lunedì 28 gennaio 2019

Un intero paese impegnato sul caso 'Sea Watch'. Il ministro Salvini: rifarei tutto. Il Pd vuole accusarlo? Il pagliaccio risponde con una risata!

Vi sembra possibile che l'Italia debba essere impegnata nella soluzione del caso dei 47 - quarantasette - migranti 'prigionieri' sulla Sea Watch ai quali è inibita la discesa a terra;  che  vedette della marina debbano tenere lontani dalla nave, al largo del porto di Siracusa,  chiunque cerchi di avvicinarsi; che ai parlamentari debba essere fatto divieto di salire a bordo per verificare le condizioni dei migranti, pena l'accusa di 'favoreggiamento' dell'immigrazione clandestina; che si debba discutere dell'età dei minori a bordo, più di dieci in tutto, più prossimi ai diciotto e perciò non più minori accompagnati o non, quando sarebbe molto più semplice far  intanto sbarcare quel gruppetto di disgraziati, in balia delle onde da una decina di giorni ormai;  e poi trattare con i Paesi europei che l'Italia si sta mettendo contro, purtroppo, sulla loro distribuzione in Europa (anche nei paesi governati da amici di Salvini che gli hanno però detto di tenerseli e di sbrogliarsi da solo la matassa), e indagare anche sulla regolarità della missione della nave che batte bandiera olandese?

 Perché allora non si fa? Solo per non fa fare la figura del pagliaccio  a Bullo-Salvini che vuole mantenere il punto. Qualcuno si renda conto che ciò che sta accadendo e se ne ha il potere, metta fine a questa  tragedia  messa in scena da un pagliaccio che, come nella famosa opera,  addirittura se la ride quando sente dire che parlamentari PD vogliono accusarlo  a farlo processare.

 Già, contemporaneamente al caso della Sea Watch, è tornato di attualità anche l'analogo caso, di qualche mese fa, della nave Diciotti, per il quale il Tribunale dei ministri di Catania, ha chiesto al Parlamento di processare per 'sequestro di persona' Salvini, il quale attende ora l'esito della votazione del Parlamento, avendo nel giro di 24 ore cambiato parere, perchè comincia a temere l'esito della indagine che se fosse di condanna, gli inibirebbe, per le leggi vigenti, qualunque attività politica, compresa quella di candidarsi. Un  bel guaio per Bullo-Salvini!

Prima,  alla maniera di un bullo qualsiasi, ha detto: non mi fanno paura  i magistrati ed ha gridato alla scandalo  della magistratura che vuole processare un ministro nelle sue funzioni. Poi ha riflettuto, dopo che i suoi compagni di governo gli hanno fatto sapete che avrebbero votato a favore del processo: se lui lo vuole, noi non lo ostacoliamo, e concederemo l'autorizzazione a procedere; ed ha cominciato ad aver paura  e a mostrare il suo scudo di difesa: se processano me processano tutto il governo, perché come ha confermato Macchietta-Toninelli, dopo Di Maio, la decisione fu presa da tutto il governo. Dichiarazione che  serve solo a dissuadere la magistratura dal proseguire sull'indagine e avviare il processo.

Che problema c'è a processare tutto il governo, se decisione fu collegiale sul caso Diciotti?  La magistratura non può indagare e sentenziare anche su una decisione del governo?  Non sarà la fine del mondo e neppure una tragedia per l'Italia. La magistratura potrebbe ribadire - come ha lasciato intendere il Presidente della Cassazione - che non si può arretrare sulla difesa dei diritti umani, e il Governo, tutto o in parte, prenderne atto e comportarsi di conseguenza.

 E in quel caso, la prossima volta, perché ci sarà una prossima volta, anzi tante prossime volte, Bullo- Salvini non terrà l'intera nazione  occupata, e con il fiato sospeso per la sorte di quei disgraziati,  su un caso che poteva essere risolto da tempo e che non si è risolto come il buon senso consigliava, perché non si vuol far fare al ministro la figura del pagliaccio!

Il quale nella foga di dimostrare e ribadire che lui non arretra di un millimetro nel contrastare i trafficanti di esseri umani, fra i quali  lui mette anche  le ong e perfino la missione europea 'Sophia', chiude gli occhi e tace volontariamente, su tutte le altre rotte che  hanno fatto arrivare in Italia migranti nell'ultimo anno, non dalla Libia, il cui numero è di quasi 6.000.
 Salvini  ubriaco di potere ed inebriato dagli esiti esaltanti dei sondaggi che lo danno in continua crescita, evita di ammettere che non può il nostro paese avere il controllo, oltre che dei porti che lui dichiara chiusi, di tutte le coste che costituiscono i nostri confini marittimi.

 Il flusso dei migrati continuerà  fino a quando non verranno presi in seria considerazione i problemi drammatici dei paesi dai quali essi fuggono e predisposta una qualche soluzione. Che non può essere  quella  scaturita dalla visione miope dei soci al governo che ne addossa la responsabilità maggiore alla Francia ed alla sua CFA, la moneta stampata  dalla nostra vicina d'Oltralpe per una decina e più di paesi africani, dai quali proviene appena l'8% dei migranti - ma questa è una narrazione che i nostri sovranisti non vogliono sentire. E per questo Macron - che di guai ne ha anche lui a casa sua e farebbe bene ad impegnarsi a fondo per risolverli, prima di impartire ad altri lezioni - ha risposto che alle accuse dei due soci al governo dell'Italia non risponderà, perchè non lo meritano. E, in fondo, avrebbe anche ragione, considerando l'infondatezza ed anzi la stupidità di quell'accusa.

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