Cinquant’anni di Umbria Jazz, edizione da record
È stata un'edizione da record quella 2023 di Umbria Jazz. Nel corso dell'ultima giornata del festival, che ha celebrato per dieci giorni il cinquantesimo anniversario con Perugia trasformata nella capitale della cultura musicale, è stato tracciato un bilancio, guardando anche al passato e al futuro. “Non solo storia ma anche un grande presente per il festival” è stato ricordato durante la conferenza stampa finale.
Un incasso superiore ai 2,3 milioni di euro per 40 mila paganti, con una media di 3.200 all'Arena, oltre 500 al teatro Morlacchi e 150 alla Sala Podiani. Anche i dati social annunciati sono di rilievo: il flusso di pubblico nei canali del festival è stato di oltre 2 milioni di utenti nei dieci giorni del festival. "Con 40 mila paganti è stato eguagliato il record del 2019, anno che viene superato però per quanto riguarda gli incassi”: ha affermato il presidente della Fondazione Umbria Jazz Gian Luca Laurenzi. “Ancora più dei numeri, che sono da primato – ha aggiunto – voglio parlare di chi fa il festival e della solidità del suo assetto, a partire dalla direzione artistica e dalle professionalità di un organico di assoluto livello”.
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Laurenzi ha quindi citato tutte le risorse umane che hanno coordinato un totale di 200 persone. “Se siamo arrivati qua - ha detto - il merito è loro, con il direttore artistico e fondatore Carlo Pagnotta a fare da coordinatore. Siamo unici, non c’è una cosa vicina a noi in Italia. Struttura e organizzazione sono un patrimonio di Umbria Jazz e dell'Umbria che va tutelato. Se il pubblico è il primo finanziatore di Umbria Jazz va detto grazie a Carlo Pagnotta per aver allestito con i suoi collaboratori un programma artistico fatto con la freschezza di un trentenne”.
Di festival "in ottima salute con un brand che ancora funziona” ha poi parlato lo stesso Pagnotta. “Non mi risulta – ha proseguito – che ci siano altri festival in Italia che raggiungono questi numeri, così come il clima che si respira qua che non ha nessun festival al mondo. Per la programmazione sono anni che lavoriamo con un pool artistico. Da soli non si fa niente, quindi non devo essere celebrato solo io, dividiamo i meriti con tutta la squadra”.
Se si può sottolineare un tema caratterizzante di questa edizione, è stata la forma-canzone nelle sue diverse declinazioni (Bob Dylan, Paolo Conte, Rhiannon Giddens, Ben Harper). Ma anche tanto jazz, con il trio di Brad Mehldau, il quartetto di Branford Marsalis, il duo Enrico Rava-Fred Hersch, la band stellare di Herbie Hancock, o con le star italiane Stefano Bollani e Paolo Fresu.
Clinics e Uj4Kids, infine, sono ormai due sezioni consolidate (i corsi del Berklee College of Music di Boston) e in crescita (i laboratori per bambini e ragazzi).
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