domenica 13 gennaio 2019

Il caso della neopensionata prof. Alessandra Albertini, genetista. Anche io avrei desiderato fare altrettanto se...

La prof. Alessandra Albertini, genetista dell'Università di Pavia, è andata in pensione, ed ha devoluto il suo TFR ( 250.000 Euro) alla sua Università, per aiutare i borsisti e contrattisti sottopagati a restare nella sua Università a fare ricerca.

Ci sia consentito , per una volta, parlare in prima persona, dovendo raccontare un fatto personale.

 La storia, letta su Repubblica di oggi, mi ha profondamente colpito e mi ha fatto andare indietro con la memoria alle settimane immediatamente successive alla mia pensione, quando, non credendo ai miei occhi, lessi la  comunicazione dell'avvenuto versamento a mio favore del TFR. Andai in pensione alla fine di ottobre, a dicembre  avevo già ricevuto il TFR.

Certo pensando a tale tempestivo adempimento da parte dell'Inpdap, confluita nell'Inps, provo ad immaginare quale sorpresa avranno tutti i graziati dalla 'Quota 100' di Salvini, quando verranno a sapere che, se tutto va bene, loro il TFR lo prenderanno dopo cinque o addirittura otto anni- fanno in tempo a crepare; se lo godranno gli eredi!
 Ma nel contempo mi viene anche un dubbio, sollecitato oggi da un intervento di un noto economista, il porf. Mario Baldassarri sul Corriere. Come farà il Governo, che già fatica a trovare i soldi per mandare in anticipo in pensione una gran massa di lavoratori pubblici a trovare i soldi  anche per il TFR?  E che faranno i privati  che, dovendo liquidare le pensioni dovranno dare ai loro dipendenti il TFR, togliendo forse risorse che in tempo di crisi servono a mandare avanti un'azienda? Bel casino! Ecco perché ogni giorno di più ci viene da  dire a Salvini ciò che lui va dicendo a chiunque gli capiti a tiro e non sia delle sue stesse idee, e cioè: è finita la pacchia. La pacchia potrebbe presto finire anche per Bullo-Salvini, detto anche 'il nero'.

 Torniamo alla mia pensione ed al relativo TFR. Non avrei potuto fare ciò che ha fatto la prof. Albertini, perchè nonostante abbia io insegnato per oltre quarant'anni, non ho certo la pensione della prof. ssa e neppure il suo TFR, e non vengo neanche da famiglia di imprenditori che ha assicurato alla prof.ssa una vita tranquilla, più che tranquilla.

 La sorpresa spiacevolissima l'ebbi quando lessi l'ammontare del mio TFR, che ammontava a meno di  1/3 di quello della Albertini. Perchè, cosa era accaduto?

 E così cominciò il lungo calvario. Feci presente la cosa all'amministrazione del Conservatorio dove avevo prestato servizio nell'ultimo quarto di secolo ininterrottamente ( Conservatorio A. Casella dell'Aquila), la quale subito si mosse e scrisse all'INPS. Non ricordo più la sequenza della corrispondenza, fatto sta che cominciai a girare per le segreterie delle scuole nelle quali avevo prestato servizio dal 1971 in avanti, per chiedere loro documentazione sull'avvenuto versamento dei contributi di legge. Inviai la documentazione all'Inps ( ex Inpdap) , che era stato tanto sollecito per inviarmi il TFR, e la risposta mi raggelò, quando lessi che per gli anni dal 1971 al 1982, quando cominciai a insegnare Storia della Muscia ( nei Conservatori di Roma, Firenze, Perugia e L'Aquila)  non avevo più diritto al TFR che quindi per dieci anni mi era stato RUBATO e non per mia colpa o inadempienza.

Dopo una fitta corrispondenza capii perchè non avrei avuto più diritto a dieci anni di TFR.
Nei primi dieci anni di mia attività nella scuola, avevo insegnato Religione in diversi Licei della Capitale(avendo conseguito prima la Licenza in Teologia presso l'Università del Laterano a Roma, titolo equipollente alla Laurea), e dall'82 e fino al 2013, Storia della Musica.

 Mi si disse che alla fine del mio insegnamento nei Licei avrei dovuto chiedere il TFR , relativo a quei dieci anni. Perchè mai se non c'era stata nessuna interruzione nella mia attività di insegnante, neanche per un giorno? Perchè l'insegnamento della religione era soggetto ad una diversa disciplina giuridica ed economica. Gli insegnanti di religione non 'passavano mai di ruolo', ma erano inquadrati sin dal primo anno alla stregua degli insegnanti di ruolo.
 Dunque alla fine di quei dieci anni, la normativa diceva che per mia iniziativa o per iniziativa dell'amministrazione si doveva fare il conteggio del relativo TFR e liquidarlo, senza aspettare il tempo della pensione. Io all'epoca avevo poco più di  35 anni e  certo non potevo pensare alla pensione o al TFR. E l'amministrazione, anzi le amministrazioni presso le quali avevo lavorato - tutti licei statali -  si erano guardati bene dal prendere l'iniziativa di calcolare il TFR e liquidarlo.

 Così al momento della pensione ebbi la brutta sorpresa: TFR ridotto di 10 anni. Una bella somma che ,se mi fosse stato detto: non possiamo dargliela più, ma se lei vuole devolverla magari al suo Conservatorio, allora possiamo farlo noi, avrei naturalmente accettato.
 Alla fine io non ho preso per intero il TFR che mi  sarebbe spettato e quei soldi no so che fine abbiano fatto, mentre mi sarebbe piaciuto che avessero fatto una  fine simile a quelle che al suo TFR ha fatto fare la prof. Albertini.

L'ultimo capitolo della odissea del mio TFR decurtato si chiuse miseramente in un CAF, dove un avvocato, al quale ero stato indirizzato, avrebbe dovuto studiare la mia pratica, ben documentata, e vedere se non c'erano ancora i termini ed i presupposti per fare ricorso. Anche lì porta chiusa. L'avvocato - del qual non dico il nome per pietà umana - dopo avermi promesso che  nel giro di un mese o due al massimo mi avrebbe convocato per espormi le sue considerazioni, è letteralmente sparito, non mi ha mai chiamato e non so neanche che fine abbia fatto. Posso augurargli il licenziamento da quel CAF?

 Mi si dirà: sei bravo a parlare ora che quella donazione non l'hai fatta. Vero. Comunque io non  avrei potuto farla, semplicemente perchè le mie condizioni economiche non me lo avrebbero permesso.

Ma che nei confronti del 'mio' Conservatroio io abbia negli ultimi anni dimostrato  generosità è un fatto.
 Per l'inaugurazione della nuova sede post terremoto regalai al Conservatorio un prezioso strumento dell'Ottocento, il cui nome tecnico è Phisharmonica, una sorta di antenato dell'armonium ( al quale somiglia nella foggia e nella produzione del suono) alla cui famiglia di strumenti appartiene, di provenienza viennese. Fra parentesi, nel Museo di strumenti musicali allestito a Bologna con la donazione del prof. Tagliavini, vi è un esemplare simile, ma non nelle stesse ottime condizioni del mio, che dopo averlo acquistato ho fatto sottoporre ad un lungo ed anche costoso restauro in ogni parte. Il documentatissimo catalogo del Museo - anche quello da me regalato alla biblioteca del conservatorio, offre la descrizione dello strumento e le sue caratteristiche.
Sono  sempre contento della donazione anche se mi duole il pensiero che ora faccia mostra di sé nell'ufficio del direttore che forse neppure comprende il valore di quello strumento.  Dico questo perché una volta ricevetti una  lettera dalla mia Phisharmonica abbandonata nella quale si lamentava con me perché non mi ero opposto a che finisse in quell'ufficio, costretta ad ascoltare tutte le sc... che si dicevano. Avrebbe preferito una migliore, più dignitosa collocazione, ed anche la necessaria manutenzione, che spero l'abbia  con la futura gestione del Conservatorio

 Alla biblioteca  sono andate anche altre mie donazioni: molti volumi, alcuni preziosi che ritengo abbiano lì la loro migliore e più utile destinazione.

Infine, oggi è tempo di autoincensazione, al momento della pensione  chiesi che i soldi raccolti fra i colleghi per il tradizionale regalo  per i neo pensionati, venissero destinati ancora alla Biblioteca per l'acquisto di libri assenti ma utili agli studenti.

 Tornerò il prossimo 1 novembre, per la prima volta da fine 2013,  nel mio ex Conservatorio, perché  solo da quella data l'attuale direttore, da me disistimato professionalmente - come lui sa bene - non sarà più in carica, augurandomi che al suo posto non ne arrivi uno ancora peggiore di lui... e pensando di cambiare  il tragico destino toccato alla mia Phisharmonica.

 Comunque, complimenti prof.ssa Albertini!


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