sabato 22 giugno 2019

INPGI. Torna in scena CRIMI, il normalizzatore dell'informazione ( dal blog di Franco Abruzzo)

Inpgi. Crimi: risanamento o commissariamento. Allargando la platea naturale fine per l’Ordine dei giornalisti. Crimi sul tipo di intervento da adottare indica l’introduzione di “tetti a quelle pensioni che oggi sono fuori da ogni scala di valore”. L'attacco è alle 500 grandi firme del giornalismo italiano, che percepiscono assegni annuali superiori ai 100mila euro.


18.6.2019 - “O l’Inpgi dà un segnale forte, serio di intervento sui conti, e allora si procede con una legge di risanamento, oppure c’è il commissariamento, che per quanto mi riguarda, è cosa nota, avrebbe dovuto intervenire fin da subito. Su questo non ci devono essere dubbi”. E’ quanto ha dichiarato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Vito Crimi conversando con Prima comunicazione a margine dell’incontro degli Stati generali dell’editoria. Crimi sul tipo di intervento da adottare indica l’introduzione di “tetti a quelle pensioni che oggi sono fuori da ogni scala di valore”.


“Sono soddisfatto dell’approvazione dell’emendamento sull’Inpgi al dl crescita – ha spiegato Crimi -. Ho dato il mio consenso dopo un grande lavoro di confronto e approfondimento. Non vorrei però che, varato il provvedimento, l’istituto di previdenza dei giornalisti stia con le mani in mano ad attendere che il governo dia il suo aiuto. Sul commissariamento siamo categorici. Lo stesso emendamento è molto chiaro in proposito, sospendendo l’effetto della legge fino al 31 dicembre 2019 (poi 31/10/2019, ndr). Dopo quella data si torna alla normativa ordinaria”.


Quanto occorre, sottolinea ancora il sottosegretario, è “un segnale forte sui conti. L’emendamento sancisce che prima ci devono essere interventi della, sulla, nella cassa previdenziale, che deve dare segnali di un trend di miglioramento, e poi ragionare sull’ampliamento della platea dei contribuenti. Servono misure di contenimento serie sulla spesa – aggiunge – a cominciare dai tetti alle pensioni, quelle pensioni che sono fuori da ogni scala di valore, e che l’Inpgi eroga, naturalmente nella piena facoltà di un istituto che opera nella sua autonomia”.


“Se gli interventi decisi e adottati saranno valutati significativi, ci sono le basi per procedere all’allargamento della platea dei contribuenti. In particolare si dovrà cominciare dall’identificazione delle figure che posso confluire nell’Inpgi. Credo che per prima cosa bisognerà partire dallo stesso concetto di giornalista – ha sottolineato Crimi -. Tutte le figure che confluiranno in Inpgi dovranno avere gli stessi diritti e gli stessi doveri, non è pensabile che nello stesso istituto convivano giornalisti professionisti iscritti all’Ordine e altri non iscritti”. Alla domanda se questo significa la cancellazione dell’Ordine dei giornalisti, Crimi ha risposto: “Per me la fine dell’Ordine dei giornalisti è naturale”.


L’emendamento approvato ieri dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera fissa il termine di 12 mesi dalla pubblicazione della legge di conversione del dl crescita entro cui l’Inpgi dovrà adottare “misure di riforma del proprio regime previdenziale” e il termine di 18 mesi per la presentazione di un bilancio tecnico attuariale che evidenzi “sostenibilità economico-finanziaria nel medio-lungo periodo”. In mancanza di segnali in tal senso, il governo “adotta uno o più regolamenti diretti a disciplinare le modalità di ampliamento della platea contributiva dell’Inpgi”. Il commissariamento dell’Istituto viene sospeso fino al 31 dicembre 2019.


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