Un solo membro esperto del settore: due consulte universitarie scrivono al ministro Sangiuliano e al direttore generale Massimo Osanna per criticare la commissione che nominerà i nuovi direttori dei principali musei italiani, tra cui gli Uffizi, la Pinacoteca di Brera, la Galleria di arte moderna e contemporanea di Roma, il museo di Capodimonte.
A puntare il dito sono la Cunsta, Consulta universitaria per la Storia dell’arte, e la Sisca, Società italiana di Storia della Critica d’arte.
Il problema è che nella commissione che sceglierà i direttori ci sono solo esperti di altri campi e uno solo di arte. Al centro della polemica il fatto che la storia dell’arte viene relegata nell’angolo: nella commissione appena nominata, incaricata di scegliere le terne dei candidati alla direzione, c’è infatti un solo storico dell’arte, Daniela Porro, Soprintendente Speciale Archeologia e Belle Arti di Roma, dunque funzionaria del MIC: “Un dato francamente increscioso”, si legge nel documento.
Tra gli altri motivi di rammarico da parte dei professori, il fatto che tra i commissari ci siano due dirigenti del ministero della Cultura (oltre a Porro anche Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio MIC): un elemento che farebbe venire meno quel principio di terzietà necessario alla selezionare le candidature del bando. I due dirigenti, si legge nell’appello, «non potranno ignorare le indicazioni del loro stesso ministero». I cinque componenti della commissione che selezionerà i direttori di dieci musei statali di primaria importanza, tra cui otto di carattere storico e artistico e due archeologico sono:
il professore e avvocato Francesco di Ciommo, presidente, ordinario di diritto privato alla Luis di Roma, la professoressa Marina Brogi, ordinario di economia e tecnica dei mercati finanziari, alla Sapienza di Roma, la professoressa Carmela Capaldi, ordinario di archeologia classica a Napoli alla Federico II; l’archeologo Luigi La Rocca, direttore generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Ministero della Cultura, la storica dell’arte Daniela Porro, soprintendente alla Soprintendenza Speciale Archeologia e Belle Arti di Roma, sempre per il Ministero della Cultura.
«Premesso che le nostre associazioni non hanno mai condiviso il sistema selettivo top-bottom voluto dall’allora ministro Franceschini, – scrivono nella lettera al ministro Sangiuliano – nel quale vedevamo il prevalere di scelte politiche a discapito di quelle tecnico-scientifiche, sistema da cui origina l’atto di nomina qui discusso, siamo tuttavia costretti a manifestare pubblicamente il nostro sconcerto e disappunto alla luce della composizione dell’attuale commissione, anche a tutela della disciplina e degli associati che hanno presentato domanda.
La presenza di un solo storico dell’arte in seno alla commissione giudicatrice è un dato francamente increscioso alla luce dell’importanza e del numero dei musei oggetto del bando; è altresì opinabile che in una commissione tenuta ad esprimere un parere terzo (e una terna di vincitori da sottoporre, a seconda dei casi, al ministro o al direttore generale ai quali spetta la scelta finale) vi siano due dirigenti del Mic che non potranno ignorare le indicazioni del loro stesso ministero; dunque terzietà ridotta. Suscitano perplessità anche la scelta del presidente e della professoressa Brogi. Stando ai curricula di entrambi (pubblicati on line) non risultano pregresse esperienze nell’ambito dei beni culturali e della tutela del patrimonio».
Critiche dure, pesanti: «Una scelta così sbilanciata nella composizione della commissione, dove gli storici dell’arte hanno un ruolo del tutto marginale, nonostante la grande maggioranza dei musei oggetto del bando siano caratterizzati da collezioni storico-artistiche, è davvero un pessimo segnale. In questo modo il Mic mette nero su bianco il disprezzo per le competenze scientifiche che onorano la cultura italiana».
Il Direttivo della Cunsta, la Consulta Universitaria per la Storia dell’Arte, e la Sisca, Società Italiana di Storia della Critica d’arte, sperano in un cambiamento di rotta o quantomeno in una correzione della commissione giudicante.
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