Luigi Di Maio convoca i ministri 5Stelle. Tutti a Palazzo Chigi nel giorno in cui Salvini è a Washington per "accreditarsi" alla Casa Bianca e dagli Stati Uniti lancia il suo proclama: "La flat tax si farà e sulle nomine non ci accontentiamo delle briciole".
Alla riunione con Di Maio ci sono il Guardasigilli Alfonso Bonafede, la ministra della Salute Giulia Grillo, quello delle Infrastrutture Danilo Toninelli (gli ultimi due entrati più volte nel totorimpasto degli ultimi giorni).
Di Maio rilancia l'elenco di priorità, partendo dal conflitto di interessi. Al centro del confronto anche le misure sul salario minino - nuova bandiera del Movimento - e il taglio della pressione fiscale.
Salvini sfida la Ue: "La flat tax si farà, se ne facciano una ragione"
Poi Di Maio lancia un avvertimento alla Lega, sui tentativi del Carroccio di modificare il decreto Dignità: "Il decreto dignità non si tocca. Chi rivuole ampliare la portata dei contratti a termine, sottopagando i lavoratori e altro può rivolgersi a Renzi. Il Jobs act è stata una delle peggiori leggi mai fatta negli ultimi 20 anni".
Ma tra i temi caldi per il Movimento c'è anche la riorganizzazione sul territorio. Tra l'altro inizierà il prossimo weekend un tour del leader 5Stelle nelle Regioni per fare il punto sulla riorganizzazione del Movimento con le assemblee locali. Il timing della riforma del M5S non è ancora definito ma l'obiettivo dei vertici è arrivare a un restyling - con l'apertura anche solo sperimentale alle liste civiche - entro settembre.
Certo i rapporti nel Movimento non sono idilliaci, dopo le tante sconfitte consecutive. Con il capo politico nel mirino, nonostante il plebiscito a suo favore sulla piattaforma Rousseau. Ultima grana, il libro scritto da Alessandro Di Battista - "Politicamente scorretto" - con giudizi duri nei confronti della linea ufficiale. Di Maio ci ha tenuto a far sapere di non averlo letto.
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