Mi chiedo che farebbe e che sarebbe l'Italia musicale senza Giorgio Battistelli? La domanda sorge spontanea - come avrebbe detto Antonio Lubrano - dal momento che prima ancora di sapere se verrà nominato in qualche posto, ne lascia uno dei tanti.
All'uscita dal Festival Puccini, Battistelli - stando a ciò che hanno scritto i giornali - avrebbe motivato tale decisione con il fatto che non avrebbe potuto reggere contemporaneamente due istituzioni dello stesso comparto (festival), finanziate con il FUS, quale era il Festival Puccini, e quale è il Festival Mito, che è uno dei festival insieme a pochi altri che è stato finanziato , per sempre, con una legge speciale governativa, con un contributo speciale: Pesaro, Ravenna, Spoleto, Mito ecc...
Solo che l'arrivo eventuale di Battistelli a Mito, che viene dato per certo orami, suona anche particolare. Nel senso che mentre all0'Aquila, alla Barattelli, hanno avuto il buon gusto di dire che è stato confermato con acclamazione - chi lo sposta un peso da novanta come lui?- a Milano e Torino, ancor prima che si riunisca la Assemblea dei Soci - che immaginiamo esista - per una sua eventuale nomina, lui sa già che sarà nominato. Certo che l'hanno contattato per conoscere la sua disponibilità. ma resta il fatto che certe nomine, se non tutte, vengono decise nelle segrete stanza dei palazzi che hanno il potere, e pio si recita davanti al pubblico, la nomina ufficiale secondo le regole.
Noi però siamo assaliti da un altro dubbio. Possibile mai che fra due anni, quando si libereranno contemporaneamente i posti di vertice dell'Opera e di Roma e dell'Accademia di Santa Cecilia, Battistelli non vi corra per uno dei due, a sua scelta, naturalmente? Potrebbe anche desiderare di assumerli ambedue contemporaneamente se non vi fosse la legge a vietarlo. Ma non è detto che non vengano unificate. Già spesse volte se ne è parlato neanche tanto sommessamente.
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