A margine di un nuovo
volume edito da Leo S. Olschki e curato da Marco Mangani, German
Labrador e Matteo Giuggioli, intitolato: Le sinfonie di Luigi
Boccherini. Contesti, fonti, analisi. Pagg.294. Euro 35,00.
Motore
della recente ricerca boccheriniana, pluriennale, è stato il Centro
studi 'Luigi Boccherini' di Lucca che si è avvalso di alcuni
progetti di ricerca universitari.
Prima
di addentrarci nell'esame dell'articolazione del volume - che
possiamo già anticipare si divide in tre sezioni, ciascuna delle
quali affidata ad uno dei tre curatori - ci piace fare quello ciò
che il recensore di una raccolta di saggi, non deve mai fare. E cioè
mischiare l'esame dei contributi e del loro valore storico,
documentario e musicologico con vicende della sua attività
professionale.
Cominciamo
col dire che la nostra attività come direttore del mensile Applausi,
uscito per un triennio agli inizi degli anni Novanta, propose ai
lettori del nuovo mensile, proprio sul primo numero, un saggio su
Boccherini, affidato a Remigio Coli, autore di una biografia del
musicista lucchese, da poco uscita. Quel numero non riusciamo più a
trovarlo e perciò non possiamo riferirvi, come avremmo desiderato,
quel che raccontava Remigio Coli di Boccherini. E la cosa ci sarebbe
sembrata ancora più interessante, perché in questa raccolta di
saggi, poco si cita quella biografia, mentre una seconda di Luigi
Della Croce viene stracitata. Avremmo voluto scoprirne la ragione.
Resta
comunque il fatto che Boccherini, in vita come nella storia, ha
goduto sempre di non grande attenzione, neanche quando qualche
musicista anche 'di nome', con un giochetto furbissimo ha tentato di
risvegliarla. Ci riferiamo a Luciano Berio che alla Scala regalò
quel giochino delle Quattro versioni originali della ritirata
notturna di Madrid di Boccherini sovrapposte e trascritte per
orchestra (1975).
La
prossima volta che sentiamo qualcuno criticare Stravinsky per la sua
svolta cosiddetta 'neoclassica' : Pulcinella, soprattutto,
superlativa! - gli ricordiamo il giochino di Berio su Boccherini ma
anche su Schubert, con Rendering - ambedue banali e inutili,
mentre utilissimi e di grande inventiva, furono gli esperimenti
neoclassici stravinskiani: a cominciare da quello sul 'falso'
Pergolesi.
Boccherini,
dunque, in vita e da morto, è stato sempre sottovalutato perchè
ritenuto musicista da 'camera', dallo stile 'galante', del quale, ad
esempio, si sono volutamente ignorate le sinfonie, divenute
finalmente argomento principale di una raccolta saggistica, come la
presente.
Forse
nella valutazione complessiva della sua opera ha influito la storia,
poco calorosa, della sua ricezione, che gli studiosi hanno
scambiato per il valore dell' opera, evitando la diretta
visione della stessa, per valutarla per quello che è, e non per come
è stata recepita.
Qui,
sicapisce dalla prima pagina, si procede altrimenti. Si parte dal
'Canone' delle sinfonie di Boccherini, dalla loro identificazione e
catalogazione - impresa solo apparentemente facile, per i problemi
posti delle edizioni a stampa - facendo tesoro delle ricerche di
Yves Gérard, per il quale le sinfonie di Boccherini sono da
catalogare in due gruppi: nel primo le sinfonie 'isolate e
d'occasione' (tre in tutto) per poi passare a quelle raggruppate,
nella maggioranza dei casi, in 'opere di sei ciascuna', per finire
con il caso 'controverso' della sinfonia G 500, presente nell'unica
fonte a stampa (dell'editore Grangé, datata 1767) dalla qual
Picquot, primo biografo di Boccherini, trasse una copia manoscritta,
conservata a Washington, nella Libreria del Congresso.
Nel
suo saggio, Luca Aversano esamina l'italianità dello stile
nelle sinfonie di Boccherini, e, nel successivo, German Labrador,
l'estraneità della sinfonia boccheriniana al contesto spagnolo, dove
il musicista visse per anni e dove le sue sinfonie, tranne qualcuna,
non furono mai eseguite in pubblico.
Una
indagine importante è rivolta all'esame delle parti orchestrali ed
al conseguente lavoro dei copisti di Boccherini, come anche alle
edizioni a stampa delle stesse.
Nei
due saggi seguenti si esaminano aspetti molto particolari. Il primo
a firma Alessandro Mastropietro – studioso che si è formato nel
Conservatorio aquilano dove abbiamo insegnato per alcuni decenni e
che sta facendo una brillante carriera – prende in esame una
sinfonia in particolare, dominando bellamente l'arte della
subitilitas alla base di ogni ricerca musicologica che si
rispetti; mentre nel secondo ci si addentra in un aspetto
particolarmente interessante forse anche nuovo. La drammaturgia nel
movimento di esordio delle sinfonie - che ci ha fatto venire in mente
un altro caso, analogo, sotto questo aspetto, e riguardante Domenico
Scarlatti, anch'egli 'relegato' nella penisola iberica, prima di
Boccherini, e lontano, ma solo apparentemente, dalle origini
drammaturgiche familiari, per trafficare con i suoi 'esercizi'
per gravicembalo, nei quali studiosi di fama hanno rintracciato poi
stilemi teatrali.
Ed
altro ancora, per la gioia della scoperta di Boccherini, prima di
finire con il catalogo 'tematico' delle sinfonie ed i vari indici,
preceduti da una nota discografica, nella quale spiccano, come ovvio,
esecutori italiani.
Nessun commento:
Posta un commento