Alberto Veronesi ha esagerato. In stupidità. Ma come si fa a dirigere un'opera con la benda? Voleva avvalorare, senza accorgersene, la convinzione abbastanza diffusa che certe volte e con certi direttori si può suonare anche senza guardarli?
Il regista colpevole dell'atto 'sacrilego' verso il capolavoro pucciniano ha dichiarato- e non può che essere così - di aver incontrato con i suoi collaboratori ed i dirigenti del festival il maestro Veronesi al quale aveva mostrato bozzetti e illustrato la sua idea di regia. Perchè a febbraio, data dell'incontro, Veronesi non disse nulla, ed anzi sembrò entusiasta della scelta ?
Forse ha cambiato idea nel giro di pochi mesi, come del resto ha fatto per le sue convinzioni politiche, passando dal PD a FdI.
In questa diatriba c'è un assente, ingiustificatissimo, il direttore artistico del Festival, Giorgio Battistelli, dimissionario. Neanche una parola. E tale suo comportamento, sanzionabile ed irresponsabile, gli ha meritato la direzione artistica di un altro importante festival, settembrino, che lega Torino e Milano, da molti anni ormai, il Festival Mito, il cui direttore Campogrande con l'edizione di quest'anno ha esaurito il suo mandato.
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