Rai, Usigrai: «Senza confronto con redazioni e sindacato non potrà esserci nessuna novità nel settore news»
«Da subito diciamo che non accetteremo nessuna riduzione di spazi affidati alle testate e men che meno scorpori ingiustificati», avvertono i rappresentanti dei giornalisti di viale Mazzini, che poi rilevano: «In Cda si discute di piano industriale, ma non di un piano risorse umane».
Il cavallo simbolo della Rai
«Leggiamo indiscrezioni su piano industriale e piano news. Legittimo e corretto che il Cda ne discuta. Ma questo sta avvenendo in totale assenza di discussione sul piano risorse umane: centinaia di persone aspettano che la Rai dia loro finalmente il 'giusto contratto'. Nessun progetto può esistere se non si sana lo scandalo dei tantissimi lavoratori che lavorano con finti contratti atipici o con contratti che non corrispondo al lavoro che fanno e quindi senza le tutele che spettano loro». È quanto si legge in una nota dell'Esecutivo Usigrai.
«In merito a presunte novità sul settore news – proseguono i giornalisti del servizio pubblico – ricordiamo che nulla potrà esser fatto senza l'adeguato confronto con le redazioni e il sindacato. Ma da subito diciamo che non accetteremo nessuna riduzione di spazi affidati alle testate, e men che meno scorpori ingiustificati (come quello trapelato di Radio1). Altrettanto chiaramente diciamo che, come abbiamo sempre dichiarato, se la Rai vuole discutere accorpamenti deve prima ottenere la riforma dei meccanismi di nomina dei vertici (Ad, Presidente e Cda), superando la scellerata legge Renzi, e risorse adeguate, certe e di lunga durata (ancor di più dopo la sconfitta subita nella ultima legge di Stabilità nel silenzio colpevole e complice dell'attuale vertice)».
Tra l'altro, conclude l'Usigrai, «emerge la totale confusione di nomine di direttori appena fatte, piani editoriali autorizzati dal Cda e linee guida aziendali che vanno in tutta altra direzione».
Il Cdr del Giornale Radio: «No allo scorporo di Radio 1»
Dopo le anticipazioni del piano industriale all'esame del consiglio di amministrazione della Rai, il Cdr del Giornale Radio «boccia l'ipotesi di uno scorporo di Radio 1 dal Giornale Radio». «È una pericolosa scelleratezza - scrive il comitato di redazione in una nota -. Vigileremo sui contenuti del piano e ci opporremo fortemente, e in tutte le sedi, a qualsiasi progetto di scorporo e che comunque non passi per un confronto con Cdr e Usigrai».
Il Cdr ricorda che nel piano editoriale del direttore Luca Mazzà, approvato dallo stesso consiglio di amministrazione appena un mese fa, si legge che 'Giornali Radio e contenitori informativi, opportunamente armonizzati, costituiranno insieme un grande spazio di libero confronto, con l'attualità in primo piano', e che 'si conferma in pieno la vocazione all news della testata con una accentuazione dell'integrazione e dell'armonizzazione con la Rete che mantiene il suo tratto distintivo, unico nel panorama nazionale, di canale di informazione'.
Un concetto ribadito anche in occasione della presentazione del palinsesto della rete: «Radio 1 con più informazione e notizie in diretta».
Per il comitato di redazione, «Radio 1 e Giornale Radio sono una testata unica e progetti di separazione o duplicazione non hanno nulla a che vedere con la mission del servizio pubblico». Il sindacato dunque annuncia «un'azione decisa e dura che coinvolga l'intera redazione». (Ansa)
«In merito a presunte novità sul settore news – proseguono i giornalisti del servizio pubblico – ricordiamo che nulla potrà esser fatto senza l'adeguato confronto con le redazioni e il sindacato. Ma da subito diciamo che non accetteremo nessuna riduzione di spazi affidati alle testate, e men che meno scorpori ingiustificati (come quello trapelato di Radio1). Altrettanto chiaramente diciamo che, come abbiamo sempre dichiarato, se la Rai vuole discutere accorpamenti deve prima ottenere la riforma dei meccanismi di nomina dei vertici (Ad, Presidente e Cda), superando la scellerata legge Renzi, e risorse adeguate, certe e di lunga durata (ancor di più dopo la sconfitta subita nella ultima legge di Stabilità nel silenzio colpevole e complice dell'attuale vertice)».
Tra l'altro, conclude l'Usigrai, «emerge la totale confusione di nomine di direttori appena fatte, piani editoriali autorizzati dal Cda e linee guida aziendali che vanno in tutta altra direzione».
Il Cdr del Giornale Radio: «No allo scorporo di Radio 1»
Dopo le anticipazioni del piano industriale all'esame del consiglio di amministrazione della Rai, il Cdr del Giornale Radio «boccia l'ipotesi di uno scorporo di Radio 1 dal Giornale Radio». «È una pericolosa scelleratezza - scrive il comitato di redazione in una nota -. Vigileremo sui contenuti del piano e ci opporremo fortemente, e in tutte le sedi, a qualsiasi progetto di scorporo e che comunque non passi per un confronto con Cdr e Usigrai».
Il Cdr ricorda che nel piano editoriale del direttore Luca Mazzà, approvato dallo stesso consiglio di amministrazione appena un mese fa, si legge che 'Giornali Radio e contenitori informativi, opportunamente armonizzati, costituiranno insieme un grande spazio di libero confronto, con l'attualità in primo piano', e che 'si conferma in pieno la vocazione all news della testata con una accentuazione dell'integrazione e dell'armonizzazione con la Rete che mantiene il suo tratto distintivo, unico nel panorama nazionale, di canale di informazione'.
Un concetto ribadito anche in occasione della presentazione del palinsesto della rete: «Radio 1 con più informazione e notizie in diretta».
Per il comitato di redazione, «Radio 1 e Giornale Radio sono una testata unica e progetti di separazione o duplicazione non hanno nulla a che vedere con la mission del servizio pubblico». Il sindacato dunque annuncia «un'azione decisa e dura che coinvolga l'intera redazione». (Ansa)
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