martedì 25 luglio 2023

Il più grande compositore vivente è l'austriaco Georg Friedrich Haas. Il 1 agosto a Bolzano, in piazza con 50 pianoforti

 C'è una rivista italiana di musica, abbastanza ininfluente, il cui nome di proposito tacciamo, per non farlo conoscere ai nostri lettori che farebbero finalmente ingrossare le file di quelli che la acquistano, che si è specializzata in inchieste e sondaggi da cui far scaturire classifiche.

 Fra quelle memorabili una sulle orchestre che metteva quella dell'Accademia di Santa Cecilia al di sopra di tutte le altre europee, perfino dei Berliner o Wiener , e  nettamente al di sopra delle americane, compresa quella di Chicago, con buona pace di  Riccardo Muti che da oltre un decennio ne è direttore musicale.

 Di recente abbiamo appreso, leggendo un articolo de 'La Lettura', allegato domenicale del Corriere della Sera, a firma Giancarlo Riccio,  che la medesima rivista qualche anno fa aveva chiesto ad un centinaio di esperti di indicare il musicista 'del secolo', meglio 'la musica più bella dal 2000 ad oggi.. E, corale, la risposta era stata quella di Georg Friederich Haas. Che pochi conoscono.

 E per rimediare, forte della sentenza della rivista di musica, Bolzano Festival Bozen gli ha commissionato un brano che verrà eseguito fra un decina di giorni  nei locali della Fiera.

 Il titolo è  11.000 Seiten, che risulta dalla sommatoria di tutte le corde che verranno sollecitate durante lo storico concerto, dai 50 pianoforti 'verticali' cinesi (Hailun), disposti in cerchio, a cingere il pubblico ed un'orchestra da camera  piazzata fra pianoforti e pubblico. Particolare degno di nota, i pianoforti saranno accordati in maniera inusitata: ogni pianoforte è intonato un minuscolo intervallo più alto del precedente ecc... ecc...

Questa particolarità ci ha fatto venire in mente un analogo, ma involontario ed imprevisto risultato, che aveva divertito  Franco Donatoni, al quale era stato commissionato un brano per ottoni e i due organi storici, appena restaurati, intonati diversamente  uno dall'altro ( e ambedue con temperamento diverso dal moderno) nella Basilica di san  Petronio a Bologna. Donatoni si era divertito molto perchè il risultato d'insieme era stato nè più e nè meno che un vero disastro.

Quale che sia la qualità di questa musica, classificata la più bella da quei 100 esperti, noi siamo colpiti dall'elefantismo della composizione, ormai vecchio, e che  desta solo curiosità diremmo più per gli occhi che per le orecchie..

In passato c'è stata anche il poema sinfonico dei 100 metronomi (Ligeti) e poi  i 100 violoncelli (Sollima) ed anche i cento flauti e cento sax (Sciarrino), ci sembra anche le 100 chitarre, e poi i 100 pianoforti per strada (Daniele Lombardi) e non ci sembra che l'ascolto sia andato molto oltre la curiosità, anche per quelli più egregi, come nel caso di Sciarrino.

 Dunque, dissentendo profondamente dagli organizzatori bolzanini, ci viene da dire: spreco di soldi per troppi rumori.

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