Veronesi ‘silurato’ La Bohème contestata e una politica che si divide
Tutto si potrà dire se non che la Bohème ambientata nel ’68 e la clamorosa contestazione del maestro Veronesi direttamente dal palco del Festival Pucciniano non abbia avuto l’effetto di far parlare della manifestazione su tutti i giornali d’Italia. Intanto come primo effetto – già nell’aria all’indomani della rappresentazione – c’è stato quello del ‘siluramento dello stesso Veronesi da parte del Festival Pucciniano, il cui consiglio di amministrazione ha deciso di non chiamare più il direttore d’orchestra a dirigere le prossime Bohème in programma il 29 luglio e ancora il 10 e il 25 agosto.
Le scelte legate a Puccini (quelle di Veronesi, ma anche di Beatrice Venezi) hanno indotto un altro direttore d’orchestra, il liveronese Federico Maria Sardelli – fra l’altro nota firma del giornale satirico il Vernacoliere – a fare un po’ di sarcasmo: "Emulo dei due più grandi direttori d’orchestra che abbiamo in Italia – ha detto – mi sono deciso: aprirò l’opera con l’Inno a Roma e magari anche Giovinezza col cembalo, dirigendo bendato e con le scarpe di due numeri più strette".
Pro e contro non mancano a livello politico per quanto accaduto. Massimiliano Baldini, consigliere regionale della Lega, attacca duramente Veronesi: "Da parte sua un’altra sceneggiata politica: ormai è un imbarazzo per tutti e a rimetterci sono le celebrazioni del 2024". Solidarietà invece al direttore d’orchestra arriva da Alessandro Amorese e Vittorio Fantozzi deputato e consigliere regionale di Fratelli d’Italia: "Noi siamo contro la Cancel culture, contro la quale ha manifestato Veronesi per protestare contro una regia che ambienta l’opera nel ’68 francese".
Intanto questa sera al Pucciniano alle 21,15 nell’auditorium Caruso ci sarà "Puccini nell’Europa del cabaret" che avrà come protagonisti Cristina Zavalloni, Andrea Rebaudengo e Gabriele Mirabassi.
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