venerdì 30 novembre 2018

I giovani cronisti musicali - come Andrea Penna che scrive per 'Repubblica' - non si documentano perciò risultano ignoranti e scrivono c...

Inutile cercare sui giornali di oggi, nei normali necrologi, che tali non sono, bensì panegirici post morte, scritti in memoria di Bruno Cagli che ieri è comparso all'età di 81 anni, 21 dei quali - una eternità per la cui durata non bastano solo capacità e meriti, c'entra molto altro ! - passati  a Santa Cecilia, assiso sulla poltrona più prestigiosa dell'Accademia: la sovrintendenza; inutile dicevamo cercare una qualche riga in cui si mettono in discussione alcune sue scelte. Neanche una. Tutti raccontano la sua storia professionale, riprendendo il curriculum vitae diffuso da chi ha il dovere di farlo e via. Tutto sommato meglio così, almeno tutti scrivono le stesse cose, alcune inesatte, ma tanto or che è morto che importa ?

Perchè chi, invece, forse per mostrare di essersi accasato bellamente nella professione, ha voluto aggiungere qualche notizia, come ha fatto Andrea Penna nel suo panegirico su Repubblica,  tre notizie ha dato, nel corso del consueto panegirico, ma nessuna delle tre è esatta.

1. Cagli non c'entra  neppure minimamente con il trasferimento dell'Accademia dall'Auditorium di Via della Conciliazione al Parco della Musica. Capito Penna? Ecco le prove. Il trasferimento ufficiale era avvenuto con il concerto inaugurale della Sala Santa Cecilia, Natale 2002,  che fu alla base della lite furibonda fra Berio e Chung. La stagione  si svolse tutta all'Auditorium di Renzo Piano, a patire dal febbraio del 2003. E perciò il trasferimento lo aveva già attuato Berio che, a dire il vero, essendo già abbastanza malato, anche lui poco ebbe ad occuparsene. Lo fecero  i suoi dirigenti. E comunque Cagli doveva ancora da venire, perchè il suo ritorno a Santa Cecilia data alla fine del 2003, dopo la morte di Berio, avvenuta nel maggio di quell'anno, e dopo alcune votazioni, quando finalmente il quorum si era notevolmente abbassato, ed ebbe la meglio su Sergio Perticaroli, reggente dell'Accademia dopo Berio.

2. Anche con Pappano Cagli non c'entra affatto. E questa è la seconda c... di Andre Penna. Lui se lo è trovato a Santa Cecilia. L'annuncio della sua nomina a direttore musicale avvenne,nel marzo 2003,  proprio poco tempo prima della morte di Berio, maggio 2003. E la decisione che Berio avallò fu il risultato di una proposta fatta al compositore da Gaston Fournier e dall'avv. Ripa di Meana. Berio forse non sapeva neppure che esistesse Pappano, non era così informato, come lo era Fournier ( sposato a Leonetta Bentivoglio che già aveva scritto su Repubblica del maestro italiano stabile a Bruxelles; o che forse lo aveva ascoltato a Firenze dove aveva fatto un rapida, non gloriosissima apparizione) ed anche Ripa Di Meana che con Pappano ebbe il primo inconro a Bruxelles assieme a Fournier.
Quando Cagli arrivò nuovamente a Santa Cecilia fece piazza pulita dei collaboratori di Berio, a cominciare da Ripa Di Meana e, successivamente, anche di Fournier (benchè lo avesse chiamato lui a lavorare in Accademia, negli anni del suo primo mandato), e l'avvocato, soprattutto, se ne ebbe - come tutti sanno; meno Fournier , che  quando se ne andò alla Scala, non si meritò neanche il saluto ufficiale di Cagli - al suo posto lo salutò e ringraziò pubblicamente solo Pappano. Non dimentichiamoci perciò di quella inelegante e  incivilissima persona che fu Cagli. Noi non possiamo mettere la mano sul fuoco, se qualcuno vuole costringerci ad affermare che i rapporti fra Pappano e Cagli siano stati sempre ottimi. Noi abbiamo avuto lì'impressione che  Pappano e Cagli abbiano ognuno coltivato i propri interessi, senza darsi fastidio, almeno pubblicamente. E' una nostra sensazione, niente più.

3. Cagli diresse il 'Reate festival di Viterbo': due stupidaggini in una sola frase,  frutto della enorme ignoranza del giovane cronista di Repubblica.

Il Festival di Viterbo al quale erroneamente  Penna accenna, era il Festival Barocco, al cui vertice i provinciali viterbesi, vollero un nome altisonante, e quale più altisonate di quello di Cagli, sovrintendente dell'Accademia?  Ma siamo certi che la responsabilità del Festival di Viterbo, tolta la necessaria tassa annuale pagata all'Accademia con il suo inserimento in cartellone, l'ebbe altri ( il nome ora non lo ricordiamo, anche perchè in quel festival c'è stata una vera e propria girandola di direttori artistici, cosiddetti.

L'altro festival, che per effetto di una sublime crasi di analfabetismo, è diventato il 'Reate festival di Viterbo' è il Festival di Rieti ('Reate', nel latinorum), dove la presenza di Cagli ha tutt'altra storia, che passa attraverso Gianni Letta, in Accademia  e a Musica per Roma presente in prima persona o per interposti famigliari, e a Rieti chiamato a presiedere la fondazione del Teatro Vespasiano.
Il Reate Festival ( 'reate' da 'reato' nel senso che si è trattato di un festival che negli anni si è rivelato una spesa inutile, perciò  più precisamente un ' reatino' , ovvero un piccolo 'reato', parola italiana; o da 'Rieti', nel latinorum?) nasce per dare altri soldi, su indicazione di Letta, attraverso Salvo Nastasi, all'Accademia di Santa Cecilia, che in quel festival ebbe un porto di sbocco fuori città. E infatti i primi anni il programma era praticamente appaltato a Santa Cecilia. Non finisce qui. A Rieti, Letta mise una sua protetta, Lucia Bonifaci, come sovrintendente, quando Cagli - fuori dalla finzione - restò presidente onorario, visto che fin dall'inizio non fece nulla, occupandosene la direzione artistica dell'Accademia , e Cagli  fece altrettanto, con un suo fedelissimo, affidando la direzione artistica a Cesare Scarton, che aveva anche impegnato all'Opera studio dell'Accademia. I fedeli servitori vanno sempre compensati altrimenti  si licenziato dal 'mezzo' o 'tutto' servizio.

Ora  Andrea Penna si convincerà che le uniche notizie che ha dato, fidandosi della sua ignorante memoria e preso dalla foga celebrativa dei potenti, anche da morti, sono  autentiche cazzate...ci si perdoni il termine.

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