Un messaggio breve, di augurio per il 2019, con poche indicazioni sugli indirizzi strategici. Parla a lungo Luigi Di Maio, al suo fianco c'è Alessandro Di Battista, che alla fine prende brevemente la parola per un saluto. Il ritorno del "Dibba" sulla scena al fianco di Di Maio è però una ripartenza - "è solo la fine dell'inizio" dice il capo politico del Movimento - da una delle battaglie storiche dei 5 Stelle, l'attacco alle elite e ai privilegi. E' però anche per il vice premier un modo per rivendicare il lavoro fatto finora dal Governo.
"Nel 2018 abbiamo combattuto quella classe di italiani privilegiati che si è opposta al cambiamento e che ci sta combattendo anche in questi giorni perché stiamo bloccando le pensioni d'oro, stiamo bloccando un sacco di cose...che vi avevamo promesso avremmo tagliato e stiamo tagliando" afferma Di Maio. "C'è ancora tanto da fare, siamo soltanto alla fine dell'inizio .. dovremo fare ancora tante cose nel 2019 da portare a casa. Vi abbiamo promesso una legge che taglia gli stipendi dei parlamentari della Repubblica, ma anche sull'ambiente, sulla politica estera".
Poi l'augurio per il 2019 di "fare sempre le cose che vi piacciono, che vi rendono felici. Noi abbiamo dovuto fare delle battaglie grosse, ma ci è sempre piaciuto combattere quei signori che utilizzavano i soldi pubblici o le leggi dello Stato per privilegiarsi di una serie di diritti di cui non dovevano godere".
Per Di Battista la "prima" è solo puramente scenografica. Da scudiero del leader. Parla poco e annuisce. Per lui si apre ora un ruolo chiave nella corsa alle elezioni europee, da battitore libero, anche più libero di parlare rispetto a Di Maio, comunque vincolato dal ruolo istituzionale.
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