e la sua delizia. Spetterà a lui conquistare sul campo, oppure no, la fiducia dei giornalisti e dei lettori. Sa benissimo di trovarsi di fronte a una platea consolidata e agguerrita. Molti temi, soprattutto di politica internazionale, saranno occasione di acceso dibattito (una per tutte: le imminenti elezioni politiche americane, nelle quali il match populismo-democrazia vivrà una pagina decisiva)...

Tagliare i posti nei teatri rischia di portare dritti alla chiusura? No

 Al Berliner Ensemble, tearo berlinese di grossa capienza, hanno già messo in pratica il distanziamento fisico  del pubblico. Hanno cioè divelto alcune poltrone per ogni fila, alternando posti singoli e doppi, e facendo in modo che  non ci sia nessuna possibilità di stretto contatto fra gli spettatori, neanche quando devono raggiungere o lasciare il loro posto.

 Non ci sembra vi siano altre soluzioni di passaggio. Noi  da tempo l'andiamo suggerendo ai nostri teatri, senza  che nessuno l'abbia preso in seria considerazione. E sbagliano. perchè se non attuano un sistema di distanziamento del genere di quello applicato al Berliner Ensemble, l'ordine del distanziamento nei luoghi pubblici viene disatteso.

Naturalmente c'è anche da provvedere al distanziamento in palcoscenico, prescindendo dal risolutivo monologo che prolifererà in questi mesi, ma a quello penseranno le direzioni, con opportuni accorgimenti. Intanto è fondamentale rassicurare chi, sottovalutando il rischio (che comunque è calcolato)  decide di entrare in un teatro per assistere ad uno spettacolo.

 C'è chi sostiene - e lo fanno anche  a Berlino - che i piccoli teatri, soprattutto i piccoli, attuando il distanziamento e riducendo di molto la capienza e di conseguenza anche le entrate di botteghino, i piccoli teatri sono destinati alla chiusura. Siamo sicuri?

Noi non lo siamo, se si mette mano ad una riforma generale del mondo dello spettacolo, riforma che servirà anche per il dopo pandemia quando si farà fatica a tornare alla normalità e comunque alla normalità precedente non si potrà più tornare.

I piccoli teatri chiuderebbero perchè privi delle risorse per pagare artisti e lavoratori delle istituzioni?

Siamo ancora convinti che gli artisti, quelli  di serie A, debbano essere pagati come calciatori di fama? Noi crediamo di no.
 Da tempo si va dicendo nell'industria  che i manager  non debbano superare, nello stipendio, più di una certa maggiorazione rispetto allo stipendio di un operaio.

Noi lo diciamo da tempo che i cachets per gli artistici della lirica e dei concerti, sono ESAGERATI, come lo sono anche quelli dei manager a capo delle istituzioni musicali. Quante volte abbiamo denunciato, a  mò di semplificazione,  il caso di Michele dall'Ongaro sovrintendente a Santa Cecilia, che ha un compenso annuo di 240.000 Euro, uguale a quello che prende Salini, ad della Rai, o il sovrintendente mettiamo della Scala, manager che hanno da provvedere a ben altri numeri e più importanti impegni? Perfino l'amministratore delegato di Musica per Roma, crediamo che non percepisca il medesimo compenso annuo di dall'Ongaro. Non vi sembra scandaloso? Certo era ancor più scandaloso quel che guadagnava sia Berio che Cagli (parliamo di  quasi 100.000 Euro in più ciascuno, per anno: 350.000 Euro circa) predecessori di dall'Ongaro. Come mai?  Quei compensi se li sono dati loro stessi, e nessuno del CdA, che li ha avallati, ha osato opporvisi.

Ci sembra che gli uni e gli altri, invocando il mercato, si siano attribuiti privilegi salariali assai simili ai politici, i cui compensi sono  immotivati e sovrastimati, relativamente alle loro capacità.

Nella politica ogni tanto se ne parla, anche se non si viene mai ad un accordo , nel mondo dello spettacolo, invece, non se ne parla neanche.

Avete idea di quel che pretendono, che so Muti o Pappano o Kaufmann, Bartoli, Netrebko o Pollini e tanti altri ancora, per ogni concerto? Sono cifre di un certo rilievo, che se venissero decurtate non getterebbero sul lastrico i rispettivi destinatari i quali possono continuare a fare una vita di agi e, oltre tutto, se  non dilapideranno quel che hanno guadagnato, potrebbero vivere tranquilli  anche la loro vecchiaia, una volta arrivata. 

Il discorso del taglio dei cachets degli artisti è da farsi, e non può essere più nè eluso nè procrastinato.

E forse in aggiunta a qualche altra risoluzione, magari pubblica, necessaria in tempo di crisi, non è detto che i teatri piccoli siano  condannati alla chiusura.

Teatro Posti distanziati. Istantanea da Berlino ( da LEGGO)

Posti tagliati per ottenere il distanziamento sociale, singoli o al massimo doppi (per le coppie di coniugi o conviventi). Il futuro prossimo del teatro, ai tempi dell'emergenza coronavirus, appare questo, senza altre possibilità. Una necessità che però rischia di travolgere i teatri più piccoli.





Questa foto, scattata dal fotografo italiano Mauro Conti e poi diffusa sui social, arriva dalla Germania: siamo al Berliner Ensemble, enorme teatro della capitale tedesca. Qui, per rispettare tutti i protocolli di sicurezza, sono stati tagliati i posti in modo da ottenere solo il distanziamento tra gli spettatori, ma anche spazi da percorrere senza il rischio di far 'incrociare' e venire a contatto gli utenti dei teatri.

Di fronte ad una platea estremamente ridotta, l'unica soluzione per limitare le perdite appare quella di aumentare le repliche degli spettacoli. Un'opzione di per sé difficile e possibile solo per i grandi teatri: in quelli a capienza ridotta, infatti, tagliare i posti rischia di portare alla chiusura.

Ultimo aggiornamento: Giovedì 28 Maggio 2020, 15:54

Cantiere d'Arte di Montepulciano. Rassegna ricca ed assai varia. molte novità, dal 23 luglio al 2 agosto


                                 Cantiere d'arte di Montepulciano n.45

Grandi concerti in Piazza Grande I Solisti Aquilani con Daniele Orlando e Adina Vilichi,
Orchestra della Toscana con Stenz, Orchestra Poliziana con Mariangela Vacatello e Francesco D’Orazio
Evento teatrale Fuga a tre voci - Alessio Boni e Michela Cescon interpretano le lettere di Henze e Bachmann
con la regia di Marco Tullio Giordana in anteprima nazionale

Teatro musicale
 Meta(à) di Laura Fatini con musiche originali di Giovanni Vannoni
Propizio sapere dove recarsi è il nuovo lavoro di Carlo Pasquini su confinamento e precarietà
Danza Tre nuove coreografie con Sasha Riva e Simone Repele, Riccardo Buscarini, Petite École e tre direttori
Musica da camera con Luigi Piovano, Quartetto Foné, Trio L’Astrée e l’omaggio a FarulliMusicisti distanziati prime assolute di brani commissionati per esecuzioni basate sulla distanza sociale
E ancora Leslie Howard e Ludovico Troncanetti al pianoforte, Cinema muto con un corto in anteprima, installazione luce da Skrjabin, jazz con Michele Franzini, un programma speciale per violoncelli
MONTEPULCIANO – Il Cantiere Internazionale d’Arte assicura il suo impegno culturale e sociale confermando l’edizione numero 45, dal 23 luglio al 2 agosto 2020. In una stagione condizionata dalle contingenze mondiali, la manifestazione ideata da Hans Werner Henze vuole affermare il ruolo civico delle arti e dello spettacolo dal vivo, con un adeguato calendario di appuntamenti dislocati tra Montepulciano e la Valdichiana Senese. È ispirato al tema Caos e Creazione – scienza arte utopie il programma firmato dal direttore artistico Roland Böer, con il coordinamento artistico di Giovanni Oliva. “Il desiderio umano di cercare ordine e senso nel caos e nel disordine attuale si realizza solo con la propria creatività”, argomenta Böer che completa quest’anno la sua trilogia.

Privilegiando l’utilizzo degli spazi aperti, il cartellone annovera formazioni e personalità particolarmente autorevoli, con l’intento di rafforzare la missione formativa rivolta alle giovani generazioni artistiche. L’evento, sostenuto da MiBACT, Regione Toscana, Comune di Montepulciano e Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano, valorizza le diverse forme musicali, promuovendo inoltre nuove idee su teatro, danza, cinema, ricerca e performance. Oltre a stimolare la città poliziana, il cartellone si articola anche tra i Comuni di Cetona, Chianciano Terme, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sinalunga, Torrita di Siena, Trequanda. Per la straordinarietà del momento, la biglietteria garantisce prezzi accessibili.

GRANDI CONCERTI IN PIAZZA GRANDE con I Solisti Aquilani, Orchestra della Toscana condotta da Markus Stenz e Orchestra Poliziana con Vacatello e D’Orazio
Il quadrilatero rinascimentale di Piazza Grande accoglie i concerti che vantano la partecipazione di organici e solisti particolarmente affermati. L’esecuzione inaugurale è affidata a I Solisti Aquilani con la direzione di Roland Böer e la partecipazione del violinista Daniele Orlando e del soprano Adina Vilichi per un programma impaginato con Le Chaos dalla Symphonie nouvelle Les Éléments di Rebel, Le Stagioni di Vivaldi e Sweet Bird di Händel. [24 luglio]
Torna poi sul podio di Montepulciano una bacchetta tra le più richieste del mondo, ovvero il tedesco Markus Stenz che conduce l’Orchestra della Toscana alternando la celebrazione di Beethoven (Ouverture da Le creature di Prometeo e Sinfonia n. 3 Eroica) con la prima italiana di Idyllium, riflessione sinfonica che Detlev Glanert rivolge a Brahms. [30 luglio]

Il Concerto di Chiusura, diretto da Roland Böer, rivela tutto lo spirito del Cantiere Internazionale d’Arte, impegnando la giovane Orchestra Poliziana, affiancata per l’occasione da professionisti che concorrono all’esperienza formativa dei talenti musicali grazie all’itinerario denominato Side-by-side. Si festeggia così il 250° compleanno di Beethoven con Due Estratti da Le Creature di Prometeo, il Concerto per pianoforte e orchestra n. 3 e il Concerto per violino; per i ruoli solisti hanno accolto l’invito la pianista Mariangela Vacatello e il violinista Francesco D’Orazio, virtuosi apprezzati sulle scene più rilevanti. [2 agosto]

EVENTO TEATRALE IN ANTEPRIMA: Alessio Boni e Michela Cescon protagonisti della pièce di Marco Tullio Giordana ispirata al carteggio Henze-Bachmann
Una nuova creazione di Marco Tullio Giordana impreziosisce la storia del Cantiere. Presentata in anteprima nazionale, s’intitola Fuga a tre voci quest’opera teatrale che trae ispirazione dal noto epistolario tra Ingeborg Bachmann e Hans Werner Henze. La scena è concepita come una buca d’orchestra dove prendono posto i protagonisti, ovvero i volti celebri di Alessio Boni e Michela Cescon, con gli interventi musicali di Giacomo Palazzesi alla chitarra. In una complessa partitura a due voci, se ne inserisce una terza costituita appunto dalla musica di Henze. In collaborazione con Teatro di Dioniso Torino. [1 agosto]

TEATRO MUSICALE, Meta(à) di Laura Fatini e Giovanni Vannoni apre a Sarteano, a Palazzo Ricci la nuova drammaturgia di Pasquini su confinamento e precarietà
Al Castello di Sarteano debutta la coproduzione con la Nuova Accademia degli Arrischianti. Titolo Meta(à), sottotitolo A volte uno si crede incompleto ed è soltanto giovaneLaura Fatini realizza drammaturgia e regia, chiedendosi se un uomo intero sia completo o se la sua interezza gli impedisca d’incontrare gli altri tanto da renderlo incompleto. Le musiche di scena sono composte da Giovanni Vannoni, autore toscano che si è già distinto per l’intensità delle atmosfere; ad eseguire dal vivo le partitura è l’Ensemble degli Intrigati, specializzato nelle espressioni contemporanee. [23-24-25-26 luglio]
Propizio sapere dove recarsi è invece il nuovo lavoro scritto e diretto da Carlo Pasquini che immagina sei giovani studenti rifugiati in un luogo anonimo, in una fase di confinamento; una musica talvolta proviene dalla finestra, mentre la vicenda si svolge tra conflitti e tenerezze. Sulla scena, allestita nel Cortile di Palazzo Ricci, si muovono gli attori del collettivo giovanile Formare una compagnia[26 luglio]

DANZA ‘TRA CIELO E TERRA’: tre nuove coreografie con Sasha Riva e Simone Repele, Riccardo Buscarini, Petite École; ensemble musicale dal vivo diretto da Roland Böer, Silvia Magagni e Valentino Zangara
Tre nuove coreografie sono pensate appositamente per la serata di danza intitolata Tra cielo e terra. Sul palcoscenico di Piazza Grande si susseguono profili affermati e allievi della realtà didattica territoriale, mentre la parte musicale è assegnata agli strumentisti dell’Orchestra Sinfonica Florentia. L’avvio è incentrato sull’adagietto dalla Quinta Sinfonia di Mahler, coreografato da Sasha Riva che insieme a Simone Repele è anche interprete; la conduzione musicale è di Roland Böer che lascia poi il podio a Silvia Magagni per le Danses sacrées et profanes di Debussy su cui si staglia la sensibilità dell’étoile Riccardo Buscarini, solista e coreografo. Per il finale, su La Création du Monde di Milhaud, interviene la Petite École guidata da Cristina Peruzzi, mentre l’ensemble musicale segue la bacchetta di Valentino Zangara. [29 luglio]

MUSICA DA CAMERA con Luigi Piovano, Quartetto Foné, Trio L’Astrée, l’omaggio a Farulli
Luigi Piovano, violoncellista acclamato nell’orizzonte internazionale, propone al Cortile delle Carceri un incontro sinestetico con la sand artist Giulia Rubenni che tratteggia sulla sabbia le suggestioni sonore di un programma nel quale La voce di Andriessen s’inserisce tra le Suite n. 1 e 2 di Bach. [26 luglio]
Il Quartetto Foné si distingue nel panorama quartettistico nazionale per il consolidato percorso artistico: al 45° Cantiere si cimenta con la prima assoluta commissionata a Giampaolo Testoni, il quale afferma di considerare il Quartetto come il punto d’arrivo per la carriera di un compositore; si passa poi alla Canzona di ringraziamento di Beethoven, rivolta a coloro che hanno sofferto e lottato in questo momento difficile, fino a concludere l’excursus con il più attuale linguaggio di Giovanni Sollima. [28 luglio]  
Giuseppe Tartini e la Scuola delle Nazioni è invece il tema intessuto dal Trio L’Astrée (Francesco D’Orazio al violino, Rebeca Ferri al violoncello, Giorgio Tabacco al clavicembalo). Interpreti tanto raffinati del repertorio barocco, offrono al Cantiere Internazionale d’Arte un regalo doppio, esibendosi prima a Montepulciano e poi a Cetona[28 e 29 luglio]  

Dalla collaborazione con la Scuola di Musica di Fiesole scaturisce un riconoscimento culturale alla figura di Piero Farulli: nasce così SetteinsiemeperPiero a Lampedusa un progetto che coinvolge sette musicisti rinomati, tutti forgiati nell’Orchestra Giovanile Italia, nell’esecuzione del Settimino op. 20 di Beethoven che sarà poi ripreso proprio nell’ambito dell’isola[31 luglio]

MUSICISTI DISTANZIATI per le prime assolute commissionate per essere eseguite a distanza
Echi d’istanti è il concerto che vuole conferire un’interpretazione artistica al distanziamento sociale imposto dalla condizione sanitaria. Sono state commissionate nuove creazioni musicali pensate proprio per esecuzione distanziata. L’esito è quello di una vera sonorizzazione della Piazza Grande di Montepulciano dove gli strumentisti dell’Ensemble degli Intrigati saranno ben separati, per portare alle estreme conseguenze musicali il comportamento cui ci si conforma in questo periodo storico. I compositori interessati sono l’inglese David Graham, il tedesco Claus Kühnl e l’italiano Norberto Oldrini[31 luglio]

I PIANETI DI HOLST con Leslie Howard e Ludovico Troncanetti
Leslie Howard, pianista anglo-australiano entrato nel Guinness dei primati per aver inciso l’opera omnia di Franz Liszt, e il giovane virtuoso Ludovico Troncanetti si confrontano con la composizione The Planets di Holst che evidenzia i caratteri astrologici di sette pianeti. La suite, nota nella sua declinazione sinfonica, nasce in realtà nella versione per due pianoforti che sarà scandita nella notte di Montepulciano. [25 luglio]

CINEMA MUTO CON MUSICA DAL VIVO a cura di Francesco Finocchiaro
Si rinnova l’approfondimento del rapporto tra cinema muto e musica, grazie alla sinergia con Cineteca di Bologna e Conservatorio di Rovigo. Le voyage dans la lune - utopie nello spazio del cinema muto è una rassegna di cortometraggi muti pensati per enfatizzare l’interazione con le tessiture sonore, a cura di Francesco Finocchiaro; per le esecuzioni dal vivo interviene un organico di sei musicisti. È stato inoltre commissionato un nuovo corto al giovane autore Alex Marchi, seguendo le suggestioni degli space movies: il film arriva in anteprima con le trame musicali elettroniche prodotte da Davide Vannuccini. [25 luglio]

CELLISSIMO! Un focus riservato ai talenti del violoncello coordinato da Alain Meunier
Un’ulteriore legame con la Scuola di Musica di Fiesole si concretizza nel programma Cellissimo! riservato a giovani violoncellisti e coordinato dal direttore dell’istituzione fiorentina Alain Meunier. I nuovi talenti si integrano con professionisti in carriera per una residenza che di traduce nel concerto cui prendono parte anche i soprani Eleonora Contucci e Anna Cimmarusti, con Benedetta Miro all’arpa. Le musiche sono di Henze e Villa Lobos. [1 agosto]

DAL CAOS ALLE ULTERIORI CREAZIONI
Il jazz di Michele Franzini Pianista illustre nel circuito jazz, Franzini si muove tra autori quali Duke Ellington e Thelonious Monk per una personale narrazione sulla luna, definita How high the moon[27 e 28 luglio]
Galà lirico per Giulio Neri Il Comune di Torrita di Siena e la Fondazione Cantiere Internazionale d’Arte assicurano una celebrazione doverosa alla personalità artistica del basso Giulio Neri. Dopo aver dovuto annullare il concorso internazionale di canto lirico previsto per inizio aprile, è ora in programma un’iniziativa speciale in Piazza Matteotti, curata da Eleonora Leonini: un galà di canto lirico aperto alla partecipazione popolare. [24 luglio]
Masterclass con Ines Salazar Soprano venezuelana di fama mondiale, Ines Salazar tiene una master class di canto che si conclude con un doppio concerto a San Casciano dei Bagni e a Celle sul Rigo. [31 luglio e 1 agosto]
Scienza Arte Utopie Convegno-concerto, in equilibrio tra ricerca scientifica e performance, per indagare l’importanza della musica nello sviluppo dei bambini, con il coordinamento di Silvia Dragoni. [24 luglio]
Installazione luce L’ultimo atto del 45° Cantiere Internazionale d’Arte sarà l’epilogo del Concerto di Chiusura con il Promethée – Le Poème du feu di Skrjabin che prevede in partitura un’installazione luce adattata in questo caso per la Piazza Grande da Gianni Trabalzini e Alessandro Martini. A guidare la sequenza illuminotecnica sarà Roland Böer alla tastiera. [2 agosto]


Il licenziamento di Carlo Verdelli deve far capire le vere intenzioni del nuovo padrone

L'uscita di Verdelli -  il  suo licenziamento, chiamiamo le cose con il loro nome - che non si erano ancora  insediati il nuovo padrone ed i suoi manager nel ranch acquistato dai De benedetti, doveva aprire gli occhi a tutti gli osservatori oltre che alle redazioni del gruppo.

Al direttore non avevano permesso neanche di scrivere un saluto ai lettori. Quell'eterno fanciullo dalla faccia d'angelo è veramente una b... venne da pensare.  E Molinari, che è succeduto a Verdelli, non avrebbe dovuto consentire una scorrettezza così grande , anzi una infamia professionale. E, invece, no. E non è l'unica del nuovo direttore; solo la prima, anche se indiretta.

Mutatis mutandis, e nel nostro piccolo, anche a noi è toccato nelle diverse direzioni di riviste, di non poter salutare i lettori nell'ultimo numero da noi diretto, perchè l'editore nell'un caso come nell'altro lo ha vietato. Si sa, quando si ha a che fare con delle bestie, non ci si può aspettare che si comportino altrimenti.

Da quando si è insediato, Molinari ha preso a condividere in prima pagina, l'editoriale domenicale con il fondatore Scalfari. Si tratta di una sfida, di affronto inqualificabile. Molinari può scrivere editoriali ogni giorno. Non gli basta, benchè ne scriva.  La domenica, serve invece a mettere le cose in chiaro: caro Scalfari, chi comanda sono io, goditi la pensione! E Scalfari, anche per l'età  ed il prestigio, avrebbe dovuto -  è ancora in tempo per farlo - lasciare per protesta il giornale. Non l'ha fatto,  ed anzi nel suo primo editoriale dell'era Elkann - forse è preferibile chiamarla così piuttosto che 'era Molinari', immaginandosi la totale ubbidienza al padrone - ha detto di aver parlato con il successore di Verdelli e di aver ricevuto assicurazioni: Quali, Barbapapa?

Poi nei giorni scorsi un'altra uscita clamorosa da Repubblica, quella di Gad Lerner che negli ultimi mesi era rientrato al giornale. Dove si è detto di non poter più lavorare secondo le sue idee, ed è passato  al Fatto di Travaglio che ogni giorno gliele canta ai giornaloni e soprattutto a  Stampubblica. 

Quanto a Lerner, lasciatecelo dire, se non quest'ultima, le altre uscite da giornali e tv,  gli hanno sempre fruttato bei soldi;  gli è andata sempre bene, anzi benissimo, al pari di 'Fabbio' (Fazio) che è sempre andato via con le tasche piene, e senza neanche una    lacrimuccia, mentre tante ne versa immancabilmente nelle sue trasmissioni, ci credo!

E' notizia di ieri, infine, che il Corriere  ha rivoluto Carlo Verdelli - è guerra fra i giornaloni - che in quel giornale ha fatto, prima di approdare  a Repubblica, e alla Rai prima, tutta la sua carriera, fino a divenirne vice direttore. Per Verdelli insomma un ritorno a casa, richiamato da Fontana. 

John Elkann si è tolto la maschera. Dopo Repubblica,riorganizzazione - le chiamano così - anche a Radio Capital

La Redazione di Radio Capital contesta con nettezza la decisione dell’Editore di voler riorganizzare la Testata e dimezzare il numero dei giornalisti per tagliare i costi. Gli spazi informativi, da sempre elemento portante del palinsesto e caratteristica identitaria della Radio, verranno drasticamente ridotti. La nuova linea editoriale penalizza i giornalisti e gli ascoltatori. La Redazione ha costantemente assicurato un’ottima qualità del prodotto, tanto nei Gr quanto nelle trasmissioni di punta della programmazione, e gli ascoltatori dell’Emittente sono fidelizzati anche alla ricca offerta informativa della Radio. La garanzia di tutelare i posti di lavoro non rende meno negativo il giudizio della Redazione sulla riduzione degli spazi informativi e dell’organico. Il Cdr vigilerà sulle modalità delle ricollocazioni dei Colleghi assicurando che nessuno venga penalizzato a livello contrattuale ed economico. Il Cdr chiede, altresì, chiarezza sul futuro di Radio Capital e dei Colleghi che continueranno a farne parte. (ASR)

Su William Graziosi, dal curriculum chilometrico e gradito alla Appendino ( secondo la logica 'uno vale uno'), indaga la Finanza per i mesi passati a governare il Teatro Regio di Torino

A proposito della notizia diffusa oggi dai mezzi di informazione in merito a un'indagine in corso della Guardia di Finanza sulla gestione dell'ex Sovrintendente William Graziosi, vi inoltriamo una breve dichiarazione di Sebastian F. Schwarz, attuale Sovrintendente e Direttore artistico del Teatro Regio Torino: « Do fin da subito alle autorità competenti la mia completa disponibilità e quella del Teatro Regio a fornire tutti gli elementi utili alle indagini. Mi auguro che, per il bene del Regio, sia fatta luce al più presto sulla vicenda, per non penalizzare i lavoratori del teatro in un momento già particolarmente difficile legato all'emergenza Covid-19. Ho piena fiducia nell'operato della magistratura » .

Dal cielo sembrano piovere soldi a palate. Dove e come allocarli però non si sa; ma prima dobbiamo liberarci di incapaci e ladri

Ogni giorno sentiamo parlare di miliardi di Euro che piovono e starebbero per piovere sull'Italia, dai decreti governativi (sui quali Calenda nutre seri dubbi, mancando molti decreti attuativi) alle misure annunciate in Europa. Una pioggia  a catinelle che adesso temiamo di non riuscire a raccogliere per servircene dove veramente c'è bisogno.

E non si tratta di un timore fuori luogo e sproporzionato. Sappiamo - il passato ce lo insegna - che i fondi europei che ogni anno ci spettano noi non siamo mai riusciti a spenderli tutti, per la burocrazia, per la litigiosità e gli opposti interessi di chi governa - non dei cittadini che non vengono neanche interpellati - e per la scarsa competenza della classe dirigente.

Ora il problema può diventare drammatico. Avremmo tanti soldi da spendere in un paese che ne ha sacrosanto bisogno, perchè fa acqua da moltissime parti: dissesto idrogeologico, mancanza di infrastrutture, edilizia vecchia a fuori norma di sicurezza; edilizia scolastica, sistema sanitario, ricerca scientifica agli ultimi posti nella classifica mondiale, burocrazia ai massimi storici... e non riusciamo ancora a metterci d'accodo su un piano nazionale pluriennale che assicuri lavoro e attiri investimenti anche privati, dopo quelli pubblici.

 Il paese non cambierà mai, anche dopo questa pioggia di miliardi di euro, mai visti tutti nello stesso tempo, se non riusciamo a cacciare gli incapaci, i ladri, i politicanti (che sono purtroppo la gran parte di quelli che vivono di politica!)  per far entrare solo onesti ma soprattutto capaci e competenti.  Questa è la vera rivoluzione,  quella che il Paese si attende, senza la quale un nuovo boom, come quello del secondo dopoguerra, è impossibile attendersi.  

mercoledì 27 maggio 2020

L'emergenza non è finita. I dati dei contagi degli ultimi giorni devono far riflettere, mentre i politici si accapigliano ( da HUFFPOST)

Il numero dei morti torna a salire sopra le cento persone, di cui 58 sono in Lombardia, territorio più colpito dal Coronavirus. Dei 584 tamponi positivi rilevati oggi in tutta Italia, la maggior parte, 384 nuovi positivi, si trovano nella regione guidata da Attilio Fontana, avvolta nel dilemma se aprire il 3 giugno insieme al resto dell’Italia o aspettare ancora qualche giorno. Le prossime quarantotto ore saranno determinanti.

Venerdì sera infatti arriverà sulla scrivania del ministro della Salute il report dell’andamento epidemiologico di questa settimana e solo allora, sulla base di tabelle e algoritmi, sarà possibile prendere una decisione. Ancora nulla di ufficiale ma un’apertura posticipata della Lombardia nessuno si sente di escluderla. Forse anche del Piemonte. 

Anche il governatore Fontana preferisce la cautela a un’accelerazione che potrebbe portare nel giro di pochi giorni a una nuova ondata, quindi a un nuovo lockdown che a questo punto metterebbe a serio rischio l’intera stagione estiva. “Meglio aspettare qualche giorno, far abbassare ancora la curva dei contagi e salvare i piccoli e medi commercianti e il turismo”, è questo il ragionamento che prende forma nelle ultime ore. Ragionamento che il presidente della Lombardia e il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia hanno condiviso in un faccia faccia. Purché, ha chiarito Fontana, si tratti solo di una decina di giorni. Per adesso la Lombardia non vuole andare allo strappo con l’esecutivo, fermo restando che bisognerà attendere almeno di dati venerdì sera.

A Milano il numero dei nuovi contagiati è triplicato rispetto a ieri. Ed è per questo che il sindaco Giuseppe Sala ha vietato la vendita di alcol da asporto dopo le 19 e ora freme per sapere cosa succederà dal 3 giugno. Se la Lombardia riaprirà o meno e in che modo. È proprio il sindaco della città della Madonnina che si è intestato la battaglia contro chi vorrebbe ostacolare l’ingresso di lombardi e piemontesi nella propria regione: “Me ne ricorderò quando andrò in vacanza”, dice.

Luigi De Magistris vorrebbe che i cittadini provenienti dalla Lombardia e dal Piemonte entrassero a Napoli solo se muniti di tampone negativo. Christian Solinas, a chi arriva in Sardegna, vorrebbe chiedere la patente sanitaria, quindi il test sierologico che certifichi che non si è affetti da Coronavirus. La Sicilia sta ancora decidendo se esigere o no il patentino di buona salute. In ballo in alcune regioni c’è anche l’obbligo di quarantena per chi arriva dal Nord d’Italia, più colpito dal Covid. La tentazione di andare in ordine sparso c’è sempre, in quella che è ormai da tempo una battaglia tra governatori meridionali e quelli settentrionali. Se ne discute già adesso e se ne discuterà nei prossimi giorni dati alla mano. 

Per ora il ministero della Salute frena ogni tipo di iniziativa: “Non esiste e non esisterà nessuna patente sanitaria”, si apprende da fonti interne: “Se si decide di aprire una regione non ci saranno restrizioni né in entrata né in uscita”. Discorso diverso invece se i dati di questa settimana dovessero dimostrare che una o due regioni dovessero rimandare la riapertura. Sotto osservazione, come si è detto, ci sono Lombardia e Piemonte. Disponibili a rinviare, ma non troppo.

SCUOLA SCUOLA , BENEDETTA SCUOLA

C'è qualcuno che ha sentito parlare, in questi mesi di isolamento forzato,  quando di tempo per ragionare che avremmo avuto, di scuola, dei suoi problemi presenti e futuri e di come ricominciare a settembre, o quando sarà, 'in presenza', perché dopo il periodo di grande emergenza , è ovvio che la scuola deve ricominciare come COMUNITA?

In coda all'isolamento forzato, quando alcuni problemi non da poco sono emersi, che non sono certo quelli egli esami che comunque costituiscono un appuntamento importante alla fine dei vari cicli scolastici, un giornalista prima ( Polito sul Corriere) ed una vice ministra (Ascani del PD), con una mano sul cuore, alla maniera della D'Urso ( cui, naturalmente, nessuno crede) e con l'altra con il fazzoletto per asciugare le immancabili lacrime di commozione, hanno proposto che almeno un giorno, l'ultimo delle lezioni, gli studenti  si rivedano a scuola  per salutarsi prima delle vacanze, in previsione della possibilità che alcuni di loro alla ripresa autunnale finiranno in altre classi o in altre scuole e che per lunghi mesi sono s rimasti forzatamente lontani.

La proposta ha raccolto subito l'adesione più sentimentale che logica dei due, perché ognuno è andato  con la memoria, quel poco che resta, all'ultimo giorno di scuola di tanti anni fa,  segnato da abbracci, lacrime, saluti ed anche dalla fine di amori ed amicizie.

 Il CTS ( Comitato Tecnico Scientifico) ha però immediatamente smorzato gli ardori dei proponenti: non è il caso, perché ancora non si è sperimentato come far nuovamente reincontrare gli allievi in sicurezza, e neanche gli accompagnatori che nella maggior parte sono genitori, ma in tanti altri casi nonni, invitati questi ultimi ancora ora a restare a casa e ad uscire solo lo stretto necessario.

 Fra la proposta del giornalista  e della viceministra ed il parere dei tecnici si sono ascoltate le diverse tifoserie; scontata quella di Gramellini, sempre con il cuore in mano, a favore del suo compagno di redazione Polito.

Si tratta ovviamente di un gesto, dal forte valore simbolico. ma si può lasciare che un gesto metta in pericolo la salute? Certo che no.

Se in questi mesi di isolamento - nei quali è anche emersa la disparità di possibilità offerte agli studenti  dalla cosiddetta 'scuola a distanza' ma non i possibili rimedi (perché molti di loro non hanno gli strumenti per effettuarla), la ministra avesse fatto sperimentare ad alcune scuole, magari di piccoli centri,  le varie possibili modalità di ripresa delle lezioni, forse non staremmo ora a discutere sull'ultimo giorno di scuola.

Sapremmo già come fare entrate con vari turni, come mantenere in aula la distanza fra allievi, come posizionare i banchi, come usare le mascherine e quando, come e se misurare agli studenti la temperatura corporea prima di ammetterli a lezione.

Nulla di questo si è già provato a fare fino ad oggi. Siamo  all'incertezza generale sulla ripresa, che ci deve necessariamente essere 'in presenza', perchè altrimenti la scuola non esiste: la scuola non serve principalmente e solo per apprendere nozioni - secondo l'immagine del criticatissimo 'imbuto' usato impropriamente dalla ministra  - ma  anche  per educare gli studenti a vivere in comunità, dove esistono diversi ruoli il cui rispetto va inculcato fin dai primi anni.

 Di questa scuola, anche tralasciando altri problemi non da poco ma ugualmente non esaminati come meritano: l'edilizia scolastica che in Italia è disastrata; lo smembramento delle classi pollaio; il distanziamento pratico nelle aule;  come conciliare l'ingresso scaglionato degli studenti a scuola  con quello , che deve essere altrettanto scaglionato dei genitori al lavoro ecc...ecc... non sappiamo ancora nulla, mentre dovremmo saperlo già ora. Su tutto questo che della scuola è 'sostanza' solo chiacchiere o inutili interlocuzioni ( termine divenuto di moda fra i politici inconcludenti!) tanto per parlare! E a settembre  riprenderanno i mal di pancia, ed anche di testa, delle famiglie che non sapranno  anche santo votarsi, non potendosi fidare di chi governa che sembra distratto  da cose di nessuna importanza.   

Accademia musica antica milano. Attività rinviata

Cari amici,
purtroppo, con grande rammarico, come già avevamo annunciato, i concerti della stagione 2020 sono stati rinviati, e così pure i progetti culturali che avevamo in cartellone per quest’anno. Navighiamo a vista e ogni scelta riguardante la ripresa dei programmi dipenderà dalle decisioni che il Governo del Paese e della Regione Lombardia vorranno assumere nelle prossime settimane o nei prossimi mesi. L’andamento e la durata della pandemia di Coronavirus sembrano, a tutt’oggi, imprevedibili e incerti, e A.M.A.MI, nonostante il suo forte desiderio di riprendere le sue iniziative nelle sale e nei luoghi programmati, non può che adeguarsi e rispettare le regole. E’ molto probabile che la stagione 2020 slitterà al marzo-aprile-maggio del 2021.
In attesa di riprendersi la sua normalità, A.M.A.MI non vuole restare in silenzio e lontana dal suo pubblico che ha apprezzato la finezza delle sue scelte artistiche e l’alta qualità delle sue esecuzioni musicali e delle sue iniziative culturali. La nostra Accademia vi propone allora di riascoltare alcuni concerti degli ultimi anni, nonché di rivisitare alcuni significativi passaggi mediatici, sperando di potervi fare rivivere le grandi emozioni provate nell’ascoltare musica rara, spesso sconosciuta, che le grandi Istituzioni musicali ignorano o dimenticano, ed eseguite, grazie al sostegno dei nostri sponsor, da artisti e complessi di fama internazionale.
Questi concerti potranno essere ascoltati sulla nostra nuova pagina Facebook:  https://www.facebook.com/accademiamusicaanticamilano/?modal=admin_todo_tour  
Abbiamo pensato, come primo passo, di farvi riascoltare i seguenti concerti: 
  1. 21 marzo 2017 Alessandro Stradella: Motetti concertati a due voci  - Collegium vocale et instrumentale «Nova Ars Cantandi» - Direttore Giovanni Acciai
  2. 4 maggio 2017 Amore e pazzia - Marina Bartoli, canto -  Alessandro Palmeri, violoncello - Claudio Astronio, organo e direzione
  3. 5 aprile 2018 Musica per cembalo a Napoli, fra Seicento e Settecento - Enrico Baiano, cembalo
  4. 3 maggio 2018 Napoli al centro del mondo Sonate e cantate di Händel, Scarlatti, Mancini e altri - Ensemble «Zefiro»
  5. 26 novembre 2018 I Responsorj della Settimana santa di Leonardo Leo - Collegium vocale et instrumentale «Nova Ars Cantandi» - Direttore Giovanni Acciai
  6. 16 maggio 2019  Lucrezia Borgia. Tra storia, mito e leggenda - Capella de Ministrers - Carles Magraner, viola da gamba e direzione
  7. 30 maggio 2019 Che mangerà la sposa? Una fagiana grigia … - Micrologus - Patrizia Bovi, canto, arpa e direzione
 Cordiali saluti.
Il Presidente
Giovanni Iudica