venerdì 22 ottobre 2021

Sta a vedere che Gualtieri, su suggerimento di Franceschini e Nastasi, chiama Purchia all'Opera di Roma? O, magari, al Teatro di Roma?

 Da lunedì le caselle 'di vertice' vacanti nelle Fondazioni liriche italiane sono due: Torino e Roma, dove comunque restano sempre attivi i rispettivi direttori artistici, e in uno dei quali, l'ex sovrintendente, Carlo Fuortes, emigrato in Rai,   continua a seguire l'amministrazione per i cosiddetti 'affari correnti'. Non è detto che Gualtieri, che pur suona la chitarra accompagnando stornellatori, non segua i consigli di Franceschini e Nastasi, anche non richiesti.  E comunque una decisione deve prenderla quanto prima, perché un teatro come l'Opera di Roma, benchè 'vigilato' ancora da Fuortes - altra anomalia! - non può restare senza vertice da giugno. Senza dire che la Capitale attende anche il presidente del Teatro di Roma, che la Raggi, zitta zitta qualche minuto prima di andarsene, voleva fosse il suo consigliere Maurizio Costanzo. Un compenso a fine servizio! Ma anche al Teatro di Roma potrebbe andar bene la Purchia che gran parte della sua carriera l'ha fatta al Piccolo Teatro di Milano, da dove venne prelevata per essere catapultata al Teatro San Carlo di Napoli, da Salvo Nastasi. I soliti 'ignobili'.

 Rosanna Purchia che dovrebbe aver ben amministrato il Regio di Torino non può essere nominata - nonostante che Nastasi lo vorrebbe, salvo che non abbia per Lei migliori diversi approdi (Roma?) - sovrintendente , dopo essere stata commissario, per effetto della 'Legge Madia'. Noi non sappiamo cosa dice la legge della eterea, ormai scomparsa ministra, ma ricordiamo bene un caso in cui questo accadeva, naturalmente prima che  la stella di Madia brillasse, per volontà di Veltroni e non solo di lui, nel cielo della politica italiana.

Accadeva all'Accademia di santa Cecilia, alla fine degli anni Novanta, dove veniva inviato - fra gli osanna generali - Luciano Berio come commissario, dopo l'uscita di scena - mandato via - di Bruno Cagli ( che comunque tornerà , come aveva profetizzato chi conosceva bene quell'ambiente, e vi resterà per molti anni ancora. Le lobby  un potere ce l'hanno!).

 Alla fine del commissariamento, Luciano Berio fu nominato sovrintendente e direttore artistico, dando seguito alla norma che vuole il Presidente dell'Accademia, assommare nelle sue mani anche la doppia carica di Sovrintendente e direttore artistico della fondazione sinfonica. 

 Tanto per rinfrescare la memoria, Berio si diede un lauto stipendio - oltre 300.000 Euro - e  fece regalie a suoi amici che in diverse occasioni avevano aiutato lui e forse anche membri della sua famiglia. Restano indimenticati i cachet dati ad alcuni conferenzieri, fra i quali anche Pierluigi Petrobelli: 70.000 Euro. Come mai così lautamente compensato? Ma questa è un'altra storia.

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