Di per sé "nessuna dottrina religiosa ha mai cambiato il mondo", è la sola "esperienza del Cristo vivente che salva ed ama". Spicca il nome dell'argentino Victor Fernández, autore di questo assunto dal sapore dirompente in bocca ad un neo prefetto dell'ex Sant'Uffizio come lui, nell'elenco dei 21 nuovi cardinali annunciati dal Papa all'Angelus di ieri. Trascorsi neanche dieci giorni dalla promozione dell'ex arcivescovo di La Plata al vertice del Dicastero per la promozione della fede, col mandato innovativo di custodire il magistero non tanto in un'ottica difensiva quanto piuttosto di promozione e dialogo con la scienza e la società postmoderne, Bergoglio concede la porpora al teologo progressista. Traghettandolo di fatto tra i protagonisti assoluti del conclave che eleggerà il prossimo Papa, in barba alle invettive al vetriolo, anche scadute sul piano personale, lanciate dai tradizionalisti all'indirizzo di Fernández, tra i più stretti collaboratori di Francesco sin dai tempi di 'Amoris laetitia' e della prudente apertura sulla comunione ai divorziati risposati.
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