sabato 2 ottobre 2021

Emma Dante non va a genio al sindaco di Palermo Orlando

Ieri su Il venerdì, settimanale de La repubblica, la grande autrice di teatro Emma Dante ha raccontato la sua 'prima' Bohème  di Puccini della quale sta curando la regia per il Teatro San Carlo di Napoli, dove l'ha invitata il sovrintendente Stéphane Lissner che, se non andiamo errati, la volle alla Scala per Carmen, che segnò l'inizio della sua attività come regista d'opera. 

  Emma Dante ha raccontato anche della sua 'incoronazione' al Festival di Avignone, e, in cauda venenum, non si è risparmiata una frecciatina al sindaco di Palermo, Orlando, che  'non l'ha a genio', perchè Lei, ormai osannata in tutto il mondo, a Palermo con la sua compagnia è costretta  a fare le prove degli spettacoli e a far scuola in uno spazio, per il quale paga 1700 Euro al mese, ma non adatto: "sono costretta a fare le prove con le bacinelle sul pavimento a causa della umidità e dell' acqua che cade dal soffitto",  un luogo che, stando alle sue dichiarazioni, sarebbe quasi inagibile.

 Come si è sentito il sindaco Orlando, e il suo 'fenomeno' Giambrone, per l' essere accusato di non trovare per questa sua gloria cittadina uno spazio adeguato? Forse ha pensato che Palermo ha già la sua gloria - che è Giambrone, che in città, al fianco e all'ombra di Orlando fa e disfa tutto quello che vuole - e, di conseguenza, non c'è spazio per una seconda di 'gloria cittadina'. Ne basta una, insomma.

 Certo sarebbe interessante che 'fenomeno' Giambrone spiegasse , non solo ai Palermitani ma agli italiani, al mondo del teatro tutto, ed anche a noi, tutti sinceramente interessati,  il perché di questa non casuale disattenzione. Perchè, certamente, Giambrone conosce bene la storia, se non ne è addirittura causa.


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L'occasione si presta a raccontare due momenti della nostra vita professionale legati ad Emma Dante, a seguito della forte impressione suscitata  dalla visione di uno dei suoi  primi lavori.

Come abbiamo già molte volte scritto, nel 2004 dirigemmo, per un solo anno, il Festival delle Nazioni di Città di Castello, e già pensavamo alla edizione successiva che non ci fu affidata, perchè   fuggimmo a gambe levate da  Città di Castello. Dove, come del resto a Palermo, qualche ras di paese non vedeva bene il successo della nostra direzione, e perfino la nostra presenza stessa a Castello, perchè troppo indipendenti nella gestione artistica del festival.

L'edizione 2005 sarebbe stata dedicata a Mozart, anticipando di un anno le celebrazioni. Per uno degli spettacoli avevamo pensato ad un progetto ambizioso, lo ammettiamo. Avremmo voluto far riscrivere ad Aldo Busi, che all'epoca frequentavamo per amicizia, la celebre pièce di Puskin, Mozart e Salieri, affidandone poi la regia in palcoscenico proprio ad Emma Dante. La incontrammo una sera, a Roma, fuori del Teatro Belli,  e le anticipammo che l'avremmo contattata per un progetto che poi sfumò.

Anni dopo la contattammo, questa volta, per domandarle un progetto, anche un'idea, da destinare ad un dossier molto corposo e prezioso, che stavamo confezionando per la nostra rivista Music@. Lei, insieme ad Azio Corghi, ci fece dono di un progetto che poi pubblicammo, nel dossier dedicato all'Expo di Milano, dal titolo 'SUONI per l'EXPO'. Ne facemmo dono, a nostra volta, all'allora sindaco di Milano, Letizia Moratt, che si impegnò a girarlo agli organizzatori dell'EXPO. In quel dossier avevamo raccolto idee e progetti delle migliori e più creative menti del panorama culturale italiano, musicale in primis. 

Naturalmente non se ne fece nulla, perchè purtroppo nel nostro paese  non solo le buone intenzioni ma  anche i buoni propositi e perfino i buoni progetti troppo spesso vanno all'aria per la presenza nei posti di comando di gente inutile, incapace ed ignorante che bada a curare soprattutto i propri interessi, anche con mezzi che rasentano l'illiceità. 

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