I giornali, anzi i cosiddetti 'giornaloni' - ai quali molte istituzioni elargiscono laute mance attraverso le pagine ingannatrici che vanno sotto l'etichetta 'Eventi', ottenendo di far scrivere quello che vogliono con l'assistenza ossequiente della redazione - ogni giorno dimostrano come sia caduta in basso la professione giornalistica.
Prendiamo l'ultimo caso, oggi: le due pagine , a pagamento, della Accademia Chigiana di Siena, apparse su Repubblica, nelle quali, con la complicità di Guido Barbieri, penna forbita ma servile, si erge un monumento, 'aere perennius', alla rivoluzione portata nella storica accademia dal suo direttore, Nicola Sani - forse l'unico musicista che non è passato da quelle aule negli anni di studio, da dove sono passati tutti i musicisti di nome, e per due anni consecutivi perfino noi che musicisti di professione non siamo. Passiamo anche su questo.
Ma che ha fatto Nicola Sani di così rivoluzionario a Siena? Forse la stessa cosa che ha fatto a Bologna al Teatro Comunale, da dove è stato mandato via per incapacità di amministrare il teatro? No, alla Chigiana chi tiene i conti non è lui ma un amministratore; ma Lui ha rivoluzionato l'Accademia nella programmazione artistica.
Udite udite. In anni passati l'Accademia organizzava, avendo a disposizione notissimi musicisti in veste di insegnanti e giovani musicisti di valore per quasi due mesi, d'estate, una 'Estate Musicale Senese' con concerti in città e nel circondario; e poi, nel mezzo dell'estate, una 'Settimana Musicale Senese' che prese il via all'indomani della seconda guerra, ed ebbe fra i suoi animatori anche Casella, e che ha proposto al pubblico molte riscoperte della musica del passato, a cominciare da Vivaldi, e quasi sempre anche una novità assoluta. Nei nostri anni 'chigiani' le musiche di Vlad per il balletto 'Il gabbiano' con Carla Fracci - speriamo di ricordare con esattezza.
Quando è arrivato Sani ha trovato disdicevole sia l'uso della lingua italiana in una istituzione internazionale, che la prosaicità delle due intestazioni: Estate Musicale Senese, e Settimana Musicale Senese. Lui le ha fuse e da due ne ha fatta una sola che ha chiamato con espressione inglese: Chigiana International Festival & Summer Academy 2019 ok! Ad essa ogni anno ha affidato in compito, espresso attraverso un titolo. Quest'anno è la natura ad essere fregata, con i suoi suoni e rumori: Out of nature. Dai confini estremi della natura alla scoperta dei paesaggi sonori del mondo - roba da brividi! Il quale titolo così illustra a Barbieri Nicola Sani:" l'espressione 'out of nature' può essere letta in due modi differenti: per un verso può significare 'dalla natura', ma per l'altro anche 'il più lontano da essa'. Che abisso di pensiero doppio! ma anche i titoli dei singoli concerti meriterebbero una riflessione a parte per la loro pregnanza, ma si dà il caso che sono troppi e forse per alcuni, anzi per la maggior parte, di essi saremmo inadeguati a penetrarli.
Sani non ha potuto opporre resistenza alla richiesta, insistente e generale, di un suo pezzo: Hallucinée de lumière parmi les ombres- come potevi sbagliare; appuntamento il 9 agosto.
Ha volutamente nascosto il fatto che molti concerti erano affidati a'maestri' e 'allievi' chigiani, cassando quegli appellativi che potevano dare l'impressione, a nessuno ma a lui sì, che si trattava più o meno di 'saggi' di fine corso. Sani non sa che quasi tutte le glorie nei diversi campi del concertismo sono passati da Siena. Tanto per fargli capire di che allievi si è sempre trattato, ad un corso di direzione tenuto da Carlo Zecchi, parteciparono Abbado, Barenboim e Mehta.
E poi la svolta. Sani è musicista 'visivo', ama più della musica stessa, il connubio 'suoni e luci' ed ogni anno fa sbarcare alla Chigiana artisti visuali del suo giro che si possono incontrare anche alla IUC di Roma, dove gli è rimasto uno spazietto sempre in tal senso da gestire. Sani, a proposito, sottolinea " opere con forte impatto visivo e intermedialità".
Gli elementi di questa rivoluzione epocale impressa da Nicola Sani nel 'corpo vivo' dell'Accademia Chigiana li abbiamo appresi dalla penna coltissima di Guido Barbieri che con poco s'è convinto a scrivere il panegirico del grande rivoluzionario, il più grande che la storia della Chigiana ha avuto finora.
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