mercoledì 5 giugno 2019

Cari colleghi giornalisti, ci stiamo SUICIDANDO, ha scritto in copertina MILLENNIUM, mensile de Il Fatto Quotidiano

Una premessa. Non acquisto regolarmente il mensile del Fatto, MILLENNIUM, come invece faccio con il quotidiano che, assieme ad altri, fa parte dei miei acquisti giornalieri all'edicola. 
E non l'acquisto perchè non mi piace che mi venga imposto  di acquistarlo, anche se da un quotidiano che leggo regolarmente.

Usai lo stesso trattamento al Sole 24 Ore, quando obbligava a comprare la domenica - giorno in cui l'acquistavo abbastanza regolarmente, principalmente per la presenza dell'inserto culturale, altra roba, 'a forza', smisi di comprarlo. E mi convinsi della giustezza della scelta quando seppi degli imbrogli che il direttore Napoletano e l'allora amministratrice Treu, avevano fatto - il tribunale li ha processati -  nel gonfiare oltre misura le vendite. Napoletano è andato via, ma è ricicciato altrove, andando a dirigere un altro giornale, un giornalino rispetto al giornalone di Confindustria, ma questi boiardi cascano comunque sempre in piedi - come si dice; mentre dovrebbero, una volta fatti oggetto di accuse infamanti anche professionalmente, spargersi di cenere il capo e ritirasi nel deserto, lontano da tutto e tutti. 

Ancora un premessa. Il mio giornalaio mi dice che Millennium - che ho comprato perchè parlava del mestiere del giornalista, si vende ma poco (del resto anche il quotidiano vende poche decine di migliaia di copie), il numero che ha venduto più di ogni altro, è stato quello sul sesso.

 Veniamo a noi, cioè al mestiere di giornalista che negli anni, perfino da quando ho cominciato, è cambiato e tanto, essendosi ristretto il mercato ed essendo i giornalisti giovani ancora più sfruttati di quanto non lo fossimo, all'inizio, noi giovani quarant'anni fa, esattamente quarant'anni fa.

 Ma qui il problema che si tocca è un altro, più drammatico  perchè attiene alla professione del giornalista, passando sopra le condizioni.

 Più volte, nel mensile del Fatto, ci si chiede a proposito di giornalisti il cui operato si critica, ovvio: ma questi fanno lo stesso mestiere che facciamo noi, giornalisti di razza- come lo sarebbero e come tali si ritengono tutti al Fatto? Dove comunque il CdR nelle passate settimane ha dovuto dichiarare che in redazione non c'è un clima di terrore imposto dal direttore, e che ognuno può scrivere quello che pensa. Anche sui Cinquestelle, almeno fino alle elezioni europee? Noi non siamo tanto certi.

 Certo è  che anche noi, modestamente, ci siamo spesso posti la medesima domanda. Rispondendoci, anche noi - come ora ha scritto il Fatto - che no, molti non fanno il lavoro di giornalisti, anche se scrivono sui giornali.

Una volta lo scrivemmo a chiare lettere sul mensile che dirigevano : APPLAUSI. A proposito di cosiddetti giornalisti, critici musicali ( il settore nel quale abbiamo operato e che consociamo a menadito) che però traevano i mezzi per campare da altri mestieri, come le direzioni di istituzioni culturali, in evidente conflitto di interessi,  scrivemmo che non si poteva essere al contempo: Medici e Becchini. La congrega dei critici musicali  si rivoltò, ritenendo quel titolo un insulto, e nel corso dei un dibattito su Radio 3, la risposta quasi unanime che ci venne data, a giustificazione, fu che la coscienza  dettava il loro comportamento. Insomma facendo i critici musicali e i direttori artistici allo stesso tempo, pur in evidente conflitto di interesse, la loro coscienza morale dettava ogni loro comportamento.

 La situazione persiste ed anzi si è aggravata. C'erano fino a un paio di anni fa, critici musicali  addirittura regolarmente stipendiati da Fondazioni liriche. Ora, immaginate se sarebbero potuti essere mai osservatori attenti e critici di ciò che accadeva  in quei teatri. Coscienza o non coscienza. Suvvia, siamo seri.

Oggi ci sono critici 'ufficiali' di certe star musicali, quasi loro 'portavoce', i quali credono di godere di un privilegio, disposti a pagarlo caramente; scrivendo, ad esempio - come ci è capitato di leggere giorni fa, su un notissimo quotidiano - panegirici  spudorati. 
Che ci fanno vergognare per loro, pur non avendo nel caso specifico colpa alcuna, oltre quella di essere lettori e di svolgere lo stesso mestiere. Più o meno - come abbiamo  cercato di dire. 




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