lunedì 25 ottobre 2021

Dopo Alessandro Barbero, altri hanno perso l'occasione di tacere: Matteo Salvini e Simone LIbralon, musicista

 L'invito 'sapienziale' delle Scritture ad essere 'promptus ad audiendum, tardus ad loquendum' è stato tante volte disatteso da quanti hanno perso l'occasione di tacere quando avrebbero fatto meglio a farlo, tirandosi addosso, non senza ragione, le critiche del mondo intero, piccolo o grande che sia.

 Dopo il prof. Barbero, studioso esimio, che ha consigliato alle donne che vogliono far carriera di trasformarsi in maschi infrequentabili, e cioè spavalde, sicure di sé, aggressive, ha colto la palla al balzo anche il noto 'cazzaro verde', alias Matteo Salvini, che all'uscita dall'udienza della magistratura siciliana per le sue politiche contro i migranti al tempo della permanenza al Viminale, ha dichiarato: 'ciò che maggiormente mi addolora di questi anni  in cui ho avuto chiamate giudiziarie,  è di aver tolto tempo ai miei figli', senza rendersi conto che in tribunale, le volte che ci è andato, ha passato forse neanche ventiquattrore della sua vita, mentre ai figli, ambedue, figli di madri diverse, ha tolto tutto il tempo che ha convissuto con il capo della bestia, Morisi, e quello ancora più lungo passato in tv, quasi giornalmente. Se avesse avuto davvero a cuore i suoi figli con loro avrebbe potuto passare tanto di quel tempo con il vantaggio ulteriore di dire meno cazzate.

 E, siccome non c'è mai due senza tre, ai nostri  due campioni s'è accodato anche un musicista, violista per la precisione dell'Orchestra Verdi di Milano, che di nome fa Simone e di cognome Libralon, anni 33.

 Il nostro violista ne ha pensata una che  solo a raccontarla fa venire i brividi per la sua idiozia. Noi l'abbiamo appresa  dal Corriere, a firma Cappelli - 'Riduco le Suites di Bach e sfido le convenzioni', il titolo dell'articolo - che  non si capisce perché gli abbia dato spazio -  forse semplicemente perchè ha perso anche lui la testa. O come si direbbe a Roma: l'ha fatta fuori dal vasetto - espressione letteraria usata perfino da Gramellini a proposito dell'uscita di Barbero, sullo stesso giornale di Cappelli.

Libralon ha pubblicato per l'etichetta  Brilliant - protagonista di tante imprese non tutte di grande qualità e con prevalenti intenti commerciali - le Sei Suites per violoncello di Bach, in una versione per viola da lui stesso approntata con una inattesa novità. Che ha fatto? Ha eliminato tutti i 'ritornelli' segnati da Bach.

 Bisogna adeguarsi ai tempi, ha detto l'acuto musicista; i tempi di Bach non sono quelli di oggi, occorre modernizzarsi,  ridurre le durate è necessario. Non abbiamo tempo da perdere - sembra volerci dire. Ha ragione, non abbiamo tempo da perdere con lui, per le sue panzane.

Si pensi soltanto a quel che accadrebbe se uno studioso di letteratura, per la stessa ragione del geniale Libralon, curasse una edizione di un grade romanzo, espungendone molti passaggi per rendere la lettura meno impegnativa  per il fattore tempo. Gli metterebbero la camicia di forza e lo manderebbero in un manicomio. Libralon, invece, resta in libertà, in attesa di completare il suo ingiustificato disegno di interprete. 

 

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