Leggo delle polemiche seguite al concerto di ieri sera diretto da Beatrice Venezi a Lucca, che ha inaugurato le celebrazioni per il centenario pucciniano, per aver Lei inserito un fuori programma, il ben noto Inno a Roma, scritto da Puccini per la Capitale e del quale poi si impossessò il Fascismo e successivamente anche l'MSI.
Quell'inno dall'incedere marziale, luminoso, come il 'sole che sorge'..., non avrebbe suscitato nessuna polemica se al governo non ci fosse oggi l'erede dell'MSI, e a dirigere il concerto una direttrice, di scarse capacità, ma fedelissima della Meloni e, addirittura, consigliera per la musica, del ministro Sangiuliano. Che è poi la stessa direttrice che a Nizza hanno protestato, perchè invitata a dirigere il prossimo Concerto di Capodanno, bollandola come 'fascista'.
Dunque quell'inno non è fascista ed io, se ne avessi avuto l'occasione - ma devo confessare che ci avevo pensato, senza temere di incorrere nell'accusa di fascismo, perchè ne conoscevo l'origine; altrimenti anche della musica di Wagner si potrebbe dire la stessa cosa, essendo stata assunta dal Nazismo - l'avrei inserito in un programma del Concerto di Capodanno dalla Fenice.
Nel caso però della Venezi, è del tutto evidente che la sua è stata una provocazione bell'e buona e, giudicata come tale, ha fatto nascere quelle polemiche. Insomma ha voluto forzare e le reazioni, come prevedibile, sono venute.
Nessun commento:
Posta un commento