I Berliner Philharmoniker con il loro attuale direttore Petrenko compiono nel mese di novembre una tournée in Europa, toccando dapprima Baden Baden( 6,7,1012), poi Aarhus ( Danimarca) il 16, Malmo ( Svezia) il 17, Aalborg ( Danimarca) il 18, Hamburg il 19 e, unica tappa italiana, e conclusiva della tournée, Roma, il 21.
Il viaggio a Roma si realizza grazie all'Ambasciata tedesca in Italia, e d anche di Muscia per roma ( ?), dell'Accademia di Santa Cecilia che l'ospita nella sala Grande dell'Auditorium, a conclusione del Romaeuropa Festival . Fra l'altro, tralasciando di capire chi sono gli organizzatori, i produttori, i patrocinatori o semplici ospitanti della data romana ed italiana, e dopo aver ricordato che salvo che per la 'residenza a Baden Baden, dove eseguiranno Mazeppa di Ciaikovskij, per tutte le altre tappe della tournée, compresa quella di Roma, il programma è identico: Sinfonia 'Scozzese' di Mendelssohn, e Sinfonia n.10 di Sciostakovic, resta da capire perchè il concerto - conclusivo del Romaeuropa Festival - viene da questo annunciato solo ora e non era presente nel programma generale. Per fare una sorpresa? Perché si è attesa la presenza di Petrenko a Roma? O forse per quale altro motivo? Magari lo si è deciso all'ultimo?
Se si pensa che l'ultima volta dei Berliner a Roma, per l'Accademia di Santa Cecilia, con Rattle allora loro direttore, fu nel maggio del 2004, una qualche sorpresa la suscita questo ritorno dopo 17 anni. Come è una sorpresa che Petrenko torna a Santa Cecilia per il terzo anno consecutivo. Roba che i suoi predecessori non hanno mai fatto: Rattle solo quella volta, e Abbado... a lui non gli passava neanche per la testa di venire a Roma nè con i Berliner e neanche a dirigere l'Orchestra ceciliana.
Quando ci è venuto è stato per accompagnare l'Orchestra venezuelana ' Simon Bolivar' o con la sua orchestra europea 'di Lucerna'..
Perchè l'unica volta che è venuto a Roma con i Berliner non è stata per una sua scelta, piuttosto per un caso o per una necessità, e fu nel febbraio del 2001 all'Auditorium della Conciliazione, nell'ultima stagione di Santa Cecilia nella sala vaticana. Con quella serie di concerti Abbado, dopo la malattia, riprese la sua attività, benché evidentemente segnato e sofferente.
I Berliner dovevano fare una settimana a Parigi eseguendo Beethoven - sinfonie e concerti per pianoforte e orchestra - che poi saltò, lo stesso pacchetto fu offerto a Roma, pensando però all'Auditorium non ancora agibile, e così l'allora sovrintendente di Musica per Roma, Mimma Guastoni, la offrì all'Accademia, presieduta allora da Luciano Berio, che vantò la paternità della 'residenza' romana, senza aver alcun merito. Anzi come ringraziamento, appena ne ebbe la possibilità fece fuori Mimma Guastoni da Musica per Roma.
A proposito della venuta a Roma dei Berliner con Rattle - vi cantò anche sua moglie in evidente stato di gravidanza - se ricordiamo bene, si trattò di uno scambio di cortesie: prima andò a Berlino l'Orchestra di Santa Cecilia, diretta da Chung - pagandosi la trasferta, ricordiamo bene?- e poi l'Orchestra berlinese venne a Roma, la cui trasferta, oltre l'apporto degli sponsor, pesò sulle casse dell'Accademia. Insomma per Santa Cecilia andare a Berlino era un onore costoso, mentre invece per i Berliner venire a Roma un costo sostenuto all'ospitante, per il quale era un onore ospitarli.
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