mercoledì 12 luglio 2023

Ancora sull'Inno a Roma di Giacomo Puccini

Continuano le polemiche sull'esecuzione dell'Inno a Roma, a conclusione del concerto sinfonico diretto da Beatrice Venezi, concerto inaugurale delle celebrazioni per il Centenario della morte del musicista . Continuano sia perchè quell'Inno venne fatto proprio dalla propaganda fascista, sia perchè  lo adottò anche il Msi, dalla cui costola è poi nato FdI. Partito della premier, e partito anche della Venezi, che  Giorgia Meloni voleva candidare alle ultime politiche. Lei che viene da una famiglia di tradizioni fasciste - suo padre è stato dirigente nazionale di 'Forza Nuova' - e che ha manifestato ogni volta idee di quella radice ideologica.

Ma veniamo alle contestazioni.

La prima, più grande ed anche antica ormai, è quella relativa alla presidenza di Alberto Veronesi nel Comitato nazionale delle celebrazioni. Contestazioni acuite dalla ultime giravolte politiche, non musicali, di Veronesi, che è arrivato, passando da tutti i partiti italiani, alla destra del sindaco Prandini di Lucca, suo sostenitore. Molti gli avrebbero consigliato di dimettersi dopo che dal Comitato erano usciti parecchi importanti esponenti e molti altri lo contestavano  per alcune scelte e  per il programma generale che alla vigilia delle celebrazioni era ancora un mistero.

 E contestavano anche l'aver affidato a Beatrice Venezi - che non è artista di fama internazionale, basta con questa bufala! -  che milita in Fratelli d'Italia, sostenitrice della Meloni e consigliera di Sangiuliano: i suoi più importanti meriti che artistici non sono!!!-  il concerto inaugurale delle celebrazioni pucciniane che meritavano certamente ben altro riguardo e più alta qualità. Ma, è evidente che Veronesi per salvarsi la poltrona - si dice così, quando si scrive in 'bella copia' - ha favorito la pupilla della Premier e di Sangiuliano, che in due non sanno neanche il nome delle note di fila e dunque nulla possono dire sul valore della giovane e acerba direttrice.

 C'è poi l'accusa di 'fascista' rivolta a Lei. Perchè allora non è stata rivolta anche a Colabianchi, da tempo sovrintendente a Cagliari, città governata da FdI, sebbene egli abbia fatto con Almirante ed i suoi discendenti politici, ciò che la Venezi sta facendo ora con i nipotini del leader di destra?

 L'accusa di fascista o neofascista non ha senso perchè già dal punto di vista politico è stata liquidata. Secondo tale logica non dovrebbero invitare ai consessi internazionali la Meloni, perchè  nata da quella costola?

 La Venezi non dovrebbe dirigere perchè non sa dirigere, non perchè è  di destra.

 Il caso infine dell'Inno a Roma la cui esecuzione sarebbe stata contestata da due autorevolissimi studiosi pucciniani presenti nel Comitato nazionale ( Girardi  e Biagi Ravenni). Loro principale preoccupazione  era che quella esecuzione fosse usata strumentalmente e provocatoriamente dalla direttrice, come poi è stato. 

 Se, come chiunque altro, io - come ho già scritto nel post precedente - l'avessi inserito in uno dei Concerti di Capodanno dalla Fenice, come avrei potuto ed avevo anche pensato di fare nei dieci anni che ne ho avuto la cura del programma - nè Girardi nè la Biagi Ravenni avrebbero avuto nulla di dire. Perchè avrebbero dovuto?


P.S. Sull'adesione di Puccini al partito fascista, assolutamente falsa e smentita dai fatti, si legga il mio libriccino 'Giacomo Puccini, Sonatore del Regno', edizioni Clichy. Oppure, su questo blog, i post dedicati.


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