giovedì 27 luglio 2023

Teatro San Carlo . Lissner 'adeguatamente liquidato' sarebbe sparito dalla circolazione

 Certo non si può attribuire il pasticcio Rai San Carlo - un miserabile cortocircuito - se non a Meloni, Sangiuliano ed alla loro corte. A ben guardare, Fuortes e Lissner non sono che le vittime del terremoto procurato dalla sete di potere dei nuovi barbari al governo.

 Via Fuortes dalla Rai, aveva detto quasi all'indomani del suo insediamento Meloni, senza attendere scadenze di mandati od anche opportunità e decenza istituzionali.

 E per mandarlo via occorreva compensarlo. Come creandogli un posto dove un posto non c'era. E allora via ad un secondo illecito: mandar via dal teatro San Carlo il sovrintendente in carica, il cui mandato era in corso e sarebbe terminato fra due anni circa, con un decreto ratificato poi dal Parlamento che limitava l'età dei sovrintendenti delle Fondazioni liriche a 70 anni, con decadenza immediata di chi quell'ètà l'aveva raggiunta. Lissner appunto.

 Fuortes in quei mesi non si era fatto subito scalzare, aveva tentennato per vendere il più cara possibile la pelle; e forse, proprio come Pino Insegno, era andato più volte a prendere un caffè al Bar Chigi, per incontrare la Meloni, ai cui desiderata era dispostissimo a dar corso pur di restare fino alla fine del suo mandato. Ma non bastava. Occorreva che andasse via perchè nel disegno della Meloni il nuovo corso non si sarebbe potuto avviare senza nuove persone.

 Alla fine messo alle strette, Fuortes ha ceduto, certamente rassicurato da un patto segreto con Meloni e Sangiuliano che gli promettevano un a nuova prestigiosa poltrona. Da liberare.

 Ed era quella su cui sedeva Lissner. Che ha cominciato a traballare  a seguito delle cannonate  che Sangiuliano e il nemico giurato De Luca,  hanno sparato, caricandole di fango contro la direzione di Lissner. Poveri noi, e povero Lissner che deve ascoltare quel che gli dicono Sangiuliano e De Luca sulla gestione artistica di un teatro.

 Noi e Lissner,  ma soprattutto lo storico teatro napoletano alla mercè di due ignoranti patentati, che  fingono di interessarsi a questioni artistiche, mentre di quelle non gliene importa assolutamente nulla! 

 Lissner punta i piedi e dice che lui non se ne va. Poi però quando la legge viene approvata dal Parlamento, Manfredi, il sindaco presidente del Teatro, deve procedere alla nomina del nuovo sovrintendente. Mentre il vecchio, va per le vie legali, sguinzaglia i suoi avvocati e pare - stando a quel che si legge oggi su La Repubblica , a firma Conchita De Gregorio, alla fine abbia mollato, dopo essere stato ADEGUATAMENTE LIQUIDATO. 

 Dunque sarebbero arrivati ad un accordo,  e dietro lauto compenso, a causa della rescissione del con tratto prima delle fine, Lissner avrebbe preso la strada di Parigi

.Fuortes, che per qualche mese ha taciuto, dopo aver giurato e rigiurato che per lui al San Carlo non c'era il clima giusto, è stato indicato come sovrintendente. Il silenzio, secondo Conchita De Gregorio, gli ha giovato. Noi pensiamo non solo il silenzio, passando sopra la figura di m...di chi cambia idea ogni giorno.

 Adesso, dando per scontato che Fuortes sia la scelta migliore ( chissà chi avrebbe proposto il terzetto Meloni-Sangiuliano-De Luca, noi abbiamo seriamente temuto per il Teatro San  Carlo!) occorre nominare anche un direttore artistico, perchè Fuortes sarà pure un buon amministratore ma di musica , di melodramma, di voci non sa nulla. 

Dunque insieme a Fuortes, deve sbarcare a Napoli anche un direttore artistico,  adeguatamente compensato e così, con buona pace di De Luca che sul costo di Lissner ha fatto parecchio casino, il dopo Lissner costerà di gran lunga di più del Lissner stesso che, da solo,   sebbene aiutato da una segreteria artistica, svolgeva il doppio ruolo di sovrintendente e  direttore artistico. E deve sbarcare il prima possibile, anche se la prossima stagione Lissner dovrebbe averla lasciata già definita in tutti i particolari.  


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