Nella lunga intervista che Carlo Fuortes, da quattro mesi amministratore delegato Rai, ha rilasciato a Giovanna Vitale, per La repubblica, la prima nella quale tocca diversi temi, aspetti e modalità della sua azione nel colosso pubblico dell'informazione e intrattenimento, lo stampo della scuola dalla quale egli proviene, quella di Walter Veltroni, e Goffredo Bettini insegnante di sostegno negli anni di 'Musica per Roma', è evidente ad ogni passo, in ogni risposta.
Non una affermazione che non venga subito dopo smentita, una frecciata subito attutita nell'impatto, insomma il tanto criticato 'buonismo' veltroniano che non è mai piaciuto ma che rende bene come Fuortes, che pure conosce la buona amministrazione - ' Io risolvo problemi' aveva intitolato una intervista di molti mesi fa L'Espresso – sappia anche come restare sempre a galla, anche quando le acque si increspano o intorbidiscono.
Man mano che l'intervista correva, ci è tornato in mente quello che un dirigente di 'Musica per Roma', stretto collaboratore di Fuortes, ci rispose quando gli chiedemmo perché, con la amministrazione Alemanno, Gianni Borgna dovette lasciare la presidenza ( affidata poi a Regina, il signore del 'sigaro toscano') mentre Carlo Fuortes mantenne l'incarico. 'Borgna aveva una connotazione politica evidente'. E Fuortes no? 'Anche Fuortes - precisò - ma lui ha imparato a mimetizzarsi all'occorrenza ed a nuotare in qualunque acqua'.
L'intervista a Giovanna Vitale è un trattato, in formato ridotto, della diplomazia politico/amministrativa nella quale Fuortes sembra aver conseguito laurea e master. Una tesi di dottorato.
In Rai - dice Fuortes, prima ncora che l'intevistrarice apra bocca - è tutto 'rose e fiori'. Confessa di essere rimasto letteralmente stupito: 'pensavo di salire sull'aereo più pazzo del mondo, e invece ho trovato una Rai tutt'altro che ingovernabile; nel CDA regna l'armonia ed i partiti non bussano alla mia porta'. Meglio così!
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Al suo arrivo in Rai Fuortes dà una accelerazione alle riforme: 'Io che ho diretto teatri e istituzioni culturali sono sempre stato convinto che bisognasse pensare innanzitutto agli utenti... (quale sarebbe l'alternativa possibile? ndr.)...la scommessa sul futuro si vince solo mettendo al centro il prodotto e la sua qualità' (c'è stato mai qualcuno che anche in Rai abbia detto il contrario, e cioè che la scommessa si vinceva perpetrando privilegi e storture, in una grande impresa culturale pubblica e mettendo in secondo piano la qualità del prodotto? ndr).
Il bravo amministratore, alliscia il pelo ai dipendenti:' Verranno rimesse in gioco risorse umane ed economiche di tutta l'azienda, Sarà uno choc, ma credo molto positivo per valorizzare le energie interne' ( anche questo ci pare di averlo sentito affermare qualche altra volta prima di Fuortes. Ma poi? ndr.).
Rassicurazioni sulla riorganizzazione 'orizzontale' ereditata da Salini e che prevede la nomina di dieci direttori. 'La politica non sta bussando alla mia porta... saranno scelti in base alle competenze... il nuovo modello potrà servire ad allontanare i partiti che qualche volta in passato hanno mostrato una certa invadenza' (il proclama della ipocrisia di cui anche Fuortes si dimostra campione ndr.).
E l'informazione - chiede la giornalista; sappiamo, dal passato, che chi la tocca in Rai 'muore'? Per ora non si tocca, risponde Fuortes, restano le tre testate generaliste, mentre potenzieremo RaiNews 24 , e nascerà anche Rai News.it ,'testata giornalistica online del Gruppo'. Dunque per ora non si tocca, perchè Fuortes non vuole 'morire'.
Ma allora, continueremo ad avere tre telegiornali ognuno dei quali fa riferimento ad una parte politica, come sempre?
'Adesso è più importante procedere con una trasformazione da reti in generi che interessa due terzi della Rai. L'informazione è solo un pezzo del servizio pubblico... l'intrattenimento, la fiction ed altri generi sono una parte fondamentale: dimostrano che popolarità e qualità vanno considerate insieme'.
Al buon amministratore la giornalista chiede sui conti dei quali Fuortes, in Vigilanza, aveva detto che 'destano preoccupazione'. Siete sull'orlo del pre-dissesto?
' Ma no. (Veltroni avrebbe risposto: sì, ma anche... che è più o meno come ha risposto Fuortes ndr.). La Rai è un'azienda particolare, le risorse di cui dispone si basano sul canone e sulla pubblicità, che una legge in via di approvazione rischia di ridurci...Dal 2008 ad oggi sono già diminuite di 700 milioni... al di sotto dei valori attuali non si può svolgere il servizio pubblico richiesto dal contratto di servizio'.
Non vi basta il canone – chiede ancora
.' Attenzione io non ho chiesto l'aumento del canone annuo, che è di competenza del Parlamento e Governo, ma che quella parte di canone ancora trattenuto dallo Stato venga destinato per intero alla Rai'.
Ed ha anche chiesto - insiste la giornalista - la restituzione dei 110 milioni versati ogni anno al fondo dell'editoria, che è ossigeno puro per la stampa. Le pare giusto?
' Io non mi sono mai sognato di dire che il fondo vada annullato, forse però può essere finanziato con la fiscalità generale e non con l'imposta di scopo del canone che gli italiani pagano per il servizio radiotv'.
Un bravo amministratore può non capire che la coperta è quella che è e che non può essere tirata da tutti i lati, senza strapparla? Fuortes, appena si accorge di poter irritare la stampa, corre ai ripari. Non ho detto di togliere, bensì di finanziarlo con altri fondi. Veltroni replicato con la tecnica 3D.
Tocca poi anche la questione del canone da far pagare a smartphone e tablet: 'non è una tassa sul telefonino'- è la risposta. Che altro è?
E, infine, il caso Mietta: tutto regolare. In Italia non è obbligatoria la vaccinazione, lo è il 'Green Pass' e Mietta, a 'Ballando con le stelle', l'aveva.
'Non esiste obbligo vaccinale e noi non possiamo costringere dipendenti, conduttori o autori a vaccinarsi'. Giusto, anzi sacrosanto. Fuortes non ne sbaglia una!
Tante le domande non poste - forse inevase(?), o rimandate all'intervistatrice (?) - ma concrete ed utili per Fuortes: il 'ruolo degli agenti', le produzioni esterne, i cachets in alcuni casi spropositati, la presenza di alcuni dinosauri che non schiodano per far posto a giovani, gli sprechi, come ad esempio, quelli dei vari corrispondenti esteri, uno per ogni testata giornalistica, i cui direttori sembrano restare quelli attuali, ad eccezione del TG1 (la politica ha bussato alla porta di Fuortes?).
Perciò sarebbe opportuno che Fuortes, la prossima volta, parli di cose concrete. Perchè l' intervista di Repubblica è poco più che una dichiarazione d'intenti, fumosa e, per quel che riusciamo a capire, inconcludente, perciò anche inutile. In ogni caso in perfetto 'stile Veltroni'.
Ottima, puntuale e incisiva disamina
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