giovedì 13 giugno 2019

Con un duro colpo all'alleanza di governo, l'ennesimo, Radio Radicale si salva. Di Maio e Crimi in mutande

L’idillio Lega-M5S appena iniziato è già finito: sul sostegno di 3 milioni a Radio radicale, inserito nel decreto crescita, ha mandato ko la maggioranza di governo. L’emendamento, proposto dal Pd è stato infatti votato dalla Lega ma non dal M5S che ora, via Facebook, protesta con le parole di Luigi Di Maio: “Oggi la maggioranza di Governo si è spaccata, per la prima volta. È stato così, è inutile nasconderlo”. 

“Secondo noi è una cosa gravissima, di cui anche la Lega dovrà rispondere davanti ai cittadini. Sono franco: dovrà spiegare perché ha appoggiato questa indecente proposta del Pd!”. L’indecente proposta, come l’ha definita il vicepremier non è tuttavia sufficiente a rimettere in discussione gli accordi da poco rinnovati con l’alleato Salvini, uscito vittorioso dal voto alle europee. Infatti, “si va avanti – aggiunge ancora Di Maio – perché siamo persone serie” .

L’emendamento che consente a Radio radicale, una voce libera nel panorama dell’informazione radiofonica, di continuare con la sua programmazione è stato riformulato dalla Lega ma aveva ottenuto comunque il parere contrario del viceministro Laura Castelli (M5S) . Ciò non gli ha impedito di essere approvato dalle commissioni Finanze e Bilancio alla Camera che hanno dato il via libera all’emendamento dem (firmato da Sensi e Giachetti) con l’appoggio della Lega che ha “mollato” i pentastellati. E’ l’ennesimo indizio dei difficili e volubili rapporti che tengono in piedi la maggioranza giallo-verde dopo lo stress elettorale e alla vigilia di ben più impegnative battaglie come quelle che riguarderanno la prossima manovra di bilancio sotto i riflettori di Bruxelles.

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