giovedì 31 gennaio 2019

Povera patria. Giuseppe Conte e, con rispetto parlando, anche Mario Giordano ieri in tv, ci hanno fatto VERGOGNARE

Saremmo tentati di usare parole forti, ma alla fine decidiamo di far parlare i fatti e  basta. Cominciamo dal premier di cui ieri, 'Piazza Pulita',  trasmissione de La 7 condotta da Formigli, ha fatto ascoltare, dopo averlo  scrupolosamente decrittato, il colloquio 'personale', in lingua inglese, far due capi di stato, al recente incontro di Davos: la cancelliera Merkel e il nostro premier Giuseppe Conte.

 Cosa si sono detti di tanto importante per spingere La 7 a  decrittarlo e farlo ascoltare? Non si sarà mica fatto prendere la mano Conte, rivelando confidenzialmente ma inopportunamente, segreti che attengono alla sicurezza del nostro paese o strategie prossime per imporsi in Europa?
No, nulla di tanto importante.

Ma ciò che è più grave è che si è trattato di un colloquio di quelli che ascolti al bar il lunedì mattina, fra  due tifosi che , dopo aver esaminato minuto per minuto la partita della domenica, uno dei  si vanta con l'altro delle sue imprese domenicali.

 Conte, facendo vergognare tutto il nostro Paese, per il tono ed i contenuti del suo discorso, ha detto alla Merkel,  costretta a  fingere interesse per quel discorso da 'bar sport', che i Cinquestelle sono preoccupati del favore che incontra tuttora Bullo-Salvini e che perciò in queste settimane  pensano solo a trovare qualche argomento da sfruttare per la prossima compagna elettorale, onde risalire la china delle preferenze elettorali

 Alla Merkel veniva da chiedergli, ma non l'ha fatto per  non mettere in difficoltà il povero Conte che non sarebbe stato comunque capace di discorsi più alti: ma voi pensate anche a risolvere i problemi  gravi e tuttora irrisolti, anche con il cosiddetto Governo del Cambiamento?

 Dopo aver fatto piombare la Cancelliera  nella più seria preoccupazione per la leggerezza con cui i sovranisti italiani 'governano' - si fa per dire - il paese, Conte corre ai ripari, intendendo rassicurarla, ma prosegue con  il discorso 'da bar'. Non ti preoccupare Angela - più o meno questo il senso del suo discorso - quei due li metto a posto io, perché sono comunque io a comandare e se gli dico di smetterla di fare gli stronzetti, loro la smettono. E qui la Cancelliera, come fanno già tutti gli italiani, ha cominciato a preoccuparsi seriamente del suo partner italiano.

 Poco ci è mancato che, per crescere nella considerazione della Cancelliera, tirasse fuori l'asse pigliatutto:  Angela,  guarda che io ci ho sempre la fidanzata giovane, mica solo i due. Anzi, avrebbe precisato a quel punto: Salvini ce l'aveva ma se l'è fatta scappare, la bella Eloise; e Di Maio  ancora non si sa bene se ce l'ha o no, perchè quella biondina che si vede spesso fotografata con lui in queste settimane non è la sua 'ragazza', ma la bella  candidata a Governatore d'Abruzzo, nella lista Cinquestelle,

 Voltiamo pagina per non deprimerci ancora di più a prima mattina. E  andiamo a quella  intitolata 'fuori dal coro' che la nuova Retequattro fa aprire ogni sera a Mario Giordano,  offrendola alla lettura dei telespettatori. Si leggeva ieri in quella pagina del caso 'Sea Watch' e della soluzione approntata in mattinata ed annunciata da Conte - non si è capito bene se con l'avallo di Salvini o nonostante il ministro dell'Interno.  Grillo parlante-Giordano ha mostrato le immagini  di quei 47  disgraziati finalmente fatti scendere dalla nave ong a Catania, accompagnandole con le seguenti spiegazioni: ci avevano detto che stavano male su quella nave, che erano in condizioni  disumane e seriamente provati nel fisico: guardateli, sono belli, giovani ed aitanti e camminano dritti sulle loro gambe, anzi all'annuncio dello sbarco hanno anche inscenato una danza 'tribale'. E poi dove sono i 15 minori sui quali hanno puntato per giorni per costringere il Governo ad una  conclusione cosiddetta 'umanitaria'? Io quei minori non li ho visti né li vedo'.
I minori, secondo le dichiarazioni ufficiali - (avrebbero volutamente mentito?) - sono stati fatti sbarcare e sono ora ospitati in una struttura idonea a  Catania. Neanche a questo crederebbe il patetico Giordano.

La 'libera scelta' di trasferirsi da Roma a Milnao secondo SKY

31.1.2019 - Dopo la strage dei tecnici, con l'anno nuovo le giornaliste del Tg24 licenziate dalla multinazionale SKY diventano cinque. Sì, tutte donne. No, non è un caso, né un dettaglio. Con un altro particolare non trascurabile: le ultime due, Chiara e Giovanna, sono dirigenti sindacali, per giunta USB, la sigla che due anni fa ha infranto il monopolio del sindacato unico della stampa, il solo a resistere come tale dai tempi del fascismo.Ma come è stato possibile???? Prendete un lavoratore. Anzi, una lavoratrice. Il suo capo le chiede: vuoi trasferirti a più di 500 km di distanza dalla tua casa e dalla tua famiglia? Tranquilla, è una libera scelta, a Sky il cambio di sede avviene solo ‘su base volontaria’: se vai ti do anche degli incentivi, firma qui. Lei risponde: beh se è una libera scelta vi rispondo di no: io voglio lavorare, ma non posso allontanarmi dalla mia famiglia, sono disponibile a lavorare a Roma - la mia sede da sempre - dove Sky ha una redazione nuova di zecca, con oltre 30 giornalisti. Se invece è un obbligo, allora trasferitemi voi così io potrò rivolgermi alla magistratura per chiedere se tra quei 30 proprio io sia obbligata ad andare a Milano. E sapete che succede? L'azienda non la trasferisce ma neppure la fa lavorare su Roma. Ed infatti prima viene cacciata dall'azienda e relegata NOVE MESI a casa, in pieno reparto confino, del tutto illegittimamente privata del posto di lavoro e della sua professione. Poi, in pieno agosto, è improvvisamente ‘comandata’ per due mesi in redazione a Milano, con 48 ore di preavviso e senza alcuna motivazione: ‘trasferta comandata’, la chiama Sky. Trasferta punitiva, diciamo noi. Lei obbedisce, si organizza in fretta e furia e si presenta. Ma giunta finalmente a fine settembre la scadenza della trasferta, senza nessun preavviso arriva un altro ordine di lavorare ancora un mese a Milano e poi ancora un mese e poi ancora. Quella lavoratrice allora dice: se non mi dite definitivamente se devo lavorare a Roma o Milano, io non posso organizzami la vita e finché non me lo direte io non posso andare a Milano. E che fa Sky? Nulla (o quasi nulla): semplicemente smette di pagare lo stipendio e continua a ordinare trasferte una dopo l'altra. Finalmente, dopo sei mesi di mobbing mascherato da trasferta, a fine gennaio non arriva nessun nuovo ordine. Ma il festeggiamento dura pochi minuti: ieri infatti è arrivato il licenziamento in tronco. Chiara e Giovanna, "gravemente insubordinate", sono licenziate per MANCANZA DI CORRETTEZZA, BUONAFEDE, DILIGENZA, FEDELTA' E LEALE COLLABORAZIONE! Menomale che andare a Milano era una libera scelta! E poi: chi ha avuto un comportamento gravemente scorretto? Le due lavoratrici o Sky? A voi la risposta, noi abbiamo la nostra: Sky confonde ‘l'obbligo di fedeltà all'azienda’ con l'obbedienza cieca al padrone, quella che noi umani preferiamo lasciare agli animali addomesticati. Le lavoratrici e i lavoratori - ma ancor più i giornalisti - hanno invece l'obbligo di essere leali anche verso se stessi, nel rispetto della propria Dignità: difendendo le loro Libertà e i loro Diritti.  (USB)- IN https://www.usb.it/index.php?id=1132&tx_ttnews[tt_news]=107456&cHash=9330b39643


mercoledì 30 gennaio 2019

Siamo in recessione, attesta l'ISTAT. Che si fa, di chi è la colpa?

  Dopo la dichiarazione di Conte ieri a Milnao,  durante la sua visita ad Assolombarda,  anticipando quel che stamattina l'ISTAT attesterà, sappiamo che  il Paese è ripiombato  nel panico. Anche se Conte per primo e Tria  dopo, dall'America, hanno tentato di gettare acqua sul fuoco. Siamo in recessione, ed anche le nostre previsioni sulla crescita vanno riviste al ribasso, con tutto ciò che ne consegue.

 Sì, ha detto Conte, è vero, dovremo soffrire nel primo semestre di quest'anno ma sono fiducioso che con le nostre misure - Reddito di cittadinanza a Quota 100 - nel secondo semestre supereremo le difficoltà. Davvero? Se siamo in recessione, anche se solo tecnica, e con  il PIL che dovrebbe crescere, nella migliore delle ipotesi, di mezzo punto percentuale, come faremo a trovare i 23 miliardi di Euro che serviranno a scongiurare, con la prossima manovra finanziaria, l'aumento dell'IVA?  E ci arriveremo, senza manovra aggiuntiva ad arrivare alla stesura della prossima?  E con le prossime elezioni europee come si mette per i soci al governo, che hanno promesso il paradiso e invece fanno ripiombare il paese nel  tragico purgatorio economico?

 L'allegra brigata del Governo gialloverde comincia a perdere quel sorriso spaccone che vedevamo sulle loro labbra ogni volta che  qualcuno, anche autorevole, faceva notare che i loro conti  avrebbero portato alla rovina il nostro paese.

 Adesso hanno tirato fuori anche che la recessione appena attestata è  frutto del fallimento del governo precedente. Padoan ha risposto per  le rime, all'ammissione di Palazzo Chigi, non di Conte in prima persona: dichiarazione infame! Il Paese, nonostante la crisi, dopo il Governo Monti, è cresciuto, sempre e con costanza, anche se di poco; mentre dopo l'avvento del Governo Conte, il Paese non cresce più. E sarebbero stati i governi precedenti a far ripiombare nella recessione il Paese? Ci vuole una bella faccia tosta. Si sa, quanto a faccia tosta, nel govenro Conte , ve ne è in abbondanza ed anche di riserva, a cominciare da Spaccone-Di Maio e Bullo-Salvini, per finire a quell'accozzaglia di  ignoranti che compongono l'esercito di 'franceschiello-Conte' - come ha dimostrato la prof. Tinagli nel suo recente volume.

 Adesso occorre trovare immediatamente altri fondi, e si sa già che i 4 miliardi circa necessari immediatamente  saranno tagliati alla sanità. Prima gli italiani con i loro bisogni - non è così Bullo-Salvini e Spaccone Di Maio?


Salvini spalle al muro, anzi...dietro le sbarre?

In questi giorni il ministro degli Interni che ha sempre mostrato sicurezza anzi spavalderia si agita come fa un serpentello al quale hanno mozzato la testa e prima di finire di campare si agita convulsamente.

Nel caso di Salvini  nel suo brodo i coltura:  Navi ong, cori razzisti, autorizzazione a procedere.

 Lui non si immischia nei gravi veri problemi del paese, il più grave fra tutti - piovuto come un macigno sulla testa di Conte e del suo gabinetto ( e dunque anche su Salvini) della recessione cosiddetta 'tecnica', a causa del PIL negativo anche nell'ultimo quadrimestre del 2018, come certificherà proprio oggi l'ISTAT ed ha già anticipato ieri Conte a Milano.

 La soluzione del caso Sea Watch, giunta a conclusione  con la mediazione di Conte, per Salvini, è l'ennesima 'vittoria di Pirro', dopo aver tenuto per giorni e giorni neanche cinquanta migranti nelle acque gelide ed agitate del Mediterraneo. Lui ha vinto, almeno così dice. Cosa abbia vinto però non lo spiega.

E per non smentirsi che oltre che dei migranti  e di restare al potere, a lui non frega nulla di nient'altro, ha annunciato che sta  preparando un decreto che vieti alle  ong di navigare in acque italiane, quand'anche non avessero più a bordo migranti? Il povero pagliaccio  non sa più cosa fare per mantenere alto quel consenso di cui si è appropriato, come un ladro di notte che si introduce in casa di qualcuno  che dorme profondamente e non può reagire, e fa razzia di ciò che di più prezioso gli capita sottomano. nel caso di Salvini la buona fede dei cittadini  che vedono in lui l'uomo forte che li porterà fuori della crisi, nella quale siamo ripiombati con l'insediamento del gabinetto Conte, spalleggiato dai due  sbruffoni: Salvini, appunto, e Di Maio.

 L'accusa di razzismo che già tante volte è stato rivolto a Bullo-Salvini, detto anche il 'Nero', riceve in queste ore ulteriore prova e conferma, dopo che ha preso posizione contro il mondo del calcio che, in ossequio al regolamento vigente,  a seguito di insulti a carattere razziale, intende sospendere la partita e dopo una reiterazione, addirittura far uscire gli spettatori dello stadio. Ma su, dice Salvini, che sarà mai dire negro ad un giocatore che ha la pelle nera? Non la facciamo così drammatica la situazione, in Italia non c'è razzismo, sono più che insulti, slogan goliardici.

Ed ora la paura si legge sul volto del Bullo al governo. Che ne sarà di lui  nella Commissione per l'autorizzazione a procedere del Senato che deve esaminare la richiesta del Tribunale dei ministri di Catania, che intende processarlo per sequestro di persona,  in riferimento al Caso Diciotti che, per colpa del suo bullismo, s'è ripetuto già altre due volte e l'ultima con la Sea Watch, appena risolto?
Salvini ha una  paura matta, non si fida dell'alleato di Governo , nonostante gli abbia  assicurato una strategia vincente: tutto il governo si dichiarerà colpevole di quella decisione, e come accade anche  nei più atroci misfatti, se sono in molti a dichiararsi colpevoli, non viene fuori il vero colpevole e dunque anche il vero colpevole , per quanto noto, vine assolto. Salvini trema di paura, non vuole finire  di nuovo all'opposizione, nella migliore delle ipotesi, o addirittura dietro le sbarre, anche se non proprio, per effetto della condizionale.

 E la crisi economica nella quale  il Paese è ripiombato come la risolve il Governo Conte?  Al post seguente

Conto le liti temerarie, in difesa della libertà di stampa

GIORNALISTI. PRIMO DI NICOLA: "IL DDL SULLE LITI TEMERARIE INCARDINATO NELLA COMMISSIONE GIUSTIZIA DEL SENATO. E' UNA OTTIMA NOTIZIA". 




Roma, 30 gennaio 2019. - "E' un'ottima notizia quella dell'incardinamento, in commissione Giustizia al Senato, del disegno di legge che porta la mia prima firma sulle liti temerarie. Il Movimento 5 Stelle considera da sempre la liberta' di stampa un pilastro del buon funzionamento della democrazia. Con questa proposta vogliamo scoraggiare fortemente chi agisce in giudizio contro i giornalisti con domande risarcitorie infondate o esorbitanti. Il prezioso lavoro del cronista e' irrinunciabile, non e' accettabile che in alcuni casi sia pesantemente condizionato da azioni intimidatorie". Cosi' in una nota il senatore del Movimento 5 Stelle Primo Di Nicola, primo firmatario del Ddl in materia di lite temeraria. (Rai/ Dire)

Sea Watch:possono sbarcare. 47 migranti distribuiti in 7 paesi. I giorni in mare per far contento il 'bullo' del Viminale

«Tra poco cominceranno le operazioni di sbarco della Sea Watch». Il premier Giuseppe Conte annuncia lo sblocco della situazione della nave ancorata da giorni a largo di Siracusa con 47 migranti a bordo. Il via libera arriva dopo l’accordo con alcuni governi Ue: «Siamo 7 Paesi, si è aggiunto anche il Lussemburgo», ha detto il presidente del Consiglio dopo un incontro a Palazzo Marino con il sindaco di Milano Giuseppe Conte. Lussemburgo si è aggiunto così a Italia, Francia, Germania, Portogallo, Romania e Malta. La svolta è arrivata, ieri sera, dopo un vertice a Palazzo Chigi, secondo la Lega «La linea di Conte e del governo ha costretto l’Europa a intervenire».

Bullo-Salvini, 'ministro de paura', c'ha paura

Ci siamo dimenticati già di quelle sceneggiate messe in atto, dalla sua stanza del Viminale, dal Ministro Salvini, alla ricezione dalla Procura di Catania di 'apertura indagine' sul suo comportamento relativo alla nave della nostra marina 'Diciotti'?
 Possono mandarmi tutti gli avvisi di garanzia che vogliono, io vado avanti. Vogliono processarmi, mi processino, non mi fanno paura. E poi una  magistratura che processa un ministro del governo in carica...scherziamo? Come dire io sono al disopra della legge, e nessuno mi può indagare, comunque se vogliono farlo facciano non mi mettono paura.

 Durante quella sceneggiata avemmo modo di vedere anche il suo pubblico, seduto all'altra estremità della stanza, composto dai boy scout e dai loro capi drappello che compongono il grande, troppo grande, ufficio che si occupa della comunicazione di Bullo-Salvini. Di lui, più che del Viminale.

 Sicuramente, allievi dello stesso ministro, gli avranno detto: non ti preoccupare questi li facciamo a pezzi. Certamente. E quando  viene inviato dal tribunale dei ministri di Catania la richiesta al Senato di autorizzazione a procedere nei confronti di Bullo-Salvini, che gli dice allora il suo ufficio comunicazione, e lui ripete? Non mi fanno paura io continuo per la mia strada, ho preso con gli elettori l'impegno di diminuire il flusso di migranti ( e sconfiggere veramente, neutralizzandoli, gli scafisti no?) e questo faccio.

 Premesso che sul 'Caso Diciotti', il ministro ha raccontato infinite bugie, ora che incomincia ad aver paura, ha cambiato del tutto linea, anche a seguito della posizione dei Cinquestelle di votare a favore della autorizzazione a procedere contro l'alleato di governo.

Eh no. Non mi fregate, e allora è andato in lacrime a Palazzo Chigi da Conte e Di Maio ed ha imposto loro di sostenere una linea diversa da quella precedente sul 'caso Diciotti': lui non agì da solo, ma la linea seguita fu concordata con tutto il governo', compreso Macchietta-Toninelli il quale ora - ma non allora- sostiene che lui e Salvini erano d'accordo ( ha dimenticato che in agosto  ci furono comunicazione fra i due ministeri e la capitaneria di Catania, del tutto divergenti,  anzi contrastanti).

Perché  tanta paura? Perché sa che se la Commissione del Senato votasse per l'autorizzazione, quando si andrà alla discussione in Aula, comunque vadano le cose, il governo rischia grosso, e lui più di tutti.

 Insomma il ministro 'bullo' e 'senza paura' sta tremando; non gli basta più che il Governo si autodenunci sul caso Diciotti, assumendosi collegialmente la responsabilità, come è riuscito ad ottenere dai suoi soci che alle poltrone non intendono rinunciare così in anticipo; vuole che si neghi l'autorizzazione, e che quindi la procedura si fermi prima di giungere alla discussione in aula, dove, lo ripetiamo, le sorprese - anche da parte dell'alleato - sono sempre possibili. Perchè i Cinquestelle hanno sempre votato per l'autorizzazione, essendo per principio contrari all'immunità, di cui Salvini intende avvalersi.

 Quando la paura di finire dietro le sbarre è concreta, anche un bullo cerca di svignarsela o di avvalersi di  qualche 'guardia del corpo' (nel caso Conte e Di Maio) in sua difesa.

  Dopo la richiesta del Tribunale dei Ministri di Catania di autorizzazione a  procedere contro Salvini, per 'sequestro di persona'  sarebbe opportuno che Salvini 'il nero' smetta tutte quelle divise di polizia e carabinieri che  potrebbero apparire indagati assieme a lui, Ma se una divisa  il 'nero' volesse comunque indossare, pensi a quella 'a strisce bianche e nere', la più adatta a lui  per l'occasione e pensando al futuro!

'Cultura Identità', il nuovo mensile allegato a Il Giornale il primo venerdì di ogni mese. Domani la presentazione presso la Sala Stampa del Parlamento

Roma, 29 gennaio 2019. - Venerdi' 1 febbraio uscira' in edicola il nuovo mensile #CulturaIdentita', fondato dall'attore e regista Edoardo Sylos Labini, che ne e' anche editore, e diretto da Alessandro Sansoni. Il giornale sara' distribuito gratuitamente in tutta Italia in allegato al quotidiano Il Giornale il primo venerdi' di ogni mese. La conferenza stampa di presentazione della nuova testata si terra' giovedi' 31 gennaio, alle 11.30, a Roma, presso la Sala stampa della Camera dei Deputati in Via della Missione 6. Oltre a Sylos Labini e Sansoni sara' presente anche il componente del Cda Rai Giampaolo Rossi. Alla conferenza stampa parteciperanno i componenti della Commissione Cultura della Camera dei Deputati ed esponenti dei vari partiti di centrodestra. "Sara' come riscoprire il valore dell'italianita' in una nuova chiave contemporanea, lontano dal politicamente corretto - ha spiegato Edoardo Sylos Labini - Dopo 24 anni di carriera artistica ho deciso di lanciare una nuova sfida alle stelle per liberare energie e pensieri della nostra migliore Italia".  #CulturaIdentita' sara' un mensile di 32 pagine e ospitera' le firme piu' interessanti e controcorrente del panorama culturale e giornalistico italiano come Vittorio Sgarbi, Alessandro Meluzzi, Angelo Crespi, Giampaolo Rossi, Angelo Mellone, Giovanni Terzi, Laura Tecce e Nino Spirli' facendosi portavoce della battaglia a difesa della cultura e dell'identita' italiana lanciata un anno fa sul palco del teatro Manzoni di Milano dall'omonimo movimento. L'obiettivo e' fornire ai lettori uno spaccato dell'immenso patrimonio artistico del Bel Paese e del Made in Italy, con ampio spazio dedicato al racconto degli eventi culturali realizzati in ogni regione d'Italia e allo straordinario lavoro che, su tutti i territori, viene messo in campo da fondazioni, associazioni, cittadini e imprenditori che hanno a cuore il destino del paese piu' bello del mondo. Tra gli appuntamenti fissi all'interno del mensile la rubrica "In viaggio con Itinere", le interviste di Sylos Labini a grandi personaggi della Cultura, dello Spettacolo e dello Sport italiano nella FrecciaLounge delle stazioni di Milano e Roma, una pagina con il racconto delle librerie e degli editori su tutti i territori italiani a cura di Mondadori Store e grande attenzione per Cinema, Musica, Teatro, Moda, Agroalimentare, Sport e Benessere. "La nostra ambizione e' diventare punto di aggregazione e di discussione per quell'ambiente culturale che, pur alternativo al mainstream e al mondo radical-chic, non vuole cedere al piu' banale populismo", ha concluso Alessandro Sansoni. Protagonista in copertina un'opera dissacrante e irriverente dell'artista comasco Mr. Savethewall. (NOVA)

martedì 29 gennaio 2019

Il Governo gialloverde è sempre più unito su tutto. Anche sulla questione della nostra missione in Afganistan. No, per ora, ma lo saranno in seguito dopo il rituale e ben noto scambio di favori!

I dissensi all'interno del nostro governo su qualunque nodo al pettine, sono apparenti, e servono semmai a rinsaldare la coesione fra i componenti geneticamente diversi. Questa la lettura che ne darebbero i diretti interessati.  Infatti, nei casi, giornalieri, di dissenso, raggiungono sempre un accordo, nella logica; dell' io do una cosa a te, tu  dai una cosa a me. Una volta cede la Lega un'altra i Cinquestelle,  e successivamente il giro ricomincia, all'incontrario ma seguendo la medesima logica.

E così vanno avanti. Fino a quando? Le elezioni  europee sono considerate il punto di svolta; l'attuale assetto del Parlamento di Bruxelles sarà spazzato via e i due soci, anche fuori d'Europa,  si rimetteranno insieme per governare. Belle aspirazioni, ma tutte da dimostrare.

Nel frattempo gli osservatori si domandano: come faranno la campagna elettorale: insieme od ognuno per la sua strada? La domanda non è inutile. Dovranno in qualche modo separarsi e correre autonomamente,  come del resto fanno già in Italia nelle elezioni regionali o comunali, dove sono avversari politici, mentre  restano soci nel governo del paese.

 Una soluzione per non fottersi con le proprie mani, la troveranno, altrimenti a cos'altro servirebbe continuare a pagare quello stuolo di consulenti di cui  l'uno e l'altro socio di governo si avvalgono?

 E nel frattempo, come la mettono sui problemi che giorno dopo giorno, senza saltarne neppure uno, emergono ed per i quali i due soci sembrano offrire ogni volta una soluzione diversa, l'uno dall'altro?

 Come la metteranno ora sull'ultimo argomento di discussione: il ritiro del nostro contingente militare dall' Afganistan, dopo l'annuncio di una  uguale decisione del governo americano?
 E' una decisione del Ministro della difesa Trenta, non concordato con il Governo, tuona Bullo-Salvini; Palazzo Chigi fa sapere di aver concordato tale decisione con al ministra;  Moavero, Ministro degli esteri, commenta. io non ne son nulla. Troveranno sicuramente una soluzione che salva tutti. Ma dietro l'angolo c'è già pronto il prossimo argomento di discussione: magari il taglio al numero dei parlamentari ed anche ai  loro compensi, sul quale, oltre Salvini, questa volta non sarà d'accordo l'intero Parlamento. Mica scemi che si danno le martellate sui c...

lunedì 28 gennaio 2019

Un intero paese impegnato sul caso 'Sea Watch'. Il ministro Salvini: rifarei tutto. Il Pd vuole accusarlo? Il pagliaccio risponde con una risata!

Vi sembra possibile che l'Italia debba essere impegnata nella soluzione del caso dei 47 - quarantasette - migranti 'prigionieri' sulla Sea Watch ai quali è inibita la discesa a terra;  che  vedette della marina debbano tenere lontani dalla nave, al largo del porto di Siracusa,  chiunque cerchi di avvicinarsi; che ai parlamentari debba essere fatto divieto di salire a bordo per verificare le condizioni dei migranti, pena l'accusa di 'favoreggiamento' dell'immigrazione clandestina; che si debba discutere dell'età dei minori a bordo, più di dieci in tutto, più prossimi ai diciotto e perciò non più minori accompagnati o non, quando sarebbe molto più semplice far  intanto sbarcare quel gruppetto di disgraziati, in balia delle onde da una decina di giorni ormai;  e poi trattare con i Paesi europei che l'Italia si sta mettendo contro, purtroppo, sulla loro distribuzione in Europa (anche nei paesi governati da amici di Salvini che gli hanno però detto di tenerseli e di sbrogliarsi da solo la matassa), e indagare anche sulla regolarità della missione della nave che batte bandiera olandese?

 Perché allora non si fa? Solo per non fa fare la figura del pagliaccio  a Bullo-Salvini che vuole mantenere il punto. Qualcuno si renda conto che ciò che sta accadendo e se ne ha il potere, metta fine a questa  tragedia  messa in scena da un pagliaccio che, come nella famosa opera,  addirittura se la ride quando sente dire che parlamentari PD vogliono accusarlo  a farlo processare.

 Già, contemporaneamente al caso della Sea Watch, è tornato di attualità anche l'analogo caso, di qualche mese fa, della nave Diciotti, per il quale il Tribunale dei ministri di Catania, ha chiesto al Parlamento di processare per 'sequestro di persona' Salvini, il quale attende ora l'esito della votazione del Parlamento, avendo nel giro di 24 ore cambiato parere, perchè comincia a temere l'esito della indagine che se fosse di condanna, gli inibirebbe, per le leggi vigenti, qualunque attività politica, compresa quella di candidarsi. Un  bel guaio per Bullo-Salvini!

Prima,  alla maniera di un bullo qualsiasi, ha detto: non mi fanno paura  i magistrati ed ha gridato alla scandalo  della magistratura che vuole processare un ministro nelle sue funzioni. Poi ha riflettuto, dopo che i suoi compagni di governo gli hanno fatto sapete che avrebbero votato a favore del processo: se lui lo vuole, noi non lo ostacoliamo, e concederemo l'autorizzazione a procedere; ed ha cominciato ad aver paura  e a mostrare il suo scudo di difesa: se processano me processano tutto il governo, perché come ha confermato Macchietta-Toninelli, dopo Di Maio, la decisione fu presa da tutto il governo. Dichiarazione che  serve solo a dissuadere la magistratura dal proseguire sull'indagine e avviare il processo.

Che problema c'è a processare tutto il governo, se decisione fu collegiale sul caso Diciotti?  La magistratura non può indagare e sentenziare anche su una decisione del governo?  Non sarà la fine del mondo e neppure una tragedia per l'Italia. La magistratura potrebbe ribadire - come ha lasciato intendere il Presidente della Cassazione - che non si può arretrare sulla difesa dei diritti umani, e il Governo, tutto o in parte, prenderne atto e comportarsi di conseguenza.

 E in quel caso, la prossima volta, perché ci sarà una prossima volta, anzi tante prossime volte, Bullo- Salvini non terrà l'intera nazione  occupata, e con il fiato sospeso per la sorte di quei disgraziati,  su un caso che poteva essere risolto da tempo e che non si è risolto come il buon senso consigliava, perché non si vuol far fare al ministro la figura del pagliaccio!

Il quale nella foga di dimostrare e ribadire che lui non arretra di un millimetro nel contrastare i trafficanti di esseri umani, fra i quali  lui mette anche  le ong e perfino la missione europea 'Sophia', chiude gli occhi e tace volontariamente, su tutte le altre rotte che  hanno fatto arrivare in Italia migranti nell'ultimo anno, non dalla Libia, il cui numero è di quasi 6.000.
 Salvini  ubriaco di potere ed inebriato dagli esiti esaltanti dei sondaggi che lo danno in continua crescita, evita di ammettere che non può il nostro paese avere il controllo, oltre che dei porti che lui dichiara chiusi, di tutte le coste che costituiscono i nostri confini marittimi.

 Il flusso dei migrati continuerà  fino a quando non verranno presi in seria considerazione i problemi drammatici dei paesi dai quali essi fuggono e predisposta una qualche soluzione. Che non può essere  quella  scaturita dalla visione miope dei soci al governo che ne addossa la responsabilità maggiore alla Francia ed alla sua CFA, la moneta stampata  dalla nostra vicina d'Oltralpe per una decina e più di paesi africani, dai quali proviene appena l'8% dei migranti - ma questa è una narrazione che i nostri sovranisti non vogliono sentire. E per questo Macron - che di guai ne ha anche lui a casa sua e farebbe bene ad impegnarsi a fondo per risolverli, prima di impartire ad altri lezioni - ha risposto che alle accuse dei due soci al governo dell'Italia non risponderà, perchè non lo meritano. E, in fondo, avrebbe anche ragione, considerando l'infondatezza ed anzi la stupidità di quell'accusa.

Una beffa per Salvini, al quale è passata la voglia di ridere

Quando si dice... la legge del contrappasso. Povero Bullo-Salvini, detto il 'nero' che lavora notte e giorno per tener alta la paura degli Italiani  motivandola con la  presenza di tanti migranti, alcuni 'neri' come lui, ma di un colore di tutt'altro genere, sul nostro territorio; con  i  molti irregolari, fra i quali delinquenti ed anche portatori di malattie... Povero Salvini, che mentre si dà tanto da fare per garantire la sicurezza degli italiani dai neri,  deve registrare una vendetta del destino.

 Quegli stessi neri che lui vorrebbe 'aiutare a casa loro', rimandandoli con le stesse navi, che li hanno salvati in mare, nelle prigioni libiche o in qualunque altro posto fuori che in Italia, perchè non attentino alla nostra sicurezza; quegli stessi neri, una agenzia di servizi li aveva contrattualizzati chissà in quale modo,  e li faceva lavorare come come addetti alla sicurezza per grandi eventi in spazi come stadi, in Italia. Da un lato i  neri che, per Savini ed i suoi, attentano alla sicurezza, da un altro, i  neri che  garantiscono la sicurezza in occasione di grandi eventi.

 La magistratura, dopo accurate indagini, ha arrestato i titolari dell'agenzia - che facce, che paura, altro che i neri che fanno paura  a Salvini - rivelando allo stesso tempo che la legge del contrappasso ha colpito al cuore  Bullo-Salvini, detto anche 'il Nero', nemico giurato di tutti gli altri  neri,  ma solo di pelle.

Ultimissime da Pappano che ama Roma ed è riamato dai romani, e per questo resterà a Roma nei secoli dei secoli. Forse

Quando la brace si attenua e si copre di cenere,  per far brillare nuovamente la fiamma occorre che qualcuno ci soffi sopra; solitamente lo fa chi  tiene a quella brace, per le ragioni più diverse. Accade in natura, ma accade anche nella vita.

 Aveva bisogno Tony Pappano, amatissimo a Roma, portato in palmo di mano dalla critica - mai che una volta gli si  sia mosso un qualche appunto - che qualcuno soffiasse per ravvivare la fiamma della sua fama, ancorchè non si sia mai spenta,  e forse appena attenuata?

Sì, a leggere  l'intervista che oggi le ha fatto su 'Repubblica' Leonetta Bentivoglio, nella quale, fatto abbastanza insolito in questo tipo di chiacchierate laudative,  ci sono anche alcune notizie sul futuro del direttore e che vi riferiamo.

Pappano ha dichiarato che  resterà ancora per un biennio a Londra, dopo la scadenza del suo contratto nel 2021. Perché? Non gli è venuta voglia di cambiare aria, dopo 20 anni consecutivi di permanenza al Covent Garden.  E poi, perchè non hanno ancora trovato il successore, per cui  vogliono che resti a Londra. E' quindi probabile che se riusciranno nel frattempo a trovarlo, lui possa sfilarsi anche prima del 2023? Chissà.

 E con Roma, dove il suo contratto termina nel 2022, che succede? Succede che ormai si sente romano, più di quanto si senta londinese, in tutto e per tutto: ha preso una nuova casa, a Via Archimede, a due passi dall'Auditorium, e ad un passo dal suo ristorante preferito ' Ai piani', gestito da sardi - che bisogno c'era di citarlo per nome? -; e se gli orchestrali glielo chiedono lui è disposto a restare.
 E siccome  fra i direttori del suo rango le decisioni si prendono con anticipo, è assai probabile che l'attuale sovrintendente dall'Ongaro - in scadenza nel 2020 con l'auspicio, nostro personale, che non venga rieletto  dall'assemblea degli accademici che durante questo suo primo mandato avrà provveduto a portare dalla sua parte e nel quale consesso ha provveduto a fare robuste iniezioni di suoi sostenitori, né più né meno di quello che  hanno fatto con Lui,  specie  Cagli suo predecessore - gli proponga di allungare il suo contratto fino al 2023, quando terminerà il suo contratto londinese.

 Ma gli interessa che i due impegni terminimo nello stesso anno? Se sì, non ci ha detto che farà dopo. Si legherà, in esclusiva, anche oltre quella data a Roma, lasciando Londra, e riservandosi del tempo per  dirigere  altrove saltuariamente, come ha rivelato a Leonetta Bentivoglio che farà prossimamente sia a New York che  Berlino e alla Scala?

 Perché, allora, non anche all'Opera di Roma, dove dichiara si stia facendo un gran bel lavoro che sarà ancor più di qualità con il nuovo direttore musicale Daniele Gatti, suo amico, che lui stima molto, ma il cui invito a dirigervi non potrà accogliere: perchè non ha tempo?

 Se  solo lo volesse, il tempo, intanto almeno per un concerto, lo troverebbe. E' che non  interessa nè a lui, nè al sovrintendente dall'Ongaro, a dispetto delle dichiarazioni dettate da fair play istituzionale.  Ed anche perché vige ancora oggi -  quando siamo nel 2019! - l'assurda regola che un direttore  appartiene alla sua istituzione,  e   nella città dove lavora non può farsi ascoltare se non con la sua orchestra. Bella filosofia per coloro che sostengono che la musica unisce, porta pace, supera ostacoli,  non cova invidie, salverà il mondo ecc... chiacchiere inutili.

I migranti sono forse il primo più grande problema italiano? No, ha risposto Giggino a Giletti. Ma allora perché i giornali parlano solo di questo- si è chiesto?

La domanda se l'è fatta , da solo, Giggino Di Maio, intervenendo a 'Non è l'Arena'- la trasmissione  che, a detta del suo conduttore, Giletti,  'va fino in fondo', salvo che in questo caso. Quando Giletti avrebbe dovuto replicare a Giggino: ha ragione Lei, ministro. I giornali ne parlano perchè il suo socio Matteo parla solo di migranti come fossero la prima più grave emergenza del paese. Lei se la prende con i giornali che  parlano solo di migranti e della politica del governo al riguardo, mentre diovrebbe prendersela  con il suo socio, convincendolo ad affrontare i veri problemi del paese?

 Forse perchè al poliziotto-carabiniere-pompiere-militare-finanziere Salvini, che fra breve andrà sotto processo per il caso della NAVE DICIOTTI se gli togli quell' argomento sul quale attizza la paura dei cittadini  ottiene il successo che neanche immaginava di avere - non ha altro nella sua agenda di governo? Gli altri argomenti, come quello sulla sicurezza,  sono complementari a quello dei migranti.

 E allora, ciò  che Giggino non chiede a Bullo-Salvini, detto anche 'il Nero', proviamo a chiederlo noi.
Ora che il flusso migratorio si è ridotto di molto, stando l'indifferenza dell'Europa che Lei ed il suo Governo non riuscite a coinvolgere, perchè non si occupa oltre che di sicurezza, di ordine pubblico - indipendentemente dai migranti -  anche di lavoro, di scuola, di giovani?  Si tratta di problemi che non si risolvono con i 'porti chiusi', decisione sulla quale lei va continuamente ricordando che non intende 'arretrare neanche di un millimetro', ma attraverso un lavoro lungo, articolato, fatto di discussioni e confronti e non di diktat, come è più abituato a fare nella sua azione di governo.

 Come del resto ha fatto e sta facendo con il CARA di Castelnuovo di Porto, dove rivendica di essersi comportato come un 'buon padre di famiglia' - almeno risparmi insulti ai buoni padri di famiglia. Cioè?

Il CARA alle porte di Roma costitutiva una bella spesa -  sei milioni circa di affitto all'anno - che Lei, sempre da 'buon padre di famiglia', ora risparmierà. Senza gettare i  mezzo alla strada gli abitanti del centro, come invece non ha problemi a fare con quelli della nave  Sea Watch, altro serio problema per Lei, che si è messo da solo nei guai e non sa come uscirne dignitosamente  -  ma forse a Lei non importa neppure  di uscirne dignitosamente.

 Ieri sera il suo socio Giggino in tv ha rivelato che il proprietario dell'immobile che ospitava i migranti - Giggino non l'ha mai detto, ma è l'INAIL - essendo scaduto il contratto, chiedeva una rinegoziazione del canone di affitto. Che, secondo Giggino, era stato proposto a 12 milioni di Euro - 'per più anni', ha aggiunto sottovoce per non turbare i sonni del socio. Allora quanto costava tenere i migranti in quell'immobile, in un paese alle porte di Roma dove sembrava realizzarsi una qualche integrazione fra migranti e abitanti del luogo? Le cifre sono altra cosa dalle opinioni, come non sembrano capire i due soci di governo.

 A noi non interessa chiederci che ne sarà ora di quel grande immobile, una volta trasferiti tutti gli occupanti - ma anche questo sarebbe argomento di discussione - ma ci interessa sapere  dei migranti ospitati che  nel giro di pochi giorni sono stati trasferiti in altre regioni, senza preoccuparsi di implicazioni umane e famigliari, questo  deve  essere argomento di discussione. Come anche l'altra operazione già annunciata dal 'Nero', e cioè lo svuotamento del CARA di Mineo,il più grande d'Europa. Anche i suoi attuali occupanti andranno nei CARA di altre regioni, evidentemente vuoti e quindi con possibilità di ospitare anche richiedenti asilo? Ma allora, Bullo-Salvini, gli sbarchi in Italia sono diminuiti e di molto se tanti piccoli CARA disseminati sul nostro territorio sono quasi vuoti  ed hanno possibilità di ospitare altri migranti.

Ancora più incomprensibile diventa perciò la sua azione da 'duro', anzi da 'Nero', di Salvini nei confronti dei 47 migranti ancora in mare e che ora, d'accordo con i suoi due soci nel governo , con i quali  c'è lotta per vedere chi è più geniale,  medita di trasferire in aereo in Olanda, paese la cui bandiera è issata a bordo ella nave.  Gli è che se molla anche su 47 poi chiunque gli potrebbe gridare in  faccia : ma era poi necessario tutto il chiasso fatto intono a quei poveri disgraziati?

 Il 'Nero', non sente ragioni e  minaccia di  poter dimostrare che le navi ong siano in stretto rapporto coi trafficanti di esseri umani, gli scafisti;  che a bordo stanno tutti bene - quasi come stava lui abbracciato alla sua Elisa  in motoscafo sotto il sole estivo, secondo le foto della vacanza del nero diffuse in rete - e  che intende accusare i parlamentari che hanno voluto salire sulla nave  per verificare le reali condizioni dei migranti, di 'fiancheggiamento degli scafisti'. E' pazzo!
 Non c'è altra spiegazione.

 Il Presidente della Cassazione, l'altro ieri, aprendo l'anno giudiziario, ha sottolineato che non si può derogare dall'impegno di difendere i diritti delle persone - inteso Salvini? - e  che non si può assistere, nel nostro paese, all'illegalità, come di chi sì occupa, senza averne titolo, immobili pubblici ( ma questo l'ha detto il Procuratore generale della Cassazione). Il Procuratore generale si riferiva forse a Casa Pound? Certo che sì, anche a Casa Pound, compagni - absit iniuria verbo - del Nero.

Un sorriso, per non metterci a piangere. La 'sorella d'Italia' Meloni ha spiegato la gaffe dei Cinquestelle su Lino Banfi, nominato nella Commissione UNESCO Italia. Di Maio, il capo politico, l'ha nominato nell'UNESCO, confondendo l'UNICEF, del quale peraltro Banfi è già ambasciatore, e dove Giggino intendeva nominarlo, con l'UNESCO.  Fossero questi gli strafalcioni vivremmo in uno dei più bei paesi del mondo, nonostante gli strafalcioni. Mentre, invece...

Venezuela. Governo Conte: se questo è un governo

Abbiamo atteso che il 'giorno della memoria' tramontasse, prima di utilizzare,  parafrasandolo, il titolo di un libro che a tragici avvenimenti faceva riferimento: il libro di Primo Levi: Se questo è un uomo. Abbiamo temuto di banalizzarlo, ma poi ci siamo detti che se pure non volevamo affrontare un caso altrettanto tragico, sempre di un caso, ma di questi anni, in cui i diritti degli uomini venivano calpestati si trattava: la dittatura Maduro, nel Venezuela del dopo Chavez, che ha ridotto  la popolazione in condizioni terribili, dove il diritto alla vita, alla salute  erano messi sotto i piedi dall'ignoranza e dall'incapacità  di un tragico fantoccio salito al potere attraverso evidenti brogli elettorali. Non ci sono in Venezuela camere a gas e forni crematori, ma  prigioni zeppe di oppositori sì.

 La condizione del Venezuela, del dopo Chavez, era ben nota da anni - noi stessi ne abbiamo tante volte scritto su questo blog - ma il mondo tutto e perfino le nazioni vicine che vedevano con i propri occhi l'esodo 'biblico' dei cittadini che fuggivano dalla loro patria, hanno preferito girarsi dall'altra parte, far finta di nulla e non intervenire.

Fino a quando Maduro, con la spocchia e la repressione tipica dei dittatori, ha indetto nuove elezioni e si è fatto eleggere per un secondo mandato - tutto il mondo ha gridato allo scandalo di elezioni burla! - e si è insediato, col favore del solo esercito a lui fedele ( almeno così sembra, fino ad oggi), appena pochi giorni fa.

 All'inizio di questo secondo mandato, perdurando le condizioni miserrime della popolazione, il mondo ( non escludiamo, del tutto, che abbia influito anche qualche interesse  poco nobile) ha deciso di intervenire al seguito della rivolta popolare, capeggiata dal giovane presidente del Parlamento venezuelano che ha deciso di dare una svolta al Venezuela.

Con l'appoggio degli Usa che hanno avvertito Maduro: elezioni subito, altrimenti proclamazione a  nuovo  capo dello Stato del presidente del Parlamento. Maduro si è opposto, denunciando l'indebita ingerenza di paesi altri negli affari del suo, ma questa volta il mondo, appellandosi all'inderogabile principio di civiltà che vuole difesi prima i diritti delle persone e poi, semmai, quelli di un governo, ha deciso di prendere posizione e di lanciare l'ultimatum al dittatore. Agli Usa si sono uniti altri paesi del continente americano e poi, via via anche paesi europei, fino a quando anche la UE non si è messa sulle stesse posizioni di mezzo mondo contro Maduro, fatta eccezione della Russia e della Cina ( l'isolamento,  pagato caro dalla popolazione di Cuba,  del recente passato, non ha evidentemente insegnato nulla!).

 E il nostro Paese che posizione ha assunto? Nei giorni scorsi abbiamo riferito della presa di posizione di Massimo Fini sul Venezuela: lui è con Maduro, contro gli Usa, a fianco delle posizioni di Putin, campione di democrazia:meno male che Putin c'è- ha scritto.

 Ora c'è da riferire anche  della posizione del nostro governo, ammesso che ve ne sia una, mentre constatiamo che  le posizioni del governo italiano cambiano a seconda dei suoi componenti.

 Di Maio e Di Battista ( ma questo secondo perchè fa perdere tempo agli osservatori con un fiume di parole spesso contraddittorie? Se ne stava in America, perchè è venuto a rompere le uova nel paniere italiano, quelle pochissime rimaste intere, dopo che tutte le altre aveva provveduto Spaccone-Di Maio a romperle?) sono al fianco di Maduro ( come Massimo Fini): la loro è la posizione del Governo? Macchè.

Salvini - che non la pensa come il suo socio di contratto- è contro Maduro e in difesa dei Venezuelani , dissentendo in ciò da Putin l'alleato nel cui paese lui, il' Nero', si sente più a casa che in ITalia!

Moavero,  ministro degli Esteri, non è nè con Di Maio nè con Salvini; lui si è schierato con l'Europa e la sua risoluzione resa nota da Federica Mogherini: elezioni subito, altrimenti appoggio pieno al giovane Presidente del Parlamento.

Conte, che sarebbe il capo dell'esecutivo, da che parte e con chi sta? Nè con i due muscolosi compari, nè con Moavero. Più precisaemnte: con nessuno. Dichiara critica la situazione venezuelana -  e chi potrebbe giudicarla altrimenti se ha occhi per vedere e intelligenza per capire? - ma non accetta interventi di altri paesi. Come dire: continuiamo come abbiamo fatto fino ad ora, il Venezuela è nella merda, ma ognuno si faccia i fatti suoi. E pensi alla merda del proprio paese- ve n'è dappertutto; e ad eccezione di  Roma, non in quantità asfissiante come in Venezuela.

 Se questo è un governo

domenica 27 gennaio 2019

Daniele Rustioni a capo della Ulstesr Orchestra - Irlanda del Nord ( dal blog di Luigi Boschi)

Daniele Rustioni sarà il nuovo direttore principale della Ulster Orchestra



Il direttore italiano di fama internazionale succederà a Rafael Payare a partire da Settembre 2019 
Rafael Payare ha collaborato con i musicisti dell’Orchestra in queste passate cinque stagioni per raggiungere un livello di eccellenza prima sconosciuto in Irlanda del Nord, culminato con l’esplorazione della monumentale opera sinfonica di Dimitri Shostakovich. A proposito della nomina di Daniele Rustioni per la sua successione ha detto:
Sono certo che Daniele avrà un periodo bellissimo con gli straordinari artisti della Ulster Orchestra, come pure con il suo pubblico, così entusiasta e ricettivo. Ho trascorso gli ultimi cinque anni con questo gruppo di musicisti, che avranno sempre un posto speciale nel mio cuore. Abbiamo condiviso esperienze indimenticabili e tanto i musicisti come la grande comunità nord-irlandese sono sempre stati per me come una famiglia, facendomi sentire davvero a casa. Ho ragione di credere che faranno lo stesso con Daniele e gli auguro davvero tutta la fortuna del mondo per nuovo capitolo per la Ulster Orchestra.” 
Richard Wigley, Direttore Generale della Ulster Orchestra, ha commentato:
Daniele è richiesto dalle orchestre di tutto il mondo e dai maggiori teatri d’opera internazionali. Ha le qualità musicali e il talento necessari per guidare la Ulster Orchestra lungo il cammino straordinario iniziato con Rafael. Questa nuova collaborazione con i musicisti della Ulster Orchestra non poteva capitare in un momento migliore per il nostro pubblico sempre più numeroso. Personalmente sono entusiasta di accogliere Daniele nella famiglia della Ulster Orchestra e di poter dire che abbiamo già formulato insieme grandi progetti artistici” 
Daniele Rustioni ha affermato;
Ho percepito una comunicazione molto particolare con la Ulster Orchestra fin dal primo momento in cui ho messo i piedi sul podio della Ulster Hall come direttore ospite un paio di anni fa. Emozione e brillantezza da parte dei musicisti, combinati con la magica atmosfera della sala permette al suono di sgorgare con naturalezza da ogni strumento e avvolgerti completamente. E che dire poi della toccante e esaltante accoglienza del pubblico di Belfast? Il mio ringraziamento di cuore a Rafael per il suo lavoro straordinario e per il suo caloroso sostegno in questo “passaggio di testimone”. Sono felice e profondamente grato di assumere la responsabilità di Chief Conductor di questa magnifica orchestra e non vedo l’ora di iniziare a condividere la musica e i progetti entusiasmanti che stanno già prendendo forma. Sarà un’avventura emozionante per tutti noi.”

sabato 26 gennaio 2019

Trump: Maduro via subito. Putin: golpe!"

Si acuisce la tensione tra Usa e Russia sulla crisi venezuelana ed è l’Onu, convocato sulla crisi del paese sudamericano , il teatro in cui va in scena lo scontro. «L’esperimento socialista in Venezuela è fallito, la gente è alla fame. Il regime di Maduro è mafioso e illegittimo. Poniamone fine» ha detto il segretario di stato americano Mike Pompeo in apertura del suo intervento al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sottolineando come «la crisi umanitaria nel paese necessita di un’azione ora, oggi, per porre fine a un incubo». Poco prima la Russia aveva accusato Washington di voler attuare un «golpe» a Caracas per scalzare Maduro. Stati Uniti e Canada hanno già riconosciuto Guaidò come presidente legittimo, e dall’altro Russia e Cina hanno invece chiesto di non interferire negli affari interni di Caracas. Maduro, dal canto suo, ha assicurato via Twtter che «non riposeremo fino a quando non avremo sconfitto il colpo di Stato con cui si pretende di interferire nella vita politica del Venezuela, mettere da parte la nostra sovranità e instaurare un governo fantoccio dell’Impero statunitense».
Intanto si fa sempre più concreta la possibilità che Bruxelles riesca a trovare una linea comune sul Venezuela. L’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini ha infatti sottolineato che l’Ue «in mancanza di un annuncio sull’organizzazione di nuove elezioni con le necessarie garanzie nei prossimi giorni, l’Ue intraprenderà ulteriori azioni, anche sulla questione del riconoscimento della leadership del Paese».

Dibba, troppo facile incaz... e basta. Occorre mettere fine alla situazione irregolare contra legem

Qualche giorno fa ho chiesto a mio padre 'è tutto a posto?'. Lui mi ha detto di no, mi ha spiegato che è un momento di difficoltà dell'azienda e che ha un lavoratore di 78 anni che ogni tanto va a dare una mano e non è riuscito a regolarizzare. Io mi sono incaz....". A raccontarlo in una diretta Facebook è Alessandro Di Battista, ex deputato M5s e tornato al fianco di Luigi Di Maio per la campagna elettorale delle Europee.
Di Battista racconta questo episodio spiegando che la trasmissione delle Iene ha intervistato il padre del pentastellato e alla domanda se avesse un lavoratore in nero nell'impresa familiare, la risposta è stata sì. "Mio padre è un piccolo imprenditore che non giustifico ma comprendo una situazione generalizzata di tante piccole imprese - ha aggiunto - io mi sono arrabbiato a morte, in primis perché è una cosa profondamente sbagliata e perché a noi fanno le pulci su tutto. Io ora mi rimetto un po' in pista, anche se non da candidato, e provo a stare attento a tutto... Manco una macchina in doppia fila devi lasciare. E poi mi sono arrabbiato perché non mi ha detto niente e non mi ha chiesto aiuto".

Riesce impossibile condividere le tesi di Massimo Fini, sul 'Fatto quotidiano', in difesa del dittatore Maduro, arirvbtao al potere attraverso brogli elettorali denunciati da tutti

Con Masismo Fini si schierano anche i Cinquestelle, quelli della democrazia avanzata, anzi diretta, in difesa del dittatore Maduro e contro il presidente del Parlamento che ha assunto la presidenza del paese sudamericano.

 E' un paese democratico quello che... eletto un presidente, le nazioni potenti fanno di tutto per toglierlo di mezzo? e via con molte altre domande, che corroborano Massimo Fini nella sua convinzione. Dalle quali si evnice che Massimo Fini non si lascia neppure sfiorare dal dubbio che le condizioni disastrose in cui Chavez prima - ma mai fino al punto in cui  è precipitato ora - e Maduro poi hanno  ridotto il paese, dove mancano anche i beni (ecco perchè li si chiama così,  lo si avverte soprattutto in caso di mancanza) di prima necessità, dove non ci si può più neanche curare per mancanza di medicine ecc... tutte cose che in Occidente si sapevano ancor prima che arrivasse il governo degli strenui difensori della libertà - dappertutto, compreso il Venezuela, ma non nel proprio paese - e finalmemnte ci si decidesse ad agire : anche un pazzo come Trump, una volta nel corso del suo governo, può fare una cosa sensata!

Che altro si doveva attendere, secondo Fini, per intervenire in difesa del popolo? Al diavolo la difesa della cosiddetta democrazia che ha voluto, attraverso elezioni - democratiche per modo di dire - un dittatore che ha gettato nella miseria più nera un paese che può vantare ricchezze del sottosuolo vastissime, petrolio innanzitutto.  Forse Fini teme che un domani prossimo, visto il disastro annunciato del Governo gialloverde,  anche in Italia lo si mandi a casa facendo insediare gente  che ne capisce?

Sbaglia a  rammentare Fini,  a sostegno della sua tesi, che ogni volta che gli Stati Uniti  sono intervenuti in un paese hanno lasciato rovine dietro di loro. Basta questo per proclamare Putin - intervenuto in difesa di Maduro - campione di libertà e democrazia: meno male che Putin c'è!

Vero, ma non si può dimenticare che il Venezuela non è come l'Iraq o la Libia o il Vietnam, troppo lontani in ogni senso dall'Occidente. Il Venezuela è dietro l'angolo, l'abbiamo quasi in casa e non possiamo chiudere un occhio o forse due, come ha fatto per qualche anno l'Occidente nei  suoi confronti e nei confronti e del governo Maduro, dittatura  senza sconti!

 Fini pensi al popolo affamato e privato di ogni libertà e non a Maduro,  che è un dittatore  arrivato al potere attraverso elezioni non libere! non c'è tempo per attendere ancora che sia il popolo nuovamente a mandarlo a casa. I dittatori possono anche resistere a lungo, e il popolo da solo deve stare a guardare e subire? Non è meglio che attraverso un aiuto, anche non del tutto disinteressato, esterno, faccia rotolare giù dal trono il sanguinario?

Difenda Fini piuttosto il diritto dei cittadini alla vita, piuttosto che il trono di un feroce dittatore, incapace di governare. 

La Procura di Catania : sbarcare minori non accompagnati. Il governo : porti italiani chiusi. La Sea Watch si diriga a Marsiglia o in Olanda. Denuncia di Salvini conto l'equipaggio per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Processate Salvini!

Sea Watch, il giudice: sbarcare i minori. Ma il governo tiene il punto A bordo della Sea Watch 3 ci sono 47 persone. Il Pd vuole una commissione d'inchiesta sulle stragi in mare. Il ministro Salvini valuta se denunciare l'equipaggio per favoreggiamento dell'immigrazione illegale Tweet Migranti, la nave Sea Watch entrata in acque italiane per il maltempo Sea Watch3 verso l'Italia: "Navighiamo in tempesta, con onde di 7 metri ". Salvini: "Porti chiusi" Appello di Sea Watch: "Dopo 4 giorni in mare dateci un porto sicuro". Salvini: "La risposta è nisba" 26 gennaio 2019 Nessuna apertura da parte dell'Italia per la Sea Watch 3 che ha soccorso 47 persone una settimana fa davanti alle coste della Libia e ora che si trova alla fonda al largo di Siracusa a causa del maltempo. Anche questa volta il ministro dell'Interno Matteo Salvini tiene il punto: "Bandiera olandese, Ong tedesca. Aprano i porti di Rotterdam o Amburgo, in Italia posto non ce n'è". Stesso discorso anche per i ministri Danilo Toninelli e Luigi Di Maio. "La nave Ong Sea Watch 3 avrà dal governo italiano supporto medico e sanitario qualora ne avesse necessità, ma - scrive il vicepremier Luigi Di Maio - la invito ancora a puntare la prua verso Marsiglia. Questa nave, come vedete in foto, batte bandiera olandese e si trova ora a pochi chilometri dalle coste italiane. Per questo ritengo opportuno convocare immediatamente l'ambasciatore olandese e chiedergli che intenzioni abbia il suo governo. Chiederanno, assieme a noi, alla Sea Watch 3 di andare a Marsiglia o li faranno sbarcare a Rotterdam?".  Olanda: no a soluzioni ad hoc, serve accordo strutturale Ma l'Olanda non ci sta. "Finché non ci saranno accordi europei su soluzioni strutturali per i migranti a bordo dei barconi, i Paesi Bassi - ha detto il segretario di Stato olandese per l'Asilo e le migrazioni Mark Harbers, secondo il quotidiano De Telegraaf - non prenderanno parte a soluzioni ad hoc". L'Olanda - ha aggiunto - ha "preso nota della richiesta italiana, ma non è responsabile per la Sea-Watch 3". Procura minorenni: sbarcare minori non accompagnati E mentre Salvini valuta la denuncia dell'equipaggio per favoreggiamento all'immigrazione clandestina, la Procura per i minorenni di Catania chiede che possano sbarcare i minori non accompagnati. Dal ministero replicano che in realtà si tratta di ragazzi di 17 anni e mezzo e conferma il no. Mentre il Garante per l'Infanzia precisa: "Misure previste sia a favore dei minorenni che arrivano soli nel nostro Paese, per i quali l'art. 3 della legge 47/2017 stabilisce che 'in nessun caso può disporsi il respingimento alla frontiera di minori stranieri non accompagnati'; sia nei confronti dei ragazzi che arrivano accompagnati da un adulto, in quanto, in questi casi, occorre preliminarmente accertare la reale sussistenza di un rapporto di filiazione o di un legittimo affidamento", conclude il Garante per l'Infanzia.  La Sea Watch 3 alla fonda al largo di Siracusa La nave Sea Watch è entrata ieri nelle acque territoriali italiane ed è ancorata ad un miglio a largo delle coste di Siracusa. L'ingresso, fa sapere la Guardia Costiera italiana, è stato consentito a causa delle cattive condizioni meteo per garantire la sicurezza dei 47 migranti che si trovano a bordo, ormai da 8 giorni, e della stessa imbarcazione. La Sea Watch è affiancata da motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Tra i migranti a bordo, secondo quanto riferisce l'Unicef, ci sono 8 minorenni non accompagnati. L'imbarcazione è sorvegliata a vista dalla Capitaneria di posto che impedisce a chiunque di salire a bordo o di scendere per motivi sanitari, in quanto non è stato effettuato nessuno screening a bordo.   Il sindaco di Siracusa: pronti ad accogliere i migranti L'amministrazione comunale di Siracusa si era detta pronta ad accogliere i 47 migranti che si trovano in mare aperto, a bordo della Sea Watch 3, "avvalendosi della collaborazione della Curia e di tante associazione che sono state contattate e hanno dato la loro disponibilita'". Lo ha detto  il sindaco, Francesco Italia, che ha già scritto al ministro della Marina mercantile e, per conoscenza, al prefetto e al comandante della Capitaneria di porto di Siracusa, chiedendo di consentire l'attracco del natante.  Delrio: commissione inchiesta su stragi mare  "Facciamo nostro l'appello lanciato da Luigi Manconi col manifesto 'Non siamo pesci' e chiediamo al Parlamento di istituire una Commissione di inchiesta sulle stragi nel Mediterraneo. Già dalla prossima settimana depositeremo la proposta di legge per l'istituzione della Commissione". Lo annuncia il capogruppo del Pd alla Camera, Graziano Delrio. "Di fronte alla tragedia che in questi giorni si sta consumando nelle acque del Mediterraneo speriamo che nessuna forza politica si tiri fuori da una analisi seria delle cause, che il governo non si limiti alle lacrime di coccodrillo e che si smetta di insultare le Ong". "L'Italia è sempre stata maestra d'umanità. Il rispetto delle leggi e delle convenzioni internazionali, una lotta senza quartiere ai trafficanti di uomini e il soccorso di quanti fuggono a rischio della vita dalla guerra e della miseria possono e devono stare insieme", conclude. Procura Catania chiede sbarco minori - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Sea-Watch-il-giudice-sbarcare-i-minori.-Ma-il-governo-tiene-il-punto-990781e2-fc6d-4e93-9547-1ee3f82c6f41.html

Aldo Ceccato narra la storia della direzione d'orchestra, senza sconti per nessuno. E riserva, in chiusura, frecciate anche per i suo colleghi

Pendragon editore ha mandato in libreria un testo a firma Aldo Ceccato, dal titolo: Breve storia della direzione d'orchestra
(pagg.300, Euro 20,00)

Aldo Ceccato, direttore d'orchestra, che ha superato la soglia degli Ottanta e che ha avuto una lunga carriera,  se non proprio fulgida almeno lunga, e  che ha sposato la figlia di de Sabata  - un altro direttore, Gardiner, ne ha sposato la nipote: ritengono forse che l'arte si trasmetta anche con il matrimonio? - scherza e fa bene su una moda - cretina come tutte le mode - invalsa negli ultimi tempi, quella cioè di chiamare il direttore non più direttore, ma 'conduttore' o 'guida' con  relativi verbi al seguito, alla maniera inglese. Ma naturalmente traccia un panorama della direzione d'orchestra, sotto il profilo storico arricchendolo con particolari che la lunga carriera gli ha insegnato o messo sotto gli occhi. Buona lettura.

 Al lettore, però non potranno sfuggire gli aforismi con i quali Ceccato chiude il volume e che sono rivolti proprio ai direttori di ogni tempo, taluni usciti anche dalla bocca o dalla penna di altri direttori.

 Tre per tutti. Sibelius, ad esempio, a proposito dei direttori diceva: 'nessuna statua è stata mai eretta ai direttori (e in quel caso si sbagliava? no, perchè Karajan non era neppure nato!).

Puccini, andava giù duro nei confronti dei direttori (si sa della travagliata storia del rapporto perfino con Toscanini): 'i direttori amano la mediocrità e la coltivano con determinazione'.

Infine, il noto direttore Thomas Beecham che dei direttori, lui escluso, ebbe a dire: 'la migliore sedia per i direttori è la sedia elettrica' (per fortuna che dirigono in piedi, altrimenti sai che strage! e che la sedia l'adoperano soltanto in tardissima età, dunque sulla soglia del Paradiso... o Inferno?)


venerdì 25 gennaio 2019

Minacce ai giornalisti. Nei primi 15 giorni del 2019 una minaccia al giorno

Nei primi 15 giorni del 2019 Ossigeno per l'Informazione ha rilevato e accertate in modo rigoroso 15 ingiustificabili minacce e intimidazioni rivolte a giornalisti e blogger italiani per ostacolare la diffusione di notizie di pubblico interesse. Nello stesso periodo, l'Osservatorio ha rilevato anche altre 13 intimidazioni "molto probabili" ancora non sottoposte alla approfondita verifica necessaria per certificarne la veridicità. I nomi dei giornalisti e blogger presi di mira e i dettagli di ognuno dei 28 episodi sono esposti nella newsletter pubblicata sul sito ossigeno.info e diffusa agli iscritti. La newsletter presenta vari altri contenuti, fra cui: gli allarmati commenti internazionali sull'aggressione neofascista del 7 gennaio a Roma ai cronisti dell'Espresso (il sindacato internazionale dei giornalisti definisce "drammatica" la situazione dei giornali italiani), una significativa vittoria dell'Ufficio di Assistenza Legale Gratuita di Ossigeno (archiviata la querela al giornalista Gabriele Cocchi), gli sviluppi del processo di Pavia per l'uccisione del fotoreporter Andrea Rocchelli in Ucraina, e altro. - Link alla newsletter:  https://www.ossigeno.info/gli-ultimi-avvistamenti-di-ossigeno-28-nuove-minacce

45,5 Milioni di Euro alla fine del quinquennio, nel piano del Teatro Regio di Torino, dopo investimenti per 14 milioni, per conseguire lo status di Forma Organizzativa Speciale, come la Scala e Santa Cecilia


Consiglio di Indirizzo di venerdì 25 gennaio 2019

Il Consiglio di Indirizzo del Teatro Regio, presieduto dalla Sindaca Chiara Appendino, riunitosi oggi 25 gennaio, ha recepito favorevolmente le linee guida del Piano Industriale e di Sviluppo e delle stime economico-finanziarie ivi contenute, illustrata dal Prof. Guido Guerzoni, partner della società B2G Consulting.
Il Consiglio ha apprezzato il rigore e l’innovatività del percorso metodologico seguito nella redazione del Piano, sottolineando la validità dell’approccio bottom-up che, partendo dall’ascolto dei dipendenti del teatro e valorizzandone le competenze, ha portato a definire le criticità attuali, gli obiettivi di crescita, le azioni di ottimizzazione, i fabbisogni di investimento e le strutture dei conti economici previsionali; la redazione partecipata, che ha comportato l’interlocuzione con più di trecento dipendenti nel corso di quattro incontri collegiali e settantasette colloqui individuali; la trasparenza dell’iter di sviluppo, periodicamente comunicato a tutti gli stakeholder del teatro; la scalabilità degli interventi, ovvero la gradualità delle misure in funzione delle risorse disponibili.
Il Piano ha assunto quali punti di partenza: la predisposizione di un articolato programma di investimenti di circa 14 milioni di euro, volto a ripristinare le condizioni tecniche per il recupero della produttività e l’incremento della redditività e a introdurre le più recenti innovazioni tecnologiche in tutti gli ambiti dell’attività teatrale; l’individuazione di 121 azioni (di cui 76 impattanti sui ricavi e 45 sui costi) ancorate al raggiungimento di obiettivi parametrati su quattro diversi livelli; l’istituzione e il potenziamento di una direzione Marketing, vendite, fundraising e business development; il rilancio della programmazione artistica, la valorizzazione delle risorse umane e l’ottimizzazione delle risorse disponibili, distinguendo le misure riguardanti le poste patrimoniali (immobili, impianti, tecnologie, beni mobili, hardware e software) da quelle reddituali.
Il tutto è stato definito in un worst-case scenario, ovvero una proiezione nel periodo 2019-2023 - al netto delle misure straordinarie adottate per chiudere in pareggio i bilanci del 2017 e del 2018 - molto simile alle condizioni attuali, se non meno favorevoli, in modo da procedere nella maniera più cauta e ponderata possibile.
L’obiettivo del piano è quello di permettere il conseguimento, entro due/tre anni, dello status di Forma Organizzativa Speciale, oggi riconosciuto solo alla Fondazione Teatro alla Scala e alla Fondazione Accademia Nazionale di Santa Cecilia, posizione che comporterebbe indubbi vantaggi gestionali.


Il Piano prevede, altresì, un incremento di produttività dell’8% su base annua e un arricchimento del sistema di offerta, per riportare il Regio al numero di spettacoli, spettatori e valori della produzione raggiunti in passato: l’obiettivo è quello di arrivare alla fine del quinquennio a circa 45,5 milioni di euro (cifra già raggiunta nel 2008). Tali obiettivi possono essere conseguiti incrementando i proventi della biglietteria, della gestione non caratteristica e dei contributi di privati, ipotizzando la stabilità delle contribuzioni pubbliche, ad eccezione di quelle comunitarie, di cui si prevede la crescita a partire dal 2020.
Per verificare la corretta e puntuale implementazione del Piano, verrà istituita una Cabina di monitoraggio che riferirà periodicamente agli stakeholders il suo stato di avanzamento.
Dopo l’illustrazione al CDI della prima versione, la redazione del Piano prevede la raccolta delle osservazioni dei consiglieri d’indirizzo, la successiva presentazione agli stakeholder pubblici e privati, al MiBAC, all’Assemblea dei Soci, agli Assessorati alla Cultura della Regione Piemonte e del Comune di Torino, alle RSU del teatro e alle Segreterie delle organizzazioni sindacali territoriali, per poi concludere celermente l’iter di redazione.

Torino, 25 gennaio 2019


Usigrai protesta per i giornalisti precari in Rai chiedendone la regolarizzazione e l'assunzione

Rai, Usigrai: «Senza confronto con redazioni e sindacato non potrà esserci nessuna novità nel settore news»

«Da subito diciamo che non accetteremo nessuna riduzione di spazi affidati alle testate e men che meno scorpori ingiustificati», avvertono i rappresentanti dei giornalisti di viale Mazzini, che poi rilevano: «In Cda si discute di piano industriale, ma non di un piano risorse umane».
Il cavallo simbolo della Rai


«Leggiamo indiscrezioni su piano industriale e piano news. Legittimo e corretto che il Cda ne discuta. Ma questo sta avvenendo in totale assenza di discussione sul piano risorse umane: centinaia di persone aspettano che la Rai dia loro finalmente il 'giusto contratto'. Nessun progetto può esistere se non si sana lo scandalo dei tantissimi lavoratori che lavorano con finti contratti atipici o con contratti che non corrispondo al lavoro che fanno e quindi senza le tutele che spettano loro». È quanto si legge in una nota dell'Esecutivo Usigrai.

«In merito a presunte novità sul settore news – proseguono i giornalisti del servizio pubblico – ricordiamo che nulla potrà esser fatto senza l'adeguato confronto con le redazioni e il sindacato. Ma da subito diciamo che non accetteremo nessuna riduzione di spazi affidati alle testate, e men che meno scorpori ingiustificati (come quello trapelato di Radio1). Altrettanto chiaramente diciamo che, come abbiamo sempre dichiarato, se la Rai vuole discutere accorpamenti deve prima ottenere la riforma dei meccanismi di nomina dei vertici (Ad, Presidente e Cda), superando la scellerata legge Renzi, e risorse adeguate, certe e di lunga durata (ancor di più dopo la sconfitta subita nella ultima legge di Stabilità nel silenzio colpevole e complice dell'attuale vertice)».

Tra l'altro, conclude l'Usigrai, «emerge la totale confusione di nomine di direttori appena fatte, piani editoriali autorizzati dal Cda e linee guida aziendali che vanno in tutta altra direzione».

Il Cdr del Giornale Radio: «No allo scorporo di Radio 1»
Dopo le anticipazioni del piano industriale all'esame del consiglio di amministrazione della Rai, il Cdr del Giornale Radio «boccia l'ipotesi di uno scorporo di Radio 1 dal Giornale Radio». «È una pericolosa scelleratezza - scrive il comitato di redazione in una nota -. Vigileremo sui contenuti del piano e ci opporremo fortemente, e in tutte le sedi, a qualsiasi progetto di scorporo e che comunque non passi per un confronto con Cdr e Usigrai».
Il Cdr ricorda che nel piano editoriale del direttore Luca Mazzà, approvato dallo stesso consiglio di amministrazione appena un mese fa, si legge che 'Giornali Radio e contenitori informativi, opportunamente armonizzati, costituiranno insieme un grande spazio di libero confronto, con l'attualità in primo piano', e che 'si conferma in pieno la vocazione all news della testata con una accentuazione dell'integrazione e dell'armonizzazione con la Rete che mantiene il suo tratto distintivo, unico nel panorama nazionale, di canale di informazione'.
Un concetto ribadito anche in occasione della presentazione del palinsesto della rete: «Radio 1 con più informazione e notizie in diretta».
Per il comitato di redazione, «Radio 1 e Giornale Radio sono una testata unica e progetti di separazione o duplicazione non hanno nulla a che vedere con la mission del servizio pubblico». Il sindacato dunque annuncia «un'azione decisa e dura che coinvolga l'intera redazione». (Ansa)

Imbarazzante confessione di Giuseppe Conte alla cancelliera Merkel ( da PIazza Pulita di Corrado Formigli, La 7)

Roma, 24 gennaio 2019 - "Il Movimento 5 Stelle è in sofferenza perché i sondaggi stanno calando... Sono molto preoccupati perché Salvini è al 35% e loro scendono al 26% quindi dicono: quali sono i temi che ci possono aiutare in campagna elettorale?".
Sarebbero queste le parole dette dal premier Giuseppe Conte alla cancelliera tedesca Angela Merkel durante una pausa caffè 'informale' a margine del Forum di Davos secondo quanto ricostruito dalla trasmissione 'Piazzapulita' su La7.
Il colloquio è stato mandato in onda della puntata di questa sera con le telecamere immortalano un passaggio della conversazione in inglese: dal labiale, secondo quanto ricostruito dalla trasmissione condotta da Corrado Formigli, Conte sembra spiegare alla leader tedesca la situazione politica in Italia. E le racconta delle elezioni imminenti e dei sondaggi che riguardano il M5s.

Francesco Lotoro e Cristina Zavalloni ieri al Quirinale per le celebrazioni del 'Giorno della memoria'.


Il pianista Francesco Lotoro esegue al Quirinale la musica dei deportati

Il concerto andrà in onda su Rai5 per il Giorno della Memoria
Appena lo scorso 16 gennaio era sul palcoscenico dell'Auditorium Parco della Musica di Roma, dove - alla presenza di ospiti di prestigio, come Laura Mattarella, figlia del Capo dello Stato, e Noemi Di Segni, Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane- ha diretto con grandissimo successo "Libero è il mio canto", un toccante concerto di musiche scritte dalle donne deportate in campi di progionia di tutto il mondo; con lui l'ensemble Lagerkapelle, le voci femminili, tutte pugliesi, dell'Ilse Weber Choir, quelle soliste di Cristina Zavalloni e Anna Maria Stella Pansini, quella recitante di Paola Pitagora, oltre alla special guest della serata, la celebre cantante israeliana Aviva Bar-On, deportata a dieci anni nel campo di concentramento di Theresienstadt e miracolosamente sopravvissuta (il concerto andrà in onda su RAI5, il 27 gennaio alle 21.15).

Lui è Francesco Lotoro, pianista compositore e direttore d'orchestra pugliese, che da quasi trent'anni raccoglie, trascrive, preserva ed esegue musiche composte dagli internati nei campi durante gli anni della seconda Guerra Mondiale, fino a dar vita, nella sua città, alla Fondazione Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria (ILMC), alla quale fa capo il progetto Cittadella della Musica Concentrazionaria, il più grande Hub internazionale sulla materia. A questo straordinario bacino di musica Lotoro attingerà anche per il prossimo concerto che il 24 gennaio lo vedrà protagonista al pianoforte presso il Palazzo del Quirinale, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella, in occasione degli eventi ufficiali previsti per il Giorno della Memoria 2019, la cui celebrazione inizierà alle ore 11.00. Accompagnata dal musicista pugliese, la cantante Cristina Zavallonisi esibirà nella prima esecuzione assoluta diKolysanka Oswiecinska, un brano su testo di Maria Czarnocka composto da Henryk Leszczinskinel famigerato campo di concentramento e lavori forzati di Mauthausen.

  • FRANCESCO LOTORO

Interviene anche Macchietta-Toninelli sull'ultima tragedia della nave ong Sea Watch (da Il Sole 24 Ore)

La nave Sea Watch è entrata nelle acque territoriali italiane ed è ancorata ad un miglio a largo delle coste di Siracusa. L'ingresso, da quanto si apprende dalla Guardia costiera italiana, è stato consentito a causa delle cattive condizioni meteo per garantire la sicurezza dei 47 migranti che si trovano a bordo, ormai da sette giorni, e della stessa imbarcazione. La Sea Watch è affiancata da motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza.


«Io fornisco anche un'alternativa, siccome sulla Sea Watch c'è una bandierina olandese che sventola e siccome non mi pare che gli olandesi abbiano ancora detto nulla, trovino la maniera migliore per prendersi in carico i migranti», ha detto il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, a margine della commemorazione delle vittime della tragedia ferroviaria di Pioltello avvenuta un anno fa. Ieri il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, si è detto disponibile ad accogliere i migranti grazie alla collaborazione della Curia e di associazioni che hanno dato la propria disponibilità qualora fosse consentito l'attracco del natante.


L’ennesimo caso si trascina ormai da giorni senza una soluzione malgrado gli appelli lanciati dall’organizzazione non governativa. «Nessuno Stato ha risposto alla richiesta di un porto sicuro. Mentre centinaia di persone annegano nel Mediterraneo, l'Europa impedisce all'ultima nave civile rimasta, di tornare subito dove serve». La Commissione europea, attraverso il suo portavoce Margaritis Schinas, ha riferito di seguire da vicino la situazione dei migranti sulla Sea Watch «anche se ma non siamo stati coinvolti nel coordinamento per gli sbarchi».