Approvato il decreto di assegnazione delle risorse del Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) a favore delle fondazioni lirico-sinfoniche. Il decreto, pubblicato dalla Direzione Generale per lo Spettacolo del Ministero dei Beni culturali, si riferisce al triennio 2018-2020. L’atto era atteso dalla pubblicazione, nel mese di luglio scorso, dei decreti direttoriali riguardanti l’ambito multidisciplinare, l’ambito dei circhi e dello spettacolo viaggiante, del teatro, della danza e della musica.
La destinazione delle risorse corrisponde all’aliquota del 53,56% delle risorse, per un totale di 178.854.000 euro, stabilita dal decreto di riparto del FUS dello scorso febbraio del ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini.
L’erogazione dei contributi assegnati è subordinata, si precisa nel decreto direttoriale, alle disponibilità presenti in bilancio. Se, infatti, provvedimenti successivi determineranno una disponibilità inferiore del Fondo, si provvederà alla riduzione proporzionale delle risorse ripartite nei diversi settori. Il ministro Bonisoli ha comunque sottolineato che il Mibac non farà mancare il proprio supporto alle fondazioni lirico-sinfoniche (leggi). Il Ministero si adopererà per far sì che tale supporto sia “stabile nel tempo in modo da superare le emergenze e di andare verso una situazione di sicurezza” .
IL RIPARTO ALLE FONDAZIONI LIRICO-SINFONICHE
Come detto, la destinazione delle risorse per le fondazioni lirico-sinfoniche corrisponde all’aliquota del 53,56 per cento delle risorse, per un totale di 178.854.000 euro, stabilita con il decreto di riparto del FUS dello scorso febbraio.
In particolare, alla Fondazione Teatro alla Scala di Milano e alla Fondazione Accademia Nazionale di Santa Cecilia vanno rispettivamente 28.795.494 euro e 11.804.364 euro per un totale di 40.599.858 euro. Questo stanziamento era stato deciso nel corso della seduta della Commissione consultiva per la Musica del 23 marzo scorso (leggi) in cui il dg Spettacolo del Mibac, Onofrio Cutaia, aveva evidenziato per le due Fondazioni una “programmazione in crescita, come risulta dai programmi presentati per il triennio 2018-2020”.
La rimanente quota del FUS di 138.254.142 euro viene ripartita tra le altre dodici fondazioni non dotate di forma organizzativa speciale. Si rispetta l’impegno di spesa tenendo conto della riduzione “a monte” di euro 4.335.969 euro quale misura di contenimento della spesa adottata. La stessa riduzione era stata decisa, si specifica nella premessa al decreto, negli esercizi finanziari 2015, 2016, 2017.
Tra le dodici fondazioni lirico-sinfoniche, il finanziamento più corposo va alla Fondazione Teatro dell’Opera di Roma Capitale (17.916.054,99 euro – il 12,96%) seguita dalla Fondazione Teatro La Fenice di Venezia (15.583.517,75 euro – l’11,27%) e dalla Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino (13.820.982,76 euro – il 10%). La Fondazione Teatro di S. Carlo in Napoli e La Fondazione Teatro Massimo di Palermo ricevono rispettivamente il 9,37% (12.955.003,90 euro) e il 9,76% (13.488.194,68 euro) degli stanziamenti. Alla Fondazione Teatro Regio di Torino sono assegnati 12.129.971,15 euro, l’8,77% del totale. Si attestano punti percentuali, e quindi finanziamenti, simili la Fondazione Teatro Comunale di Bologna (8.421.090,89 euro – 6,09 %), la Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova (7.835.825,67 euro – il 5,67%), la Fondazione Teatro Lirico “G. Verdi” di Trieste (8.629.261,80 euro – il 6,24%), la Fondazione Arena di Verona (9.882.341,83 – il 7,15%) , la Fondazione Teatro Lirico di Cagliari (9.713.381,39 euro – il 7,03%) e la Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari (7.679.515,19 euro – il 5,70%).
IL DETTAGLIO DELLA RIPARTIZIONE
In base a quanto previsto dal decreto ministeriale sui criteri e le percentuali di ripartizione del FUS alle fondazioni, la quota ad esse destinata è composta da tre sub-quote. Il 50% del contributo assegnato è ripartito “in considerazione dei costi di produzione derivanti dai programmi di attività realizzata da ciascuna fondazione nell’anno precedente a quello cui si riferisce la ripartizione”.
Una sub-quota del 25% è ripartita “in considerazione del miglioramento dei risultati della gestione attraverso la capacità di reperire risorse”. Il restante 25% della quota è invece ripartito considerando “la qualità artistica dei programmi”. In questo ultimo caso, si presta particolare riguardo ai programmi “atti a realizzare (…) spettacoli lirici, di balletto e concerti coniugati da un tema comune e ad attrarre turismo culturale”.
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