La nave Sea Watch è entrata nelle acque territoriali italiane ed è ancorata ad un miglio al largo delle coste di Siracusa.
L'ingresso, secondo quanto si apprende dalla Guardia Costiera italiana, è stato consentito a causa delle cattive condizioni meteo per garantire la sicurezza dei 47 migranti che si trovano a bordo, ormai da 7 giorni, e della stessa imbarcazione. La Sea Watch è affiancata da motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza.
Ieri proprio l'amministrazione comunale di Siracusa si era detta "pronta ad accogliere i 47 migranti che si trovano in mare aperto, a bordo della Sea Watch 3, avvalendosi della collaborazione della Curia e di tante associazione che sono state contattate e hanno dato la loro disponibilità".
Lo aveva fatto sapere il sindaco, Francesco Italia, che ha già scritto al ministro della Marina mercantile e, per conoscenza, al prefetto e al comandante della Capitaneria di porto di Siracusa, chiedendo di consentire l'attracco del natante.
"Siracusa, città di mare e da sempre porto aperto - ha detto Italia - fa dell'accoglienza un tratto distintivo al quale non intendiamo derogare. Quando ci sono richieste di aiuto da parte di persone in stato di incertezza e di angoscia, anche a causa delle difficili condizioni meteo-marine, non si può rispondere, come ha fatto il ministro Di Maio, di rivolgere la prua verso Marsiglia: così si negano solo i diritti sanciti dalle norme internazionali e della navigazione. Invece di speculare politicamente sulla sorte di 47 persone alimentando le tensioni con la Francia, il Governo autorizzi l'attracco a Siracusa della Sea Watch 3. Al resto - conclude il sindaco di Siracusa - penseremo noi, la Curia e tutte le associazioni di volontariato che si sono dette immediatamente pronte a prestare aiuto come storicamente abbiamo sempre fatto e come hanno sempre fatto la Sicilia e l'Italia".
E 19 organizzazioni hanno lanciato nelle ultime ore un appello per lo sbarco. "Chiediamo all'Italia e all'Europa che la legge sia rispettata e che le persone a bordo della Sea Watch vengano immediatamente fatte sbarcare in un porto sicuro, senza essere lasciate ulteriormente senza una destinazione. Secondo il diritto internazionale del mare, infatti, gli Stati hanno l'obbligo inderogabile di garantire l'approdo di persone in difficoltà in un luogo sicuro nel più breve tempo possibile. La salvezza e la tutela delle vite umane devono avere la precedenza assoluta: queste persone, soprattutto le più vulnerabili come donne e bambini, non devono subire ulteriori sofferenze e deve essere loro garantita l'assistenza umanitaria di cui hanno diritto e le cure di cui hanno bisogno".
Le 19 organizzazioni sono A Buon Diritto, Actionaid, Amnesty International Italia, Arci, Asgi, Associazione Papa Giovanni XXIII, Cir, cnca, Emergency, Focus casa dei diritti sociali, Intersos, Legambiente, Medecins du monde missione Italia, Medici per i diritti umani, Medici senza frontiere, Mediterranean hope programma rifugiati e migranti, Oxfam, Salesiani per il sociale, Save the children Italia, Terre des hommes.
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