Ci siamo dimenticati già di quelle sceneggiate messe in atto, dalla sua stanza del Viminale, dal Ministro Salvini, alla ricezione dalla Procura di Catania di 'apertura indagine' sul suo comportamento relativo alla nave della nostra marina 'Diciotti'?
Possono mandarmi tutti gli avvisi di garanzia che vogliono, io vado avanti. Vogliono processarmi, mi processino, non mi fanno paura. E poi una magistratura che processa un ministro del governo in carica...scherziamo? Come dire io sono al disopra della legge, e nessuno mi può indagare, comunque se vogliono farlo facciano non mi mettono paura.
Durante quella sceneggiata avemmo modo di vedere anche il suo pubblico, seduto all'altra estremità della stanza, composto dai boy scout e dai loro capi drappello che compongono il grande, troppo grande, ufficio che si occupa della comunicazione di Bullo-Salvini. Di lui, più che del Viminale.
Sicuramente, allievi dello stesso ministro, gli avranno detto: non ti preoccupare questi li facciamo a pezzi. Certamente. E quando viene inviato dal tribunale dei ministri di Catania la richiesta al Senato di autorizzazione a procedere nei confronti di Bullo-Salvini, che gli dice allora il suo ufficio comunicazione, e lui ripete? Non mi fanno paura io continuo per la mia strada, ho preso con gli elettori l'impegno di diminuire il flusso di migranti ( e sconfiggere veramente, neutralizzandoli, gli scafisti no?) e questo faccio.
Premesso che sul 'Caso Diciotti', il ministro ha raccontato infinite bugie, ora che incomincia ad aver paura, ha cambiato del tutto linea, anche a seguito della posizione dei Cinquestelle di votare a favore della autorizzazione a procedere contro l'alleato di governo.
Eh no. Non mi fregate, e allora è andato in lacrime a Palazzo Chigi da Conte e Di Maio ed ha imposto loro di sostenere una linea diversa da quella precedente sul 'caso Diciotti': lui non agì da solo, ma la linea seguita fu concordata con tutto il governo', compreso Macchietta-Toninelli il quale ora - ma non allora- sostiene che lui e Salvini erano d'accordo ( ha dimenticato che in agosto ci furono comunicazione fra i due ministeri e la capitaneria di Catania, del tutto divergenti, anzi contrastanti).
Perché tanta paura? Perché sa che se la Commissione del Senato votasse per l'autorizzazione, quando si andrà alla discussione in Aula, comunque vadano le cose, il governo rischia grosso, e lui più di tutti.
Insomma il ministro 'bullo' e 'senza paura' sta tremando; non gli basta più che il Governo si autodenunci sul caso Diciotti, assumendosi collegialmente la responsabilità, come è riuscito ad ottenere dai suoi soci che alle poltrone non intendono rinunciare così in anticipo; vuole che si neghi l'autorizzazione, e che quindi la procedura si fermi prima di giungere alla discussione in aula, dove, lo ripetiamo, le sorprese - anche da parte dell'alleato - sono sempre possibili. Perchè i Cinquestelle hanno sempre votato per l'autorizzazione, essendo per principio contrari all'immunità, di cui Salvini intende avvalersi.
Quando la paura di finire dietro le sbarre è concreta, anche un bullo cerca di svignarsela o di avvalersi di qualche 'guardia del corpo' (nel caso Conte e Di Maio) in sua difesa.
Dopo la richiesta del Tribunale dei Ministri di Catania di autorizzazione a procedere contro Salvini, per 'sequestro di persona' sarebbe opportuno che Salvini 'il nero' smetta tutte quelle divise di polizia e carabinieri che potrebbero apparire indagati assieme a lui, Ma se una divisa il 'nero' volesse comunque indossare, pensi a quella 'a strisce bianche e nere', la più adatta a lui per l'occasione e pensando al futuro!
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