Nelle ore precedenti il Consiglio dei Ministri s'erano fatti sentire soprattutto i gestori delle sale da ballo: con una capienza al 35% delle disponibilità non ci conviene riaprire, saremmo in perdita.
Meno chiassosi gli operatoti che gestiscono teatri , sale da concerto, cinema che comunque sapevano che la capienza sarebbe stata portata intorno all'80% dei posti disponibili. Ma auspicavano comunque he entro la fine dell'anno sarebbe stata ulteriormente alzata fino al 100%.
Draghi ha sorpreso tutti, spiazzando i ministri della Lega che due giorni prima avevano disertato il Consiglio.
Quei ministri non solo non potevano mancare all'approvazione dell'allentamento delle misure di distanziamento, ma quando hanno saputo - poco prima del Consiglio - che la capienza sarebbe stata portata al 100%, pur mantenendo le norme precauzionali ( green pass, mascherine) restare fuori del Consiglio avrebbe significato ancora una volta gettare la maschera e mostrare a tutti che il grande interesse per le sorti del paese, sbandierato dal 'capitano verde', deve sottostare sempre e comunque agli interessi elettorali.
Adesso cinema teatri concerti possono cantare vittoria. Ma meglio sarebbe stato se qualche provvedimento, piccolo ma utilissimo, avessero preso - come ipotizzato - nel pieno della pandemia. E cioè ridurre la durata del concerto in maniera che non ci fosse intervallo , dunrante il quale è perfino inutile sottolineare che il pubblico si muoverebbe mandando a farsi benedire ogni pur minima precauzione contro gli assembramenti.
Ma anche questo piccolo provvedimento non è stato preso. Adesso c'è solo da augurarsi che non si debba in futuro, anche a causa di mancate precauzioni, ancora necessarie, perché dalla pandemia non siamo usciti, richiudere o ridurre le capienze consentite. Perché allora anche i più accaniti spettatori di cinema teatro musica ci penserebbero due volte prima di andare a rinchiudersi stipati nelle sale di spettacolo dal vivo o nei cinema.
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