Si acuisce la tensione tra Usa e Russia sulla crisi venezuelana ed è l’Onu, convocato sulla crisi del paese sudamericano , il teatro in cui va in scena lo scontro. «L’esperimento socialista in Venezuela è fallito, la gente è alla fame. Il regime di Maduro è mafioso e illegittimo. Poniamone fine» ha detto il segretario di stato americano Mike Pompeo in apertura del suo intervento al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sottolineando come «la crisi umanitaria nel paese necessita di un’azione ora, oggi, per porre fine a un incubo». Poco prima la Russia aveva accusato Washington di voler attuare un «golpe» a Caracas per scalzare Maduro. Stati Uniti e Canada hanno già riconosciuto Guaidò come presidente legittimo, e dall’altro Russia e Cina hanno invece chiesto di non interferire negli affari interni di Caracas. Maduro, dal canto suo, ha assicurato via Twtter che «non riposeremo fino a quando non avremo sconfitto il colpo di Stato con cui si pretende di interferire nella vita politica del Venezuela, mettere da parte la nostra sovranità e instaurare un governo fantoccio dell’Impero statunitense».
Intanto si fa sempre più concreta la possibilità che Bruxelles riesca a trovare una linea comune sul Venezuela. L’Alto rappresentante Ue Federica Mogherini ha infatti sottolineato che l’Ue «in mancanza di un annuncio sull’organizzazione di nuove elezioni con le necessarie garanzie nei prossimi giorni, l’Ue intraprenderà ulteriori azioni, anche sulla questione del riconoscimento della leadership del Paese».
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