E' stato trovato l'accordo tra Lega e Movimento 5 Stelle sul decreto sblocca cantieri. E' quanto riferiscono fonti di Governo. L'emendamento della Lega al Dl Sblocca cantieri era da ieri il nuovo oggetto del contendere all'interno della maggioranza. Dopo che è fallito il vertice di ieri sera sulla norma che intende sospendere per due anni l'applicazione del codice degli appalti alle opere da realizzare o in corso di realizzazione, i tecnici di M5s e Lega si sono messi al lavoro per trovare una soluzione alla tensione dello scontro politico e permettere così al governo di proseguire la navigazione senza infrangersi sugli scogli della crisi.
Un'eventualità questa che ha molte probabilità di verificarsi, come ha avvertito oggi il premier Giuseppe Conte: "Faccio un appello alla Lega: il tempo è poco, mi raccomando. "Il superemendamento rischia di creare il caos". Non è un caso che, data la delicatezza politica del provvedimento, la sua messa a punto sia per ora esclusa dalle riunioni sull'intero decreto alle quali partecipano i tecnici dei ministeri che insieme con il relatore Agostino Santillo (M5s), si stanno concentrando sulle altre proposte di modifica".
Un'esclusione che avrebbe quindi l'obiettivo di evitare contraccolpi sulla tenuta della maggioranza e sulla stabilità del governo. Il leader del Carroccio,vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, in ogni caso, ha chiarito i suoi obiettivi: "Non ho alcuna intenzione di far cadere il governo, ma il governo è pagato per fare, i ministri e i presidenti sono pagati per fare. Sullo sblocca cantieri non è la Lega ma il paese che ha le idee chiarissime. Bisogna resettare il codice degli appalti,aprire i cantieri e cancellare tutta quella burocrazia. La mia volontà di andare avanti c'è, ma se mi dovessi accorgere che tra 15 giorni ci ritroviamo qui a dirci le stesse cose, con gli stessi ritardi e gli stessi rinvii, allora sarebbe un problema", ha detto con riferimento alla possibile e per alcuni probabile crisi di governo. "Noi vogliamo fare, abbiamo idee e progetti. Conto che assorbiti gli effetti di questa tornata elettorale tutti ripartano determinati e compatti. Credo nella possibilità di cambiamento di questo governo".
Salvini, a proposito del richiamo di Conte alla necessità che Lega e M5S abbandonino le armi e tornino a dialogare, ha spiegato: "Non tutti si aspettavano un risultato clamoroso della Lega, ma in democrazia funziona così, chiedo solo di accelerare. La mia risposta a Conte è sì, basta che ci siano anche tanti sì. Magari quello di Conte è uno stimolo per lavorare in sintonia, io sono ottimista di natura".
Certo è che il vicepremier leghista ha davvero fretta di passare all'incasso e di portare a casa tutti i provvedimenti ai quali tiene di più. Tanto da ipotizzare una serie di riunioni dei consigli dei ministri anche a premier assente: "Ora Conte parte per il Vietnam e i consigli dei ministri lì facciamo noi: il dl Sicurezza bis è pronto da settimane; sullo Sblocca cantieri il paese, non solo la Lega, ha le idee chiarissime. Io sono pronto sul taglio delle tasse, sulle Autonomie e sono pronto per il consiglio dm giovedì, venerdì, sabato, domenica". Tutti pronti, insomma, almeno a parole. Ma nei fatti l'impasse di queste ultime settimane ha costretto Conte a richiamare all'ordine, Matteo Salvini, Luigi Di Maio, e le forze parlamentari di M5S e Lega, perché finiscano i conflitti e parta la fase due dell'azione di governo. Il premier ha convocato ieri una conferenza stampa per richiamare tutti alla leale collaborazione e ricordare, per esempio, che "se un ministro dell'Economia e un presidente del consiglio cominciano una importante interlocuzione con l'Unione Europea, non è possibile che le due forze politiche di maggioranza intervengano direttamente". E per ribadire che "non si rassegnerà a vivacchiare e galleggiare a palazzo Chigi" e che se le cose non cambieranno, rimetterà "il mandato nelle mani del presidente". Ma già ieri sera si è capito che le possibilità di una convivenza sempre più difficile tra Lega e M5S sono ormai poche. Perché il vertice di governo sul decreto sblocca cantieri è fallito ed è stato interrotto dopo neanche un'ora senza che un accordo fosse stato raggiunto. nelle ore precedenti, sia Salvini sia Di Maio avevano precisato il loro pensiero rispetto alle possibilità di durata in vita del governo. "Flat tax e taglio delle tasse, riforma della giustizia, decreto sicurezza bis, autonomia regionale, rilancio degli investimenti, revisione dei vincoli europei e superamento dell'austerità e della precarietà, apertura di tutti i cantieri fermi: noi siamo pronti, vogliamo andare avanti e non abbiamo tempo da perdere, la Lega c'e'. L'Italia dei sì è la strada giusta", aveva sottolineati il vicepremier del Carroccio. Di Maio, dal canto suo, aveva confermato la sua richiesta di un vertice di maggioranza e via Facebook aveva rilanciato: "Il MoVimento 5 Stelle è la prima forza politica di maggioranza e ha sempre sostenuto questo governo. Lo abbiamo sempre fatto lealmente e crediamo che ci sia ancora tanto da fare e soprattutto un contratto da rispettare. Noi siamo leali, vogliamo metterci subito al lavoro e crediamo che i fatti siano la migliore risposta in questo momento. Da domani stesso (oggi per chi legge, ndr) serve subito un vertice di governo in cui vogliamo discutere insieme: la revisione dei vincoli europei per abbassare finalmente le tasse agli italiani anche con la Flat Tax; il salario minimo orario per i lavoratori italiani; il provvedimento sugli aiuti alle famiglie che fanno figli". Di Maio ha chiesto inoltre che "finiscano gli attacchi ai ministri del MoVimento 5 Stelle, rispettando il lavoro di ognuno e, siccome nel contratto c’è ancora tantissimo da fare, non è certamente il momento per proporre temi divisivi mai condivisi fuori dal contratto". E ha ribadito che "questa è l’unica maggioranza possibile e che può servire meglio il paese. Andiamo avanti con lealtà e coerenza. Dobbiamo cambiare ancora tante cose". Insomma, nulla di nuovo e anche nulla di funzionante nel governo e nella maggioranza. Tanto che Conte , nel suo intervento, ha sostenuto che il vero nodo di tutto è la prossima manovra: "La prossima manovra dovrà mantenere un equilibrio dei conti perché le regole europee rimangono in vigore finché non riusciremo a cambiarle".
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